Lo Stimolo alla Lettura post-Pandemia by Libreria Aiace Roma Montesacro

San Pietro Basilica

Post-Pandemia

Questo periodo di pandemia può rappresentare un momento di silenzio e di grande produzione letteraria e artistica ?

Nella storia della letteratura, in effetti, è già accaduto: le ondate di pestilenza hanno lasciato traccia di sé in Petrarca, Boccaccio e Manzoni. Come le guerre, le pandemie rappresentano una spaccatura della storia, un punto di rottura che generalmente tira fuori il meglio e il peggio delle persone, che interrompe la linearità delle vite e ne fa iniziare altre, che crea nello stesso tempo le condizioni per il baratro e quelle per la redenzione. E’ una grande narrazione collettiva, che parla di noi a ognuno di noi. ( Dall’Intervista a Luca Scarpetta da MBN )

Leopardi

Ode all’Italia di Giacomo Leopardi

Il canto è stato composto tra l’estate e l’autunno del 1818 e venne stampato a Roma all’inizio del 1819, assieme a quello intitolato Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze.
In una lettera del 31 agosto 1818 a Pietro Giordani vi è l’annuncio di entrambe le canzoni. Giacomo infatti scrive, mentre attende la visita a Recanati dell’amico:“ Fra tanto v’aspetterò io, e con me un opuscolo molto sudato,che sebbene, dovendo uscire alla luce, non vorrebbe aspettar tanto, e anche mi preme a bastanza, a ogni modo non lo voglio nè pur toccare se prima non ne ho sentito il giudizio vostro e consultato con voi se si debba pubblicare o no ”
Nella lettera del 18 ottobre, Leopardi chiede all’amico un aiuto per pubblicare le canzoni, aggiungendo che intende dedicarle a Vincenzo Monti: “ Vorrei che lo faceste stampare costì o dove meglio credete […] perchè la spesa dovendosi fare dal mio privato erario, bisogna che sia molto sottile, avolernela spremere: e vedrete che o grande o piccolo che sia il sesto, il numero delle pagine non può essere altro che uno.Vedrete similmente ch’io dedico il libricciuolo al Monti ”. Le due canzoni saranno invece pubblicate a Roma, come testimoniano le lettere scambiate con il cardinale Francesco Cancellieri tra la fine del 1818 e l’inizio del 1819.

In All’Italia, Leopardi mette in pratica alcune affermazioni presenti nel Discorso di un italiano attorno alla poesia romantica ( 1818 ), nel quale si dichiarava a favore di una poesia che sapesse imitare la natura, come già facevano gli antichi, e che,a differenza della poesia a lui contemporanea, s’ispirasse al patetico autentico: “ quel ridurre pressoché tutta la poesia ch’è imitatrice della natura, al sentimentale, come se la natura non si potesse imitare altrimenti che in maniera patetica; come se tutte le cose rispetto agli animi nostri fossero sempre patetiche; come se il poeta non fosse più spinto a poetare da nessuna cosa, eccetto la sensibilità, o per lo meno senza questa ”

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

Libreria profumo di carta e magia

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Qualche giorno fa, nel mezzo delle mie caotiche letture mi sono imbattuto in questa frase: «Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare»». Queste parole le ha scritte Carlos Ruiz Zafón ne Il gioco dell’angelo, ma avrebbe potuto concepirle chiunque di noi, noi che amiamo i libri, la lettura, il pensiero, la discussione, la circolazione delle idee. GIANLUCA BARBERO da Il Giornale

Annibale

La sua improvvisa apparizione nella Gallia cisalpina fece ribellare molte tribù galliche che da poco avevano stipulato un’alleanza con Roma. Dopo una breve sosta per lasciare riposare i soldati, Annibale mosse lungo la valle del Po sconfiggendo i Romani, guidati dal console Publio Cornelio Scipione, in un combattimento lungo il Ticino; il console rischiò di essere ucciso e la cavalleria numidica si dimostrò molto pericolosa; le legioni si ritirarono e furono costrette ad evacuare buona parte dell’attuale Lombardia. Nel dicembre dello stesso anno ebbe l’opportunità di mostrare la sua capacità strategica quando attaccò al fiume Trebbia, vicino a Piacenza, le forze di Publio Cornelio Scipione (padre dell’Africano), cui si erano aggiunte le legioni di Tiberio Sempronio Longo. Tatticamente la battaglia anticipò quella di Canne. L’eccellente fanteria pesante romana si incuneò nel fronte dell’esercito cartaginese, ma i Romani furono accerchiati ai fianchi dalle ali della cavalleria numidica e respinti verso il fiume, dove furono sorpresi da un contingente di truppe opportunamente nascosto da Annibale lungo la riva. Dei 16.000 legionari e 20.000 alleati, si salvarono circa 10.000 uomini che ripiegarono nella colonia romana di Piacenza fondata da poco (218 a.C.).

Dopo aver resa sicura la sua posizione nel nord Italia con questa battaglia, Annibale acquartierò le sue truppe per l’inverno fra i Galli, il cui zelo per la sua causa cominciò a scemare a causa dei costi del mantenimento dell’esercito punico. Nella primavera del 217 a.C. Annibale decise di trovare a sud una base di operazioni più sicura. Con le sue truppe e l’unico elefante sopravvissuto all’inverno, Surus, attraversò quindi l’Appennino senza incontrare opposizione. Lo attendevano grosse difficoltà nelle paludi dell’Arno, dove perse molte delle sue truppe per i disagi e le malattie e dove egli stesso perse un occhio. ( Wikipedia )

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CORONAVIRUS: Vincere la Paura con i Libri

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La paura del Coronavirus

Più ansiosi e depressi, sfiduciati, costretti a veder saltare piani da tempo organizzati. Il coronavirus non è solo un’emergenza sanitaria ma anche un’epidemia di insicurezza che si amplifica con la diffusione incontrollata di notizie non vere. Per arginarla, la Società italiana di Psichiatria ( Sip ) ha messo a punto le regole ‘anti-panico’ e lancia un appello a “non stravolgere le abitudini quotidiane”.

La paura di un’epidemia è antica quanto l’uomo, spiega Enrico Zanalda, presidente della Sip, “e in questo caso è amplificata dalla diffusione velocissima di notizie parziali, quando non addirittura false, che può causare un crollo di fiducia nei rapporti tra le persone e nelle Istituzioni”. A pesare, inoltre, spiega ancora l’esperto, è il fatto che “il virus sta avendo un impatto violento sulla vita quotidiana, modificando le nostre vite e provocando l’annullamento o la posticipazione di centinaia di migliaia di eventi minori, ma importanti nella vita delle persone, dai compleanni ai battesimi”. ( Tratto da La Repubblica )

LibroTeca by Libreria Aiace – Ricerca i libri d’interesse utilizzando la funzione search. Esempio: Dante & Fiabe & Tibet

La Lettura ci aiuta a superare le difficoltà

Il libro di Wim Wenders Una volta, uscito nel 1993 è un volume a metà strada tra un diario, di almeno sessanta viaggi, e un album di famiglia, molto allargata, con più di trecento immagini. L’autore, in prima persona e sempre cominciando con la frase “Una volta”, racconta di quello che ha visto e delle persone che ha incontrato durante i suoi viaggi, spesso mentre era alla ricerca di location per i suoi film. E lo fa senza giri di parole, senza sottintesi, senza date precise, ma usando versi liberi che, uno dopo l’altro, permettono di conoscere le sue impressioni e accompagnano alcuni aneddoti della sua vita.

Le pagine di sinistra contengono le parole, e quelle di destra un’immagine, seguita spesso da altre che mostrano quel ricordo e lo fanno sembrare più vero. Soprattutto quando racconta di episodi come questo:

Una volta
viaggiai su una Mercedes 600
insieme con Akira Kurosawa, la sua traduttrice
e un paio di altre persone
da San Francisco
a Napa Valley;
dove ci aveva invitato Francis Coppola.
(…)
Faceva caldo
e andammo tutti al laghetto a fare un bagno.
Solo Kurosawa non lo fece. [ Tratto da ” Rosy Santella, photo editor di Internazionale ” ]

 

Fiabe africane

Come Ragno lesse i pensieri del dio-del-cielo; L’uccello che faceva il latte; La donna grassa che si sciolse… Un universo fiabesco dai tratti magici e crudeli, “lievitanti del piacere di raccontare, del divertimento a congegnare intrecci ingegnosi, d’un umorismo ammiccante e comunicativo”, grazie al quale il lettore “presto sarà in grado di riconoscere dallo stile i popoli più caratteristici: la fantasia di un disegno animato degli Ascianti, le cadenze bibliche degli Akikuyu, il dettato che spesso pare incoerente ed incomprensibile dei Boscimani, ma che talora si slarga in didascalie esplicative, in discorsi fatti ad indice puntato verso il paesaggio (nelle ultime righe del Figlio del vento c’è già tutto Hemingway cacciatore), e a un tratto dà fuori in un racconto di calcolatissima suspense come Il giovanotto che fu portato via dal leone” ( Italo Calvino ). Le storie acquistano forma e suono in strutture letterarie non prive di ironia e di consapevole artificio narrativo e rimangono impigliate nella fantasia di chi le ascolta: “Questa, la mia storia che ho narrata, sia bella o non sia bella, portatene un po’ altrove, e un po’ lasciate che torni a me”. ( Tratto da Einaudi )

 

Tibet

La storia propriamente conosciuta e documentabile del Tibet inizia nel 617 d.C; dopo secoli di autonomia arrivò a espandersi comprendendo parti dell’attuale Cina; dal XIII secolo divenne uno stato vassallo dell’Impero mongolo ( che comprendeva anche la Cina ), poi – dal 1368 al 1644 – della dinastia cinese Ming e, per ultima, della dinastia cinese Qing dal 1644 al 1911 quando, con la fine dell’Impero Cinese e la nascita della Repubblica di Cina, si autoproclamò indipendente. Nel 1949, al termine della guerra civile – in seguito alla quale il governo della Repubblica di Cina dovette ritirarsi nell’isola di Taiwan insieme a milioni di profughi – venne proclamata la Repubblica Popolare Cinese che procedette alla rioccupazione del Tibet nel 1949-1950. La quasi totalità del territorio tibetano è ora parte della Repubblica Popolare Cinese mentre una piccola parte sud-occidentale, il Ladakh, è una regione indiana. ( Tratto da Wikipedia )

 

Saggi Danteschi

Di Dante, come di tanti altri scrittori, Borges si è dimostrato capace di dirci ciò che altrove non troveremmo, ma soprattutto di dircelo a partire da presupposti e angolature a lui solo accessibili. Orientata – come accenna il Prologo – da una sorta di «innocenza», la sua lettura della Commedia («il miglior libro scritto dagli uomini») muove infatti da dettagli, suggestioni, spunti immaginativi per proporre, attraverso molteplici riferimenti letterari, congetture spesso eccentriche e punti di vista esclusivi e personali. In queste pagine, degne dei migliori saggi di Altre inquisizioni, Borges intravede nell’ultimo viaggio di Ulisse «un occulto e intricato suicidio» simile a quello del capitano Ahab di Moby Dick; scopre nella Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda il Venerabile visioni anticipatrici della Commedia, e nell’Aquila splendente del diciottesimo canto del Paradiso affinità col Simurg persiano; riflette sulla contraddittoria compassione di Dante per Francesca, e la spiega evocando il Raskol’nikov di Delitto e castigo e il grande e sfortunato amore per Beatrice, motivo nel quale riconosce la vera genesi dell’opera: «Morta Beatrice, perduta per sempre Beatrice, Dante giocò con la finzione di ritrovarla, per mitigare la tristezza; io personalmente penso che abbia edificato la triplice architettura del suo poema per introdurvi quell’incontro». ( Fonte: Adelphi )

 

I DEMONI DELLA NOTTE

Nodier incarna le ambivalenze di un’epoca ancora classica nel gusto ma già romantica nel temperamento: i suoi contes fantastiques, di cui questa raccolta propone i più noti, pubblicati tra il 1821 e il 1837, innestano sul tronco del romanzo noir elementi fiabeschi, onirici, surreali. Il bestiario notturno che vi si incontra – demoni, spiriti, fantasmi, vampiri – appartiene al repertorio del visionario e del macabro ed è il riflesso delle paure e dei traumi di un mondo che è stato travolto dalla rivoluzione: dietro le figure mostruose degli incubi che affollano questi racconti affiora la memoria del sangue versato negli anni del Terrore. Ma agli occhi di Nodier, influenzato dai romantici tedeschi ( Jean-Paul, Novalis, Hoffmann ), il sogno è anche un misterioso ispiratore dalle sorprendenti potenzialità conoscitive perché sconvolgendo le leggi ordinarie della logica fa deflagrare la scintilla della creazione. «Se il nuovo è possibile, bisogna cercarlo nell’assurdo» sentenzia lo scrittore, in polemica con i miti positivisti: un monito che faranno proprio il “discepolo” Nerval, il patafisico Jarry, il surrealista Breton. ( Garzanti )

Alì dagli Occhi Azzurri

Alì ha gli occhi azzurri è un film del 2012 diretto da Claudio Giovannesi. Si ispira alla poetica di Pier Paolo Pasolini, e racconta la dura vita di due adolescenti, Stefano e Nader, in una borgata romana. Nader è un sedicenne italiano nato in una famiglia di origine egiziana e conformata ai principi dell’Islam, precetti e valori tradizionali che non condivide e ai quali si ribella, dando vita ad uno scontro generazionale coi genitori. I rapporti con la madre sono molto tesi e si aggravano quando Nader inizia ad intrattenere una relazione con una ragazza e salta la preghiera. Così una notte, tornato per l’ennesima volta a casa dopo la mezzanotte, Nader si ritrova per punizione chiuso fuori dalla porta di casa, con la minaccia di non potervi fare ritorno, se non dopo aver lasciato la fidanzata….. ( Wikipedia )

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Libri & Letture

Riscoprire la Lettura durante l’Epidemia di Coronavirus

 

Biblioteca-Praga

Coronavirus, il senso positivo della crisi: alla ricerca di buone emozioni

Leggete, leggete tutto quello che avreste voluto leggere e non avete potuto, perché vi siete accorti di essere collegati ad un dispositivo digitale, ritornate ad essere curiosi, attraversate discipline scientifiche e artistiche a voi totalmente sconosciute,provateci. ( CONTINUA )

UN CUORE GARIBALDINO

 

Cuore Garibaldino

Un cuore garibaldino – Cento anni di storia socialista, di Arrigo Petacco e Hugo Pratt, con la prefazione di Bettino Craxi. Un libro speciale, commemorativo, unico. Per il centenario del P.S.I Per metá la storia del partito e nell’altra metá il fumetto inedito di Hugo Pratt.

Partito Socialista Italiano

Il Partito Socialista Italiano ( PSI ) è stato un partito politico italiano di sinistra, il più antico partito politico in senso moderno e la prima formazione organizzata della sinistra in Italia, oltre ad aver rappresentato anche il prototipo del partito di massa. Alla sua fondazione nel 1892 a Genova nella sala dell’associazione garibaldina Carabinieri genovesi adottò il nome di Partito dei Lavoratori Italiani. Successivamente a Reggio Emilia nel 1893 il nome venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani mentre al congresso di Parma del 1895 assunse il nome definitivo di Partito Socialista Italiano.

Durante il regime fascista (in particolare dopo la messa al bando di tutti i partiti tranne il Partito Nazionale Fascista) continuò la sua attività nella clandestinità mentre la direzione del partito in esilio in Francia tentava di mantenere i contatti con i nuclei clandestini e d’influire sulla vita politica italiana, denunciando all’opinione pubblica europea e statunitense i crimini del regime. Partecipò alla guerra civile spagnola con propri esponenti nel Battaglione Garibaldi e durante la seconda guerra mondiale collaborò con il movimento partigiano nella Francia occupata dai nazisti. In Italia dopo la caduta del fascismo il 25 luglio 1943 partecipò al movimento di Resistenza, essendo presente nei Comitati di Liberazione Nazionale centrale e locali e organizzando proprie formazioni partigiane denominate Brigate Matteotti. Dopo la fusione con il Movimento di Unità Proletaria avvenuta nell’agosto 1943 assunse il nome di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, per poi ritornare al nome precedente nel 1947 a seguito della scissione socialdemocratica di Palazzo Barberini, dalla quale ebbe origine il Partito Socialista Democratico Italiano. Alle elezioni politiche del 1948 il PSI decise di presentare una lista comune con il Partito Comunista Italiano, costituendo il Fronte Democratico Popolare, che fini in seconda posizione e uscì sconfitto dalla Democrazia Cristiana.

A partire dagli anni settanta si affermò nel partito una nuova posizione ideologica volta a riscoprire la tradizione socialista non marxista e non bolscevica, culminata con la nomina di Bettino Craxi a segretario nel 1976. A seguito di questa svolta ideologica venne gradualmente modificato il simbolo del PSI, sostituendo alla falce e martello l’immagine ottocentesca del garofano rosso. Successivamente a seguito della caduta del comunismo nei Paesi dell’est europeo nel 1989 venne modificata la denominazione stessa del partito in Unità Socialista – PSI, con ciò auspicando una riunificazione tra i socialisti e la componente riformista dell’ex PCI. A seguito della crisi dei partiti tradizionali conseguente alla vicenda di Tangentopoli che colpì duramente il PSI sia dal punto di vista politico-elettorale sia finanziario il partito venne messo in liquidazione nel 1994, determinando la diaspora socialista con la nascita di varie formazioni politiche, divise circa l’adesione alla coalizione di centro-destra o a quella di centro-sinistra, secondo il nuovo sistema bipolare della cosiddetta Seconda Repubblica, favorito dall’introduzione della nuova legge elettorale maggioritaria del Mattarellum. ( Wikipedia )

Negozio Online by Libreria Aiace su eBAY: Socialismo

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LIBRI: Storia degli Ebrei Italiani sotto il Fascismo di Renzo De Felice

Razzismo Italiano

STORIA DEGLI EBREI ITALIANI SOTTO IL FASCISMO

Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo è un saggio storico di Renzo De Felice, pubblicato dalla  Einaudi nel 1961. Oltre ad essere il primo studio italiano relativo alla politica del regime fascista nei riguardi degli ebrei, l’opera rappresenta una pionieristica indagine storiografica sul fascismo stesso, scritta a meno di vent’anni dal suo epilogo. Prima pubblicazione contemporaneistica di De Felice, essa diede inizio alla sua quasi quarantennale ricerca sul fascismo.

L’incarico di redigere l’opera fu assegnato nel 1960 al giovane De Felice dall’Unione delle comunità ebraiche italiane. Benché l’obiettivo del committente fosse esplicitamente quello di documentare in un libro la storia della persecuzione antiebraica nella penisola, delle successive deportazioni e dello sterminio nazista, De Felice dedicò invece ampio spazio al periodo precedente la promulgazione delle leggi razziali del 1938, mentre limitate furono le pagine concernenti la persecuzione nazifascista negli anni della Repubblica Sociale Italiana.

A riguardo della pubblicazione, lo storico Paolo Simoncelli ha così delineato le innovazioni metodologiche e le tesi proposte dal De Felice:

«[ Il De Felice ] si richiamava al “metodo” della ricerca documentaria anche a proposito di un campo di studi relativamente nuovo e ancora particolarmente scottante come quello del fascismo, su cui il giudizio di condanna morale e politica concorreva a impedire una ricostruzione analitica del fenomeno. De Felice intese “far parlare i documenti” e dare un primo spaccato della società italiana sotto il fascismo, fornendo alcuni “dati di fatto” (che qui espongo schematicamente seguendo l’efficace sintesi concettuale del Simoncelli): le comunità ebraiche manifestarono fenomeni di consenso al regime; il razzismo fascista fu diverso da quello nazista in quanto “spiritualistico” e non “biologico” come quello hitleriano; il Italia il razzismo non fu un fenomeno radicato e, anzi, la legislazione razziale fu applicata blandamente (all’insegna del “discriminare non perseguitare”); l’assenza di tendenze antisemite nel fascismo e in Mussolini, unico responsabile della successiva politica razziale; le truppe italiane all’estero fornirono in più casi protezione agli ebrei perseguitati dalle autorità tedesche.»

( prof. Emanuele Rossi, Review di P.Simoncelli, “Renzo De Felice. La formazione intellettuale” ) ( Wikipedia )

Recensione de Il Foglio

La Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, anno di pubblicazione 1961, non è forse uno dei libri più noti di Renzo De Felice, eppure è un titolo fondamentale. Fino a quel momento, l’allora appena trentaduenne storico – che aveva militato nel Pci fino alla Rivoluzione ungherese – si era occupato soltanto di giacobinismo. Furono le comunità israelitiche a commissionargli quel testo, e lui affrontò il lavoro immaginando da principio di dover raccontare del regime antisemita che varò le leggi del 1938. Invece scoprì sui documenti una realtà complessa e assai diversa, che un po’ tutti avevano trovato comodo dimenticare per un lungo periodo. Imbarazzante per gli antifascisti ricordare che prima del 1938 la maggior parte degli ebrei italiani aveva appoggiato il regime con slancio. Ma imbarazzante anche per i nostalgici ricordare il cinico voltafaccia del duce. De Felice decise che forse c’era materia per verificare di nuovo sui documenti tutta la storia del fascismo. Ne venne fuori un’opera monumentale, tacciata da molti di riabilitazione del Ventennio.

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Aggiornato al 17 Settembre 2022

 

 

 

 

STORIA: Antonio Carioti: Alba Nera

Mussolini

QUANDO MUSSOLINI DA ROSSO DIVENNE NERO – IL LIBRO “ALBA NERA” DI ANTONIO CARIOTI RACCONTA COME SI GIUNSE ALLA MARCIA SU ROMA E ALLA NASCITA DEL FASCISMO IN UN INTRECCIO VINCENTE DI VIOLENZA, VOGLIA DI RIVINCITA E LOTTA ANTI-BOLSCEVICA – L’ASSEMBLEA DI PIAZZA SAN SEPOLCRO A MILANO DEL 23 MARZO 1919 A CUI PARTECIPARONO MARINETTI, FUTURI ANTIFASCISTI E MOLTI EBREI…

L’Inizio

Fedele al credo socialista del padre Alessandro, fabbro a Dovia di Predappio, Benito Mussolini si affina nelle frequentazioni giovanili in Svizzera dell’ esule russa Angelica Balabanoff, per seguire una carriera di militante che, dalla direzione di fogli di provincia e dalla collaborazione al periodico «La Folla» di Paolo Valera, lo porterà nel 1912 alla guida dell’«Avanti!». Un biennio di militanza intensa che si concluderà a fine ottobre 1914 sotto la spinta dei cambiamenti portati dalla guerra mondiale.

La Grande Guerra

La guerra trasformerà l’ Europa. E anche Mussolini non sarà lo stesso: il 15 dicembre 1917 pubblica il fondo Trincerocrazia , che «candida i reduci a classe dirigente del domani, forgiata dalla prova delle armi». E il 10 novembre dell’ anno successivo, dopo Vittorio Veneto, così il futuro Duce arringa gli arditi in piazza Cinque Giornate a Milano: «Il balenio dei vostri pugnali e lo scrosciare delle vostre bombe farà giustizia di tutti i miserabili che vorrebbero impedire il cammino della più grande Italia».

Il Programma sociale

l’ atto iniziale del fascismo, l’assemblea di piazza San Sepolcro a Milano del 23 marzo 1919, oltre a esaltare la guerra, il nazionalismo e l’antibolscevismo, prevede il voto ai diciottenni e alle donne, l’abolizione del Senato di nomina regia, la compartecipazione dei dipendenti nella gestione delle industrie, un prelievo fiscale sui grandi capitali, la nazionalizzazione delle fabbriche d’armi.

Dalla Crisi post-guerra all’incarico governativo del 30 ottobre 1922

( Spunti dall’articolo di Dino Messina su Corriere della Sera )

 

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Libri di Narrativa by LIBRERIA AIACE: Goffredo Parise

 

Parise

GOFFREDO PARISE, IL RAGAZZO MORTO E LE COMETE, FELTRINELLI, 1965

” Questa è una sera d’inverno. Prima che il buio e il gelo arrivino nei cortili a tramontana per tutta la notte, Giorgio, Abramo e gli altri ragazzi accendono fuochi con foglie fradice, rami morti e carta raccattata nelle immondizie. Il fumo pieno di umori estivi e di erbe aromatiche cammina dentro
i cunicoli delle fogne dove il canale s’insinua a trasportare erbe, gatti morti, piccoli involti dal
contenuto roseo e informe, spellato dall’acqua.”

” Ho scritto questo libro a diciotto anni, con il sentimento con cui, a quell’età si scrivono le poesie […] La sola cultura che ha ispirato questo libro è cinematografica. […] A diciotto anni non si è padroni dello strumento, si vede la vita a batticuore e non come paesaggio vasto e lontano: inconsapevolmente scrissi un libro lirico e cubista ( cioè romantico ) sull’amicizia tra due ragazzi, al tempo dimenticato del tramonto e della fine dell’Occidente “

Goffredo Parise è uno dei grandi della letteratura italiana della seconda metà del ‘900. Scrisse questo romanzo a vent’anni ( anzi, a diciotto ) e difatti c’è dentro tutta l’agitazione di quell’età, mista a quella dei tempi ( immediato dopoguerra ).

La prima tiratura di 1000 copie rimase negli scatoloni invenduta. Il romanzo non piacque, pochi lo apprezzarono, forse nessuno lo capì. Era scritto bene, questo sì, sia pur in un modo diverso dal solito, e per questo motivo non convinse il pubblico.

Neri Pozza aveva ceduto alle insistenze del giovane scrittore, pubblicando il manoscritto così com’era, senza un editing su misura. Il romanzo sarà apprezzato solo anni più tardi, quando uscì con Feltrinelli in un’edizione ( 1965 ) asciugata e rivista dallo stesso autore.

In “ Il ragazzo morto e le comete ” Parise si è ispirato ad un famoso film, Il terzo uomo, di Carol Reed e Orson Welles, che si ambienta nella vita notturna tra le macerie di Vienna dopo la Seconda Guerra Mondiale: “ in quella Vienna notturna, quel contrabbando oscuro hanno messo in moto in me una serie di sensazioni che si sono tradotte nelle pagine visionarie del romanzo ”

 

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LIBRI: Divina Commedia di Natalino Sapegno

Dante

Divina Commedia

Non è certo un caso che tali affermazioni si trovino nelle Dispense dedicate alle lezioni universitarie ( al 1937 Sapegno ricopre la cattedra di letteratura italiana presso la “Sapienza” di Roma ), così come il Compendio e il Commento alla Divina Commedia costituiranno lo “zoccolo duro” della formazione dei giovani italiani nel secondo dopoguerra.

Dopo l’unità d’italia scrivere la prima storia letteraria della nascente nazione era stato necessario per ricostruire il senso e il significato di una identità troppo spesso ignorata e calpestata. dopo il fascismo e la bufera della ii guerra mondiale era necessario riprendere quel discorso con le nuove generazioni, indirizzando la dantistica accademica, robusta per impegno storico e filologico, nella direzione dell’educativo.

Pertanto il Dante di Sapegno si colloca nella frattura fra il «sistema ideale della Scolastica e la realtà effettuale del tempo», vale a dire fra l’organica concezione del mondo propria del Medioevo e il suo sfaldarsi sotto i colpi di una profonda trasformazione sociale, morale e intellettuale.

Nell’Avvertenza, che precede il commento all’Inferno, sono chiariti i criteri metodologici seguiti da Natalino Sapegno, che si rivolge ai lettori ma soprattutto ai colleghi: Mi pareva anzitutto, e mi par tuttora essenziale che un commento, e sia pure un commento scolastico, alla Commedia dovesse serbare dappertutto un carattere rigorosamente critico.
(…)
era da porre pertanto la massima cura nell’indicare gli elementi arcaici della lingua ( lessico e sintassi ), affinché l’intendimento della lettura risultasse dovunque chiaro, ma nello stesso tempo esatto e non approssimativo.
Non si doveva trascurare nessuno di quei riferimenti culturali che fossero opportuni, perché il lettore si rendesse conto della complessa materia storica e culturale che la fantasia del poeta rielabora in modi sempre nuovi e originali, e il suo consenso all’arte grandissima e all’umanità dello scrittore non si appagasse in un’ammirazione tutta impressionistica e dilettantesca, ma si giustificasse in una comprensione reale e piena di una poesia che prende luce e significato da una peculiare e per noi remota condizione storica. ( Fonte: La Scuola )

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Libri & Letture

Aggiornato al 24 Agosto 2022

LIBRO: L’Attualità di Oriana Fallaci

Oriana Fallaci

Oriana Fallaci

Nel 1990 uscì il romanzo Insciallah in cui la scrittrice coniuga la ribalta internazionale con il racconto. Il libro è ambientato tra le truppe italiane inviate nel 1983 a Beirut nell’ambito della Forza Multinazionale in Libano. La Fallaci ottenne dall’allora ministro della Difesa Spadolini di essere accreditata presso il contingente italiano. Il libro si apre con il racconto del primo duplice attentato suicida dei kamikaze islamici contro le caserme statunitensi e francesi che causò 299 morti tra i soldati. Durante l’esperienza in Libano, conobbe il sergente dell’Esercito e futuro astronauta Paolo Nespoli. Questo incontro fu decisivo per la decisione di Nespoli di continuare gli studi e coltivare il sogno di volare tra le stelle. I due ebbero poi una relazione durata cinque anni.

Dopo l’uscita di Insciallah la scrittrice si isolò andando a vivere a New York, in un villino a due piani nell’Upper East Side di Manhattan. Qui incominciò a scrivere un romanzo la cui lavorazione, durata per tutti gli anni novanta, venne interrotta dai fatti dell’11 settembre 2001.

In questo periodo, all’inizio degli anni Novanta, scoprì di avere un cancro ai polmoni che lei più tardi definirà «L’Alieno». Oriana Fallaci era un’assidua fumatrice, ma attribuì la maggior responsabilità del cancro all’aver respirato, in Kuwait, dove si trovava per seguire la guerra del golfo nel 1991, il fumo dei pozzi di petrolio fatti incendiare da Saddam Hussein.

Per la scrittrice, New York rimarrà dimora di passaggio: «comunque la mia vera casa non è quella. Io considero la mia vera casa la villa che ho a Greve in Chianti: un insieme rustico e bello, dove abitano anche i miei genitori con la mia sorellina».

Dopo l’11 settembre

I suoi libri e articoli sulle tematiche dell’11 settembre hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell’opinione pubblica. Attraverso essi la scrittrice ha denunciato la decadenza della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, ritiene incapace di difendersi.

La Fallaci riteneva che la crescente pressione esercitata negli ultimi anni dall’immigrazione islamica verso l’Europa, e l’Italia in particolare, unita a scelte politiche, a suo parere inappropriate, e all’aumentare di atteggiamenti di reciproca intolleranza, fosse la dimostrazione della veridicità delle sue tesi. Secondo la sua opinione, staremmo assistendo a un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell’Occidente ( cosiddetta “teoria di Eurabia” ), basato su quelle che a suo parere erano le strutture portanti del Corano, come testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani.

Favorevole all’intervento militare in Afghanistan, espresse invece alcune perplessità rispetto alla guerra d’Iraq del 2003, non perché volesse difendere Saddam ( anzi, la Fallaci sostenne il fatto, dimostratosi erroneo, di un coinvolgimento diretto del regime iracheno con al-Qaida ), bensì perché riteneva che la guerra avrebbe innescato una situazione pericolosa:

«Signor Bush, signor Blaír, credete davvero che a Bagdad gli iracheni accoglieranno le vostre truppe come sessant’anni fa noi le accogliemmo nelle città europee cioè con baci e abbracci, fiori ed applausi?!? Ed anche se ciò accadesse ( a Bagdad può succeder di tutto ), che accadrà dopo? Oltre due terzi degli iracheni che nelle ultime «elezioni» dettero a Saddam Hussein il «cento per cento» dei voti sono sciiti che sognano di instaurare una Repubblica Islamica dell’Iraq ossia un regime sul modello del regime iraniano. Così vi chiedo: e se invece di scoprire il concetto di libertà, invece di capire il concetto di democrazia, l’Iraq diventasse un secondo Afghanistan anzi un secondo Vietnam? Peggio. E se invece di lasciarvi installare la Pax americana cioè una pace bene o male basata sul concetto di libertà e di democrazia, quell’ipotetico secondo Vietnam si allargasse e l’intero Medioriente saltasse in aria? Dalla Turchia all’India, con un’inarrestabile reazione a catena…»

In seguito criticò duramente i soldati statunitensi responsabili delle torture nella prigione di Abu Ghraib. ( Wikipedia )

 

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Aggiornato al 17 Settembre 2022

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