Nel segno

 

Nel segno

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Pro 8,22-31

Salmo: Sal 8

Seconda lettura: Rm 5,1-5

Vangelo: Gv 16,12-15

 

“Molte cose ho ancora da dirvi”.

Ogni giorno la Sua Parola ci accompagna, per svelarci tutto l’amore che il Padre attraverso il Figlio per mezzo dello Spirito, vuole donarci.

Siamo nel cuore della Trinità, in questo circolo d’amore che è la nostra forza e la nostra pace.

Dio è con noi, non dobbiamo mai smettere di sperare, ma credere in Colui che ci ha resi Figli, ci benedice e desidera per noi il bene.

Quando entriamo in Chiesa, prima di pregare facciamo il segno della croce: “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, e in quel segno della Croce di Cristo, noi diventiamo partecipi di questa unione tra il Padre e il Figlio che è per noi vita.

L’amore del Figlio è stato riversato nel nostro cuore ed è lo stesso amore del Padre che attraverso lo Spirito diventa per noi comprensibile.

Ogni lacrima, ogni paura, ogni dolore, ora è già nel cuore di Dio ancor prima di riuscire a dirgli qualcosa. Sarà Lui a parlare, a darci ogni momento il coraggio necessario, l’aiuto e il conforto, attraverso tutti i doni dello Spirito che solo il Padre può donare ai suoi Figli.

Il Suo amore è la nostra forza e la speranza che giorno dopo giorno vive, soffre e ama con noi. Lasciamoci amare da Dio e attingiamo da questa forza che è qui per noi, come un dono da cogliere.

 

 

 

Risplendere di gusto

 

 

risplendere di gusto

 

 

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Prima lettura: 1 Re 17,7-16

Salmo: Sal 4

Vangelo: Mt 5,13-16

 

Il tempo ordinario si apre con il Vangelo di Matteo, in cui Gesù annuncia chi siamo: sale della terra e luce del mondo.

L’invito del Signore, è riconoscere Il sale e la luce come elementi che non possono stare nascosti, donati da Lui per dare gusto e risplendere, o meglio: risplendere di gusto!

Il nostro viaggio ricomincia da qui, dal comprendere chi siamo, per poter scoprire giorno dopo giorno il Suo volto. Si inizia da noi, dal nostro quotidiano fatto di sapore e insapore, luce e buio. Il Signore ci accompagna verso il compimento di noi stessi, attraverso le nostre fragilità e fatiche, ma anche con tutto il bello che possiamo diventare.

A qualunque età, in qualsiasi posto o percorso, è forte questo richiamo di Dio: sii Luce, sii sale, e non importa cosa fin d’ora abbiamo fatto, adesso è una nuova possibilità!

La nostra strada dove si intessono relazioni e si vivono legami, sia una via di bene sostenuta dal Suo Amore e dalla Sua forza, così che tutti, vedendoci, rendano gloria al Padre, scoprano la Sua presenza e ritrovino la luce e il sale come dono per ogni vita.

 

 

Una vita nello Spirito

 

Una vita nello Spirito%0A

 

 

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Prima lettura: At 17,15.22-18,1

Salmo: Sal 148

Vangelo: Gv 16,12-15

 

“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”.

C’è una cura in queste parole di Gesù, ci conosce e viene incontro nella nostra fatica a capire. La Sua Parola a volte difficile da interpretare, non rimane sospesa tra il nostro percepire e il suo reale messaggio, ma sarà guidata alla nostra comprensione dallo Spirito della Verità.

Siamo all’interno di un cammino di fede, che comporta anche una crescita e come tale, avviene nella gradualità del tempo.

Il tempo che viviamo, è quello annunciato da Gesù, siamo già nel momento in cui lo Spirito è con noi e ci parla di Lui. Molte volte non lo sappiamo e attendiamo come quei discepoli lo Spirito che deve ancora venire, quando invece è già qui.

Il nostro presente è quel futuro precedentemente letto, dove Egli sarà glorificato; ci sarebbe da chiedersi se viviamo in attesa di quell’annuncio, oppure se siamo consapevoli fin da ora della Sua presenza?

Il Signore non aspetta altro che farci sentire forte la Sua vicinanza e il Suo amore. Il quotidiano è il luogo che ha scelto per amarci e la Sua dimora è il nostro cuore.

La nostra storia seppur ferita, frammentata, è amata da Dio. Tutta la storia di Gesù, vuole dirci questo amore di un Padre che ci desidera suoi Figli.

Ogni vita nelle Sue mani non sarà mai persa, dimenticata o abbandonata, bensì raccolta e rivestita di dignità e splendore, dove nessun dolore o offesa potrà mai oscurarla, perché risplende della luce del Padre e ora lo Spirito è qui per annunciarlo!

 

 

Il dono del Suo Spirito

 

 

il dono del Suo Spirito

 

 

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Prima lettura: At 14,5-18

Salmo: Sal 113 B (115)

Vangelo: Gv 14,21-26

 

“Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

Riceviamo il dono del Suo Spirito che completa l’unità tra Padre e Figlio e ci apre la via alla comprensione di questo legame.

Alla nostra carne, a tutto ciò che è materialità subentra lo Spirito ad abitare presso di noi per guidarci, consolarci e renderci capaci di vivere una vita unita al Padre e il Figlio.

Lo Spirito Santo è quel raggio della Sua luce che possiamo toccare, sentire e lasciarci illuminare, così che il nostro quotidiano sia parte con Lui.

Il Paràclito è quella fiamma sempre accesa, mandata dal Padre a noi per plasmare, unire, consacrare nel nome di Gesù ogni cuore. Un fuoco alimentato dall’amore tra Padre e Figlio, viene a dimorare in noi e non si spegne, poiché al di sopra di tutto, del peccato, della fragilità, c’è l’amore di Dio.

L’amore di Dio avvolge, consola e consolida il nostro legame con il Padre e il Figlio, e attraverso lo Spirito possiamo comprendere, ricordare e ritrovare la mano di Dio in ogni nostro passo.

Ascoltiamo la Parola di Gesù, facciamola entrare in noi, per vivere come custodi di questa promessa: ogni Sua Parola non sarà dimenticata, ma troverà attraverso lo Spirito dimora nei cuori, così che tutte le nostre azioni abbiano in sé la forza di Dio.

 

 

Capaci di distinguere

 

capaci di distinguere

 

 

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Prima lettura: At 11,1-18

Salmo: Sal 41 (42) e 42 (43)

Vangelo: Gv 10,1-10

 

“Io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza”.

Ci viene promesso una vita abbondante, siamo creati per una pienezza.

Pensando all’abbondanza, viene subito da associarla all’avere tante cose, ma qui oggi, ci viene offerta una nuova chiave di lettura: un’abbondanza di tentativi. Lungo il corso della nostra storia, abbiamo il dono di avere varie occasioni per poter conoscere il Signore; e come il dice il Vangelo della liturgia odierna, è possibili incontrare “ladri”, “briganti”, ma solo uno, in verità è la porta ed è Gesù.

Il nostro cammino, pur nella fatica, ha in sé quell’abbondanza di volte in cui il Signore era con noi e purtroppo non l’abbiamo identificato. Egli però rimane sempre presente, affinché un giorno possiamo riconoscerlo come Colui attraverso il quale comincia la vita.

Parafrasando Piergiorgio Frassati, siamo fatti per vivere e non vivacchiare.

L’esistenza è una chiamata a diventare capaci di distinguere la voce del Signore, a non farci distogliere da tutto ciò che “ruba” il nostro tempo e ci lascia un gran vuoto.

Chiediamoci in sincerità davanti a Lui, cosa ci porta via. Attraverso Gesù, possiamo riacquistare la vita e cominciare a sentire quell’abbondanza come una voce costante, che ci guida e ci conduce da sempre.

 

 

Parole di vita

 

Parole di vita 1

 

 

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Prima lettura: At 9,31-42

Salmo: Sal 115 (116)

Vangelo: Gv 6,60-69

 

 

Nel Vangelo di oggi, la risposta di Pietro alla domanda di Gesù, è un invito a riconoscerla per noi: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Ci siamo tutti in questa risposta: chi crede e chi più in profondità conosce il Signore come tale nella propria vita.

È una risposta che professa una fede in Dio, ma ha in sé l’esperienza di fatiche passate, alla quale si è giunti a individuare le parole di Gesù, come Parole per la vita.

Nel testo leggiamo, che Gesù sapeva chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito, perché allora chiede ai suoi discepoli: «Volete andarvene anche voi?». Perché a volte, abbiamo bisogno di domande e non solo di risposte, per metterci in sincerità dinanzi a Lui e chiedersi chi è davvero per noi.

Per quanto le Parole siano “dure”, difficili da comprendere, e la storia sia a tratti faticosa, c’è all’interno di tutto ciò un luogo nel quale poter andare ed essere semplicemente noi stessi: il cuore del Padre.

Abbiamo un posto dove far diventare la nostra vita una risposta di fede, data dal coraggio della Sua Parola e dall’esperienza della Sua Misericordia: il cuore di Dio, un cuore che conosce, comprende, ama e desidera per noi il meglio.

Lasciamoci illuminare dalla Parola, gustiamone la vita che essa emana, facciamo del quotidiano una cammino di fede in cui credere e conoscere, per poter dire anche noi: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».

 

 

Il Pane per la vita

 

Il Pane per la vita

 

 

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Prima lettura: At 8,26-40

Salmo: Sal 65 (66)

Vangelo: Gv 6,44-51

 

 

Gesù si presenta come il pane vivo, disceso dal cielo. È un dono che unisce cielo e terra, appartiene al cielo ma è un segno terreno, comprensibile: è pane!

Non è un pane finito che sfama una volta e basta, è un pane vivo, ovvero: capace di dare vita a chi lo assume.

Mangiare di questo pane non è solo cibarsi, ma è entrare all’interno del sacrificio di Cristo e farne parte. È essere testimoni e allo stesso tempo destinatari di un dono grande: la vita di Cristo, una vita in cui il Padre e il Figlio sono in comunione, al punto che conoscere Gesù è conoscere il Padre.

Il Signore diventa il pane per la vita a volte fragile, lontana, vuota, Egli non aspetta la nostra condizione perfetta, diventa quotidianità, affinché quella comunione tra Padre e Figlio riguardi anche noi.

Tutto il mondo può cibarsi di quel Pane che è Gesù, e cibandosi di esso, entrare a far parte della storia di Dio. Non siamo più distanti e anche se i nostri errori a volte ci precedono, quel Pane ci ha donato un posto, un luogo in cui poterci essere sempre: il cuore di Dio.

Quando riceviamo di quel Pane, rispondiamo: “Amen”. E in quell’Amen pensiamo: credo in quello che sto ricevendo, perché così è, e sempre sarà il pane della mia vita!

 

 

Via, Verità e Vita

 

Via, Verità e Vita

 

 

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Prima lettura: 1 Cor 15,1-8a

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Gv 14,6-14

 

“Io sono la via la verità e la vita”. Non è certo la prima volta che sentiamo queste parole di Gesù, ma oggi meditando il Vangelo, si depositano nel cuore.

Gesù è la via per scoprire il volto del Padre. È la verità di una promessa d’amore fatta dal Padre nel Figlio Suo. È la vita perché la Sua storia si intreccia con la nostra e da lì scaturisce la vita per noi.

Tutto quello che cerchiamo e desideriamo ha il suo compimento in Gesù; siamo creati per partecipare alla via, verità e vita, perché come il Padre è legato al Figlio, noi lo siamo con Lui.

A Gesù non manca questa certezza, ed è proprio essa che lo sostiene anche nelle ore più buie, ed è la medesima certezza che desidera trasmettere affinché non ci sentiamo soli, per non abbatterci, per credere persino in quelle situazioni dov’è difficile alzare lo sguardo.

La richiesta “mostraci il Padre”, é comprensibile perché abbiamo bisogno di un Volto a cui affidarci, e Gesù risponde: “Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Dio manda Suo Figlio affinché fosse presenza concreta nella nostra vita, non poi in futuro, ma fin da ora, in tutto il nostro cercare, inciampare, ritentare, Dio è con noi e non ci abbandona mai.

Ogni giorno è un tempo buono, per comprendere la grandezza di Dio attraverso Gesù, via, verità e vita, così da renderci il Volto del Padre tanto familiare, da scoprirci parte di quest’unità. Noi siamo nell’abbraccio tra il Padre e il Figlio!

 

 

Bisognosi di risurrezione

 

Bisognosi di risurrezione

 

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Prima lettura: At 10,34a.37-43

Salmo: Sal 117 (118)

Seconda lettura: Col 3,1-4 Oppure: 1Cor 5, 6-8

Vangelo: Gv 20,1-9

 

La Risurrezione di Gesù, diventa la chiave per vedere e comprendere la Scrittura. Tutto quello che sembrava incomprensibile, diventa chiaro, è come se si fosse accesa una luce nell’oscurità. Gesù è risorto, quella sofferenza, quel dolore, trovano in Lui una nuova via.

Tutti i personaggi di questo brano, hanno in comune un ritornare a sperare. Maria di Magdala non vuole arrendersi, sta in attesa di qualcosa e va al sepolcro, quando ancora era buio. Pietro e Giovanni corrono a cercare il Signore. E noi, come loro, abbiamo bisogno di sperare, desideriamo che il Signore risorga, per risorgere con Lui.

Ci siamo anche noi in questo brano di Vangelo, in quella scoperta, in quella corsa, nel ritornare a credere, tutti abbiamo bisogno di Risurrezione. Indipendentemente da ciò che facciamo, o a che punto siamo del cammino, oggi è Pasqua! Il sole è sorto!

Il Signore è venuto a dare alle nostre vite, la luce che mancava, a risollevare gli animi stanchi e consolare gli afflitti. Ci troviamo a festeggiare la Pasqua, e può darsi che alcuni stiano ancora vivendo il venerdì Santo; coraggio il Signore è con noi e la Sua Risurrezione ne è il segno: quel buio finirà, tornerà la luce e risorgeremo.

Le nostre notti sono abitate da Colui che dal sepolcro risorgerà, ed è proprio da lì che ricomincerà la vita. Non siamo soli, Gesù ha spostato quell’enorme pietra, affinché possiamo aver la forza di vivere. Guardiamo la nostra esistenza alla luce della Sua presenza, così che tutta la sofferenza, la fatica, la fragilità, può anche non essere annullata, ma viene rialzata, recuperata, perché risorta con Cristo.

Alleluia! Oggi la vita ha trionfato sulla morte, e possiamo correre per le strade del mondo ad annunciare a tutti di aver coraggio, perché il Signore è risorto per noi, per tutti.

 

 

Il Tuo sguardo sulla Croce

 

Il tuo sguardo sulla croce

 

Carissimi, continua il nostro cammino verso la Pasqua. Oggi vi proponiamo una preghiera da meditare in questa quinta settimana di Quaresima.

 

“Signore, il Tuo sguardo,

arriva profondamente nel mio cuore.

Tu sai quanta sofferenza e dolore vi abita,

a volte sembra non ci sia spazio per nulla,

ma il Tuo amore si fa spazio.

Signore, quante cose questo cuore ha sofferto!

Il mio è un grido di aiuto,

è un desiderio di pace.

Signore, aiutami!

Sono qui davanti a te, perché non ce la faccio più.

Tu sai di me ed io di Te.

Siamo due crocifissi che si guardano,

vedi dove mi ha portato la vita?

Il tuo sguardo sulla croce, è diverso dal mio,

soffri, ma non hai perso la tenerezza dell’amore,

quel dolore non ti ha cambiato, anzi,

vedendoti, sta rendendo migliore anche me.

Sto un po’ qui con Te, Signore, in silenzio,

guardandoti, nel mio cuore,

si sta accendendo la Speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)