Mese: settembre 2019
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Invidia
La mancata accettazione di noi stessi ci porta ad una cattiva convivenza con l’altro.
E fin qui nulla che non si sia già detto.
Mi trovo ad attraversare una fase nella quale questo disagio si è notevolmente aggravato.
L’esserne consapevole non mi aiuta affatto.
Cambiare? Mutare quelle cose che mi rendono arduo accettare alcuni lati di me e che mi portano a provare quel brutto sentimento del quale detesto anche pronunciare il nome, che ho sempre rifiutato e aborrito?
Magari! Però di quello si tratta. Invidia.
Questo mi fa vergognare, ancora di più, di come sono e di quello che sto provando.
Ed ecco salire il disagio, il desiderio di essere qualcos’altro, di essere altrove, di non sentire, di essere indifferente, di isolarmi ancor di più.
Ma i desideri, si sa, soprattutto di questo genere, sono destinati a restare insoddisfatti.
Nel post precedente ho parlato di ‘imbrogliare la vita’.
Dovrò impegnarmi ad imbrogliare me stessa e andare avanti a testa bassa.

Meditazione
Non ho mai ben capito cosa si intende per ‘meditazione’.
Riesaminare a fine giornata ciò che è successo, fare considerazioni, capire i perchè, riflettere sulle situazioni? O forse no.
In effetti no, non l’ho mai capito. Si dice che debba essere una cosa utile, ma se provo a farlo mi scopro a rimuginare e finisco col piangermi addosso.
Quindi utilità ‘zero’.
Ad esempio, spesso mi ritrovo a scandagliare la mia giornata “tipo”.
La prima parte riguarda il lavoro. Incontro tante facce, bocche che parlano e sorridono, qualche volta al mio indirizzo.
Stati d’animo, disappunti, molto nervosismo, rancore inespresso ma intuibile da una sguardo che sfugge, una fronte che si aggrotta.
Qualcuno si mostra amichevole, espansivo, cordiale. Ma il diavoletto seduto sulla spalla mi dice che quel sorriso nasconde un tornaconto …
“ti chiederà un favore molto personale entro la fine della mattinata”.
Infine saluti e “a domani”.
E poi passo alla seconda parte della giornata. Il più delle volte fatta di niente. Silenzio, rumori di sottofondo, voci in lontananza, un po’ di vento, le serie tv in streaming, il cane e il gatto di casa.
Niente, appunto.
La mia meditazione finisce qui.
Non mi fa sentire meglio, né mi fa dormire meglio.
O non mi fa dormire affatto.
E poi via, alla ricerca di un altro espediente per imbrogliare la vita.