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Campagne di denuncia, vertenze di lotta, sportelli d'informazione: storie di ordinaria resistenza degli under 30

Post n°4217 pubblicato il 09 Gennaio 2011 da cile54

Dai call center ai ristoranti galoppa il lavoro nero

I dati Istat parlano di un tasso di disoccupazione giovanile che a novembre 2010 ha raggiunto il picco del 28,9%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre 2010 e di ben 2,4 punti rispetto al novembre 2009. Per questo alla Generazione P, Non + disposta a tutto, non resta che appellarsi a San Precario. Eccole le tre realtà, Generazione P, Giovani Non + disposti a tutto (campagna Cgil) e il movimento San Precario, che hanno caratterizzato questo autunno-inverno 2010 da record per quanto riguarda la disoccupazione under 30. E se Generazione P ha fatto parlare di sé per i blitz mediatici contro la Cisl che hanno smascherato un'informazione alla spasmodica ricerca dell'atto "terroristico" mentre ci si avvicinava alla grande giornata della Fiom del 16 ottobre, i giovani Non + disposti a tutto hanno fatto degli annunci di lavoro "indecenti" la loro forza per la riuscita della manifestazione del 27 novembre. Il tutto, sotto la benedizione di San Precario che, ad inizio ottobre, ha dato vita, a Milano, agli Stati generali della precarietà.

E' da queste realtà che arrivano, ogni giorno, storie di ordinaria resistenza di chi vive in prima persona il disagio della precarietà esistenziale dovuta all'impossibilità, oggi, di trovare un lavoro, «figuriamoci se stabile» ci spiegano da Generazione P. Sono passati quasi tre mesi da quando, il 15 ottobre scorso, la Generazione P ha occupato uno stabile abbandonato nel quartiere popolare romano del Pigneto. Giovani precari, studenti universitari e fuorisede, laureati ma disoccupati tra i 18 e i 30 anni hanno così deciso di unirsi per fronteggiare la prima delle emergenze "consequenziali" che si trova ad affrontare chi è senza lavoro o lavoratore a termine: quella abitativa.

Ebbene, in nemmeno tre mesi questa occupazione è diventata un vero e proprio ostello precario e il punto di riferimento del precariato diffuso nella città: al GP Point allestito nello stabile si offre auto-tutela a 360°, «dalle vertenze lavorative agli affitti in nero» ci spiega Sante di Generazione P. Ed è proprio da questo sportello di auto-tutela che si possono capire meglio le difficoltà di un'intera generazione: «Dietro al numero del 28,9% di disoccupazione giovanile si nasconde un'altissima percentuale di lavoro nero che riguarda soprattutto i settori dei servizi e della ristorazione, da pub a ristoranti a pizzerie, fino ad arrivare ai lavori "a chiamata" come promoter o pony express. Tutto, ovviamente, senza contratto e senza alcuna forma di tutela». Per non parlare dei contratti a progetto «che, in molti casi, coprono lavori subordinati a tutti gli effetti». Esemplificativo l'esempio dei call center. Il tutto per stipendi che difficilmente superano i mille euro dei quali «più di metà vanno per pagare affitti insostenibili».

E mentre i blitz della Generazione P si susseguivano, Roma e le altre città italiane sono state oggetto di una campagna a tappeto da parte di un gruppo inizialmente sconosciuto che si è firmato Giovani Non + disposti a tutto. La prima parte della campagna, nel mese di ottobre, è stata caratterizzata da una serie di proposte di lavoro indecenti: «Gruppo informatico cerca giovani laureati con il massimo dei voti e il minimo della dignità» oppure «Azienda leader nel largo consumo cerca neolaureate bella presenza disposte a farsi consumare». Firmato: giovani disposti a tutto. Pochi giorni dopo, precisamente dal 2 all'8 novembre, quegli stessi annunci sono stati coperti dalla scritta "Non +". Quindi, ecco la rivendicazione: i giovani "non +" sono i giovani della Cgil. Giovani che, con il movimento studentesco e la Generazione P, hanno riempito le strade di tutta Italia in questa stagione di lotte «che, se per tutti i media mainstream e la miope classe politica è stata solo "degli studenti" - sottolinea Sante di Generazione P - in realtà è stata di un'intera generazione che si è ricomposta, in piazza, il 14 e il 22 dicembre». Due manifestazioni che hanno chiuso l'anno che ha visto nascere a Milano, il 9 e il 10 ottobre, gli Stati generali della precarietà marca San Precario.

Stati generali che torneranno, stavolta a Rho al centro sociale Fornace, il 15 e 16 gennaio. Una data non casuale: «La domenica seguente - ci spiegano dal Punto San Precario - è l'ultimo giorno utile per poter impugnare un contratto di lavoro precario davanti a un giudice e far valere i propri diritti negati». Il 23 gennaio, infatti, scadono i sessanta giorni stabiliti dal Collegato Lavoro approvato il 24 novembre scorso oltre il quale si attua il condono "padronale". Ecco allora che gli Stati generali 2.0 saranno il momento per costruire «un punto di vista precario per dare linfa alle mobilitazioni che ci aspettano. Fino alla conquista di un welfare metropolitano». E generazionale.

Daniele Nalbone

08/01/2011

 
 
 
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