Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
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LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
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I doveri della Sinistra italiana-1
Post n°91 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da socialismoesinistra
I doveri della sinistra italiana - parte prima Irridere la finta autonomia decisionale del governo Tremonti-Berlusconi, e progettare le politiche economiche fuori da ogni subalternità alle logiche del sistema finanziario.
Il governo e la Banca d’Italia sostengono che il sistema bancario italiano sia stato colpito in modo relativo dalla crisi che ha sconvolto il sistema finanziario mondiale causando il crollo del valore di capitalizzazione di tutti i maggiori istituti di credito Euro-Americani. Le banche italiane sarebbero quindi nelle condizioni di evitare situazioni critiche analoghe a quelle che hanno costretto tutti i governi occidentali ad intervenire a copertura dei rispettivi sistemi creditizi . L’Italia sarebbe quindi in grado, secondo tale versione, di evitare ,in virtù di una ridotta esposizione del proprio sistema bancario ai derivati, conseguenze estreme tipo il fallimento o il dissolvimento della autonomia delle 5 grandi banche d’investimento (LhemanBrothers,BearSterns, MorganStanley,GoldmanSachs,Merril linch), o il tracollo delle più grandi banche svizzere(Swiss Bank e UBS). Il governo potrebbe contemporaneamente evitare l’eventuale ricorso a soluzioni di salvataggio, sicuramente non sostenibili alla luce della consistenza del deficit pubblico italiano, quali la nazionalizzazione forzata della principale banca inglese(Royal Bank of Scotland),o il massiccio e straordinario intervento governativo del Belgio e dell’Olanda per evitare il fallimento del più grande gruppo bancario-assicurativo del Benelux (Fortis-Aventis), o gli stanziamenti colossali (500 miliardi di euro) disposti dal governo tedesco a protezione del proprio sistema bancario. Pur non essendo ancora del tutto convinti della fondatezza di tale assunto,ripetutamente ribadito con apparente sicurezza da Tremonti e Draghi, proviamo a puntualizzare ,nell’ ipotesi che tale interpretazione risultasse fondata, alcune riflessioni utili ad interpretare più correttamente gli eventi degli ultimi anni: 1- Se fosse vero che il sistema bancario italiano avesse mantenuto una maggiore prudenza nel ricorso alla finanza creativa, nell’investimento in derivati ad altissima leva finanziaria o in titoli tossici di altra natura, o nella erogazione di credito privo di garanzie, e le sue relative difficoltà fossero da attribuire esclusivamente alla circostanza di aver puntato su una espansione d’impresa nei mercati emergenti dell’Est-Europa(Austria,Polonia, Ungheria, Russia,Turchia),andrebbe sicuramente rivalutato il ruolo di controllore del sistema bancario svolto da Fazio,Governatore della Bancad’Italia durante tutto il periodo in cui nel mondo si sono diffusi in forma sistemica gli strumenti Finanziari responsabili del disastro. Per il motivo esattamente inverso dovrebbe essere rivisto in modo assolutamente critico il ruolo svolto da Draghi, durante tutto il periodo del governatorato di Fazio alla BancaD’Italia, alla direzione della Goldman Sachs,uno dei soggetti finanziari maggiormente responsabile delle attività finanziarie che hanno generato la crisi attuale. Tale evidente considerazione assume un significato particolare nel momento in cui le autorità di governo necessariamente sono costrette a riprendere nella mano pubblica il timone delle economie nazionali, recuperando per necessità un ruolo di controllo su un sistema bancario e finanziario non più in grado di assorbire autonomamente le perdite causate dai titoli ‘tossici’ a cui il sistema ha fatto largo ricorso,con l’assenso delle autorità monetarie mondiali, per amplificare le disponibilità finanziarie necessarie a sostenere la domanda nelle economie sviluppate,ed a sostenere il fragile tessuto economico dei paesi dell’est Europa. Egualmente dovrebbe essere del tutto riconsiderato, nel giudizio collettivo della pubblica opinione, lo stesso significato del ruolo svolto da Tremonti nel suo attacco frontale a Fazio, portato in pieno accordo con il patto di sindacato del ‘Corriere della Sera’ ,alla luce degli eventi finanziari accaduti nel sistema bancario italiano dopo la ‘defenestrazione’ del governatore. Dovrebbe in particolare essere contestato il ruolo che Tremonti ama indossare di difensore dei cittadini contro degenerazioni del sistema finanziario, che, alla prova dei fatti,sono state favorite dall’ulteriore indebolimento della Banca D’Italia seguito alla rimozione forzosa del suo governatore. A tale proposito appare utile rammentare ciò che è successivamente avvenuto alle società coinvolte nel tentativo della doppia OPA bancaria le cui irregolarità procedurali costituirono la ragione del siluramento del Governatore in carica,a come è stata conclusa la partita del riassetto della governance di Mediobanca,ed al ritardo con cui le autorità di controllo italiane hanno voluto prendere atto di una crisi finanziaria che stava per scatenarsi per l’implosione dei fattori speculativi, e dei profili di altissimo rischio operativo presenti nel sistema finanziario mondiale, perfettamente conosciuti dai centri direzionali del sistema bancario e dalle autorità monetarie internazionali. La sconfitta della campagna per la italianità della BNL e della Banca Antonveneta, sostenuta da Fazio con tutti i vizi procedurali riconosciuti dalla magistratura ,ha portato i due istituti nazionali rispettivamente nelle mani di Bnp Paribas(francese)e di ABN Ambro (olandese),vanificando il disegno concorde della Popolare di Lodi e di Unipol . Successivamente la ABN è divenuta oggetto di una OPA congiunta da parte di RoyalBank of Scotland(inglese) e Banca de Santander(spagnola), per poi essere ceduta da queste ad un prezzo esorbitante (10MLD diEURO) alla nostra MPS,che si era tenuta estranea alla iniziale cordata messa in piedi da Unipol.per acquistarla. A conclusione di questo girotondo finanziario svoltosi nello spazio di soli due anni, prima della crisi finanziaria mondiale esplosa nel 2008, registriamo come le società colpevolmente“protette”dal governatore, pur nella profondità della crisi, mostrano allo stato dei fatti una relativa tranquillità finanziaria ,mentre il Monte dei Paschi, gravato dalla acquisizione onerosissima della Antonveneta, risulta essere la banca italiana più a rischio di default. La BNP Paribas , che ha inglobato BNL ,è una delle grandi banche mondiali in difficoltà ed è continuamente monitorata dal governo Francese, la Royal Bank of Scotland è stata salvata dal fallimento solo a prezzo della sua integrale nazionalizzazione, ed allo stesso tempo Banca de Santander ,che godeva fama di grande solidità , è entrata anch’essa in una situazione difficile,insieme a tutta la vantata modernissima economia spagnola cosi in linea con i nuovi processi di integrazione economica mondiale Da questo quadro emerge come l’operazione sostituzione di Fazio ,sostenuta più di ogni altro da Tremonti, utile solamente a gravare la terza grande banca italiana, indenne peraltro da particolari partecipazioni al giro internazionale dei titoli tossici, di un pesantissimo onere finanziario, pagato forse a ricopertura di una operazione di acquisizione finanziaria estera che ha contribuito al fallimento della più grande banca inglese, sia stata nella sostanza funzionale ad un riallineamento al sistema finanziario mondiale di un Istituto Centrale Bancario che ,pur con tutti i suoi limiti ed errori, ha comunque assolto un ruolo di controllo complessivo della funzionalità del sistema bancario nazionale, mostrando una efficacia che i successivi sviluppi della crisi hanno dimostrato essere stata sicuramente superiore a quella delle altre Banche Centrali dei paesi più sviluppati. Né potrebbe valere a smentire tale considerazione l’obiezione,del tutto opinabile, per cui il sistema bancario italiano sarebbe stato salvato dalla sua arretratezza, e da una sua sostanziale estraneità ai processi di integrazione e sviluppo della economia finanziaria dell’ultimo decennio,in quanto il sistema economico italiano,compreso il suo sistema bancario complessivamente considerato ,pur con tutte le sue arretratezze ha una incidenza sui rapporti economici mondiali sicuramente superiore a quella di altre economie il cui sistema creditizio sta cominciando a saltare,come la Spagna,l’Olanda,il Belgio, l’Irlanda , o l’Islanda. La copertura di Tremonti ,a dimostrazione della sua reale assenza di autonomia dalle logiche di sistema,è risultata inoltre decisiva per legittimare in un momento di piena deflagrazione della crisi una chiusura del riassetto dei vertici di Mediobanca che ha finalmente visto, dopo anni di tentativi a vuoto, l’ingresso dalla porta principale di Berlusconi nel salotto buono della finanza italiana. In questa circostanza evidentemente il’ paladino dei risparmiatori’ non si è minimamente sognato di indirizzare su Geronzi lo stesso fuoco di fila aperto solo due anni prima su Fazio,nonostante molti vadano sostenendo che le serie difficoltà di Unicredit derivino essenzialmente dalle situazioni di criticità ereditate da Capitalia,e nonostante i procedimenti giudiziari pendenti nei confronti del presidente di Mediobanca ,anche per vicende finanziarie su cui lo stesso Tremonti ebbe a criticare aspramente Fazio per omissione ai propri doveri di vigilanza . Allo stesso modo appare inquietante che la celebrata lungimiranza di Tremonti,o la indiscussa professionalità del nuovo Governatore della massima istituzione finanziaria nazionale, non abbiano saputo spingere il governo Berlusconi ad agire fin da prima dell’estate per allertare i risparmiatori del disastro che stava per attenderli all’inizio dell’autunno.
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