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Liberi di manifestare la nostra condizione di esclusi da un futuro dignitoso. Appello scritto da lavoratrici e lavoratori
Post n°4145 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da cile54
NO alla criminalizzazione del movimento studentesco! Come lavoratrici e lavoratori, pur appartenenti a differenti percorsi politici e sindacali, abbiamo partecipato alla mobilitazione del 14 Dicembre e abbiamo condiviso le rivendicazioni che la piazza ha espresso a gran voce in un coro formato da studenti e precari, insegnanti e ricercatori, lavoratori del pubblico e del privato, immigrati e disoccupati. La piazza del 14 Dicembre ha dimostrato che le mille vertenze contro i licenziamenti e le chiusure aziendali, per la difesa del salario e per un accesso al reddito si possono e si devono saldare con le lotte per la sopravvivenza della Scuola Pubblica e dell’Università, per lo sviluppo di Scienza e Ricerca autonomamente dalle logiche aziendalistiche, per la salvaguardia dei territori dalle devastazioni ambientali, per il diritto a una casa per tutti. Voci differenti che, per una volta, si sono sentite unite nella lotta per il nostro futuro e dignità che ora Governo e Confindustria ci vogliono negare. Un’opposizione corale contro le politiche basate sulla prevalenza della logica del profitto per pochi a scapito dell’interesse di molti. Non pensiamo che con queste manifestazioni siano risolti i problemi dei rapporti di forza che in questo paese sono da anni sfavorevoli ai settori sociali subalterni, così come non pensiamo che si sia ancora battuta l’egemonia reazionaria che fa leva sulle paure della crisi che fomenta continuamente una guerra tra poveri contro i più deboli. Però un segnale di vera opposizione sociale alla crisi e alle politiche di austerity è stato dato e lo dobbiamo rivendicare fino in fondo. Per questi motivi in questo momento dobbiamo condannare fermamente la repressione indiscriminata e ogni tentativo di criminalizzazione che sta colpendo decine di giovani e giovanissimi che insieme a decine di migliaia di persone hanno cinto d’assedio quei palazzi di un potere corrotto e irresponsabile, delegittimato al di là degli inciuci e degli scambi di poltrone e totalmente incapace di programmare un futuro dignitoso per la stragrande maggioranza dei lavoratori, dei giovani precari e delle donne senza futuro. Per gli stessi motivi esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai giovani arrestati e portati in Tribunali che si dimostrano celeri nel “giudicare” sommariamente questi ragazzi, mentre sono sempre lenti e permissivi verso i rappresentanti del parlamento indagati e verso gli omicidi sul lavoro come quello alla Thyssen-Krupp. Ora sono stati quasi tutti rilasciati tranne uno. Tutti però subiranno a brevissimo un processo con accuse gravissime. Non abbasseremo quindi il livello di attenzione e chiediamo sin da subito il pieno proscioglimento. RIBELLARSI E’ GIUSTO! Oggi non è una frase fatta, ma un qualcosa che rende il senso preciso della situazione. L’opposizione parlamentare è paralizzata e se non lo facciamo noi non lo farà nessuno al posto nostro: che se ne vada Berlusconi e tutte le cricche parlamentari che vogliono sostenere le politiche confindustriali di tagli, licenziamenti e zero diritti. Noi siamo con la ribellione di questa generazione, al di là di incidenti che possono essere evitati solo dalla fine delle zone rosse e da una politica alternativa a quella attuale. Giù le mani dai diritti Riprendiamoci il nostro futuro No alla criminalizzazione del conflitto sociale No allo nuovo patto sociale Per uno SCIOPERO GENERALE vero e unitario Per adesioni: tutti.liberi@yahoo.it Mettiamoci la faccia – mettiamoci la firma - nome - cognome - lavoro - sindacato - città prime adesioni |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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