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Retorica e luoghi comuni dominano nel linguaggio di Renzi,, slogan facili da smontare.....se non ci fosse il muro dei media

Post n°8836 pubblicato il 05 Maggio 2014 da cile54

Pubblico impiego, la risposta dei Cobas alla lettera Renzi-Madia contro i dipendenti

 

Matteo Renzi e il ministro Madia si preparano alla guerra contro il pubblico impiego. La spiegazione puntuale del loro programma è nella lettera ai dipendenti pubblici che contiene un incipit da far paura: "Vogliamo fare sul serio". I Cobas del Pubblico impiego rispondono punto per punto mettendo in evidenza il carattere strategico di questa offensiva e il fatto che ciò che accadrà nei prossimi mesi non è il classico coniglio dal cappello dell'ex sindaco di Firenze il risultato di un percorso lungo e articolato.

 

"I Governi degli ultimi anni non hanno scherzato bloccando per un decennio i contratti e mettendo alla porta migliaia di precari.

 

Su un punto siamo concordi con il Governo:la pubblica amministrazione cosi' com'è non può andare avanti , solo che l'obiettivo di quasi tutto il parlamento è diametralmente opposto al nostro e, con i prossimi provvedimenti, distruggeranno i servizi e il lavoro pubblico, ovviamente con il silenzio assenso di Cgil Cisl Uil.

 

Renzi e Madia dicono che vogliono costruire un'Italia più semplice e giusta, ma da anni vengono approvati decreti per la semplificazione che vanno nella direzione opposta. Il concetto di equità e giustizia non passa da false meritrocrazie concepite per togliere salario al personale e dividerlo, non passa attraverso modelli organizzativi di falsa funzionalità perchè c'è un solo soggetto al vertice che decide. Equità e giustizia non possono prescindere da retribuzioni capaci di supportare il potere di acquisto di salari, da un' organizzazione del lavoro e dei servizi senza sprechi e inefficienze, unici presupposti di un un servizio pubblico capace di rispondere ai bisogni delle persone.

 

Quando andiamo nel Sud Italia e vediamo intere province senza ospedali, vie di comunicazioni (attenzione: non grandi opere ) abbandonate da anni, si toccano con mano i ritardi e le inefficienze. Quando vediamo i costi incontrollati dei global service e dei servizi esternalizzati, pensiamo ai loro lavoratori sottopagati che potrebbero agli stessi costi essere assunti da Stato e enti locali con una paga dignitosa e garantendo anche servizi migliori.

 

E allora il problema non è quello dei costi del servizio pubblico, non sta nell' incapacità del pubblico di garantire i diritti dei cittadini ma bensi nell' assurde logiche di una politica partitica che ha piegato ogni atto pubblico alla ricerca del proprio interesseconsenso. Il problema sta proprio nella politica dei redditi concertativa e nella rinuncia ad ogni rivendicazione attraverso i conflitti, nella politica compiacente dei soliti sindacati confederali che hanno cogestito le privatizzazioni anche quando il loro costo sociale ed economico è risultato pesantissimo.

 

Retorica e luoghi comuni dominano nel linguaggio di Renzi,, slogan facili da smontare, così come il tentativo di scavalcare ogni forma di rappresentanza di lavoratrici e lavoratori.

 

Vediamone alcuni

 

•gli asili nido gestiti dagli enti locali sono soggetti a esternalizzazioni, ridimensionato l'investimento pubblico nei servizi educativi, la spesa per la manutenzione dei territori, l'edilizia scolastica e l'educazionela sanità, dovrebbero essere fuori da ogni vincolo e patto di stabilità compreso il personale necessario a erogare questi servizi. Renzi è disposto nei fatti a una politica di investimenti strutturali e di assunzioni, o piuttosto si prepara a 80 mila e passa tagli occupazionali, a nuovi processi di privatizzazione? La seconda risposta è quella giusta.

 

•riorganizzazione della Pa. Ci sono doppioni e sprechi? In taluni casi si', basti vedere agli investimenti destinati alla scuola privata quando mancano i soldi per quella pubblica, alle cliniche mantenute in piedi per compiacere le solite baronie quando le file di attesa per visite mediche e diagnostica sono sempre più lunghe e l'alternativa non potrà essere certo l'intra moenia (le visite a pagamento nelle strutture pubbliche). Abbattere le liste di attesa , assumere medici e infermieri, accrescere la prevenzione, è questa la sola risposta possibile, una ricetta ben diversa dal Governo che si prepara a ridurre gli appalti in essere e a un'ulteriore stretta in materia di salute e sicurezza.

 

 

•le soluzioni del Governo sono inaccettabili perchè si vuole sopperire alle carenze di organici e servizi con lo strumento della mobilità obbligatoria, si parla di non trattenere in servizio il personale (ma allo stesso tempo i giovani non saranno assunti senza rimuovere prima i patti di stabilità in materia di spesa del personale cosa che il Furbetto/Bulletto di Pontassieve fa finta di non sapere). Il Governo potrà anche mandare in pensione personale ormai prossimo alla pensione(ma questi soldi andrebbero spesi per potenziare i servizi) ma la vicenda degli esodati (che Renzi continua a non affrontare) induce a riflettere su cosa potrà accadere (vai in pensione prima del tempo con decurtazioni previdenziali o resti mesi senza percepire alcun reddito, praticamente alla fame.

 

 

•Ci chiediamo che fine faranno gli attuali dirigenti a tempo indeterminato, siamo preoccupati da un futuro in cui i dirigenti saranno a contratto e scelti dalla politica (altro che gestione e rilancio della cosa pubblica ma uso a fini elettorali e privati della stessa con la forbice salariale che si dilaterà sempre di più!).

 

 

•l'accorpamento di prefetture, enti di ricerca avviene solo nell'ottica di tagliare posti di lavoro, non esiste alcun progetto che porti a ipotizzare processi di ristrutturazione e accorpamenti per migliorare la ricerca (non a caso le strutture pubbliche sono gestite spesso a fini privati da parte delle grandi aziende), i servizi e accrescere la competività di un paese fermo, colpito dalla recessione , da una classe politica e industriale che pensa solo a colpire i salari, a distruggere l'ambiente e a pagare poche tasse.

 

 

•Quando si parla riforma degli appalti, di non iscrizione alla camera di commercio (con la inaudita soppressione delle stesse), siamo preoccupati per gli scenari futuri perchè il vero obiettivo di questa riforma potrebbe essere quello di una manovra liberista che aprirà la strada a lucrosi affari di palazzinari.

Dulcis in fundo la polemica con i sindacati: nessun problema da parte nostra a mettere on line i nostri conti, allo stesso tempo per abbattere gli sprechi noi proponiamo l'eliminazione degli enti bilaterali, la statalizzazione dei caf e dei patronati (assorbendo il personale visto che offrono un servizio di pubblica utilità sostitutivo ), la centralità del contratto nazionale e la eliminazione del sistema delle deroghe e di qualsiasi ingerenza del legislatore e dei governi nelle materie riservate alla contrattazione collettiva.

 

Cosa dire allora al Governo Renzi che chiede a cittadini e sindacati?

 

-basta con il ricorso a sistemi illusionistico comunicativi che di fatto non ridistribuiscono salario attraverso la riduzione delle enorme ricchezze accumulate con le rendite finanziarie;

 

- Rinnovare i contratti nel pubblico impiego, ridurre drasticamente (e non solo a parole) la forbice salariale nel pubblico, uscire dal patto di stabilità che affossa l'economia e i servizi pubblici

 

-no alla alimentazione di fratture generazionali fra tutelati e non tutelati, fra occupati e non occupati, perchè su questo ormai il tentativo renziano di dividere i gruppi sociali è stato scoperto, e il sindacato di base si adopererà per saldare conflitti e vertenze in un azione politica collettiva;

 

-Non rispondere agli esclusivi interessi del capitalismo finanziario nelle cui file sta trovando consenso e sostenitori, perchè ciò conferma come la crescita dello spread fosse stata artefatta al solo scopo di far passare l' austerità, il fiscal compact, la riduzione dei diritti ovvero tagli di risorse destinate allo stato sociale e ai servizi pubblici, e indirettamente anche tagli su occupazione e riduzione di salari a partire dai dipendenti pubblici e da quelli dei servizi di pubblicà utilità".

5/5/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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