Angolo nascosto

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Domenica creativa

Post n°1867 pubblicato il 04 Giugno 2023 da surfinia60

La signora siede al tavolo del bar. Sola.

Ha davanti una tazzina di caffè ormai vuota.

Sbircia distrattamente l’ormai immancabile smartphone.

Mi avvicino.

“Le dà fastidio se mi siedo” chiedo con voce incolore.

Lei mi guarda, ci pensa mezzo secondo.

“Prego!”

“Non si senta obbligata a fare conversazione”
preciso subito con un mezzo sorriso.

Lei fa un cenno di assenso con la testa,
sorridendo a sua volta.

Mi rimetto le cuffie e sorseggio la bibita che avevo ordinato.

Ascolto una musica rilassante.
Osservo intorno 
il mondo che si muove, senza l’audio.

La signora ha capito. E’ più rilassata.

Ognuno continua a pensare ai fatti propri.

 

Dopo un ragionevole periodo di tempo, mi alzo.

“Grazie e buona giornata”,  le dico andando via.

 

Ho voluto fare questo esperimento.

Avrei potuto sedermi al tavolo del bar,
da sola, 
come faccio spesso.

Ma volevo stare vicino ad un essere umano.

Senza però sentire la necessità di intrattenere o essere intrattenuta.

Senza quegli schemi sociali a cui un po’ tutti ci sentiamo in dovere di obbedire.

 

Un semplice “Me ne sto qui. So che ci sei anche tu. 

Non dobbiamo per forza interagire, se non ne abbiamo voglia.”

 

Ho vissuto nella mia mente questa scenetta,
mentre camminavo da sola, questa mattina.

E ho sorriso.

 

 
 
 

Vuoto

Post n°1866 pubblicato il 21 Maggio 2023 da surfinia60

Giusto perchè mi sono stufata di vedere in testa il post sul furto/smarrimento del cellulare scrivo qualcosa.

In realtà sento un vuoto di argomenti, ultimamente.

O almeno di qualcosa che reputi degno di nota, tale da farne un post.

Sarà che ci sono in giro situazioni gravi, pesanti e serie, di cui si parla e si scrive ovunque.

E la mia mente, volente o nolente, le insegue, anche quando di notte dormo poco.

Il resto perde un po' di significato.

I piccoli fatti quotidiani, le ordinarie vicissitudini

perdono importanza a fronte di drammi di ben altra portata.

Detto ciò, me ne torno nel mio silenzio.

 

 
 
 

Perdite

Post n°1865 pubblicato il 28 Aprile 2023 da surfinia60

La faccio breve. 

La sera del 25 aprile mi trovavo alla stazione centrale di Milano intenta a tornare a casa dopo un breve soggiorno da mio figlio.

Ho sperimentato la spiacevole sensazione di essere derubata, (o magari si è trattato di un semplice smarrimento), del mio smartphone (I-phone).

Fatto sta che ce l'avevo in tasca e ad un certo punto era sparito.

Panico! Tutta la mia vita era lì dentro. Dalla prenotazione del treno, ai video e le foto della mia nipotina, svariate app di servizi (lungo elenco) e molto altro.

Ma la cosa peggiore, che non sperimentavo dai tempi in cui i cellulari non esistevano, è stata la consapevolezza di non poter comunicare con chi era a casa, sentirmi isolata, con mille domande.

Vabbè, diciamo che ho risolto con l'aiuto di persone disponibili a prestarmi il loro cellulare (per fortuna almeno 2 numeri a memoria me li ricordavo) e con un compagno molto tecnologico, che ha provveduto a fare tutto, dalla denuncia, al blocco, al procurarmi una sim col mio numero storico che sarebbe stato complicato cambiare.

Conclusione: è fuori dubbio che le nostre vite sono legate a doppio filo con questi aggeggi. Non parlo solo di svago, ma di utilità di ogni genere.

Se fino a qualche anno fa si poteva pensare di farne a meno, oggigiorno è impossibile.

Ho finito!

 

 
 
 

Osservare e ascoltare

Post n°1864 pubblicato il 18 Aprile 2023 da surfinia60

L’ambiente lavorativo assorbe gran parte della mia giornata e anche delle relazioni interpersonali, in quanto la mia vita sociale è pressoché inesistente (non mi soffermerò su quest’ultimo dettaglio).

Pertanto, ancora una volta, parlerò  di qualcosa che ha colpito la mia attenzione sul posto di lavoro.

Passavo in corridoio con una collega verso il distributore di bevande a prendere il canonico caffè di metà mattina e non ho potuto fare a meno di notare una collaboratrice che se ne stava silenziosa nel suo angolo, a fare sorveglianza, senza neppure alzare lo sguardo quando le ho porto un saluto.

La mia osservazione, a bassa voce, è stata “Che persona triste!”
Capita di passare del tempo nello stesso luogo di lavoro con alcune persone che sono quasi invisibili, per scelta o per nostra colpa. Ricordo vagamente alcuni screzi, a inizio anno, che hanno reso protagonista la collaboratrice in questione e lo scontro conseguente con alcune colleghe. Ricordo anche di aver cercato di farla ragionare con calma, quel giorno, con la presunzione forse di distinguermi da chi l’aveva trattata con tanta supponenza. 

Ma non c’è stato niente da fare. Probabilmente da quel momento lei ha deciso di costruire un muro, finire l’anno di permanenza alla meno peggio, non rivolgendo la parola a nessuno.Noi siamo diventati il nemico da tenere alla larga.

Perché parlo di questo? Mi è venuto da riflettere su come, molto  spesso, le persone con le quali condividiamo del tempo, lavorativo e non, passino del tutto inosservate. Chiuse nel loro mondo vivono chissà quali drammi personali dei quali non sapremo mai niente. Mi vengono in mente certe notizie sentite al tg o lette in giro, secondo le quali una persona di questo tipo (silenziosa e schiva) è salita alla ribalta delle cronache per aver compiuto qualche gesto inconsulto, come fare del male ad altri o a se stessa. In quei casi il commento di chi passa è sempre “Sembrava così normale, innocuo. Chi poteva pensare che si sarebbe spinto a tanto ?”

Forse se fossimo più attenti e disposti ad ascoltare, certi tristi accadimenti si potrebbero evitare.

 
 
 

Ricordi

Post n°1863 pubblicato il 05 Aprile 2023 da surfinia60

Ormai tutti quanti occupiamo un posto su Facebook e per questo riceviamo quotidianamente la proposta dei ricordi.
Dove eravamo e cosa facevamo lo stesso giorno negli anni passati.
Mi scopro spesso a cancellare alcuni di questi ricordi.
Vuoi perché non più comprensibili neppure a me, vuoi perché insignificanti, vuoi perché divenuti insensati.
Mi ritrovo così a ripulire i ricordi. Quasi mai li ricondivido.
In realtà pubblico sempre meno su Facebook. Una volta non era così.
Credevo potesse interessare qualcuno quello che pensavo o mi succedeva.
Riesumare questi ricordi talvolta evoca momenti tristi, più raramente lieti o neutri. Mi incuriosisce il periodo lockdown Covid.
E’ davvero surreale quello che abbiamo passato, rivedendolo a distanza di tempo. 

Forse questi ricordi potrebbero essere di qualche utilità.
Memorie di un periodo che tutti ci auguriamo di non rivivere mai più.

 
 
 
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