Stanchezza

Voglia di niente

Estrema stanchezza

svogliatezza

il tutto condito con sentimenti di

malinconia e un pizzico di inanità.

E’ una costante, ormai

che non riesco a scollarmi di dosso.

Lo so…lo so…..altra pesantezza.

Potrei non scrivere.

Ma, dopotutto, è casa mia…

Ho voglia di …

……..di intesa, di complicità.

Di silenzi che parlano

Di vuoti colmi di significato.

Di sentirmi bene vicino a qualcuno.

Di lasciare entrare il respiro liberamente

di sciogliere i freni.

Di guardarmi intorno con calma

senza inibire le percezioni

per soffrire di meno.

Di smetterla di inghiottire veleno.

Ho voglia di quello che non è

da troppo tempo.

Pensieri

 

Leggo storie di vite diverse dalla mia.
Simili forse a un tempo passato. Altri luoghi, altre situazioni.
Mi capita di pensare a cosa farei, adesso, se mi ritrovassi
in quelle situazioni, luoghi, compagnie.
Mi rivedo con la testa di adesso, come mi osservassi
dall’esterno.
Vedo un’altra me, com’ero, e la guardo con gli occhi di oggi, come farei con un’estranea.
Non provo niente, o quasi.
Quell’essere mi è del tutto indifferente, quasi fosse la protagonista di un film, mediocre, con cui non ho niente a che spartire.
Eppure per me è stata vita. Tanto tempo vissuto.
Mi fa tristezza il pensiero di quanto possa essere insignificante con gli occhi di adesso, quello che magari allora poteva rappresentare un dramma.
Sì, mi fa tristezza pensare al nulla che lascerò dopo di me.

Sospesi

 

Durante le ferie il nostro ‘menage’ viene totalmente stravolto.
Chiusa la parentesi vacanziera, i giorni trascorsi a casa,
a meno di avere una famiglia di cui occuparsi,
devono essere riempiti in qualche modo.
Dopo un ragionevole periodo dedicato alle faccende domestiche
rimane un lasso di tempo vuoto.
Ecco che arrivano riflessioni esistenziali
alle quali mi dedico istintivamente
che mi portano verso lidi
che sarebbe più salutare non esplorare.
deriva

 

 

Novità

Restare per troppo tempo confinati nei gesti quotidiani

fa sì che si guardi con sospetto qualunque cosa si discosti dal routinario.

Ogni cambiamento, ogni nuovo orizzonte, comportamento o pensiero

finisce per essere percepito come una minaccia.

Un’amara osservazione mentre ascolto cosa mi provocano le novità.