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Il governo taglia il Sistri le ecomafie festeggiano
«La cancellazione del Sistema di informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti introdotto nel 2009 ma mai entrato in vigore, è un innegabile regalo alle ecomafie». Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha commentato così, ieri, il “taglio” ai finanziamenti del Sistri, il sistema di telerilevamento satellitare dei mezzi che trasportano i rifiuti (compresi quelli speciali) prodotti dalle imprese. Dopo i rumors di venerdì, l’abrogazione è stata confermata nella mattinata di sabato dal ministro della Semplificazione Calderoli. «L’eliminazione del Sistri era una misura fortemente richiesta dagli artigiani e parte delle imprese» ha spiegato il ministro durante la conferenza stampa di palazzo Chigi. Più semplice di così. L’obbligo di introduzione nelle aziende del Sistema informatico che consente il controllo e la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (l’80 per cento di quelli prodotti) sarebbe dovuto entrare in funzione il primo settembre dopo una lunga serie di rinvii.
Inserito per la prima volta in Finanziaria nel 2007, il Sistri doveva diventare il braccio armato nella lotta contro i trasporti illeciti dei rifiuti industriali tossici e pericolosi. Osserva infatti Pietro Grasso: «Si trattava di un mezzo utile per registrare i movimenti dei rifiuti, peraltro previsto dalla legislazione comunitaria, che poteva evitare gli abusi del sistema cartaceo. Se si considera che Legambiente ha più volte denunciato che l’80 per cento dei rifiuti speciali sparisce nel nulla, si può comprendere facilmente come la cancellazione di un simile sistema di controllo è un regalo alle organizzazioni criminali che lucrano in questo campo». Sulla stessa lunghezza d’onda di Grasso è il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: «Con l’abolizione del sistema di tracciabilità dei rifiuti l’ecomafia e tutti coloro che si sono arricchiti sul traffico dei rifiuti alle spalle dei cittadini, della salute e dell’ambiente festeggiano».
A impacchettare il “regalo” ci aveva già provato la Lega a giugno scorso inserendo nel decreto “Sviluppo” un comma che rinviava al primo giugno 2012 l’entrata in vigore del Sistri. Anche in quella occasione «per venire incontro alle richieste degli artigiani e dei piccoli e medi imprenditori», come si legge in una nota dei componenti del Carroccio nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Nonostante questo precedente, nella serata di venerdì il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, esprimeva tutta la sua sorpresa nell’annunciare con una comunicato l’imminente taglio: «Gravissima l’inaspettata norma contenuta nella manovra che cancella il Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Un vero e proprio regalo alle ecomafie».
Proprio per questo, secondo i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, il ministro dell’Ambiente «dovrebbe prendere atto che, su un provvedimento che lei stessa giudica fondamentale, ha ricevuto l’ennesima sfiducia dal suo governo e quindi dovrebbe dimettersi immediatamente». Ferrante e Della Seta puntano poi il dito contro la Lega e i suoi uomini al governo. «Invece di lavorare per risolvere i problemi tecnici, a partire da quelli legati alla interoperabilità e richiamare la Selex (aggiudicataria dell’appalto) ai suoi doveri, invece di togliere il segreto da tutta la procedura come promesso in Parlamento un anno fa, invece di trovare i tempi ragionevoli che avrebbero permesso alle aziende di prepararsi alla definitiva entrata in vigore del nuovo sistema, Calderoli, evidentemente spalleggiato dal premier, decide di buttare il bambino con l’acqua sporca e impedire un passo avanti nel controllo dei traffici illeciti».
Federico Tulli
14/08/2011
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