Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
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LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
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Il Ponte sullo Stretto, un dirigente pubblico zelante e le penali non dovute, di Luca Lecardane
Post n°484 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da socialismoesinistra
Questo articolo potrebbe iniziare citando il titolo della celebre raccolta di Stephen King, “A volte ritornano”, non solo per la ciclicità con cui si presenta l’argomento che tratteremo e che il titolo suggerisce, ma anche perché rappresenta per i siciliani un racconto horror senza fine: parliamo di Ponte sullo Stretto, fatto tornare alle luci della ribalta da Renzi prima e Lupi poi e presentato come il rimedio universale a tutti i mali che affliggono il Sud e la Sicilia in particolare usando come spauracchio l’argomento delle penali che il nostro Paese sarebbe costretto a pagare qualora il ponte non dovesse essere costruito (700 milioni di euro).
Tuttavia questa tesi non convince tutti. Non è di questo avviso l’ingegnere Gaetano Sciacca, ex capo del Genio Civile di Messina il quale, intervistato in una nota trasmissione televisiva, fa presente che sono due gli aspetti che fanno pendere la bilancia dalla parte del no, uno di natura legale legata alle penali e uno di natura tecnica. Ma procediamo con ordine.
Il primo riguarda i 700 milioni di euro, che l’Italia dovrebbe ad Eurolink, il General Contractor, cioè il consorzio di imprese con a capo Impregilo che avrebbe dovuto costruire il Ponte. Tuttavia non esiste un progetto definitivo né un progetto esecutivo dell’opera: il Cipe non ha dato parere che per la Legge obiettivo è obbligatorio, il Via (Valutazione di impatto ambientale) ed il Vas (Valutazione ambientale Strategica) non sono state rilasciate. Inoltre l’ammontare della penale è frutto di un accordo postumo tra Eurolink (particolarmente con Impregilo impresa capofila) e la società Stretto di Messina s.p.a. (Concessionaria interamente pubblica), società appaltatrice dello stesso. Prima di questo accordo, la penale ammontava al costo di progettazione più il 5% aumentata al 10% in seguito (anche questo aumento è illegittimo perché avvenuto dopo l’espletamento del bando e quindi si sono cambiate le regole dopo la gara).
Inoltre all’interno del progetto si parla di project financing, quindi di un’opera alla cui partecipazione dovrebbero partecipare capitali pubblici e privati, ma finora non si sono trovati questi ultimi.
Passiamo alle problematiche di natura tecnica. Esiste uno studio condotto da trenta esperti che hanno analizzato l’opera sotto diversi punti di vista e che esprimono parere negativo alla costruzione dell’opera: intanto si pongono problemi per il gravoso impatto ambientale sull’ eco-sistema marino ( tra altro, l’Italia è soggetta a procedura di infrazione da parte dell’UE proprio per l’impatto ambientale che avrebbe il Ponte sull’ecosistema dello Stretto) come affermato da Anna Giordano coordinatrice del gruppo di lavoro delle associazioni ambientaliste e Responsabile Policy Natura 2000 di WWF Italia; in secondo luogo Il Dott. Signorino del dipartimento di scienze economiche, aziendali, ambientali e metodologie quantitative dell’università di Messina afferma che l’impatto economico del progetto non è vero che sia positivo visto che tale ipotesi era prevista in caso di Pil in crescita tra il 4% ed il 14% (già allora drogato, ma che oggi addirittura è improponibile essendo l’Italia in recessione); non si è assolutamente certi che non vi siano situazioni di instabilità dovuta ai movimenti tellurici dice l’Ingegnere Claudio Villari ingegnere strutturista ex docente della Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria, grande esperto in terremoti ; infine dal punto di vista del dissesto idrogeologico come di seguito indichiamo.
L’ingegnere Sciacca ha inviato una nota il 28/10/2011 - poi ribadita ed ampliata con una del 10/11/2011- agli organi preposti, in cui viene spiegato che a seguito dell’istruttoria, da parere negativo in quanto non sono previsti nel progetto sistemi di messa in sicurezza adeguati alla natura del territorio e sono presenti gravi errori di progettazione. (Nel dettaglio: la sicurezza degli attraversamenti delle fiumare, caratterizzate da elevata pendenza dell’alveo con conseguenti colate di fango in presenza di eventi atmosferici accompagnati da pioggia, deve essere legata alla messa in sicurezza dei sottesi bacini idrografici, con adeguate opere di presidio vista la particolare fragilità idrogeologica del territorio). In secondo luogo la consistenza dei terreni lungo i versanti interessati dai lavori è bassa e la localizzazione dei siti di recupero ambientale, nome altisonante per indicare in realtà le discariche di inerti provenienti dagli sbancamenti per la costruzione del Ponte, è sbagliata perché non sono indicate le piste di servizio per raggiungerli in sicurezza e il recapito finale delle acque di raccolta di queste aree avviene negli alvei strada, cioè nelle strade sottostanti i siti ove quindi sarebbero raccolte i materiali inerti che scenderebbero a valle in caso di eventi atmosferici di alta magnitudo, provocando notevoli danni a cose e persone. Infine i tre assi viari dove verranno indirizzati i mezzi gommati pesanti del cantiere, essendo alvei tombinati, cioè alvei torrentizi ricoperti di cemento e asfalto per potere essere percorsi, presentano dei problemi strutturali e idraulici: per i primi infatti andrebbe verificata la staticità ed essendo carenti dal punto di vista strutturale, l’ulteriore aggravio di traffico potrebbe comprometterne la stabilità; i secondi discendono dal fatto che sia indispensabile una messa in sicurezza dei bacini sottesi ai torrenti strada)
Eppure le somme impegnate per un’opera che presenta tutte queste criticità potrebbero essere impiegate in progetti per la Sicilia e la Calabria come la costruzione di interporti, fondamentali vista la posizione della Sicilia al centro del mediterraneo, o per il rafforzamento e manutenzione di strade e ferrovie oggi completamente disastrate in Sicilia dove il governo Renzi ha stanziato solo 60 milioni di euro per tutto il sud mentre per il centro-nord ne ha stanziati 4,6 miliardi di euro. E la messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico dell’intero territorio siciliano visti gli ultimi eventi che si sono abbattuti nell’isola.
Luca Lecardane
Coordinatore siciliano Dell’associazione nazionale Net Left
Note a cura dell’autore:
L’ingegner Sciacca è un funzionario pubblico,“ex” responsabile del Genio Civile di Messina, il quale è stato tolto dal suo posto dal presidente della regione Sicilia Crocetta, forse per non essersi piegato alle lobby messinesi che volevano costruire ovunque e senza regole e perché si è saputo sostituire all’inefficienza della politica? Un funzionario pubblico che non ha piegato la schiena davanti i palazzinari e, per questo, attaccato dalla politica e dagli stessi che lo hanno accusato di voler fermare lo sviluppo di Messina. Ma come si spiegherebbero allora i 22 appalti completati e gli 8 da completare per un totale di circa 100 milioni di euro? Lo chiamavano il “signor NO” eppure dopo la frana di Giampilieri convinse alcuni cittadini a vedersi abbattere le proprie case senza che vi fossero contenziosi, per mettere in sicurezza la zona. L’ingegnere Sciacca denunciò, insieme ad altri, la possibilità che un viadotto dell’autostrada potesse venire giù visto che presenta oggi evidenti segni di cedimento strutturale e considerato tra l’altro che se dovesse collassare si abbatterebbe su un’area dove vivono migliaia di persone. Lo accusarono di essere catastrofista ed allora, ci chiediamo, perché auto e tir passano su una sola corsia se non è pericoloso?
Oggi il Presidente Crocetta lo ha spostato dall’ufficio del genio civile di Messina, con la scusa della rotazione dei dirigenti, promettendogli la direzione dell’UREGA (L’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici), posto per cui ci vorrebbe una laurea in giurisprudenza peraltro, ma ad oggi l’unico soggetto a rotazione è stato lui e non è neanche direttore dell’Urega, ma un funzionario senza un ufficio. Lo stesso Crocetta vuole che sia applicata una leggina del 2003, approvata dal governo Cuffaro, che permette di iniziare a costruire subito dopo il deposito del progetto, prima ancora che il genio civile possa dare parere. Il genio civile, secondo la legge, potrebbe intervenire successivamente per abbattere l’edificio qualora violasse norme di sicurezza antisimiche o norme contro dissesto idrogeologico. Immaginatevi quanti anni dovrebbero passare per fare in modo che l’edificio sia abbattuto e nel frattempo cosa potrebbe succedere. L’ingegnere Sciacca ha bloccato lottizzazioni, centri commerciali e palazzine nella valletta del torrente Trapani e tante altre proposte vergognose in 50 aree a rischio. Questo funzionario pubblico ha fermato le costruzioni in aree a rischio, nonostante la leggina di cui sopra, e la Magistratura, affermando il principio per cui la legge non è valida nelle aree a rischio perché vi è un interesse superiore, gli ha dato sempre ragione contro i ricorsi fatti dai costruttori . Questo, ovviamente, gli ha procurato non poche inimicizie tra le lobby messinesi. Insomma l’Ingegnere Sciacca ha rotto il giocattolo degli amici e degli amici degli amici compresi i politici.
Fu nominato commissario ad acta del Consorzio autostrade siciliane solo per tre mesi ma nonostante la brevità del tempo e nessun potere per intervenire nel tratto compreso tra Boccetta e lo svincolo di Villafranca, visto che in caso di piogge intense quel tratto di strada diventava pericoloso, fece mettere l’asfalto drenante.
Insomma un’altra storia, tra tante altre che non conosciamo ma che sicuramente esistono, di interessi “altri” che diventano più forti del buonsenso, della buona politica, del benessere dei cittadini, della meritocrazia.
All’ingegnere Sciacca, recentemente, è stato consegnato il premio Colapesce. Secondo la leggenda più diffusa, scendendo in profondità, Colapesce vide che la Sicilia posava su 3 colonne, delle quali una piena di vistose crepe e segnata dal tempo e così decise di rimanere sul fondo del mare per sorreggere questa colonna.
Vogliamo concludere questo articolo con una frase che spesso l’ingegnere ha ripetuto nel corso di altre interviste e anche a noi al telefono: “il futuro del paese è nella rigenerazione urbana, nel recupero edilizio e nella messa in sicurezza”
Noi riteniamo che la Sicilia e questa Italia abbiano bisogno di tanti Sciacca/Colapesce per sorreggerle con onestà, competenza, capacità. A voi le conclusioni.
dal sito http://www.lecodelsud.it/stretto-di-messina-svolta-epocale-sara-lo-stato-garantire-collegamenti-senza-abbandonare-il-ponte
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SOCIALISMO E ANTIFASCISMO
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Non una somma di etichette ma un insieme di valori di Carlo Felici
Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò
La Festa d'Aprile di Nicolino Corrado
Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo di Carlo Felici
Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe di Marco Zanier
parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta
MARXIANA
Karl Marx
Costituzione, neoliberismo, nuove povertà di Marco Foroni
Sulle teorie del valore di Renato Gatti
Le crisi di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Globalizzazione i compiti della Sinistra di Franco Bartolomei
note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra
La crisi e i suoi rimedi di Renato Gatti
Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo di Leonardo Boff
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità di Marco Foroni
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MARXIANA .
Karl Marx
Karl Kautsky ed Otto Bauer: due grandi maestri del socialismo dimenticati. Giuliano Amato: un maestro del non-socialismo da dimenticare di Giuseppe Giudice
Ragionando su Marx e Kautsky di Renato Gatti
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Eppure il vento soffia ancora di Carlo Felici
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Noam Chomsky - "Pirati e imperatori"- la guerra al terrorismo e le ipocrisie dell'Occidente di Marcella Guidoni
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Di fronte alla crisi mondiale, tre sfide per la socialdemocrazia di Kevin Rudd
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I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
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Dopo il crollo del comunismo non ha più senso il dividersi tra socialisti e comunisti di Giuseppe Giudice
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Socialisti, l'anello debole ma inestimabile della sinistra italiana di Carlo Felici
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
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L'infinito e disperato salvataggio delle capre e dei cavoli di Carlo Felici
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Documento programmatico dell'Associazione "Nuova Sinistra per il Socialismo" di Angelo Ciufo
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