Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
 

 

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Lo sfasciume pendulo sul mare

Post n°149 pubblicato il 28 Aprile 2009 da socialismoesinistra


 

Il Palazzo del Governo dell'Aquila sfasciato quasi totalmente dal terremoto.  E' rimasta ben leggibile la scritta come su un foglio di carta stracciato. La foto ha fatto il giro del mondo e può considerarsi l'emblema dell'Italia. Cento anni dopo vale sempre la frase di Giustino Fortunato sull'assetto del territorio nel Mezzogiorno: "sfasciume pendulo sul mare".

Giudicando dalla tempestività dei soccorsi della Protezione civile, le Autorità e i giornali di regime si affannano a ripetere che lo Stato c'è. È vero i soccorsi di emergenza ci sono e c'è lo slancio solidale degli italiani ma la presenza vera dello Stato, del governo a  tutti i suoi livelli - al di là della presenza ingombrante di Berlusconi - non c'è e non c'è mai stata. Non basta che ci sia quando si sono rotti gli argini, quando crollano i palazzi, le case, le strade,  quando le organizzazioni criminali ammazzano i giudici o fanno strage di civili. Il governo (soprattutto locale) ci deve essere sempre, ogni giorno, ad occuparsi dell'applicazione corretta delle leggi e non lasciandole all'adempimento spontaneo della gente. Diciamoci la verità almeno in situazioni tragiche come questa. La gente non crede alla legge. Prevale un clima di illegalità diffusa e anche il governo, non di rado,  ci mette del  suo sia per quello che non fa sia facendo approvare leggi criminogene (vedi Tremonti, Lo Stato criminogeno, Laterza, 1997).

Nel momento della tragedia e del dolore, tutti fanno finta ipocritamente di non ricordare che, con il suo piano casa, in nome dell'emergenza economica,  il governo aveva appena proposto di saltare ogni residua forma di controllo preventivo da parte dei Comuni e delle Regioni competenti in materia urbanistica. Agendo così in maniera biecamente centralistica, autoritaria e populista. Se nonostante le autorizzazioni preventive e i controlli, è successo quello che è successo in Abruzzo  - le altre regioni meridionali non sono in condizioni significatimene diverse - figuriamoci che cosa potrebbe succedere senza autorizzazioni e senza controlli e con la sola firma di un professionista abilitato. Come se  in Italia non ci fosse anche qualche problema di standard deontologici in tutte le c.d. professioni liberali!

E poi quanta ipocrisia e falsità nelle dichiarazioni delle Autorità (ir)responsabili  e nei mass media che le riportano acriticamente. A rischio di essere tacciato di cinismo, voglio dire qualche piccola verità. Gli italiani  non hanno senso civico, non hanno alcuna cultura della sicurezza né internazionale, né interna né della propria vita, né dei propri beni. Si lasciano governare dalle tre effe come ai tempi dei Borboni: festa, farina e forca (morte). Se uno pensa ai terremoti che si sono succeduti solo negli ultimi quaranta anni: quelli del Belice, del Friuli, dell'Irpinia, dell'Umbria e ora dell'Abruzzo, quale lezione abbiamo imparato specialmente in tre casi su cinque? Nessuna. Una legge di quattro anni fa sugli obblighi di adottare tecniche antisismiche, del governo Berlusconi è rimasta sospesa. Non è ancora applicata. Quando nel vicino Molise per il crollo di una scuola morirono 27 scolari, si disse che metà delle scuole e degli edifici pubblici erano senza seria verifica delle condizioni di agibilità.

Cosa è stato fatto da allora? Niente. Perché l'unico modo di contenere la spesa pubblica da parte dei governanti è quello di tagliare la spesa in conto capitale, di rinviare ogni manutenzione ordinaria o straordinaria che sia. Abbiamo detto che non l'amano perché si lasciano governare dalle tre effe e non dalle tre PPP: prevedere, programmare e prevenire.

Sappiamo che gli italiani non vivono in case sicure. Ma quale il problema? Non sono sicuri nei posti di lavoro dove muoiono annualmente   1.300 lavoratori,  tanto meno sulle strade dove perdono la vita oltre 5.500 persone all'anno. E non sono tutti gitanti. Per lo più è gente che va da casa al posto di lavoro e viceversa. Nell'ottobre 2006 otto grosse città sono state dichiarate in stato di emergenza, anche per via degli incidenti mortali sulla strade urbane, e si sono spartite alcune centinaia di milioni di euro. Sarebbe interessante sapere come sono stati spesi quei soldi.

 

Vincenzo Russo

Professore di Economia Pubblica all'Università "La Sapienza"

 
 
 
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L’Associazione considera il principio della laicità dello Stato e della libertà nelle professioni religiose, affermato dalla Costituzione, un valore di riferimento a cui ispirare la propria azione politica, ed intende perseguire la  effettiva affermazione del principio di legalità, nel quadro dei valori costituzionali, quale elemento fondamentale di una riforma democratica dello Stato che restituisca ai cittadini della Repubblica la certezza nella legittimità, nella imparzialità, e nella correttezza della sua attività amministrativa ad ogni livello.
L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene che la Sinistra italiana debba necessariamente ripensare la propria impostazione culturale e programmatica rispetto alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo a livello globale, recuperando appieno una concezione del riformismo socialista fondata sulla affermazione della superiorità del momento della decisione politica rispetto alla centralità degli interessi del mercato, nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, ed in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
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