Angolo nascosto

L'ipocrisia è il denominatore comune della nostra società, ma nel contempo si sono alimentate anche forme di intolleranza che sono il frutto forse del minimo di benessere che comunque stiamo vivendo nonostante la crisi, per cui, ciò che può minimamente incrinare il nostro stato(o meglio la paura che poss farlo,anche se a volte è immotivata), scatena il peggio di noi stessi.
E' vero che ci sono problemi, ma se potessimo portare le persone adulte di 50 o 60 anni fà nel presente, queste si metterebbero probabilmente a ridere dei problemi che ci creiamo e che ingigantiamo, perché hanno vissuto senza lamentarsi situazioni ben peggiori delle nostre, ma era un mondo con un po' più di valori e di solidarietà e soprattutto di umiltà e di educazione.
Oggi che sembriamo tutti imparati, specializzati in ogni scienza solo per aver letto due titoli su Internet, abbiamo la presunzione di giudicare tutto e tutti, con una protervia che è direttamente proporzionale alla nostra ignoranza, e con un' astio che non trova alcuna giustificazione,perché se è vero che ci sono molti giovani a cui abbiamo rubato il fururo e anche il presente, se è vero che c'è gente che è considerata nella fascia di povertà (anche se oggi il concetto di povertà è ben diverso da mezzo secolo fa e oltre, visto che ai quei tempi si mangiava veramente poco e male e la famiglia non era in grado di svolgere una funzione di ammortizzatore sociale come oggi), è anche vero che siamo diventati dei fregnoni, persone dal lamento continuo e pronti subito al litigio, soprattutto per delle stupidaggini, a testimonianza che bisogni veri non ne abbiamo, ma solo bisogni presunti pompati dalla propaganda.
Dico questo perché vedo imprecare e lamentarsi persone che non ne avrebbero il diritto, mentre quelli che stanno veramente male si lamentano molto meno.
L'intolleranza e il razzismo verso forme di diversità non è peraltro giustificabile anche se a volte comprensibile...la realtà è che siamo diventati egoisti e superficiali, forse anche un po' stronzi.
Ciao...CARLO.