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Noi e le tragedie

Post n°1278 pubblicato il 21 Maggio 2012 da surfinia60
 

In questi giorni si sente accadere di tutto e niente di buono...attentati, uccisioni, suicidi, calamità naturali...tanta disperazione.
Il tam tam mediatico ci mostra gente arrabbiata, esasperata, sfinita.
Si proclamano sit-in, giornate della memoria, di lutto, di dolore e lacrime.....
E' parere diffuso l'inutilità delle parole e delle manifestazioni esteriori di dispiacere e costernazione, anche se come esseri umani non possiamo fare a meno di esternare questi sentimenti.

Qualcuno si accapiglia nei commenti, si indigna per il fatto che si ferma una partita di calcio se muore un personaggio famoso e non per una persona qualunque.
Quancun altro cita "the show must go on".
Qualcuno ancora rincara la dose, sottolineando che qualunque decisione presa dai politici nasconde un tornaconto, sempre e comunque.
Tanta negatività, che si somma ad altra e ad altra ancora.

Queste reazioni, questi umori comuni hanno un effetto sul nostro stato d'animo e danno un' impronta alla nostra giornata.
Se dai mezzi di comunicazione vi arrivano queste notizie, come iniziate la giornata? Sicuramente non vi sentite pronti a sfoderare il vostro migliore sorriso davanti ad un cliente, a un collega o ad un familiare. Ciò non diventa altro che una reazione a catena.
Il malumore dilaga, lo sconforto si contagia, il pessimismo diviene cronico.

Detto da me, che sono una pessimista nata, è sintomatico. Vuol dire che se perfino io mi rendo conto che  non abbiamo speranze di miglioramento, se non invertiamo la tendenza, significa proprio che abbiamo toccato il fondo.
Ho fatto questa lunga premessa perchè, una delle cose che mi ha colpito, tra le tante, è il risentimento verso coloro i quali, nonostante tutto, conservano un animo lieto e si sentono di festeggiare qualcosa.
Che sia una vittoria sportiva o il successo di qualche beniamino.
Non mi sento di stigmatizzare chi, in tempi bui come quelli che stiamo vivendo, riesce a trovare la forza d'animo per innalzare il cuore e celebrare qualcosa di positivo.

Non lo ritengo menefreghismo o insensibilità, anzi..... Ci vuole molto più coraggio ad andare avanti, nonostante tutto, che a chiudersi in sé stessi o mettersi in un angolo a piangere sulle tragedie, impotenti e sopraffatti dal destino. Ammirevole è chi,  invece, sa guardare oltre, con animo sereno, sforzandosi di trovare un motivo per cui sorridere e ricominciare a sperare. Se poi si sa adoperare in qualcosa di concreto, meglio ancora.
Le bandiere a mezz'asta o le giornate di lutto cittadino fanno molta scena, ma non restituiscono la casa a chi l'ha persa o una persona cara a chi è stata portata via.

Dedico questo pensiero alle tante vittime, passate e più recenti, le quali se potessero dire la loro, sono certa, vorrebbero che certe tragedie non si ripetessero, con l'aiuto di tutti.

 


 
 
 
Rispondi al commento:
fosco6
fosco6 il 22/05/12 alle 20:50 via WEB
Penso che i mass-media, TV in testa sguazzino nelle tragedie e le amplifichino ulteriormente, per una distorta concezione dell'audience. Ovviamente tutto questo allarmismo esasperato non fa che alimentare l'angoscia e il pessimismo della gente. E' vero che fanno più notizia le cattive notizie di quelle buone, ma il problema è che le notizie vengono distorte e ingigantite oltre misura se non addirittura mistificate, e purtroppo non abbiamo strumenti per difenderci da questo bombardamento mediatico, se non spegnere la televisione e imporsi di non leggere i giornali, cosa ovviamente non del tutto sensata.
All'estero, primis Inghilterra, i giornali e le tv sono molto più sobri e alieni dalla spettacolarizzazione, ma evidentemente in Italia tutto ormai è fuori controllo, visto che la Politica non riesce più a dare risposte, che la Giustizia è lenta e inefficace, che la nostra stessa quotidianità è inquinata dalla prepotenza, dall'egoismo, dalla furbizia, dalla mancanza di rispetto e sostanzialmente dal gaglioffismo e dalla disonestà di questo popolo maleducato.
Poi è vero che ci sono periodi che ce ne capitano di tutti i colori, ma alle volte agli eventi naturali e alla violenza umana siamo noi tutti a dare una mano non facendo prevenzione e vivendo come se il Mondo finisse con il perimetro della nostra abitazione.
Sono anch'io pessimista, ma ho un motivo di speranza. Spero e credo che questo Paese debba giocoforza risalire, perchè questa situazione di amoralità dilagante danneggia tutti, anche quelli che pensano di approfittarne, quindi ritengo che si debba comunque, anche nel nostro piccolo, anche di fronte a tante miserie umane e a tanti disastri, lottare per una società più giusta e per prevenire la violenza (neutra) della Natura e la violenza (incivile) delle persone. Penso che non ci si debba richiudere in se stessi, come in un bozzolo di paura, ma reagire subito agli eventi nefasti e lottare per migliorare se stessi e le persone con cui stiamo in contatto, sfruttando la grande potenzialità dell'esempio, quello positivo.
Ho avuto io stesso una vita difficile fin dai primi anni di vita, ma non mi sono mai arreso, così come non mi arrenderò oggi, perchè può sembrare follia sfidare l'impossibile, ma è anche è vero che a volte i folli hanno cambiato il Mondo...
Questo non vuol dire che anch'io non abbia momenti di tristezza e di sconforto, di paura e di insofferenza, come la maggior parte delle persone, ma cerco in qualche modo di metabolizzarli e di trarne maggiore forza per continuare ad andare avanti...
Non ho naturalmente ricette per tutto, anzi, e mi rendo conto di quanto sia difficile oggi vedere un barlume di luce nel nostro futuro, ma credo anche che pensare in maniera negativa non serva a nulla e non dimuisca affatto le nostre angoscie.
Sulla solidarietà ufficiale hai ragione, serve a ben poco, ma è forse un modo per unire le coscienze di fronte a eventi così terribili, e cmq. se non aggiungono nulla nulla ci tolgono.
Ciao...CARLO!
 
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