Scienze & Medicina by Libreria Aiace Roma Montesacro

Luna esplorazione

Chi sono i nemici della Scienza ?

Giorgio Israel: Molti in Italia lamentano una crescente ostilità nei confronti della scienza. Il modo di curare questa situazione consisterebbe nel propinare una overdose di informazione scientifica sui giornali e in televisione. In realtà questa soluzione è parte del malessere di cui soffre oggi la scienza, ridotta sempre più a mera tecnica e a spettacolo, un malessere che affonda le radici nel più ampio dissesto della scuola italiana, che ha rigettato l’idea fondamentale per cui l’istruzione è soprattutto un processo educativo.

Antropologia culturale – Le Sirene: la seduzione dall’antichità ad oggi

Dal mare color del vino del racconto omerico sono migrate per giungere fino a noi, saltando come delfini da un genere all’altro, risalendo le correnti della rappresentazione, dall’oralità alla scrittura, dalla poesia alla pittura, dal cinema alla televisione, dall’analogico al digitale. Sono le sirene, che nel corso del loro viaggio interminato e interminabile hanno cambiato più volte sembiante. E continuano ad affiorare alla superficie della contemporaneità dai gorghi del nostro immaginario proprio perché restano i simboli della fluidità dell’essere. Il canto delle sirene ci seduce come la voce dell’amante natura che sembra volerci parlare, per poi voltarci le spalle incompresa. E tornare a inabissarsi nel suo mistero. ( Il Mulino )

 

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

 

Libri: Idee Regalo by Libreria Aiace Roma Montesacro

Leggere.1

I libri ci hanno tenuto compagnia durante il lockdown e continuano a farlo. Mai come quest’anno i libri sono stati un bene “rifugio”. Alcune proposte per un regalo speciale, un regalo che crea emozioni in chi lo fa e in chi lo riceve. Un bel libro, anzi tanti bei libri, da regalare ….

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STRAPAROLA: LE PIACEVOLI NOTTI

Le piacevoli notti è una raccolta di 75 novelle composte dallo scrittore italiano Giovanni Francesco Straparola negli anni ’50 del XVI secolo, e pubblicate a Venezia a partire dal 1550

PIGAFETTA: RELAZIONE DEL REAME DEL CONGO

Relatione del reame di Congo et delle circonvicine contrade, tratta dalli scritti e ragionamenti di Odoardo Lopez portoghese per Filippo Pigafetta, un viaggiatore, militare, letterato e diplomatico italiano.

SALTYKOV-SCEDRIN: FATTI D’ALTRI TEMPI NEL DISTRETTO DI POSECHON’JE

Questo romanzo sulla Russia d’altri tempi, all’epoca della servitù della gleba, che Saltykov-Scedrin scrisse nell’ultimo periodo della sua vita, è in larga parte autobiografico; ambientato nella remota …

 

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Libri & Letture

 

Al Tempo del COVID – Buzzati: Qualcosa era successo

Buzzati

Dino Buzzati: Qualcosa era successo

C’è un racconto in particolare, uscito nel 1949 sulla mitica terza pagina del Corriere, e poi pubblicato cinque anni dopo nella raccolta Il crollo della Baliverna, che riletto adesso ti fa drizzare i capelli in testa. Si intitola “Qualcosa era successo” e racconta un viaggio in treno dal Sud Italia verso Milano. Non un Frecciarossa, ma uno di quei treni di lusso di una volta, che ci mettevano un giorno intero a risalire la penisola, tagliandoti fuori dal mondo nel tuo scompartimento, senza cellulari né altri mezzi di comunicazione. …..

Il viaggio prosegue e fuori dal finestrino scorrono come in un film scene sempre più allarmanti, contadini che gridano con le mani intorno alla bocca, gruppi di persone che scappano in mezzo ai prati, e poi quello che appare ormai, ai passeggeri sbigottiti, un vero e proprio esodo di massa: «Le strade formicolavano di veicoli e gente, tutti in cammino verso il sud. Rigurgitanti i treni che ci venivano incontro. Pieni di stupore gli sguardi di coloro che da terra ci vedevano passare, volando con tanta fretta al settentrione. E zeppe le stazioni. Qualcuno ci faceva cenno, altri ci urlavano delle frasi di cui si percepivano soltanto le vocali come echi di montagna”. A una fermata, il protagonista riesce a strappare un giornale dalle mani di uno strillone. Anzi, solo un brandello di giornale, giusto la coda del titolo di prima pagina: “IONE”, a caratteri cubitali. Rivoluzione? Inondazione? Esplosione? E il dubbio non fa che attizzare l’ansia. ….

Fino all’arrivo a Milano, in una Stazione Centrale desolatamente vuota: «Corremmo giù per i marciapiedi, verso l’uscita, alla caccia di qualche nostro simile. Mi parve di intravedere, nell’angolo a destra in fondo, un po’ in penombra, un ferroviere col suo berrettuccio che si eclissava da una porta, come terrorizzato. Che cosa era successo? In città non avremmo più trovato un’anima? Finché la voce di una donna, altissima e violenta come uno sparo, ci diede un brivido. “Aiuto! Aiuto!” urlava e il grido si ripercosse sotto le vitree volte con la vacua sonorità dei luoghi per sempre abbandonati». Sembra un quadro di Munch. È l’incubo di un’Italia da poco uscita dalla guerra, dal fascismo, dall’occupazione tedesca e dai bombardamenti, e che teme di ripiombare un’altra volta nel caos e nella dittatura. Ma potrebbe anche essere un’immagine della nostra quarantena di massa, della fuga dalla città, dell’assalto ai treni diretti in Puglia o in Sicilia. Di un tempo allucinante in cui se un titolo di prima pagina finisce per “IONE” è di sicuro INFEZIONE. ( Tratto da Radical choc di Riccardo Chiaberge )

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Libri & Letture

Aggiornato al 19 Settembre 2022

 

Il Doping nel Calcio – Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola

Doping

Ferruccio Mazzola: il Doping nel Calcio

Ferruccio Mazzola … sono stato in quell’Inter anch’io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l’allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve ( io ero spesso tra quelle ) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno ‘il caffè’ di Herrera divenne una prassi all’Inter”. “ Cosa c’era in quelle pasticche ? …  Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro. Da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi … Armando Picchi: morto a 36 anni nel 1971 per tumore alla colonna vertebrale, Marcello Giusti: morto a 54 anni nel 1999 per tumore cerebrale, Carlo Tagnin: morto a 67 anni nel 2000 per osteosarcoma, Mauro Bicicli: morto a 66 anni nel 2001 per tumore al fegato, Ferdinando Miniussi: morto a 61 anni nel 2001 per epatite C, Giacinto Facchetti: morto a 64 anni nel 2006 per tumore al pancreas, Enea Masiero: morto a 65 anni nel 2009 per tumore ..

Non era solo l’Inter. Io sono stato anche nella Fiorentina e nella Lazio, quindi posso parlare direttamente anche di quelle esperienze. A Firenze, il sabato mattina, passavano o il massaggiatore o il medico sociale e ci facevano fare delle flebo, le stesse di cui parlava Bruno Beatrice a sua moglie. Io ero in camera con Giancarlo De Sisti e le prendevamo insieme. Non che fossero obbligatorie, ma chi non le prendeva poi difficilmente giocava. Di quella squadra, ormai si sa, oltre a Bruno Beatrice sono morti Ugo Ferrante ( arresto cardiaco nel 2003 ) e Nello Saltutti ( carcinoma nel 2004 ). Altri hanno avuto malattie gravissime, come Mimmo Caso, Massimo Mattolini, lo stesso De Sisti….
Lì ci davano il Villescon ( una metanfetamina ), un farmaco che non faceva sentire la fatica. Arrivava direttamente dalla farmacia. Roba che ti faceva andare come un treno ».

E’ morto a 68 anni Ferruccio Mazzola, il ‘terzo incomodo’, dal titolo del suo celebre libro autobiografico. Figlio dell’immenso Valentino, simbolo del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga, e fratello minore del più noto Sandro, campione con l’Inter e con la Nazionale, Feruccio ha vissuto anche lui nel e per il mondo del calcio. La sua fama però non è dovuta alla discreta carriera da calciatore tra Venezia, Inter, Lecco, Lazio e Fiorentina (con cui vinse lo scudetto all’epoca di Maestrelli), né alla successiva carriera di allenatore, per lo più in Serie C. Bensì alla sua decisione di non allinearsi. Da qui la definizione di ‘terzo incomodo‘. A fronte di cotanti famigliari, che della storia del calcio hanno scritto alcune delle pagine più luminose, lui decise di raccontarne gli angoli più bui. ( Il Fatto Quotidiano )

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Libri & Letture

Aggiornato al 24 Agosto 2022

 

Libri per Persone Curiose – Proposte by Libreria Aiace Roma Montesacro

Valtellina

Arte Preistorica in Valtellina

Situato fra i comuni di Grosio e Grosotto, nella Media Valtellina, il Parco delle Incisioni Rupestri è la più importante testimonianza del passaggio delle antiche popolazioni in Valtellina. Sulle rocce del Parco sono incise oltre cinquemila figure, le più antiche risalenti alla fine del Neolitico, al quarto millennio Avanti Cristo! Scoperta nel 1966, la Rupe Magna risulta essere una delle più grandi rocce incise dell’arco alpino con oltre 5.000 raffigurazioni, databili tra la fine del Neolitico e l’età del Ferro (I millennio a.C.). Numerosi sono i temi raffigurati sulla Rupe Magna: dalle figure antropomorfe a quelle di animali, dalle figure geometriche alle coppelle, fino ad oggetti di vita quotidiana. Il simbolo indiscusso è l’incisione che rappresenta un uomo armato di uno scudo rotondo e di una spada o bastone.
Sulla sommità del colle che domina la Rupe Magna sorgono il castello di S. Faustino e il Castello Nuovo. Il primo, il più antico, ha tra i suoi elementi di spicco il campaniletto romanico, attiguo alla piccola cappella che conserva, al centro del presbiterio, due sepolcri medievali scavati nella roccia. Il Castello Nuovo, invece, è caratterizzato da una doppia cortina di mura e da una poderosa torre interna fortificata. ( Parco delle Incisioni )

 

Libri colorati

 

Le Notti di Chicago

Uno dei primissimi libri stranieri che Vittorini pubblicò ( 1954 ) nei Gettoni dell’Einaudi fu “Le notti di Chicago”, qui riproposto nella stessa traduzione. ll mondo di questi racconti è quello dei “losers”, i perdenti: puttane, vagabondi, giocatori d’azzardo, pugili di seconda categoria. ” I politici e gli intellettuali mi annoiano ” scrisse una volta Algren, ” mi sembrano irreali; la gente che frequento è quella che mi pare vera: puttane, drogati, ladri; sono gli unici rimasti con qualcosa da dire e nessuno a cui dirlo “.

Nelson Algren ( Detroit, 28 marzo 1909 – Long Island, 9 maggio 1981 ) è stato uno scrittore e poeta statunitense. Fu un narratore dello squallore dei bassifondi di Chicago abitati da pugili, giocatori d’azzardo, immigrati soprattutto messicani e polacchi. Si inserisce, assieme a James Thomas Farrell, Richard Wright e John Hersey nella corrente del Realismo americano iniziata da Theodore Dreiser.

 

Libri colorati

 

Volterra Magica e Misteriosa

L’avventura ha inizio all’indomani del Diluvio Universale e si svolge lungo un tragitto di quaranta secoli che si dirama in diecine di itinerari attraverso l’antico territorio volterrano, al confine fra storia e leggenda, fra sacro e profano, fra bene e male, in compagnia di dei e di ninfe, di papi e imperatori, di vescovi e tiranni, di artisti ed assassini, di ladri e di beati, di santi e di eroi, di umili e di potenti che completano il fascino di Volterra: dal genio dell’Ombra della Sera alla croce di Belforte, dalle formiche alate di San Michele alle streghe di Mandringa, dalla spada nella roccia al santo chiodo di Colle, dal drago di San Verano alla tunica della Madonna, dai proiettili del Duca di Urbino al nomignolo di Lorenzo dei Medici, dal cavallo di Neri Maltragi al fantasma di Michele Marullo, dal diavolo nelle Balze ai miracoli di Pio IX, dalle paure di Carlo Goldoni al debito di Gabriele d’Annunzio.
Con lo stile del giornalista, curioso ed attento,e con l’animo del poeta, sensibile e premuroso, Franco Porretti trasforma felicemente eventi nebulosi e lontani in palpitanti avvenimenti di cronaca, accompagnando il lettore in un mondo fantastico alla riscoperta di luoghi quasi dimenticati, di cose, fatti e personaggi imbiancati dalla polvere del tempo eppur sempre protagonisti della tradizione e dell’intramontabile mito di Volterra.
Quasi per assurdo, dunque, l’autore ripropone la leggenda come il modo più efficace per avvalorare la storia e come il mezzo più piacevole per far conoscere ed amare una città meravigliosa, ricca di fascino e di suggestioni: una città in cui la malìa del passato convive con la realtà del presente in un turbinio di immagini, di volti e di vicende che la rendono veramente magica e misteriosa. ( Ezio Biagi )

Immagine

 

Cosmogonie & Cosmologie

Cosmogonie e Cosmologie, nel gergo comune entrambe identificano la narrazione sull’universo, dalla parte scientifica si usa impropriamente il termine cosmogonia per individuare una teoria scientifica. I significanti attendono a due aree semantiche del tutto distinte:
a) Cosmogonia: la generazione del cosmo è un racconto mitologico, istituito da un “autoritas” che racconta come siamo stati creati e il perché dell’esistenza dell’uomo. La cosmogonia risponde alle domande: perché esiste l’uomo sulla terra, quale è il suo ruolo e il rapporto dell’uomo rispetto alal natura e agli dei.
b) Cosmologia: la parola logos, interna al termine, fa prevalere l’analisi della struttura del cosmo inteso come entità totale. ( Pietro Oliva )

Parmigianino disegnatore

Parmigianino fu un grande disegnatore, paragonabile ai più grandi maestri del Rinascimento. I suoi disegni sono spesso opere finite vere e proprie eseguite con abile estro e una felice vena creativa. Essi erano destinati ad essere venduti o regalati, e spesso facevano da fonte di ispirazione per pittori di minor inventiva. Oggi si conoscono circa mille fogli attribuibili all’artista, sparsi nelle maggiori collezioni mondiali. I soggetti spaziano dal sacro al mitologico, a volte di taglio dichiaratamente erotico, talvolta raffiguranti soggetti presi dal vero, come soleva fare Leonardo. La finitezza di molti fogli ne facilitava la traduzione in stampa attraverso l’incisione, tecnica per la quale si affidava a specialisti oppure anche in prima persona. Lavorò infatti prima su supporto ligneo ( xilografia ), passando poi alla più raffinata lastra di rame ( acquaforte ). Il pregio che tali sue opere avevano sul mercato è testimoniato anche da un incidente avvenuto a Bologna, quando il suo supposto amico Antonio da Trento lo derubò di disegni e lastre. Racconta Vasari che del ladro non seppe mai più niente, ma riuscì a riavere le lastre che erano state depositate in casa di un bolognese, mentre i disegni non furono più trovati. ( Wikipedia )

Garibaldi: l’Uomo il Comandante l’Eroe

Anche se Garibaldi non ricevette una formazione militare in senso stretto, le sue imprese sui campi di battaglia, nel ruolo di comandante, gli valsero la fama e il riconoscimento di compagni e avversari. Avvicinatosi alle idee di Mazzini, nel 1834 già si faceva notare come sovversivo, organizzando un ammutinamento, fallito, della flotta sarda su cui era imbarcato. Riparò allora in Sudamerica, e qui combatté in Uruguay, Argentina e Brasile. Qui conobbe Ana Maria – la celebre Anita –, la sfortunata compagna che, distrutta dalla fatica e al quinto mese di gravidanza, non riuscì a sopravvivere alla fuga successiva al crollo della Repubblica romana, nel 1849. La fama militare di Giuseppe Garibaldi, però, raggiunse l’apice grazie alla spedizione dei Mille, l’impresa quasi epica di un migliaio di volontari che, non privi di aiuti, riuscirono a rovesciare uno dei più potenti Stati del Mediterraneo, il Regno delle Due Sicilie. Consegnato il Sud a Vittorio Emanuele di Savoia, Garibaldi schierò le sue truppe – che, dai Mille iniziali, avevano ormai raggiunto le decine di migliaia di unità ( circa 50.000 ) – a Caserta, il 6 novembre del 1860, in attesa che il re le passasse in rassegna. Vittorio Emanuele II non venne: Garibaldi, il mazziniano che aveva accettato di servire la causa italiana pur tradendo l’ideale repubblicano, ne fu enormemente deluso.

Immagine 1 - G. GARIBALDI IL GOVERNO DEI PRETI ROMANZO STORICO KAOS ED. 2006, 11L21

 

 

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Libri & Letture

 

Lo Stimolo alla Lettura post-Pandemia by Libreria Aiace Roma Montesacro

San Pietro Basilica

Post-Pandemia

Questo periodo di pandemia può rappresentare un momento di silenzio e di grande produzione letteraria e artistica ?

Nella storia della letteratura, in effetti, è già accaduto: le ondate di pestilenza hanno lasciato traccia di sé in Petrarca, Boccaccio e Manzoni. Come le guerre, le pandemie rappresentano una spaccatura della storia, un punto di rottura che generalmente tira fuori il meglio e il peggio delle persone, che interrompe la linearità delle vite e ne fa iniziare altre, che crea nello stesso tempo le condizioni per il baratro e quelle per la redenzione. E’ una grande narrazione collettiva, che parla di noi a ognuno di noi. ( Dall’Intervista a Luca Scarpetta da MBN )

Leopardi

Ode all’Italia di Giacomo Leopardi

Il canto è stato composto tra l’estate e l’autunno del 1818 e venne stampato a Roma all’inizio del 1819, assieme a quello intitolato Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze.
In una lettera del 31 agosto 1818 a Pietro Giordani vi è l’annuncio di entrambe le canzoni. Giacomo infatti scrive, mentre attende la visita a Recanati dell’amico:“ Fra tanto v’aspetterò io, e con me un opuscolo molto sudato,che sebbene, dovendo uscire alla luce, non vorrebbe aspettar tanto, e anche mi preme a bastanza, a ogni modo non lo voglio nè pur toccare se prima non ne ho sentito il giudizio vostro e consultato con voi se si debba pubblicare o no ”
Nella lettera del 18 ottobre, Leopardi chiede all’amico un aiuto per pubblicare le canzoni, aggiungendo che intende dedicarle a Vincenzo Monti: “ Vorrei che lo faceste stampare costì o dove meglio credete […] perchè la spesa dovendosi fare dal mio privato erario, bisogna che sia molto sottile, avolernela spremere: e vedrete che o grande o piccolo che sia il sesto, il numero delle pagine non può essere altro che uno.Vedrete similmente ch’io dedico il libricciuolo al Monti ”. Le due canzoni saranno invece pubblicate a Roma, come testimoniano le lettere scambiate con il cardinale Francesco Cancellieri tra la fine del 1818 e l’inizio del 1819.

In All’Italia, Leopardi mette in pratica alcune affermazioni presenti nel Discorso di un italiano attorno alla poesia romantica ( 1818 ), nel quale si dichiarava a favore di una poesia che sapesse imitare la natura, come già facevano gli antichi, e che,a differenza della poesia a lui contemporanea, s’ispirasse al patetico autentico: “ quel ridurre pressoché tutta la poesia ch’è imitatrice della natura, al sentimentale, come se la natura non si potesse imitare altrimenti che in maniera patetica; come se tutte le cose rispetto agli animi nostri fossero sempre patetiche; come se il poeta non fosse più spinto a poetare da nessuna cosa, eccetto la sensibilità, o per lo meno senza questa ”

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Libreria profumo di carta e magia

Libri.2

 

Qualche giorno fa, nel mezzo delle mie caotiche letture mi sono imbattuto in questa frase: «Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare»». Queste parole le ha scritte Carlos Ruiz Zafón ne Il gioco dell’angelo, ma avrebbe potuto concepirle chiunque di noi, noi che amiamo i libri, la lettura, il pensiero, la discussione, la circolazione delle idee. GIANLUCA BARBERO da Il Giornale

Annibale

La sua improvvisa apparizione nella Gallia cisalpina fece ribellare molte tribù galliche che da poco avevano stipulato un’alleanza con Roma. Dopo una breve sosta per lasciare riposare i soldati, Annibale mosse lungo la valle del Po sconfiggendo i Romani, guidati dal console Publio Cornelio Scipione, in un combattimento lungo il Ticino; il console rischiò di essere ucciso e la cavalleria numidica si dimostrò molto pericolosa; le legioni si ritirarono e furono costrette ad evacuare buona parte dell’attuale Lombardia. Nel dicembre dello stesso anno ebbe l’opportunità di mostrare la sua capacità strategica quando attaccò al fiume Trebbia, vicino a Piacenza, le forze di Publio Cornelio Scipione (padre dell’Africano), cui si erano aggiunte le legioni di Tiberio Sempronio Longo. Tatticamente la battaglia anticipò quella di Canne. L’eccellente fanteria pesante romana si incuneò nel fronte dell’esercito cartaginese, ma i Romani furono accerchiati ai fianchi dalle ali della cavalleria numidica e respinti verso il fiume, dove furono sorpresi da un contingente di truppe opportunamente nascosto da Annibale lungo la riva. Dei 16.000 legionari e 20.000 alleati, si salvarono circa 10.000 uomini che ripiegarono nella colonia romana di Piacenza fondata da poco (218 a.C.).

Dopo aver resa sicura la sua posizione nel nord Italia con questa battaglia, Annibale acquartierò le sue truppe per l’inverno fra i Galli, il cui zelo per la sua causa cominciò a scemare a causa dei costi del mantenimento dell’esercito punico. Nella primavera del 217 a.C. Annibale decise di trovare a sud una base di operazioni più sicura. Con le sue truppe e l’unico elefante sopravvissuto all’inverno, Surus, attraversò quindi l’Appennino senza incontrare opposizione. Lo attendevano grosse difficoltà nelle paludi dell’Arno, dove perse molte delle sue truppe per i disagi e le malattie e dove egli stesso perse un occhio. ( Wikipedia )

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Libri & Letture

LIBRO: Un Esercito all’Alba di Rick Atkinson

Guerra Nordafrica

La Guerra Nordafricana ( 1940-1943 )

La campagna del Nordafrica, conosciuta anche come guerra nel deserto, fu combattuta in un teatro di guerra situato nel Nordafrica, in Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, in cui si confrontarono italiani e tedeschi da una parte, e gli Alleati dall’altra, durante la seconda guerra mondiale tra il 1940 e il 1943.

Il Regio Esercito italiano, in Libia comandato dal maresciallo Rodolfo Graziani, forte numericamente ma insufficientemente equipaggiato, diede inizio alla campagna nell’estate 1940 entrando in Egitto ma nel dicembre seguente le forze britanniche del generale Archibald Wavell, modernamente armate e molto mobili, passarono alla controffensiva, sbaragliarono l’esercito italiano e occuparono l’intera Cirenaica. Benito Mussolini fu costretto a chiedere aiuto ad Adolf Hitler che, nel marzo 1941 inviò in Nordafrica il cosiddetto Afrikakorps guidato dall’abile generale Erwin Rommel. Da quel momento le Panzer-Division dell’Afrikakorps svolsero un ruolo decisivo nella campagna per le forze dell’Asse; nella primavera 1941 il generale Rommel passò all’attacco e riconquistò la Cirenaica tranne Tobruk; dopo altri successi, le forze italo-tedesche furono però sconfitte nell’inverno dello stesso anno dalla nuova offensiva britannica, operazione Crusader, e ripiegarono nuovamente fino al confine della Tripolitania.

Il generale Rommel, dopo aver rafforzato la sua armata italo-tedesca, riprese presto l’iniziativa, respinse nuovamente i britannici nel gennaio e nel maggio del 1942 combatté e vinse la grande battaglia di Ain el-Gazala; i britannici dovettero ripiegare in profondità in Egitto; Tobruk fu conquistata ed i panzer tedeschi arrivarono fino a El Alamein dove il fronte si stabilizzò nell’agosto 1942. La campagna del Nordafrica ebbe una svolta decisiva nell’autunno successivo; i britannici del generale Bernard Montgomery vinsero la seconda battaglia di El Alamein costringendo i resti delle forze italo-tedesche del generale Rommel ad evacuare definitivamente tutta la Libia; Tripoli cadde il 23 gennaio 1943. Contemporaneamente un grande corpo di spedizione anglo-americano, al comando del generale Dwight Eisenhower, sbarcò in Marocco e Algeria a partire dall’8 novembre 1942, l’operazione Torch.

Dopo l’afflusso di altre truppe italo-tedesche in Tunisia che permise di fermare temporaneamente l’avanzata alleata da sud e da ovest, la situazione delle forze dell’Asse precipitò nella primavera 1943. Privi di adeguati rifornimenti ed in schiacciante inferiorità numerica e materiale, le residue forze italo-tedesche, passate al comando dei generali Giovanni Messe e Hans-Jürgen von Arnim, si arresero entro il 13 maggio 1943, mettendo fine alla campagna del Nordafrica.

Anno 1942

Il 21 giugno 1942 Winston Churchill si trovava a Washington per importanti colloqui con il presidente Franklin Roosevelt e i suoi collaboratori riguardo alla complessa pianificazione strategica in corso di studio tra le due potenze anglosassoni; la disastrosa notizia della caduta di Tobruk gli giunse, a suo dire, del tutto inaspettata e gli causò profonda emozione e grande preoccupazione. Il presidente statunitense propose subito di far intervenire in Egitto le nuove divisioni corazzate americane in corso di addestramento negli Stati Uniti d’America e il generale George Marshall discusse con il generale George Patton le possibilità pratiche di un intervento diretto dell’esercito statunitense; di fronte alle difficoltà tecniche e all’urgenza di un sostegno ai resti dell’esercito britannico in Egitto, i dirigenti dei due paesi decisero per il momento di rinforzare l’8ª Armata con l’invio di 300 carri armati americani ultimo modello M4 Sherman e 100 cannoni semoventi. Nel frattempo la situazione dell’esercito britannico appariva veramente critica; il generale Ritchie stava ripiegando rapidamente rinunciando a difendere la linea di confine; durante un incontro con il generale Auchinleck, giunto sul posto per valutare la situazione, era stato concordato di ritirare le truppe fino a Marsa Matruh dove sarebbero affluiti i rinforzi della divisione neozelandese richiamata precipitosamente dalla Palestina e i nuovi carri armati per le brigate corazzate. Il comandante in capo del Medio Oriente predispose anche una seconda posizione di ripiegamento più arretrata ad El Alamein dove furono subito avviati reparti sudafricani; era atteso entro alcune settimane l’arrivo di una divisione australiana dalla Siria e di una divisione britannica da Cipro. Il 25 giugno 1942 il generale Ritchie schierò le sue forze sulla posizione di Marsa Matruh; egli disponeva dei reparti del generale Gott e del generale William Holmes, con 159 carri armati della 1ª Divisione corazzata; già alla fine della giornata le linee britanniche furono raggiunte dall’Afrikakorps del feldmaresciallo Rommel. …… ( Wikipedia )

 

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L’Emozione che solo i Libri Rari sanno dare by Libreria Aiace

Mosca.2

ZDROJEWSKA – KRYLOV RACCOLTA DI FAVOLE, 1957

Ivan Krylov nacque a Mosca, ma trascorse l’infanzia e la giovinezza a Orenburg e a Tver’. Suo padre, ufficiale dell’esercito russo, morì nel 1779 lasciando la famiglia in precarie condizioni economiche. Alcuni anni più tardi Krylov e sua madre si trasferirono a San Pietroburgo nella speranza di ottenere una pensione statale. A San Pietroburgo Krylov ottenne un posto di impiegato statale, ma vi rinunciò dopo la morte della madre (1788). La sua carriera letteraria cominciò nel 1783, quando riuscì a vendere a un editore una sua commedia (L’indovina dai fondi di caffè, pubblicata postuma nel 1868). Utilizzò il compenso per acquistare testi di autori francesi, in particolare di Molière, Racine e Boileau.

Il nome di Krylov è tuttavia legato soprattutto alle favole, a cui si dedicò completamente per il resto della vita a partire dal 1808. Nel 1809 venne pubblicata una prima raccolta di 23 favole, che ottenne un successo straordinario e venne seguita da altre otto raccolte simili nel periodo di tempo fra il 1810 e il 1820. Le sue favole con animali prendono di mira direttamente i vizi umani, in particolare l’incompetenza, l’arroganza e la stoltezza, con riferimenti alla vita russa contemporanea. Ispirandosi a Esopo e a La Fontaine, Krylov manifesta un atteggiamento piccolo-borghese tipicamente russo, basato sul buon senso ma anche a un certo conformismo. Nonostante fosse un conservatore e un classicista (la struttura narrativa è arcaica e tipicamente settecentesca), egli usò per le sue favole la lingua viva e corrente del popolo russo, riuscendo a conferire per la prima volta dignità d’arte a locuzioni idiomatiche che da allora in poi sono diventate parte integrante del patrimonio letterario della lingua russa. ( Wikipedia )

Commento

Nelle sue favole, scritte in modo vivace, incisivo e con il linguaggio del popolo, si mescolavano folclore e saggezza contadina e venivano presi di mira la presunzione e la stupidità dell’uomo. Non solo, la satira di Krylov colpiva, attraverso atteggiamenti e parole degli animali umanizzati, la politica russa dell’epoca, in particolare gli aspetti repressivi dell’autocrazia, ed è per questo che le favole più audaci furono divulgate soltanto molti anni dopo la morte dell’Autore.

FRANCESCO GABRIELLI, GIOCHI GINNASTICI, HOEPLI, 1895

IL GIUOCO DEL CALCIO

(Ingl. Football. — Ted. Fussball. — Fr. La barette)

Il Calcio è un giuoco pubblico di due schiere di giovani a piedi e senz’arme, che gareggiano piacevolmente di far passare di posta oltre allo opposto termine un mediocre pallone a vento a fine d’onore.

G. De’ Bardi. — (an. 1580).1.

I. INTRODUZIONE.

Per le ricerche fatte da molti studiosi delle opere di Marziale, Polluce, Galeno, Ateneo, Eustazio e del Mercuriali2, s’è riconosciuto che i giuochi antichi dei Greci e dei Romani, detti Episciro, Fennida e Arpasto avevano molta somiglianza col giuoco italiano del Calcio, e [p. 30 modifica]si crede che questo abbia avuto origine da quelli. Parecchi pensano che i Romani nelle terre dove estesero il loro dominio, lasciassero, con le altre usanze, anche quelle dei loro giuochi, e che l’Arpasto derivasse il Calcio. In tal modo si spiega perchè questo giuoco potesse essere praticato in Inghilterra fino dall’anno 13493, e in Francia fino del 13874.

In Italia questo giuoco fu in gran voga specialmente al tempo dei Medici, come divertimento annuale e carnevalesco della città di Firenze, dalla quale prese l’appellativo di fiorentino (Florentinum Hàrpastum) e spettacolo solenne della nobiltà toscana nelle ricorrenze di feste principesche.

Dal discorso citato del Bardi si può apprendere, meglio che dallo Scaino5, come si faceva a quei tempi il Calcio, e quanta sia la differenza che passa fra il giuoco d’allora e quello moderno che gli corrisponde. Allora gli elementi principali del Calcio erano la corsa, la lotta e le pugna; ora gli è esclusivamente un giuoco di corsa: allora era un esercizio sopratutto spettacoloso, ora è un esercizio eminentemente igienico.

In principio del secolo XVIII esso scomparve dalle abitudini popolari italiane, ed ora ritorna in uso modificato razionalmente dagli Inglesi. Anche in Inghilterra da qualche secolo il Calcio (Football) non era più praticato, e solamente una trentina d’anni fa ricomparve fra gli studenti; i quali, per adattarlo alla scuola, gli apportarono via via delle modificazioni, alcune però secondo [p. 31 modifica]un certo punto di vista, altre secondo un altro, di modo che ne risultarono due forme di giuoco differenti.

Una, dal nome della città sede della scuola in cui venne regolato, si chiamò Football Rugby, e l’altra, dalla società costituitasi per diffonderlo, Football Association.

Il Football Rugby ha più somiglianza col Calcio antico, il Football Association è molto diverso. Nel primo si manda avanti la palla (ovale) coi piedi e si può portarla anche con le mani dentro la porta nemica; nel secondo la palla (rotonda) non viene mai toccata con le mani. In quello l’azione del portare la palla è impedita dagli avversari, ed è cagione di mischie e di zuffe, spesso funeste ai giocatori; in questo è proibito di toccare gli avversari.

Perciò il Rugby non viene compreso in questa raccolta: si accoglie invece il Calcio secondo il metodo dell’Association, dandogli il posto d’onore fra i giuochi scolastici, perchè, per i suoi effetti igienici e per il grande numero di giocatori che vi possono partecipare, è senza dubbio il più importante di tutti, e merita davvero le migliori cure da parte dei preposti all’educazione fisica della gioventù.

Calcio

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Aggiornato al 17 Settembre 2022

Club di Lettura: Arte Italiana Post-Guerra – Carver Country – Prigioni di Hitler

Lettura

ADACHIARA ZEVI, PERIPEZIE DEL DOPOGUERRA NELL’ARTE ITALIANA, EINAUDI

Adachiara Zevi, nata a Roma, compie studi classici e nel 1976 si laurea in Architettura all’Università di Roma “La Sapienza”.
Consegue successivamente il diploma di perfezionamento in Storia dell’Arte contemporanea presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Bologna con una tesi su Le Corbusier pittore e scultore.

Amplia quindi la sua formazione storico-artistica frequentando l’Università Internazionale dell’Arte di Firenze, diretta da Carlo Ludovico Ragghianti, dove si diploma con uno studio sull’impiego del computer nella lettura delle opere d’arte.

Tra il 1987 e il 1988 è a New York per una borsa di studio Fulbright presso la Columbia University.

Dal 1976 insegna Storia dell’Arte nelle accademie di belle arti di Macerata, Firenze, Bologna, Milano, Palermo e Napoli. All’attività accademica affianca da sempre l’impegno storico e critico seguendo con continuità il lavoro di artisti italiani e internazionali come Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Dan Graham, Sol LeWitt, di cui cura mostre, cataloghi e studi monografici.

L’attenzione particolare rivolta alla relazione tra arte e architettura informa, dal 1989 al 2005, Spazi/Arte, rubrica dedicata alle arti visive sulla rivista mensile “L’architettura – cronache e storia” ( RCS, Milano ).

Nel 2000 pubblica Arte USA del Novecento ( Carocci Editore, Roma ) in cui, seguendo lo sviluppo del “secolo americano”, ricerca e rintraccia, a partire dalla peculiarità del paesaggio urbano, la vera identità dell’arte statunitense.

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CARVER COUNTRY, IL MONDO DI R. CARVER, CONTRASTO

” Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra’ ‘. Questo desiderava e ha ottenuto dalla vita Raymond Carver come dice in ‘ Ultimo frammento ‘. Il testo – insieme a lettere, in parte inedite, poesie, interviste, foto della scrivania dello scrittore, dei luoghi dell’infanzia, della madre – e’ raccolto nel libro ‘ Carver Country ‘.

Viaggio nel mondo di uno dei maggiori scrittori americani del Novecento, autore di libri come ‘ Di cosa parliamo quando parliamo d’amore ‘, ‘ Cattedrale ‘ o ‘ Vuoi star zitta, per favore? ‘, morto a 50 anni nel 1988, ‘ Carver Country ‘ e’ nato proprio dall’incontro nel 1982 tra Adelman e Raymond per un servizio sulla rivista ‘ Life ‘.

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N. WACHSMANN, LE PRIGIONI DI HITLER, MONDADORI, 2007

Konrad Wachsmann (Francoforte sull’Oder, 16 maggio 1901 – Los Angeles, 26 novembre 1980) è stato un architetto tedesco naturalizzato statunitense.
Studiò dapprima presso la Scuola di Arti e Mestieri in Berlino e successivamente frequentò l’Accademia di Arte a Berlino, dove fu allievo di Heinrich Tessenow.
Nel 1923 incontrò a Berlino Hans Poelzig, il quale esercitò una notevole influenza intellettuale. Nel periodo 1926-1929 egli fu considerato l’architetto più esperto nella progettazione di edifici in legno in Europa.
Nel 1930 progettò la casa in legno per Albert Einstein, presso Caputh in Germania. Nell’ottobre del 1930 l’editore Ernst Wasmuth di Berlino pubblicò il suo libro Holzhausbau, considerato ormai un classico per la progettazione di edifici in legno.
Nel 1932 venne candidato al prestigioso “Premio Roma” indetto dall’Accademia Prussiana delle Arti. In tale occasione, prima di raggiungere Roma, ebbe modo di visitare le città di Vicenza, Padova, Venezia, Bologna, Siena e Assisi.
Dopo il viaggio in Italia, iniziò un periodo travagliato e turbolento, che lo vide girovago e rifugiato in Francia e in Italia. Wachsmann riuscì a salvarsi dalla Gestapo, che lo inseguiva, grazie al visto di rifugiato politico ottenuto nel 1935 dagli Stati Uniti. ( Wikipedia ) ………

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Aggiornato al 1 Dicembre 2023

 

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