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DESIDERIO E POTERE VS DONNE

Post n°1569 pubblicato il 23 Settembre 2008 da cile54

Non sopporto che ci siano uomini là fuori convinti di saperne più loro di me della mia vagina 

“Il mercato della vagina: storia di un mancato business”

Che il mondo della sessualità femminile sia ancora dominato dagli uomini è un dato di fatto: ricercatori, medici, ginecologi, sessuologi. Che anche il mondo del business intorno ad essa sia prettamente maschile è però a volte deleterio: prova ne siano i terribili spot degli assorbenti per signora.

La settimana scorsa mi sono trovata nel Regno Unito ad organizzare, per lavoro, una presentazione di un nuovo aggeggio ad uso prettamente femminile: un ovetto vaginale destinato alla ginnastica intima di noi donne.

Questi ovetti, dal packaging estremamente accattivante e colorato, sono una sorta di piccoli «pesi» da inserire in vagina per allenare i muscoli della parete pelvica.

Il relatore, in perfetto stile british, li ha presentati come utili nella prevenzione e nella cura dell’incontinenza femminile.

Essendo un meeting di presentazione alla“ forza vendita”, sono mestamente intervenuta sottolineando che l’uso di questi ovuli potrebbe essere proposto anche per ben altri scopi, dato che tali esercizi vaginali migliorano sia qualitativamente che quantitativamente l’orgasmo femminile.

Ero onestamente convinta di aver fornito un contributo intelligente, dando uno spunto commerciale che ampliava il target di utenza di un buon 80% (non vi sto a tradurre quanto questo possa significare in soldoni, lo potete ben immaginare).

Il relatore mi ha riso in faccia, dicendomi che non aveva intenzione di prendere in considerazione il mio suggerimento dato che lui doveva basarsi esclusivamente su situazioni che avessero un fondamento medico.

Ci tengo a sottolineare che eravamo solo due donne, di fronte a 20 uomini divertiti.

Ho saputo, non so come, mantenere un atteggiamento elegante, limitandomi a scrivere una mail privata al suddetto relatore alla chiusura dell’incontro.   Gli esercizi di Kegel sono noti fin dall’inizio del secolo e molti ginecologi ormai li consigliano alle loro pazienti in quanto, irrobustendo la muscolatura pelvica:

 Riducono le probabilità di incontinenza femminile (motivo primo per cui sono stati pensati)

Riducono il rilassamento delle pareti vaginali post-partum

Intensificano ed aumentano il piacere durante i rapporti, aumentando la probabilità di raggiungere l’orgasmo (piacevole scoperta avvenuta in seguito all’introduzione di tale pratica)   Se è vero che i cedimenti dell’apparato urogenitale alla base molte donne affrontano almeno una gravidanza, così come è vero anche che l’orgasmo durante il coito è raggiunto regolarmente solo dal 30% delle donne italiane: direi quindi c’è un buon 70% di donne là fuori che sarebbero ben felici, tra le altre cose, di allenarsi con questi ovetti.

È più probabile che questi strumenti siano acquistati da me piuttosto che da mia madre, ve lo assicuro.  _ Ora, sicuramente è una scelta aziendale come un’altra decidere di vendere un prodotto ad una manciata di incontinenti piuttosto che a stuoli di donne lungimiranti; non so quanto vincente, ma questo non è un problema mio.   Il tarlo che invece mi rode il cervello è il pensiero che ci siano uomini là fuori che, senza averne titolo, siano convinti di saperne più loro di me della mia vagina. Sono una donna, e una donna informata: questo, se si parla di ovuli vaginali, ha un valore commerciale molto più grande di qualsiasi posizione professionale.   Tralascerò l’aspetto relativo alla maleducazione con cui sono stata trattata (come se avessi fatto un pettegolezzo da bar sport ad un congresso medico), ma mi domando perché mai un’azienda dovrebbe limitare così tanto le possibilità di vendita.   Sicuramente esistono fortissimi tabù, anche da parte delle donne stesse, riguardo all’orgasmo femminile. Ma sono questi tabù ancora così forti da andare ad influenzare, in negativo, potenziali possibilità di guadagno? Oppure stiamo ancora pensando che l’orgasmo femminile non sia semplicemente un tabù ma addirittura un argomento di scarsa rilevanza?

Ancora si pensa che per le donne l’importante sia soddisfare il partner, trascurando le proprie aspirazioni ad una vita sessuale totalmente appagante? Se si fanno qualche goccia di pipì nelle mutande è giusto aiutarle ma chissenefrega del loro orgasmo? O forse esiste la paura, da parte di un relatore che dovrebbe essere piuttosto istruito in materia, di essere scambiato per uno sporcaccione che commercializza sex-toys?

Questo la direbbe lunga sull’ignoranza, molto lunga.   Un’ultima osservazione.

Se venisse presentata sul mercato una crema in grado di prevenire le prostatiti, ma di cui si scoprissero poi col tempo insperati e positivi influssi sulla tenuta e sulla durata dell’erezione, quanto pensate aumenterebbero le vendite? Credo, e non a torto, che il prodotto andrebbe esaurito in brevissimo tempo in tutte le farmacie.   Ma noi donne no, noi siamo diverse. E un po’ forse è vero. Un po’ forse la colpa è ancora nostra: temo che noi per prime tendiamo a sottovalutare l’importanza del nostro diritto ad una sessualità completa.

Tuttavia, finchè anche noi non andremo sul mercato a reclamare tale diritto, il mercato penserà al prolasso della vagina solo in virtù del nostro potere d’acquisto dei Tena Lady.

Non per altro il Viagra esiste da anni, e solo una manica di sfigati si stanno invece dando la briga di studiarne la versione in rosa.

Aspettiamo.

Elena Torresani

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