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Sotto i profughi sulle carrette del mare. I sommergibili telecomandati della Nato giocano alla guerra nel canale di Sicilia

Post n°4359 pubblicato il 16 Febbraio 2011 da cile54

Quanto costa all’Italia sperimentare macchine sofisticate d’attacco? 

Centinaia di attacchi aerei, vere e proprie battaglie navali, inseguimenti di sottomarini nucleari e finanche la sperimentazione di sofisticate armi a comando remoto. È quanto avviene dal 5 febbraio nelle acque siciliane del Mar Ionio con l’esercitazione aeronavale denominata Proud Manta 2011 a cui partecipano dieci nazioni della NATO (Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti). Diretta dal Comando Alleato delle Forze Sottomarine (COMSUBSOUTH) e delle Forze Aeree Marittime (COMMARAIR) di Capodichino (Napoli), Proud Manta è la “maggiore esercitazione alleata per la lotta antisommergibile (ASW) e lo sviluppo delle tattiche di contrasto alle attività illecite perpetrate via mare con particolare attenzione all’antiterrorismo”, secondo quanto diramato dalla NATO. “L’esercitazione che si concluderà il 18 febbraio è un’importante occasione per sperimentare nuove dottrine ed attrezzature militari. I partecipanti metteranno in pratica le strategie e le tecniche attualmente utilizzate con le operazioni Active Endevaour nel Mediterraneo ed Ocean Shield in Corno d’Africa, così come le altre capacità belliche necessarie ad assicurare una migliore integrazione ed interoperabilità delle unità che fanno parte della Forza di Reazione Rapida (NRF) della NATO”.

 

Imponente lo schieramento di uomini e mezzi: all’esercitazione partecipano infatti otto unità navali, diciannove tra aerei ed elicotteri ASW e sei sottomarini, uno dei quali, l’USS Memphis (SSN-691) della marina militare statunitense, è dotato di reattori a propulsione nucleare con una potenza di 26 MW e dei famigerati missili da crociera “Tomahawk”, a doppia capacità, nucleare e convenzionale, in grado di colpire un bersaglio distante 1.700 miglia nautiche. Il sottomarino USA, in particolare, simula a turno sia il  ruolo di “attaccante” che di “difensore” delle unità che compongono il Gruppo Navale NATO SNMG 1 (Standing Naval Maritme Group) che l’Alleanza schiera permanentemente nelle acque del Mediterraneo orientale e del Golfo Persico a sostegno delle operazioni belliche in Iraq ed Afghanistan o in missioni anti-pirateria ed anti-migranti. Infrastruttura chiave dell’esercitazione Proud Manta 2011 è la base navale di Augusta (Siracusa), mentre gli attacchi simulati di elicotteri ed aerei vengono sferrati dagli aeroporti militari di Catania Fontanarossa e Sigonella.

 

La vera novità nei giochi di guerra NATO nelle acque a largo della Sicilia è rappresentata quest’anno dalla sperimentazione di tre “sea gliders”, ovvero di veicoli autonomi sottomarini (Autonomous Underwater Vehicle – AUV), per la raccolta dei “dati ambientali tridimensionali” da utilizzare a supporto dei processi decisionali e di pianificazione dei comandi militari. A coordinare i test degli AUV i tecnici del NATO Undersea Research Center (NURC) di La Spezia, il centro dipendente dal Comando alleato di Norfolk, Virginia, che opera nel campo della ricerca e dello sviluppo di tecnologie necessarie alle operazioni navali NATO, con particolare enfasi alla guerra sottomarina e al “contrasto delle nuove minacce in ambiente marittimo da parte delle nazioni nemiche o di gruppi terroristici”. “La conoscenza ambientale e l’efficienza operativa ottenute con l’utilizzo della tecnologia informativa avanzata dei veicoli sottomarini telecomandati, aiuteranno a definire gli scenari subacquei e a sviluppare le capacità dei militari NATO”, ha dichiarato Michel Rixen, uno degli scienziati che operano presso il NURC di La Spezia. “I glider resteranno in acqua per tutto il periodo dell’esercitazione aeronavale, percorrendo oltre 300 miglia nella raccolta di dati sulla salinità e la temperatura del mar Ionio che consentiranno agli operatori sonar di calcolare la velocità di propagazione del suono nell’acqua, elemento fondamentale per l’individuazione dei sottomarini nemici”.

 

Sempre secondo Michel Rixen, i nuovi sottomarini telecomandati “hanno molto in comune con gli aerei senza pilota UAV”. “Il glider è versatile e di lunga durata. Dotato di generatori a batteria, è lungo sei piedi e pesa circa 130 libbre, può essere lanciato dalla costa o da un piccolo gommone. Si muove in mare a una velocità di 2 miglia all’ora, usando una camera d’aria interna che si gonfia e si sgonfia come una pompa e che fornisce al veicolo la spinta idrostatica. Le modificazioni della spinta richiedono meno energia di un propulsore ad elica, consentendo al veicolo di stare sott’acqua molto più a lungo”.

 

I tre gliders in via di sperimentazione in Sicilia sono stati prodotti dalla Teledyne Webb Research di Falmouth, Massachusetts, società interamente controllata da Teledyne Technologies Inc., gruppo leader nella progettazione e realizzazione di strumenti e attrezzature di ricerca e monitoraggio oceanografico. La Marina militare USA ha ordinato più di un centinaio di sottomarini telecomandati e punta ad impiegarli nei teatri di guerra internazionali con le unità del Naval Oceanographic Office. A fine 2009, un glider dello stesso tipo utilizzato nell’esercitazione Proud Manta è riuscito a completare l’attraversamento dell’Oceano atlantico in 221 giorni.

 

“Se necessario, gli AUV potranno essere facilmente impiegati per le stesse funzioni e missioni dei grandi sottomarini”, ha spiegato mister Rixen. “Potranno essere installati a bordo degli AUV anche dei sistemi d’arma, esattamente come già fatto con gli aerei senza pilota”. L’immagine è quella dei micidiali “Predator” che stanno seminando morte e distruzione in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Chissà se dopo la trasformazione di Sigonella nel maggiore centro direzionale europeo dei “Global Hawk” USA e NATO, a Washington non si stia pensando di fare dei porti siciliani il trampolino per le guerre subacquee teleguidate nel Mediterraneo.

 

Antonio Mazzeo

14-02-2011

http://domani.arcoiris.tv

 

Antonio Mazzeo, peace-researcher e giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell'ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalità mafiose. Ha pubblicato alcuni saggi sui conflitti nell'area mediterranea, sulla violazione dei diritti umani e più recentemente un volume sugli interessi criminali per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina ("I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina", Edizioni Alegre, Roma).

 
 
 
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Giorgiana Masi

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