Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
 

 

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LE CIFRE DELL'EVASIONE FISCALE

Post n°94 pubblicato il 06 Marzo 2009 da socialismoesinistra

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Le cifre dell'evasione fiscale
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Per finanziare l’assegno ai precari, proposto da Franceschini, porre l’alternativa del relativo finanziamento tra lotta all’evasione fiscale e revisione del sistema pensionistico, è inaccettabile.

L’alternativa, infatti, delinea categorie contrapposte, due interessi contrapposti, una contrapposizione di classe lampante; una di quelle che scioglierebbe il dubbio di Gaber su ciò che è di destra e ciò che è di sinistra.

Con ciò non voglio sostenere l’intangibilità del sistema pensionistico, peraltro estremamente complesso e che non si traduce solo in un mutamento di parametri o di età pensionabile. Ma su questo argomento per ora non voglio addentrarmi.

Preferisco puntare sul contenuto culturale, filosofico dell’imposizione e quindi sul suo contrario ovvero sull’evasione fiscale.

Il “senso comune” della cultura del centro-destra individua nelle tasse il male assoluto ed ha incentrato tutte le sue campagne elettorali sull’obiettivo di abbattere le tasse, come se la cosa in sé fosse indiscutibilmente una cosa positiva.

Solo Padoa Schioppa ebbe ad affermare che le tasse, come strumento tipico di solidarietà sociale e di strumento redistributivo, sono una cosa bellissima. Ma di fronte a questa affermazione dubito che il “senso comune” anche del popolo di sinistra fosse consenziente.

Prendiamola allora da un altro fronte: parliamo di evasione fiscale. Si è tanto parlato dei “furbetti del quartierino” ma non si finirà mai di additare all’evasore come al vero FURBO che avvelena il sistema in cui ci troviamo. L’evasore fiscale si sottrae ad ogni responsabilità solidale nei momenti in cui la crisi fa appello al senso comunitario, l’evasore fiscale non contribuisce a pagare i servizi pubblici (certo non eccelsi) ma dei quali comunque gode, l’evasore fiscale non dichiara redditi e quindi può godere di quei servizi riservati ai “poveri” e quindi portano i figli all’asilo in Ferrari.

Il più abietto dei comportamenti diviene, grazie al paradosso di Mandeville, una virtù a tal punto invasiva del senso comune tale per cui anche noi, quando viene l’idraulico gli diciamo “Ma ci farai mica la fattura”.

Nei paesi socialisti dell’area scandinava la pressione fiscale è molto più alta e l’evasione fiscale è molto più bassa. Ma la furbizia italiana prevale; l’altro giorno alla riunione sull’economia in direzione nazionale qualcuno ha osservato che far pagare le tasse farebbe fallire molte imprese. La risposta, a mio parere, è “che falliscano pure”, questa deve essere la rivoluzione shumpeteriana, non si può basare la sanità del paese sull’insanità dei suoi cittadini.

Il punto è culturale ma va corroborato di cifre.

L’imponibile sottratto al fisco è stimato in 300 miliardi di €, le relative imposte evase sono stimate nell’ordine di 100 miliardi di €. Non è chi non veda che in Italia come non mai si deve perseguire l’obiettivo pagare tutti pagare meno.

Ma vediamo più da vicino i risultati della gestione del nuovo governo in questo 2008.

Il PIL reale segna un –1% e questo calo va certamente addebitato alla crisi mondiale anche se, contrariamente a quanto si dice il nostro risultato è il peggiore se pensiamo al +1.3 della Germania, il +0.7 della Francia e del Regno Unito, il +1.1 degli USA. Quindi il nostro PIL è peggiorato in maniera superiore a quanto sia successo negli altri paesi. Non diamo la colpa al governo per la crisi mondiale, ma se i risultati sono peggiori degli altri qualcosa che non va ci deve essere.

Ma se andiamo ad esaminare le cifre relative alla gestione del governo, se esaminiamo ciòè come il governo ha gestito il 2008 i dati Istat ci dicono che la spesa corrente è aumentata del 4.5% e le entrate tributarie hanno subito un crollo, soprattutto quelle indirette (l’IVA) segnando un –5.1%.

Ciò significa che nel 2008 gli incassi dalle imposte indirette sono state di 11,6 miliardi di € meno che nel 2007. Ora è pur vero che il PIL è diminuito dell’1% ma il gettito delle indirette è diminuito del 5%, il differenziale del 4% è imputabile all’evasione; e per il 2009 stiamo viaggiando su un crollo ulteriore di 16 mlrd di €.

Quindi come al solito, e questo non dovremmo mai dimenticarlo, i governi del centro-destra stuprano i bilanci espandendo la spesa corrente, comprimendo gli investimenti e perdendo gettito fiscale. La pressione fiscale, grazie all’evasione, scende dal 43,1 al 42.8! Il centro-destra realizza l’obiettivo della diminuzione della pressione fiscale solo grazie all’evasione fiscale.

Il vero indice cui guardare è l’avanzo primario. Se le entrate sono superiori alle spese al netto degli interessi passivi, ciò significa che stiamo riducendo il debito e di conseguenza diminuisce il capitale su cui si pagano gli interessi passivi. Essi sono passati da 77.7 a 81.5 miliardi dal 2007 al 2008 passando dal 5 al 5.2% del PIL.

Ora nel 2008 l’avanzo primario è sceso da 54.6 a 39.7 miliardi di € riducendo la percentuale sul PIL dal 3.54 al 2.53. Si noti che la diminuzione dell’avanzo primario è rappresentato al 79% dalla diminuzione del gettito delle imposte indirette.

Che colpa ha il governo su questo aumento di evasione fiscale? Anzitutto la sola vittoria del centro-destra è una incitazione a diminuire quella che si chiama la “compliance fiscale”, in termini correnti l’avvento del centro-destra invita all’evasione fiscale. Si pensi che col condono del 2002 promosso da Tremonti si sono persi 5 miliardi di gettito dovuto al fatto che gli evasori ravveduti hanno pagato solo la prima rata (quanto bastava a cancellare il penale) ed hanno, da incalliti evasori, evaso il pagamento delle successive quattro rate.

Ma i primi provvedimenti del governo sono stati un esplicito invito ad evadere: eliminazione della comunicazione telematica degli incassi giornalieri dei negozi; eliminazione della comunicazione degli elenchi clienti/fornitori; eliminazione della tracciabilità degli incassi dei professionisti; ripristino dell’importo pagabile in contanti da 5.000 a 12.500€, insomma una istigazione a delinquere di cui stiamo ora raccogliendo i frutti.



Renato Gatti

Dott. commercialialista -esperto in economia aziendale


 

 
 
 
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