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Il raptus del gioco d'azzardo, nuova patologia vissuta come via d'uscita dalla solitudine nella melma di questo malpaese
Post n°8828 pubblicato il 02 Maggio 2014 da cile54
Quanti sono i nostri giovani che soffrono di ludopatia La ludopatia è l'ossessione compulsiva e irrefrenabile per il gioco d'azzardo, un'azione ripetuta in maniera incessante seguendo uno schema mentale indotto, una necessità subliminale. Un fenomeno molto frequente nella popolazione adulta che negli ultimi tempi è entrata a far parte delle abitudini di adolescenti e addirittura bambini. Lo afferma uno studio dell'Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza, che ha puntato l'attenzione sul fatto che a volte i più piccoli hanno campo libero anche in considerazione della inconsapevolezza dei loro genitori, che spesso ignorano il significato del vocabolo in questione. Secondo questo studio, i ragazzi sono attratti dal gioco d'azzardo arrivando a scommettere la loro "paghetta settimanale" per seguire questo pericoloso "vizio", concentrandosi non esclusivamente su lotterie e slot machine, ma anche su scommesse, poker e fantacalcio. Le statistiche, riportate anche da varie altre testate nazionali, sono allarmanti, si parla di quasi un milione di adolescenti italiani tra i dieci e i diciassette anni che praticano gioco patologico puntando soldi, e sarebbero affetti da ludopatia anche i bambini, addirittura quattrocentomila tra i sette e i dieci anni scommetterebbero la paghetta data loro dai genitori su lotterie, bingo e scommesse sportive. Alcuni si comportano in questo modo per provare l'emozione del gioco, altri per divertimento, altri ancora per guadagnare soldi necessari ai loro acquisti. La maggior parte dei genitori ammette che il gioco patologico può riguardare i minori e ne è preoccupato, ma nonostante questo sembra essere all'oscuro delle abitudini dei propri figli. Secondo l'indagine se circa il 70% scoprisse che i figli giocano, riterrebbe necessario fare qualcosa, anche se a fronte della consapevolezza del rischio, non sembra siano consapevoli che il fenomeno possa riguardare anche i propri di figli. L'atteggiamento dei genitori a volte è contraddittorio, percepiscono che il gioco d'azzardo potrebbe essere un pericolo, però sembra quasi che sia qualcosa che non li riguardi da vicino. Siamo davanti a una realtà, che come scritto nel titolo, potremmo definire allo stesso tempo preoccupante e inquietante, perché un bambino che si gioca la paghetta, si prepara quasi inevitabilmente il terreno per diventare un adulto che butterà lo stipendio in giochi e scommesse. 30/4/2014 http://www.globalist.it Alessandra Concas cagliari.globalist.it |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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