"Sono seduto su un grattacielo, vedo gli aerei passare
poi guardo giù , voglio saltare, voglio imparare a volare
e allora volo via...siamo in viaggio io e la mente mia,
guardami ho già spiccato il volo..."
Sarebbe bello imparare a volare ma per farlo
bisogna avere il coraggio di spiegare le ali e
lasciarsi andare nel vuoto.
Se esprimi un desiderio è perchè vedi cadere una stella...
Se vedi una stella è perchè stai guardando il cielo...
Se stai guardando il cielo è perchè credi ancora in qualcosa...
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: faustina.spagnol
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![]() ![]() ![]() ![]() Età: 63 Prov: TV |
ADUNANZA 25
I regali più belli sono quelli inaspettati,
quelli che
agli occhi delle altre persone
non hanno alcun significato, ma per chi
li riceve ne hanno moltissimo.
E se chi fa questi doni li crea con le
proprie mani, pensando alla persona
che li riceverà, hanno ancora più valore...
e portano fortuna.
Grazie misti
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ANGELI
« lettera alla nutella | Regali di Natale » |
Un tempo, quando in ogni casa c'era un camino, a Natale
si svolgeva il rituale del "ceppo", tradizione di origine nordica
legata al dio Thor e alla sua pianta sacra, la quercia.
La luce emanata dal ciocco di legno bruciante per tutta la notte,
durante il solstizio d'inverno, serviva ad allontanare la negatività
del buio e del freddo, simboleggiando il calore vitale del sole.
Il Cristianesimo quindi, vide nel ciocco "l'albero della vita e del sole",
la figura vitale del Cristo.
Nella più antica tradizione popolare italiana, durante il periodo natalizio
veniva bruciato nel camino un ceppo, un grosso tronco d'albero, molto
duro perchè doveva ardere fino a Capodanno.
Il rito varia da regione a regione, da città a città.
Nelle campagne toscane si usava un grosso ceppo di quercia che
bruciava tutta la notte della vigilia di Natale e veniva riacceso ogni
sera fino all'Epifania per riscaldare il Bambino Gesù.
Nel centro Italia, si faceva ardere sul camino un ceppo d'ulivo fino
ai primi di gennaio, quando le ceneri venivano sparse sui campi
come augurio di buon raccolto. Nell'Italia meridionale, il ceppo
veniva ricoperto di edera e circondato da altri dodici legni
più piccoli come simbolo di Gesù e degli apostoli.
A Milano il capofamiglia prendeva fra le braccia il ciocco come fosse un
bambino e lo poneva nel camino accendendolo con una fascina di
ginepro benedetto.
Versava poi del vino in un bicchiere, ne rovesciava
un po 'sulle fiamme, beveva un sorso del rimanente e lo passava
a tutti i componenti della famiglia; a quel punto gettava una moneta
sul ceppo ardente e ne donava un'altra a tutti i famigliari.
Infine da tre grandi pani (antenati del panettone), tagliava una
fettina che veniva messa accuratamente da parte per essere data
come medicina a chi, durante l'anno, si ammalava.
In romagna, prima di recarsi alla Messa di Mezzanotte, si ponevano
di fronte al camino ove ardeva "el zòc ed Nadèl", tre sedie vuote
e si lasciava la tavola apparecchiata con i resti del cenone: questo
perchè in assenza degli abitanti, in casa sarebbe arrivara la Sacra
Famiglia e avrebbe così potuto riscaldarsi e ristorarsi per tutta
la notte Santa.
Il ceppo messo ad ardere nel camino, non veniva fatto ardere del tutto,
ma un pezzetto di questo legno bruciato, infatti, veniva conservato
per accendere un nuovo ceppo l'anno seguente.
Da questa antica tradizione deriva l'usanza di confezionare dolci
di cioccolata a forma di ceppo, spesso presenti sulla tavola di
Natale accanto al panettone e al torrone.
Le tradizioni partono sempre da lontano, alcune arrivano
fino ai giorni nostri, altre si perdono nel tempo
a causa dei più svariati motivi. Al posto di un ceppo
ardente, un dolce invitante. Il segno dei tempi che cambiano.
Tina
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