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Post n°5213 pubblicato il 16 Settembre 2011 da cile54
Il lavoro non può essere una fabbrica di morti e di vedove Sono morti sei operai nell'esplosione di una fabbrica di fuochi di artificio ad Arpino in provincia di Frosinone. E già sulle agenzie di stampa leggo i vari commenti politici di condanna, con le solite lacrime di coccodrillo. Ci sono voluti sei morti in un'azienda perché i mezzi d'informazione riniziassero a parlarne, come se fino ad oggi, non ci fossero state 3-4 morti sul lavoro ogni giorno. Mi domando, dove erano i politici, quando ogni giorno accadeva tutto ciò? Dove era Sacconi? Adesso ha mandato anche gli ispettori del lavoro per fare le verifiche sul luogo dell'esplosione. Troppo tardi Sacconi, perché non sono gli ispettori del lavoro che controllano la sicurezza sul lavoro, ma i tecnici della prevenzione delle Asl, quelli che sono sotto organico da anni, e nessuno governo di destra di centro o di sinistra ha aumentato. Troppo facile dire, non controllano, troppo facile dire, mancano i controlli, quando i tecnici della prevenzione Asl sono 1.850 e le aziende da controllare 6 milioni! Cosa ha fatto il Governo Berlusconi per aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro? Ve lo dico io: nulla! I politici in queste occasioni, dovrebbero avere il buongusto di stare in silenzio. Vorrei che più che le parole ci fossero i fatti, sono quelli che mancano per fermare queste stragi. Nessuno dice: aumentiamo le pene ai datori di lavoro. Nessuno dice: aumentiamo i tecnici Asl. Le sanzioni sono troppo basse e in molti casi si può optare per l'ammenda. Molti se la cavano con pene irrisorie o con la prescrizione. Devono succedere delle vere e proprie stragi come alla ThyssenKrupp di Torino dove morirono 7 operai o alla Truck Center di Molfetta dove morirono 5 operai, perchè gli imprenditori vengano condannati a grosse pene! Inoltre, voglio vedere se dopo questa strage sul lavoro, ci sarà ancora qualcuno che le chiamerà vergognosamente e ipocritamente "morti bianche" o peggio "tragica fatalità" o "doveva succedere". In Italia manca, purtroppo, la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche la giustizia. Perché quando molti processi finoscono in prescrizione, è come se il loro caro fosse morto un'altra volta! Rivolgo un invito al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si è detto «colpito da dimensioni della tragedia»: per favore, richiami tutti i mezzi d'informazione perché riaccendano i riflettori sulle stragi sul lavoro. Per fermare questa "strage nell'indifferenza", questa mattanza quotidiana ognuno deve fare la propria parte. Solo in questo modo è possibile interrompere questa catena di morti. Il lavoro non può essere una fabbrica di vedove e di morti, deve essere un luogo di vita! Marco Bazzoni operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Firenze 14/09/2011
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