Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cile54cielostellepianetiindustriametallisbaglisignoramonellaccio19cardiavincenzocassetta2nomadi50m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« INVITO A TEATRODALL'ISOLA DELLE FEMMINE »

MEMORIA DI UNA VITA VISSUTA

Post n°283 pubblicato il 15 Maggio 2007 da cile54

immagine“ io, la malattia e gli altri  

Scrivere di quest'argomento costa fatica. Costa fatica non solo per il tema, che essendo scontato, suscita le emozioni più svariate. Costa fatica perché credo, che l'utilità di parlare di quest'argomento vuole essere quella non di colpire il pietismo ed i luoghi comuni che spesso s'incontra. Questa drammatica esperienza t'insegna tante cose che scrivere in una cartella sarebbe impossibile, allora parlerò solo d'alcuni aspetti che credo colpiscono chi è affetto da cancro.

Una delle prime cose che il paziente constata è l'affetto sincero degli amici e parenti più cari, questi, vincendo la loro, e la tua paura, ti avvolgono e ti proteggono dandoti delle emozioni bellissime.

Poi constato gli atteggiamenti più svariati da parte dei più, gli atteggiamenti visti che voglio esternare forse anche un po' provocatoriamente. Occhi che ti scrutano da lontano, imbarazzi, pietà e cortesia che ti uccide più del cancro, occhi di chi ha paura della morte perché la vede riflessa addosso a te come se fossi uno specchio.

            Certo lo so, la morte è nel nostro DNA, ed il solo contatto con essa, ad ognuno di noi, suscita paura, risveglia il vissuto ed i pensieri più ancestrali. Insomma lo so, la morte non è argomento semplice da discutere.

Ad un malato di cancro credo piaccia essere visto per quello che è, a me piace essere visto come un infermiere, come un sindacalista che crede nella passione della rappresentanza dei problemi veri, piace essere visto come uno che ama la vita ed ama l'amore.

            Però un malato di cancro oltre ad essere un insieme di cose che lo fanno uomo, in questo caso è anche un operatore sanitario (doppia sfiga). Perché?

Perché conosci ogni rischio, ogni parola di ciò che si scrive, conosci, purtroppo, ogni sguardo che prova a nascondersi dietro una divisa o un camice bianco. In tempi lontani dalla mia malattia mi sono sempre battuto sul fatto che prima di essere operatori dobbiamo ricordarci di essere degli utenti; la sorte ha voluto quale migliore conferma a quelle mie convinzioni, trascinarmi dentro questa realtà. Ed ora eccomi qua, a passare il tempo seduto tra una sala d'attesa ed un'altra, tra un esame ed un altro.

            Mentre ti stanno facendo "le cose", e non sanno che sei un "collega", mi piace osservare gli atteggiamenti, ed anche qui ne vedi tanti, da quelli professionali ed empatici al punto giusto, a quelli molto scazzati e stufi di vedere l'ennesimo paziente.

Prima di una scintigrafia, mi è stato iniettato un radiofarmaco per l'esame. L'ora dell'appuntamento è stata ovviamente relativa, all' attesa, ironia della sorte, il tempo continui a sentirlo rigorosamente poco, e questi ti dicono: attendi.

Una collega nervosa prova a prendere una vena che anche mia nonna avrebbe centrato al primo colpo, poi mi tiene il laccio emostatico stretto per tanto tempo che, il braccio mi sembrava di non sentirlo più. Dopo il suo stress per essere riuscita al tiro al bersaglio, mentre inietta il farmaco si dimentica di togliere il laccio, lo faccio notare, risposta: "lei faccia il suo mestiere che io so ben fare il mio". Ho preferito non commentare, ho pensato però che anche a me, a volte è capitato di non essere troppo diponiblie, ero stanco, ed oggi pentito d'esserlo.

            Oppure, quando dovevo fare una TAC in urgenza e l'impazienza del medico radiologo era così palese che avrei voluto ricordagli di quanti milioni è composto il suo reddito annuo e se al posto mio ci fosse stata Lei. E' lecito ed umano nutrire la speranza di incontrare un "Virgilio" che mi faccia compagnia nel girone degli ospedalieri? Mi sono detto di si.

Sergio, un infermiere malato

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963