Giorni e nuvole

guardo di sottecchi
riflessi di me in una vetrina
tra scarpe ed alti tacchi
degni di una regina

passeggio sull'altrove di un sospiro
in un calloso pomeriggio di paese
il personaggio che spesso aggiro
mi narra delle maschere contese

la prima è la fatica dell'adesso
cercare nel fango una conchiglia
nascondere quell'aria da depresso
e il cupo dello sguardo che si acciglia

perché nel faticoso regalare
sorrisi come una benedizione
ho dentro come un' elemosinare
di pianto, di miseria e d'intenzione

dal fondo dei polmoni accendo ancora
un sogno di rivolta fuori moda
perché dentro di me c'ho le interiora
e un lupo che mi tiene per la coda

resto. mentre mi vorrei sfilare
cristo di me stesso ed anche giuda
che bacio, in un civile conversare
negandomi la guancia cruda e nuda

Perturbabile

:)ciao