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« DESIDERIO E POTERE VS DONNEIMPRENDITORI PADANI ONES... »

CONTRO LA CHIUSURA DECISA DALLA REGIONE

Post n°1570 pubblicato il 23 Settembre 2008 da cile54

Ospedale San Giacomo di Roma occupato da pazienti e operatori

Dalle 16 di ieri il San Giacomo di Roma è un ospedale occupato dai suoi pazienti e dai cittadini al motto di "Mi manda il San Giacomo".

E' frontale lo scontro fra medici, infermieri e personale ausiliario del nosocomio e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo che «non sta rappresentando in nulla i voti di chi lo ha fatto governatore», come ha tuonato il senatore Furio Colombo dalla Sala di Malta del San Giacomo dove si è svolta l'assemblea che ha sancito lo stato di occupazione.

«Qualcuno di voi ha mai visto un ente pubblico spostare delle chiese perché troppo vicine una all'altra? Qui si sta spostando la storia di Roma, una storia iniziata nel 1326. Fare cassa in questi casi è un motivo futile perché qui si gioca con la vita delle persone e di una città».

Tutto il personale, in servizio e non, dell'ospedale era lì, in assemblea, a decidere sul da farsi per scongiurare la chiusura della struttura, anche se ormai sembra troppo tardi.

Sull'antico tavolo di marmo per le autopsie al centro di quella che storicamente era un aula didattica si stava sezionando il cadavere di un edificio storico e, soprattutto, pubblico ucciso dalla cattiva gestione della sanità, dalla chiusura di un rubinetto da cinque miliardi di euro da parte del governo e, a quanto pare, dal solito serial killer che da anni miete vittime innocenti nella capitale: la speculazione edilizia

Sull'antico tavolo di marmo per le autopsie al centro di quella che storicamente era un aula didattica si stava sezionando il cadavere di un edificio storico e, soprattutto, pubblico ucciso dalla cattiva gestione della sanità, dalla chiusura di un rubinetto da cinque miliardi di euro da parte del governo e, a quanto pare, dal solito serial killer che da anni miete vittime innocenti nella capitale: la speculazione edilizia.

La voce che si aggira dalle parti del San Giacomo è quella che l'ospedale lascerà il posto a un albergo di lusso. Una voce che però non trova conferme dalla Regione né dal Comune, l'ente che incasserebbe le palate di soldi che arriverebbero dalla cessione ai privati dell'edificio.

«In entrambi i casi, sia che la voce fosse vera che se non lo fosse, ci troviamo davanti a una decisone folle» sottolinea, fra gli applausi, Furio Colombo. «Qualora l'ospedale resterà vuoto, l'amministrazione è consapevole dei costi a cui dovrà andare incontro per non abbandonare una struttura di queste dimensioni, collocata nel pieno centro di Roma?».

Piena solidarietà ai lavoratori e ai pazienti è giunta dai movimenti di lotta romani presenti all'assemblea: Andrea Alzetta di Action, consigliere comunale, si chiede «perché si socializzano sempre le perdite mentre si privatizzano i guadagni? In ogni decisione che piove dall'alto sulla testa dei cittadini non si chiede mai il parere di chi la città la vive e la fa vivere». Dal Blocco Precario Metropolitano, presente nella persona di Massimo Muccari, arriva la piena disponibilità a battersi contro la chiusura dell'ospedale «da parte delle famiglie che ogni giorno lottano per i diritti negati». «Sarà un'occupazione di gente che si vuole bene» conclude il consigliere Alzetta, « e che alla volontà di privatizzare risponde mostrando come si faccia, invece, "società". Per questo chiedo al Presidente Marrazzo di non fare il vago e di concedere ai lavoratori che hanno chiesto un incontro pubblico una data disponibile in modo che le ragioni di questi abbiamo modo di essere discusse e confrontate».

Da ieri, quindi, è iniziata una settimana di lotta per evitare che il 30 settembre l'ospedale chiuda le porte alla cittadinanza e il 31 ottobre metta alla porta i suoi pazienti: mercoledì 24 verrà allestito un gazebo in Piazza del Popolo in cui si raccoglieranno firme contro la chiusura dell'ospedale, si effettueranno prestazioni mediche gratuite e alle ore 20 presso la Chiesa di S.Maria del Popolo si terrà un concerto dell'orchesta "I Filarmonici di Roma" con l'intervento dei maestri Uto Ughi e Stelvio Cipriani mentre per giovedì, alle ore 14, è prevista una manifestazione «assolutamente apartitica» come tengono a precisare i lavoratori, sul Lungotevere nei pressi dell'Ara Pacis.

Dalla Regione il consigliere Peppe Mariani, membro della Commissione Sanità, spiega a malincuore come la chiusura del San Giacomo sia «purtroppo inevitabile e dovuta ad un governo nazionale che costringe a scelte terrificanti: hanno voluto colpire l'ente Regione Lazio tagliando 5 miliardi di euro ma così facendo hanno solo tolto risorse ai cittadini. La situazione è di grave emergenza e la Regione deve riassettare il servizio sanitario cercando di non perdere l'eccellenza presente in strutture come il San Giacomo e la sua Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi spostandola in altre strutture in zona» e a chi chiede il perché allora si sia ristrutturato da poco l'ospedale per poi chiuderlo, il consigliere regionale risponde che «proprio perché si è commesso uno sbaglio ristrutturando un ospedale che si sarebbe dovuto chiudere di li a poco non si può perpetrare nell'errore. Se si è sbagliato nella questione San Giacomo i difetti stanno nella comunicazione ai cittadini e ai lavoratori». In serata è giunta la richiesta di Gianluca Peciola, consigliere provinciale, di un'audizione urgente dei cittadini presso la Commissione Sanità della Regione Lazio che ha spiegato come sia «indispensabile non solo che la Regione ascolti i lavoratori ma anche che il governo nazionale si prenda le proprie responsabilità saldando i suoi debiti con la regione».

 

Daniele Nalbone

Liberazione

23/09/2008

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