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Post n°2199 pubblicato il 21 Aprile 2009 da cile54
Tag: famiglie vittime sul lavoro, inquinamento diossina taranto, lotte contro tumori in fabbrica, migranti morti sul lavoro, morti amianto in italia, morti petrolchimici puglia, morti sul lavoro, morti umbria olii, omicidi sul lavoro e decreto, precarietà e morti sul lavoro, rete nazionale sicurezza lavoro, rls, sicurezza lavoro e precariato, sicurezza sul lavoro, strage thyssenkrupp, stragi sul lavoro in italia LA PORCATA DI SACCONI E BERLUSCONI Arriva la norma "salva - manager" dalle responsabilità nella delicata materia della sicurezza sul lavoro, una sorta di "lodo Alfano" in grado di ribaltare l'esito di processo come quello sul rogo della Thyssen Krupp. Una modifica "di cui non si sentiva il bisogno, al di fuori della delega al governo, con il chiaro intento di bonificare i processi, anche quelli in corso, salvando i top manager dalle loro responsabilità" ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e responsabile per il sindacato dei metalmeccanici della Cgil dell'Ufficio salute e sicurezza. La nuova formulazione dell'art. 10 bis "prevede infatti che la responsabilità del datore di lavoro - hanno spiegato Elena Poli, avvocato della Fiom al processo contro la ThyssenKrupp a Torino ". La norma è "retroattiva, per cui il primo effetto si avrà sui processi in corso. Di fatto, si elimina la possibilità di accertare la responsabilità di chi sta più in alto, in moti casi top manager e amministratore delegato" ha detto Poli. Il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, denuncia: "E' una norma che mette a rischio il processo Thyssen come quello Umbria Olii e in generale tutte le vittime di incidenti sul lavoro. Bisogna opporsi con ogni mezzo a questa norma, perché sarebbe veramente assurdo e vergognoso che le responsabilità delle morti sul lavoro non ricadano sui capi e i manager che li hanno provocati, non rispettando le adeguate norme di sicurezza, ma colpiscano i lavoratori e chi le subisce". |
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Roma, 12 maggio 1977
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