Intervista esclusiva di “Stelle in Campo”, abbiamo contattato Maria Grazia Gerwien, attaccante dell’ACF Genova, squadra vincitrice del primo campionato di calcio femminile nel 1968. La Gerwien vinse anche una Coppa Europa nel 1969 con la maglia della Nazionale Italiana.
Al link sottostante, potrete ascoltare l’intervista integrale. E’ stato emozionante intervistare questa atleta, la sua storia deve aiutare le giovani calciatrici a capire che il calcio femminile, se sta raggiungendo dei risultati e più visibilità lo deve a donne come Maria Grazia.
Thibault Rabeux è un giornalista francese, autore del libro “Women’s soccer: The official history of the unofficial World Cups” disponibile su Amazon sia in lingua inglese che francese.
L'”incontro” con Thibault è stato casuale, ho ricevuto una sua email all’indirizzo stelleincampo@gmail.com quasi un mese fa e, da quel giorno, ne è nata una piacevole corrispondenza virtuale. Quando accadono queste cose, adoro la tecnologia, ti permette di scambiare delle opinioni su ciò che rappresenta la tua più grande passione di sempre, con persone e “addetti ai lavori” che abitano a molti km di distanza da te. Grazie Thibault!
In questa intervista esclusiva, Thibault ci racconta del suo lavoro nel movimento del calcio femminile e cosa lo ha spinto nel seguire questo sport che sta appassionando sempre più persone nel mondo.
1) Raccontaci la tua storia…
Mi chiamo Thibault Rabeux, lavoro come giornalista e sono specializzato in SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca). Nel 2011, pur non essendo ancora laureato, ho provato a scrivere articoli per diversi media (sito web e testata giornalistica) specializzati sul calcio maschile, ma la concorrenza era alta. Tutti guardano e amano il calcio maschile. Ecco perché è davvero difficile farcela in questo campo.
Di conseguenza, ho deciso di diventare un esperto di calcio femminile. Dopotutto, è lo stesso sport! Così ho iniziato a guardare le partite in TV, sono andato allo stadio a vedere le partite dal vivo, ho iniziato ad interessarmi alle giocatrici… Poi ho contattato i pochi siti francesi specializzati sul calcio femminile e ho chiesto se potrebbe scrivere articoli per loro. Due siti web mi offrirono la possibilità di scrivere per loro: “une-deux.net” e “footdelles.com” che è ancora online.
È così che è iniziata la mia “carriera”. Ho fatto molte interviste (Sandrine Soubeyrand, Tobin Heath, Amandine Henry …); ero presente durante gli allenamenti di squadre come il PSG (ho incontrato Sara Gama un paio di volte a Parigi quando giocava per il PSG). Nel 2014 sono andato in Canada per seguire la Coppa del Mondo femminile Under 20. È stata un’esperienza incredibile! Ho intervistato molte giocatrici da tutto il mondo: nigeriani, nord e sudcoreani, tedeschi, canadesi, francesi, brasiliani, neozelandesi …
Sfortunatamente, mi sono fermato nel 2015 per trovare un lavoro più redditizio … In Francia, è davvero difficile guadagnare abbastanza soldi per vivere con il calcio femminile … Tuttavia, ho deciso di immergermi di nuovo in questo sport l’anno scorso, nel 2019, scrivendo il mio primo libro sulla storia del calcio femminile
2) Dove è nato il tuo interesse per la storia del calcio femminile?
Quando ero un giornalista a tempo pieno, specializzato in calcio femminile, lavoravo per siti web che parlavano di notizie. Ad esempio, abbiamo realizzato molti report sulle partite e commenti dal vivo. È un buon esercizio, ma c’è un problema: tutti facevano la stessa cosa. Ero stanco di questo, quindi volevo scrivere qualcosa di diverso. Volevo scrivere qualcosa di mai pubblicato prima (almeno in Francia). Ed è naturale che ho scoperto la storia del calcio femminile. Un argomento inesplorato in lingua francese.
C’è così tanto da raccontare … Ho la sensazione di fare qualcosa di utile raccontando storie attraverso il mio libro o il mio canale YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCwVBs7ti3YisWuAeDHleagQ ). Le pioniere meritano gratitudine e riconoscimento, ecco perché faccio del mio meglio per raccontare le loro storie. 3) Puoi parlarci del tuo libro? Dove possiamo acquistarlo?
Il mio libro è dedicato ai Mondiali femminili “non ufficiali” giocati negli anni ’70 e ’80. “Non ufficiali” significa che quei tornei non sono stati organizzati e ammessi dalla FIFA. Tuttavia, alcune di queste competizioni sono state incredibili. Ad esempio, nel 1971, il Messico ha ospitato una Coppa del mondo. La finale Danimarca vs Messico si è giocata davanti a 110.000 spettatori. La Danimarca ha vinto 3-0 grazie a tre gol di una giovane giocatrice, Susanne Augustesen, di 15 anni! Ci sono molti aneddoti su questa competizione. Se ti interessa, ho pubblicato un video dedicato a questo torneo:
https://www.youtube.com/watch?v=zwArA4F0ooE
Se ami la storia del calcio femminile e gli aneddoti divertenti, sono sicura che apprezzerai il mio libro, disponibile solo su Amazon in francese e in inglese. Ho intervistato ex calciatori per scriverlo, soprattutto Susanne Augustesen o Feriana Ferraguzzi, ex giocatrice italiana. 4) Qual è la tua giocatrice preferita nel calcio femminile?
Nel 2012, quando ho scoperto il calcio femminile, adoravo la giocatrice svedese Lotta Schelin che ha giocato per il Lione in Francia. Ma ora, ho più ammirazione per le ex giocatrici. Se dovessi fare una selezione, sceglierei Carolina Morace, Rose Reilly, Susanne Augustesen e Lone Smidt Hansen.
5) Quale giocatrice vorresti intervistare?
Le quattro giocatrici citate nella domanda precedente! Anche se ho scambiato qualche email con Susanne Augustesen per scrivere il mio libro, non l’ho mai incontrata. Forse un giorno, per il mio canale YouTube, intervisterò una di quelle leggende.
A proposito, ho appena lanciato la mia prima newsletter! Invio ogni giorno per 15 giorni, via email, una storia / aneddoto illustrato sulla storia del calcio femminile. Se sei interessato, ecco i link in inglese (o in francese) per iscriverti alla mia newsletter 🙂
L’Italia vince 5 a 0 contro la Bosnia grazie alle magie di Girelli, tripletta per lei, Galli e Linari.
Tutto troppo facile per le azzurre che il 27 ottobre andranno a scontrarsi contro la Danimarca per uno scontro al vertice che sarà determinante per la qualificazione ai prossimi europei.
Scrivimi su stelleincampo@gmail.com per parlare di calcio femminile o promuovere la tua attività in questo movimento.
A questo link, potrete ascoltare il mio approfondimento sulla partita!
Fiorentina, Juventus e Milan. Comincia a delinearsi la cima della classifica di questo campionato di Serie A sempre più avvincente e ricco di nuove giocatrici che hanno alzato il valore tecnico della massima serie.
Non possiamo iniziare questo articolo senza citare la fenomenale giocatrice maltese HALEY BUGEJA, autrice di una prestazione magica al suo esordio assoluto in Serie A contro il Napoli.
Haley ha segnato due gol, uno più bello dell’altro ed è la vera sorpresa di questo weekend.
Il Napoli gioca bene, passa in vantaggio con capitan Di Marino, ma nulla può di fronte al nuovo fenomeno nero verde. Il rigore di Dubcova per ingenuità di una combattiva Oliviero, porta le padrone di casa in vantaggio, sigla il definitivo 3 a 1 la prestante Bugeja, classe 2004.
Vince ancora il Milan e lo fa con una Valentina Giacinti in cerca di riscatto. Il capitano sigla una doppietta personale e la squadra di mister Ganz vola a punteggio pieno e si conferma essere una delle prima della classe contro un Bari solido, ma che non ha saputo incidere più di tanto in fase offensiva. Da segnalare la rete di Soro.
Cade la Roma in casa propria contro l’Empoli di mister Spugna. Incredibile partita delle azzurre, i gol di Glionna e Prugna arrivano su calcio di rigore, ma la squadra gira bene e Di Guglielmi e compagne sembrano aver trovato la giusta grinta per affrontare questo campionato.
La Juve fatica a San Marino, ma, dopo diverse occasioni sprecate, Girelli e Caruso portano i 3 punti a Vinovo. Una buona prova per le ragazze di Conte che nelle prime due giornate avevano pagato molto alto il salto di categoria.
Il derby toscano tra Fiorentina e Florentia consacra definitivamente Mascarello e Adami, autrici di due gol di pregevole fattura grazie a due assist al bacio della solita Tatiana Bonetti. La Florentia reagisce e accorcia le distanze, prima con Sofia Cantore, poi con Martinovic. La solita Daniela Sabatino mette il punto esclamativo sulla partita.
Chiude la giornata Verona Inter con la prima vittoria in campionato per le ragazze di mister Sorbi. Il Mister nerazzurro rivoluziona buona parte della squadra e, a sorpresa, lascia in panchina Merlo e Tarenzi per far spazio a Baresi e Rincon.
Un risultato giusto per quanto visto in campo, l’Hellas ha giocato bene in fase di giro palla, ma davanti si è mostrata una squadra ancora poco concreta.
La prossima settimana non si giocherà a causa dello stop per la Nazionale , nel doppio scontro contro la Danimarca per la qualificazione a Euro 2022.
Il prossimo turno si disputerà il 3 e 4 ottobre 2020.
Roma – Verona Women
Fiorentina – Sassuolo
Milan – Juventus
Napoli – Inter
Pink Bari – Empoli Ladies
San Marino Academy – Florentia San Gimignano
Pronti, ai posti..VIA! Riparte la Serie A di calcio femminile e con lei, anche il blog del Podcast di Stelle in Campo!
Dopo la lunga pausa forzata, causa pandemia, le nostre beniamine sono scese in campo dando vita a gare ricche di emozioni. Ho seguito con attenzione Fiorentina-Inter 4-0, Sassuolo-Roma 1-1 e Milan-Florentina 1-0.
Nei “TOP” della settimana inserisco la “sempreverde” Daniela Sabatino. Ciò che mi ha colpito di lei, non sono stati i due gol, ma la voglia di lottare, combattere e gioire insieme a tutta la squadra. Sabatino è una perfezionista, una leader. Quest’anno avrà Claudia Neto, giocatrice portoghese che mi ha impressionata tantissimo, pronta a seguirla per il campo per porgerle degli assist al bacio. Mister Cincotta ha lavorato bene e si è visto. La viola è la squadra che più mi ha convinta in questa prima giornata. Riuscirà ad essere continua nei risultati?
Il Pink Bari strappa tre punti d’oro contro un Napoli mai domo, pronto a lottare e che avrebbe meritato qualcosa in più. L’errore di Di Criscio, porta al rigore che Manno, implacabilmente, segna.
Altro esordio in Serie A per il San Marino Academy che sembra pagare altissimo lo scatto nella nuova Serie. Le ragazze di mister Conte prendono 10 gol contro uno scatenato Empoli Ladies trascinato da Polli e Glionna, rispettivamente tripletta e doppietta per la coppia d’attacco toscana. C’è tanto lavoro da fare per le ragazze sammarinesi.
Il Milan vince, ma non convince. Sottotono il capitano Giacinti, troppo buona davanti al portiere avversario e con una manovra poco fluida. Il gol di Miriam Longo, infortunatasi dopo aver battuto il “5” a Rask, porta tre punti d’oro a Ganz.
Un tempo per uno tra Roma e Sassuolo. Ottimo primo tempo giallorosso, le emiliane escono fuori nella ripresa con una fantastica Ribone e Parisi che sembra vivere una seconda giovinezza. Tutti i palloni passano dai suoi piedi.
La Juve vince due a zero contro il Verona, reti della solita Cristiana Girelli e Arianna Caruso. Da segnalare il rigore sbagliato dalle padrone di casa che avrebbe potuto riaprire la gara.
Classe 2000, da diversi anni lontano da casa per seguire il suo sogno: giocare a calcio ad alto livello, con l’obiettivo, un domani, di vestire la maglia azzurra della Nazionale.
Rebecca comincia a giocare a 8 anni, grazie a suo fratello, nella scuola calcio dei suoi genitori. Quest’anno ha militato nel Cesena, in Serie B.
Ecco l’intervista esclusiva per il nostro podcast di “Stelle in Campo”.
Si ringraziano LTA Agengy Italia e Rebecca Laface per la concessione.
Com’è nata la tua passione per il calcio?
Spesso accompagnavo mio fratello agli allenamenti ed alle partite, credo sia iniziato tutto da lì. Il suo entusiasmo e la sua passione mi hanno travolto.
Raccontaci il tuo percorso calcistico…
Ho iniziato a giocare a 8 anni nella scuola calcio dei miei genitori, oggi polisportiva Gi.A.Re. (Giovanni, Adele, Rebecca). Compiuti i 16 anni sono andata nel Nebrodi (Serie B, pre riforma). L’anno seguente ho iniziato la stagione a Trani, ma a dicembre mi sono trasferita a Jesi (Serie B, pre riforma). La stagione dopo ancora a Jesi per poi approdare nel Cesena.
C’è un allenatore o un allenatrice che senti sia stato più determinante di altri per la tua crescita calcistica e non?
Nel percorso della scuola calcio ho avuto dei mister magnifici, con cui ancora adesso parlo e mi confronto. Di sicuro mi hanno dato delle ottime fondamenta..
Nella prima squadra, invece, determinante è stato il percorso con mister Emanuele (Iencinella). Abbiamo fatto un ottimo lavoro sia in campo, che fuori. Anche con lui parlo spesso, per me i suoi consigli sono determinanti.
Il prossimo anno ti vedremo ancora tra le fila del Cesena?
Non credo. Vorrei trovare una realtà più adatta a me per continuare il percorso di crescita.
Come ti sei allenata durante il periodo della quarantena?
Il periodo di quarantena l’ho passato a Torino, da mio fratello. Non avendo molto spazio ho svolto prevalentemente esercizi per migliorare la forza, continuando il percorso iniziato qualche mese prima con un preparatore personale.
Quando non giochi a calcio, quali sono i tuoi hobby?
Amo gli animali e il mare. Quando sono a casa passo molto tempo con Pallottina e Whiskey, i miei due cani. Durante il periodo estivo mi godo il mio mare, vado in canoa o in barca a pescare con mio padre, mio fratello e mia sorella. Per il resto quasi tutto il mio tempo è occupato dall’università e dal calcio, ma nei momenti di relax mi piace leggere.
A quale calciatrice/calciatore ti ispiri?
Non mi ispiro a nessun calciatore o calciatrice in particolare. Cerco di apprendere da tutti, ma non farmi influenzare da nessuno. Il gioco che cerco di esprimere è quello che mi appartiene.
Essendo amante dello sport, prendo come riferimento diversi atleti cultori dei valori alla base del concetto sport. Primi fra tutti il rispetto, il sacrificio, la passione e l’uguaglianza.
Hai un rito scaramantico quando scendi in campo?
No, non ho nessun rito scaramantico.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne ho molti di sogni.
Emma Errico, savonese, classe 1994, centrocampista del Sassuolo, squadra che milita nel campionato di Serie A femminile, è stata l’ospite di questa settimana del nostro podcast “Stelle in Campo”. Emma ha appena concluso il suo quarto campionato di Serie A consecutivo. Nella sua carriera ha vestito anche la maglia azzurra durante le Universiadi svolte in Campania nel 2019.
Emma è una ragazza umile, con un grande talento calcistico a cui auguriamo di raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo, nella vita privata e professionale. Ecco a voi l’intervista scritta e audio!
Si ringraziano Emma Errico ed il Sassuolo calcio per la disponibilità.
“Avendo il papà allenatore e seguendolo ovunque, durante i suoi allenamenti, mi ricordo che stavo sempre attaccata al muretto con il pallone a giocare. Un giorno, l’allenatore della squadra dei ragazzini ha parlato con papà Cesare e gli ha detto “Me la porto a fare allenamento con i miei”Da quel momento è iniziato il mio percorso calcistico.”
Hai un allenatore/allenatrice di riferimento che ti ha permesso di crescere non solo come calciatrice, ma anche come donna?
“Non ne ho, ho sempre cercato di prendere da ognuno gli insegnamenti che mi hanno dato. Ho avuto la fortuna di avere sempre allenatori e allenatrici molto preparati, ma la fortuna più grande è stata quella di avere papà Cesare. Quello che mi ha dato lui sia da un punto calcistico che da quello umano, è stato unico.”
Quali suggerimenti daresti ad una bambina che vuole cominciare a giocare a calcio?
“E’ una domanda che mi fanno spesso. Le direi di lottare per il suo sogno. Di non farsi mai condizionare dalle persone, dai pregiudizi del mondo esterno. La mia tesi triennale dell’Università è iniziata con questa frase. Lo sport è qualcosa che è bello vivere ogni giorno.”
Cosa stai studiando?
“Sono iscritta alla Laurea Magistrale di Parma di attività preventive e adattate. La laurea triennale in Scienze Motorie, invece, l’ho discussa all’Università di Genova.”
Qual è stata la tua vittoria più importante fino a questo momento?
“Sicuramente la promozione con il Cuneo contro il Luserna, in casa loro. Mancavano 10 minuti alla fine, mi è arrivata la palla, un cambio di direzione sul terzino che mi marcava ed ho fatto il gol che ha portato la squadra alla vittoria e alla conseguente promozione.”
La tua delusione, invece?
“Tre anni fa, il primo anno a Ravenna. Lo spareggio contro il Bari, in campo neutro. Una partita tosta, perdemmo alla fine. Ho sentito molto quella sconfitta, era il mio primo anno fuori di casa, avevo molta nostalgia della mia famiglia. Non fu una sconfitta facile da digerire.”
Torniamo al presente, come ti sei allenata in quarantena?
“La prima parte a Reggio Emilia con un gruppo di ragazze. Le mie giornate erano monotone, ma belle. Con le altre giocavamo a calcio tennis, avevamo un bel giardino. Poi studiavo e, al pomeriggio, nuovamente calcio tennis con le compagne. La seconda parte, invece, sono tornata dalla mia famiglia e non potevo chiedere di meglio. In questo periodo tragico per tutti, ne ho approfittato per godermi mamma e papà. Ho la fortuna di abitare in campagna vicino al mare, non ho mai smesso di allenarmi.”
Cosa manca al movimento del calcio femminile per fare un salto in più?
“La scorsa settimana ho avuto il piacere di parlare con Elena Linari di una realtà come l’Atletico Madrid. Manca quella parola: il professionismo. Viviamo, ci comportiamo, veniamo trattate come delle professioniste e non possiamo dire il contrario. Il calcio femminile in Italia ha fatto dei passi in avanti, ma quella parolina ci farebbe fare il cambio di marcia decisivo. La ripresa del campionato poteva dare un segnale in più, però sono state prese delle altre decisioni che accettiamo. Ripartiremo, d’altronde siamo donne e siamo forti.”
Quali sono le tue caratteristiche in campo?
“Mi piace giocare davanti alla difesa perchè adoro far iniziare l’azione. Alla Pirlo e alla Pjanic. Mi piace dare ordine e inventiva.”
Su cosa senti che devi migliorare?
“Durante la quarantena, ho deciso di prendere un preparatore atletico personale perchè ne sentivo l’esigenza di farlo. La prima domanda che mi ha fatto è stata “In cosa ti senti carente?” In questi tre mesi sto lavorando sulla rapidità nel breve, cambio passo. Mi sento bene, in campo sarà un’altra cosa, però sono positiva.”
Hai una calciatrice di riferimento a cui ti ispiri?
“Calciatrice no, calciatore sì. Mi piace moltissimo Pjanic tocca mille palloni, varia dalla giocata semplice a quella da fuoriclasse, cambi di passo, punizioni incredibili.”
Sei scaramantica?
“Sono scaramantica, da buona ragazza del Sud. Ascolto sempre, prima di ogni partita, il discorso di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, lo faccio sempre ascoltare anche alla mia vicina di pullman. Comunque, più che alla scaramanzia, preferisco affidarmi a Dio. Sia io che la mia famiglia siamo molto credenti.”
Tre aggettivi per descriverti
“Umile,generosa e caparbia”
Quando non giochi a calcio, cosa ti piace fare?
“Mi piacciono tanti altri sport: tennis, nuoto in primis. Poi, ho cominciato a leggere molti libri, in particolare, due libri che vorrei consigliare a tutti sono quello di Bebe Vio, e quello scritto da Fabio Caressa “Sono tutte finali”, me lo hanno regalato i miei genitori con tanto di dedica all’interno.”
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Come ogni calciatrice, è vestire la maglia azzurra. Ho avuto l’emozione e il privilegio di farlo nella maggior parte delle giovanili, anche lo scorso anno con l’under 23 per partecipare alle Universiadi. Cantare l’inno è indescrivibile.”
Continuano le interviste esclusive di “Stelle in Campo”. Questa settimana abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandro Pennestri, agente e responsabile della LTA Agency Italia, agenzia che, ormai da tantissimi anni opera nel mondo del calcio femminile.
Sono tante le riflessioni che Pennestri fa durante la nostra chiacchierata: presente e futuro del movimento femminile in Italia e proposte concrete su come migliorarlo, prendendo come esempio la Premier League inglese.
Quando è nato il suo interesse nei confronti del calcio femminile?
“La mia storia nel calcio femminile nasce molti anni fa, ero un collaboratore sportivo nel calcio maschile e davvero non vedevo prospettive nel femminile, poi una mia personale esperienza famigliare mi ha portato ad avvicinarmi a questo mondo. Ho fatto una promessa a mia sorella, che non attraversava un buon periodo di salute, con la quale le assicuravo che insieme ci saremo fatti questa esperienza nel calcio femminile. Purtroppo lei non ha avuto modo di metterla in atto, e quindi ho voluto onorare almeno io la mia parte di promessa. Quindi mi sono avvicinato al calcio femminile, ed ho iniziato prima come Allenatore, poi come dirigente, ed ora lavorando per la LTA.”
Ci parli della LTA AGENCY..
“La nostra è un’agenzia internazionale di intermediazione sportiva, lavoriamo moltissimo in Europa, con tutti i più importanti club professionistici femminili. In Italia, il nostro è per ora più un lavoro di consulenza legale sui contratti, ma a breve si aprirà il versante del professionismo e quindi cambierà anche il nostro contributo. Siamo un’agenzia totalmente dedicata al mondo del calcio femminile, non facciamo molto maschile, perché crediamo molto nell’essere vicini alle nostre calciatrici, a seguire i loro bisogni, e quindi aiutarle nel percorso di crescita che stanno facendo. Per questo non vogliamo nemmeno centinaia di calciatrici (e vi assicuro che sono molte le calciatrici che ci contattano per collaborare con noi), ma prendiamo solo quelle che realmente possiamo assistere, e che professionalmente potremo aiutare nella loro carriera. Mi sembra una scelta deontologicamente corretta.”
Cosa manca al calcio femminile per raggiungere il professionismo?
“Io credo che su questo argomento vada fatto un “distiguo”. Innanzitutto, le calciatrici, per impegno, dedizione, e meritocrazia, dovrebbero già essere considerate delle professioniste. Sia come aspetto lavorativo, sia per quanto riguarda quello delle tutele. Ma questo vale in pratica per tutto l’universo sportivo e non, al femminile. Le donne sono la base della società moderna; mamme, sorelle e figlie, svolgono da sempre molteplici attività all’interno della nostra società, lavorando e accudendo case e famiglie, meriterebbero a prescindere il maggior numero di tutele possibili. Altro aspetto invece è quello manageriale. Oggi il calcio femminile, è un investimento su un futuro, speriamo non troppo lontano, di un prodotto che generi economia. La realtà è che oggi non lo crea a sufficienza e che tutte le sue componenti, con molta “coscienza” dovrebbero ammettere e collaborare per rendere le cose migliori. Non basta chiedere i propri diritti, sia pure giustificati, per vederli soddisfatti, va data un visione del futuro del movimento che passa per le calciatrici ed i club, arrivando al professionismo. Ma questo solo se verrà dato a chi vive quotidianamente il movimento, la possibilità di operare e creare “il prodotto calcio femminile”, sviluppandolo e promuovendolo come deve. Per questo fondamentale potrebbe essere una Lega dei club di calcio femminile, dato anche l’ingresso di grandi club, senza tralasciare quelli di puro settore, che io vedo di buon occhio, perché curando i loro giustificati interessi, determineranno il cambiamento del movimento verso il professionismo.”
E’ stato giusto sospendere il campionato di Serie A femminile?
“Io dico, inevitabile. Non ci sono mai state le condizioni di una ripresa in sicurezza ed economicamente sostenibili, per la serie A femminile. Ora però, vanno rimboccate le maniche e operare per il cambiamento. Le parole del ministro Spadafora, in merito alla riforma dello sport, fanno ben sperare, ma non devono essere i burocrati a operare il cambiamento, ma un cambiamento dal basso, partendo da quelle realtà anche piccole che vivono il territorio, che combattono ogni mese per perseguire i propri fini sociali e sportivi. “Che sia il calcio femminile a cambiare il Calcio femminile””
Pensa che questo stop forzato, rallenterà la crescita del movimento femminile?
“Io credo sempre che le cose non accadano mai per caso, che ci sia sempre come una occasione per cambiare il futuro. E’ stato istituito un fondo per lo sport, di cui in parte vi è una porzione per il calcio femminile, utilizziamo questo come punto di partenza per il cambiamento, per rendere le cose migliori, per generare interesse, e condivisione. Rifletto sempre come intelligentemente in Inghilterra utilizzano i fondi per i club di Premier League. Lì, per rendere il prodotto Premier maggiormente interessante, si gestiscono i ricavi del campionato (e vi assicuro che sono bravissimi a scovare sempre nuovi metodi per prezzare il proprio marchio), non distribuiscono i soldi in funzione di “bacini d’utenza” o “dal più forte al più debole”, bensì in modo inverso. I club più piccoli, quelli che magari salgono dal campionato minore, sono quelli maggiormente interessati da questi fondi. Facendo così si alza livello e lo si uniforma, aggiungendo spettacolo e imprevedibilità al campionato, e quindi interesse. Ma si sa, li sono anglosassoni, noi siamo “latini” facciamo a modo nostro….”
Come cambierà il calcio mercato dopo questa stagione?
“E’ inevitabile, credo, che la crisi stia creando qualche difficoltà a molti club, e non penso solo a quelli di puro settore. La data di ripartenza, poi, si vocifera essere molto ravvicinata, quindi tutti saranno in fermento per completare le rose, e renderle competitive, con le poche risorse che si hanno. Ma ci sono tanti dirigenti competenti, e spero vedano di più al merito/talento, ed alle qualità umane delle calciatrici. Sarà sicuramente un mercato rapido, ed andranno prese al volo le opportunità che si presenteranno.”
Denise Civitella
Si ringraziano Alessandro Pennestri e Isabella Lamberti di LTA Agency per la concessione.
Federica Cafferata, classe 2000, esterno del Napoli Calcio femminile, neo promosso in Serie A, ha parlato ai microfoni di “Stelle in Campo”. Nel suo palmares vanta uno scudetto Juniores con il Ligorna, la promozione in Serie A nella stagione 2019-2020 con il Napoli e numerose presenze nelle giovanili della Nazionale azzurra.
Facciamo un passo indietro, com’era Federica da bambina?
“Un po’ come sono adesso. Iperattiva non mi fermavo mai, mia mamma mi ha sempre fatto fare molto sport per farmi sfogare. Oggi tengo sempre lo spirito di quella bambina.”
Com’è nata la tua passione per il calcio?
“E’ una cosa che è nata dentro di me, anche grazie a mio fratello che ha giocato nella Sampdoria per molti anni. Andavo a vedere i suoi allenamenti portandomi dietro il pallone da calcio. Alle elementari, inoltre, la mia scuola fece una squadra di calcio in cui potevano partecipare sia bambini che bambine,alla fine mi ritrovai l’unica delle bimbe a giocare.”
C’è un allenatore o un allenatrice che senti sia stato/a più determinante di altri per la tua crescita calcistica e non?
“In realtà sono tre allenatori: il primo è Ruggero Speranza che ebbi al Bogliasco maschile, l’ultimo anno prima di passare al femminile, avevo quindici anni. Poi ebbi Mara Morin, pur non essendoci un alto livello in Liguria a livello calcistico, lei è una delle poche allenatrici in Italia ad avere il patentino Uefa A. Mister Morin mi ha insegnato ad essere professionale. Un’altra allenatrice eccezionale che spero di avere anche in un club, è Rita Guarino che mi ha insegnato ad avere maggior fiducia nei miei mezzi.”
Come ti sei allenata durante il periodo di quarantena? Come trascorrevano le tue giornate?
“Mi sono sempre allenata per non perdere il ritmo, anche se, con il passare del tempo, era sempre più difficile mantenere alta la concentrazione. Mi sono fermata da qualche settimana, mi sto godendo la mia estate, ma sono pronta a ripartire per la nuova stagione. E’ stato un anno molto impegnativo, sia a livello fisico che mentale. Per vincere un campionato di Serie B devi sempre rimanere sul pezzo.”
Congratulazioni per la promozione in Serie A, come ti sei trovata a Napoli?
“E’ come se non fossi mai andata via da casa. E’ una città che mi rappresenta caratterialmente. Come squadra, inoltre, siamo un gruppo forte ed unito, nonostante questo periodo difficile siamo andate avanti, ci siamo sempre parlate e abbiamo dimostrato, di essere molto affiatate.”
Qual è stato il tuo gol più importante fino a questo momento nella tua carriera?
“Quello che feci con il Ligorna, nella finale scudetto contro il Bologna. Feci il gol del 3 a 1 che chiuse definitivamente la partita a dieci minuti dalla fine. E’ stato liberatorio e molto emozionante.”
Quali sono le tue caratteristiche in campo?
“La caratteristica principale è sicuramente la velocità (come ci raccontò Noelia de Luca nel corso della sua intervista per Stelle in Campo, n.d.r.). Sono una giocatrice che, a volte, infastidisce l’avversario in maniera “furba”. Non mi reputo una giocatrice potente, ma sulla corsa e velocità la palla deve essere mia.”
Su cosa senti che devi ancora migliorare?
“Devo migliorare il colpo di testa e la freddezza davanti alla porta.”
Hai una calciatrice di riferimento a cui ti ispiri?
“Nell’ultimo anno mi piace tantissimo Alia Guagni, è una giocatrice straordinaria e mi incanta vederla giocare. E’ “internazionale” nel suo modo di giocare, ho avuto modo di incontrare ragazze che hanno giocato con lei e mi hanno confermato che si “allena come un uomo”, lo dico come complimento. Sarà bello giocarci contro il prossimo anno.”
Qual è stata la tua gioia sportiva più bella?
“Oltre alla vittoria dello scudetto contro il Bologna, anche questa promozione in Serie A tanto desiderata, la metto tra le mie soddisfazioni più grandi finora ottenute. In passato, avevo avuto dei contatti con alcune squadre di Serie A, ma non ho mai voluto accettarle perchè non volevo andare via da casa senza aver finito prima la scuola, ero ancora troppo piccola. Rita Guarino mi ha consigliato di non bruciare le tappe e fare le cose con calma. Molte ragazze, finiscono la scuola e mollano tutto per andare in Serie A. Sono felice di essermi guadagnata sul campo la promozione nella massima serie con il Napoli, nonostante non ci sia stata l’occasione di festeggiarla in maniera tradizionale. Un altro ricordo bellissimo è aver vestito la maglia della Nazionale e mi auguro che non possa essere solo un ricordo, ma che presto possa diventare nuovamente realtà.”
E la tua delusione?
“L’anno scorso, con il Genoa Women. Eravamo andate ai play out contro la Novese, lo abbiamo giocato con le nostre ultime forze, è stato un anno molto difficile. Non ce lo aspettavamo di retrocedere, eravamo cariche e convinte dei nostri mezzi. Avevamo una squadra che se la poteva giocare con tutte, ho avuto la fortuna di rifarmi alla grande quest’anno con questa bellissima promozione in Serie A con il Napoli. Sono contenta che anche le altre mie compagne del Genoa Women abbiano avuto modo di rifarsi quest’anno come Teresa Fracas che è andata al Sassuolo, Valeria Gardel che si è fatta un anno di serie A al Tavagnacco e Noelia de Luca che al Campomorone in Serie C ha fatto un bellissimo campionato.”
Sei scaramantica? Hai un rito che fai sempre prima di ogni partita?
“Nella vita no, ma nel calcio un po’ lo sono. Mi ero fatta personalizzare dei parastinchi, mia mamma me ne aveva regalato un altro paio lo scorso Natale perchè gli altri erano rotti, ma non li ho cambiati, ho sempre giocato con gli stessi. Arriverà il giorno in cui si spaccheranno in due e sarò costretta a cambiarli, ma finchè reggeranno, andrò avanti con quelli. Su quei parastinchi ci sono due/tre segni che ricordo perfettamente in quale partita me li sono fatti. Sono sicura che non li butterò mai via, hanno dei bellissimi ricordi. Prima metto il sinistro, poi metto il destro e prima di indossarli do loro un bacino.”
Federica, quando non sei sul campo di calcio, sei studente universitaria, di che cosa ti occupi?
“Seguo grafica e Web designer, studio alla Scuola Internazionale COMICS di Napoli. Mi trovo benissimo, è stata una mia scelta quella di continuare a studiare. Tengo tantissimo all’università, la grafica è uno sfogo creativo. Finita la maturità, mi sono trovata davanti ad un bivio: punto più sul calcio o lo studio? Sono riuscita a conciliare entrambe le cose, giocando a calcio, ma senza abbandonare gli studi. Alla Comics ci sono professori molto competenti e, fortunatamente, sono riuscita a concordare con loro le lezioni che seguo tre volte a settimana. Sono molto felice di come stiano andando gli studi, l’anno scolastico lo sto superando con ottimi voti.”
Hai un sogno nel cassetto?
“Il mio obiettivo è quello di ritagliarmi uno spazio importante in Serie A con il Napoli, ho voglia di mettermi in mostra. Ho voglia di fare gol e di raggiungere più obiettivi possibili con il Napoli. Voglio far bene per arrivare ad alti livelli con la mia squadra e non con un’altra. Mi farebbe piacere che il Napoli arrivasse più in alto possibile anche nella massima serie.”
Denise Civitella
Si ringraziano il Napoli Calcio Femminile e Federica per la disponibilità e la simpatia.
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Profilo Instagram di Federica Cafferata @fede_caffe
Valeria Oliveri nasce a Genova nel 1986. Appassionata di sport e di calcio. L’esordio radiofonico è nel 2010 a Radio 19, la Radio del quotidiano ligure “Il Secolo XIX” .
Arriveà al pubblico nazionale nel 2015 grazie a Radio 105. Conduttrice televisiva ed attrice teatrale. Ha collaborato con Rai 3 e Rai Educational. Si è occupata per diversi anni di programmi sportivi sul web.
Ringrazio Valeria per la disponibilità e la simpatia durante questa intervista. Le redazioni di “Stelle in campo” e “Cartellino Rosa” augurano a Valeria che il suo format “Bomber Girl” possa approdare su importanti canali mediatici ed ottenere tutto il successo che merita.
Riavvolgiamo il nastro della tua vita, com’era Valeria da bambina?
“Ero un maschiaccio, avevo i capelli corti con un pallone in mano e scarpe da ginnastica costantemente rotte. Sempre in giro per le strade a giocare a calcio con i maschietti del mio paese natale: Masone. La mia infanzia è stata molto bucolica, sempre vicina alla natura, sui prati. Fin da piccolina, ho cominciato a dare i calci al pallone. Ho sempre preferito il calcio alla pallavolo, negli anni ’90 era raro trovare una bambina che tirasse calci al pallone e gli adulti che mi vedevano giocare dicevano ai miei genitori:”Che bravo vostro figlio!” Da quando nasce la tua passione per la radio?
“Sempre da piccola, istintivamente ed in modo naturale mi auto registravo con il Canta Tu. Era un semplice registratore con il microfono. Lo usavo spesso per registrare le canzoni ed avere sempre le hit del momento aggiornate, poi ho cominciato a “chiacchierarmela” da sola, coinvolgendo anche mio fratello più piccolo di me di tre anni. Era molto divertente. A livello amatoriale, ho anche avuto modo di fare recitazione. Poi un giorno, per caso, ho trovato un annuncio su internet di una web radio che cercava degli speaker. Ho mandato una mail specificando che non avessi esperienza radiofonica, ma solo in teatro. Feci il colloquio in maniera amichevole e mi presero sulla fiducia, dandomi un programma di tre ore al giorno. E’ stato un bell’allenamento, poi pian piano ho voluto fare questo nella vita. La fortuna ha voluto che riuscissi a lavorare per Radio 19, la radio regionale del Secolo XIX, poi, sempre nell’ambito della comunicazione, mi sono occupata di sport, calcio, pronostici sportivi a Genova, poi un giorno, spuntò un concorso nazionale in cui il personale di Radio105 cercava tre speaker che facessero gli inviati in EXPO2015 a Milano, facendo delle dirette. Ho mandato il mio curriculum e le mie DEMO e mi chiamarono.”
Che consigli daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere il percorso per diventare speaker radiofonico?
“Quello che dico spesso ai ragazzi che mi scrivono, è di avvicinarsi alle web radio, basta internet ed un microfono. Oppure, se andate all’Università, informatevi sulle radio che hanno in facoltà. Bisogna approcciarsi alla radio in modo amichevole, senza pensare al network nazionale o alla FM, ci sono tanti mezzi. Attraverso Instagram, i podcast, mettetevi alla prova, come nello sport e in tutti gli altri lavori.Provateci e partite alle piccole realtà!” Raccontaci del tuo nuovo progetto Bomber girl su Instagram, Facebook e sul sito www.bombergirl.it com’è nato?
“E’ nato dal mio amore per il calcio. Volevo raccontare qualcosa che facesse parte delle mie passioni che sono il calcio e i motori. Ho pensato ai Mondiali di calcio femminile del 2019, non potevo non parlarne vista l’attualità dell’argomento. Ho provato a pensare al format, a scriverlo e ho fatto una puntata zero grazie al Genoa Under17 femminile e da lì, ho riscontrato un interesse variegato. Quello che mi ha stupito, è stata la voglia di saperne di più sul mondo del calcio femminile, anche da parte di persone che non erano minimamente interessate. Ho cercato di coltivarlo e mandarlo avanti, nonostante questi progetti abbiano bisogno anche di un sostegno economico, hai una troupe che ti aiuta per fare le immagini. Poi, purtroppo, è capitata la pandemia e tutto si è fermato, così mi sono chiesta come continuare ed ho iniziato a raccontare, dalla mia cameretta, le storie delle grandi donne del calcio femminile, in pochi minuti. Questo mi ha dato modo di capire che molti ragazzi e tante ragazze sono interessati. Mi chiedo perchè si fatichi ancora tanto a trovare editori che possano scommettere sul calcio femminile.”
Fino ad oggi, hai raccontato le storie di: Alex Morgan, Marta, Nadia Nadim, Megan Rapinoe e Lily Parr la calciatrice che cambò il calcio inglese durante la prima guerra mondiale e Alessandra Massa, giovane bombergirl del Genoa… c’è una ragazza della nazionale italiana che ti piacerebbe raccontare in uno dei tuoi episodi?
“Tra qualche settimana, uscirà un mio racconto che ho fatto per il sito del calcio femminile sui mondiali di calcio delle azzurre, in cui vado a raccontare tutte le partite. Se dovessi scegliere una ragazza è difficile. Tutte le azzurre hanno una storia interessante da raccontare. Quella più rappresentativa è Sara Gama, anche a livello commerciale ha avuto tanto riscontro. Quello che vorrei fare è raccontare non solo le imprese sportive delle calciatrici, ma gli sforzi e le fatiche che ci sono dietro per arrivare ai loro livelli.”
Cosa manca per fare il salto in più al movimento femminile?
“Manca il coraggio. Nel mio piccolo, ho notato che manca il coraggio da parte degli editori di parlare e mettere in onda argomenti riguardanti il calcio femminile. I soldi che possono essere generati dal femminile, ci sono. Tante realtà sanno che è potenzialmente un ambito che crescerà tantissimo. Le azzurre di oggi hanno un’età in cui, da bambine, non hanno avuto gli allenamenti che hanno le ragazzine di oggi. Presto, vedremo le quattordicenni di oggi giocare i prossimi Mondiali e saranno davvero molto competitive allora, a quel punto, se le azzurre di oggi hanno generato un interesse enorme, pensa a quanto share potrebbero avere le azzurrine del domani che saranno ancora più preparate fisicamente. Gli sponsor vogliono investire, ne hanno la voglia. Gli editori, invece, pensano che non ci sia interesse. Ci sono tante realtà che parlano di calcio femminile, siti web, podcast, programmi su Instagram che sono molto seguiti, ma sono tutte disgregate. E’ un peccato perchè si potrebbe fare qualcosa di ambizioso e grande se ci fosse qualcuno con la potenza del mezzo di informazione.”
Da buona genovese, tifi per il Genoa o la Samp?
“Sono blucerchiata. In realtà, sono una tifosa molto tranquilla. Nella mia famiglia guardavamo le partite, ma non andavamo allo stadio. Poi, nella mia vita, ho conosciuto un ragazzo genoano sfegatato e, adesso, mi ritrovo a guardare il derby con lui. Sono sempre pronta con il telefonino a fare i video al mio fidanzato, durante le partite, lui è un genoano accanito, tutta la sua famiglia che ci crede tantissimo. Volano ciabatte, quando va bene. E’ bello per me, scoprire il tifo vero, a volte non capisco cosa voglia dire soffrire per una squadra.” Hai qualche sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?
“Il sogno nel cassetto è proprio quello di BomberGirl, la voglia di raccontare lo sport al femminile in un ambito istituzionale più importante. Il mio sito non ha il riscontro mediatico che potrebbe avere una radio grande. Mi piacerebbe poter parlare in radio di questi temi anche su 105. Sarebbe bello, un giorno, arrivare ad un mezzo di comunicazione importante e parlare di questi temi interessanti.” Tre aggettivi per descriverti
“Insicura, autentica non riesco a fingere, il mio carattere viene sempre fuori, e fiduciosa. Nonostante sia genovese, mugugno come tutti, ma apro sempre la voglia di speranza e cambiamento.”
Salutaci con una frase di una delle tue canzoni preferite…
“Da genovese, sono cresciuta con De Andrè. I miei genitori mi facevano ascoltare lui e Guccini. A livello di sonorità, De Andrè mi fa impazzire, ci sono tantissimi strumenti ed ogni volta che ascolti una canzone ne trovi uno nuovo. Le sue sonorità sono bellissime. Quando torno a Milano o rientro a Genova, spesso lo ascolto. Vi saluto con questa frase: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” sperando che i progetti grezzi possano diventare grandi e che questa frase sia di buon auspicio per tutti.”
Denise Civitella
Ph. Credit Profilo Instagram di Valeria Oliveri @olivally