Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

L'apocalisse prossima ventura

Post n°470 pubblicato il 12 Marzo 2013 da falco58dgl

Ingovernabilità, crisi economica, populismo, attacchi alla magistratura, "tutti a casa", mercati finanziari, default, grecia, povertà, miseria, rottura equilibri democratici, demagogia, atomizzazione sociale, licenziamenti, tagli,  nuove elezioni, weimar, disastro, rigenerazione, emigrazione, interessi privati, corruzione, peculato, induzione la prostituzione minorile, rovina.

L'ipotesi di una catastrofe sta prendendo forma, uno tsunami reale, non figurato, che minaccia di travolgerci.

 

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Per chi votate?

Post n°469 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da falco58dgl

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Esprimete qui, se credete, le vostre preferenze e motivatele.

Inizio io: voterò per la coalizione di centro sinistra, l'unica che mi pare in grado di sfuggire allla tenaglia micidiale delle promesse berlusconiane (4 milioni di nuovi posti di lavoro, restituzione dell'Imu anche ai ceti più abbienti, condono fiscale ed edilizio) e della demagogia di Grillo (reddito di cittadinanza per tutti i disoccupati senza indicare coperture credibili, "mandiamoli tutti a casa", il linguaggio populista e violento, la mancanza di democrazia interna). Monti lo abbiamo già provato e l'italia ha rischiato di morire per eccesso di rigore (anche se lo spread si è abbassato), Ingroia ha ricompattato la sinistra massimalista e, a mio giudizio, avrebbe fatto meglio a restare in Guatemala (paese magnifico, oltretutto), Giannino non ha speranze di entrare in parlamento, anche se alcuni punti del suo programma appaiono interessanti.

Del PD e di Sel apprezzo:

Lo slancio di partecipazione che ha condotto più di tre milioni di persone a esprimere, mediante le primarie, il candidato premier e le primarie per i parlamentari che si sono tenute da natale e capodanno per rimediare a una legge elettorale vergognosa, indegna di un paaese civile.

La proposta di destinare 7, 5 miliardi all'occupazione con un "grande piano di piccole opere" volte  mettere in sicurezza gli edifici scolastici, i centri storici, l'edilizia pubbics (con una copertura credibile).

La proposta di elevare la soglia di esenzione dell'Imu a 500 euro e di aumentare l'aliquota per gli immobili di pregio, superiori a un valore di 2 milioni di euro.

La proposta di diminuire la tassazione sul lavoro e di aumentarla sulle rendite finanziarie.

la proposta di aumentare il tasso di "fedeltà fiscale" rendendo tracciabili i movimenti di denaro, anche mediante la diminuzione della circolazione del contante.

La proposta di fare una legge sulle unioni civili anche per coppie gay sul modelo tedesco.

la proposta di ridurre il compenso dei parlamentari e di equipararlo a quello dei sindaci (circa 4.000 euro netti al mese).

il centro sinistra non sta facendo una campagna brillante, il vantaggio iniziale è stato in parte eroso dalle promesse delinquenziali e dall'esposizione mediatica di Berlusconi. Bersani, a volte, mi innervosisce quando parla come se si trovasse al bar o quando dà l'impressione di imitare l'imitazione che Crozza fa di lui.

Ma, a mio giudizio, la coalizione tra PD, Sel, centro democratico è l'unica che può portare l'Italia fuori dal precipizio in cui stava per cadere.

W.

 

 

 
 
 

Buon Natale?

Post n°468 pubblicato il 23 Dicembre 2012 da falco58dgl
 

buon

Il punto interrogativo è d'obbligo, stretti come siamo tra una crisi senza precedenti negli ultimi 50 anni e uno smarrimento degli orizzonti ideali al limite dell'atomizzazione sociale. Eppure, nonostante tutto, voglio augurare a tutte le persone che mi sono state vicino, dentro e fuori la community, un Buon Natale.

Forse perché, nonostante tutto, non ho perso la speranza di un cambiamento, di un approdo migliore per noi e per i nostri figli.

Forse perché avverto qualche eco lontana di quell'evento che più di 2.000 anni fa ha cambiato le sorti del mondo.

Forse perché la profezia Maya si è rivelata solo un'occasione per la celebrazione di riti preispanici e non ha coinciso con la distruzione del pianeta (a quella  stiamo provvedendo con feroce, paziente determinazione con i nostri comportamenti irresponsabili ed ecologicamente insostenibili).

Forse perché questa volta Berluconi, nonostante le sue bugie abituali, perderà le elezioni politiche (e le perderà di brutto).

Forse perché abbiamo trovato una casa che risponde alle nostre esigenze.

Forse perché mio figlio è contento e mia madre sta meglio.

Forse perché, sotto sotto, sono un incurabile idealista.

Per tutte queste ragioni e per molte altre ancora...

Buon Natale!

presepe

 
 
 

Dopo 7 anni...

Post n°467 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da falco58dgl
 

van

                                        (Van Gogh, "la notte stellata")

Qualche settimana fa (per la precisione il 26 settembre) questo blog ha compiuto 7 anni di vita. Un tempo lunghissimo per il web, per la "instant society" che ci ha abituato a comunicazioni, messaggi e materiale audiovideo in tempo reale.

Non me la sono sentita però di festeggiare. Mia madre è in ospedale da due settimane e non sappiamo se si riprenderà. Ha 89 anni e si è fratturata il femore, è stata operata e l'intervento è andato bene, ma il quadro clinico (diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, demenza senile ormai molto avanzata) è problematico e sembra che lei abbia esaurito le energie, che la forza vitale si stia, poco a poco, estinguendo.

Ho passato l'ultimo mese e mezzo tra badanti da contrattare, reparti di ospedale, turni di assistenza in un pronto soccorso che assomigliava a una fossa da leoni, ausili protesici da richiedere,  riabilitazione domiciliare (sperando che si possa fare e che mamma non muoia prima) da  programmare, visite a casa di papà che tira avanti, ma che è segnato dalla preoccupazione e dagli anni.

Tutto ciò mentre occorreva continuare a lavorare, in una situazione in cui le richieste aumentano e le risorse vengono tagliate.

Non ho più molta voglia di scrivere sul blog, anche se sono legato affettivamente a questo spazio che per tanti anni è stata la mia finestra sul mondo.  Lo manterrò aperto,  ma non scriverò più nuovi post, almeno in questa fase, almeno fino a quando la situazione dei miei non sarà risolta, in un modo o nell'altro.

Cari amici e amiche di Libero: insieme siamo cresciuti sul web, abbiamo intrecciato relazioni, scambi, abbiamo riso insieme, abbiamo mandato testi che hanno partecipato a giochi di narrativa, qualche volta abbiamo anche litigato, ma ci siamo sempre ritrovati su questa strada virtuale che, spesso, è diventata occasione per amicizie reali e per frequentazioni arricchenti. E' stato così con Cate, la nuvola viola, è stato così con Adriana Ar, con Donnadistrada (a cui devo la copertina del mio ultimo romanzo), con tanti altri.

Vi mando un abbraccio collettivo e un augurio di buona vita.

Per il momento, mi fermo qui.

Claudio.

 

 

 

 
 
 

Venti di tempesta

Post n°466 pubblicato il 29 Agosto 2012 da falco58dgl

la temp

Non alludo al clima atmosferico, anche se questa estate bollente sembra declinare e cedere il passo a precipitazioni che assumeranno, in qualche caso, le caratteristiche di nubifragi e alluvioni. Mi riferisco alla crisi e alla recessione che investe il nostro paese e l’intera l’Europa, nell’ambito della sfavorevole congiuntura internazionale.  Ormai non si tratta più solo di suggestioni, di un clima psicologico e neppure di drammi che investono altre persone o altre categorie produttive(le imprese grandi e piccole, gli operai in cassa integrazione o licenziati, gli artigiani e i commercianti strangolati dall’assenza di credito e dal ritardo dei pagamenti, i giovani disoccupati o condannati a una precarietà cronica, i disabili a cui hanno tagliato il fondo per i non autosufficienti,  le famiglie che devono ricorrere a prestiti per  arrivare a fine mese), ma di una tempesta che ha colpito l’intero paese e che scuote le stesse fondamenta del vivere civile.

 In ogni settore, in ogni snodo dell’attività produttiva (pubblica o privata) ci si deve confrontare con una drammatica assenza di fondi, di finanziamenti, anche per le spese essenziali. La scuola, l’università, le forze di sicurezza, gli ospedali, le imprese, il sistema delle infrastrutture faticano a garantire le prestazioni ordinarie, istituzionali, i servizi essenziali, a fronte di tagli che minacciano di sconvolgere gli standard delle prestazioni abituali. Certo,  in diverse situazioni, si annidano sprechi, duplicazioni di funzioni, inefficienze, privilegi e stipendi troppo elevati. Basti pensare ai dipendenti che gravitano intorno alla Camera, al Senato, alla Presidenza della Repubblica, ai dirigenti della Regione Sicilia, al sistema sanitario di  parecchie regioni italiane (e non solo del mezzogiorno), alla presenza di molteplici livelli di governo locale che gonfiano le spese e determinano ritardi burocratici. Tuttavia, la crisi non distingue tra situazioni virtuose, ai limiti dell’eccellenza, e quelle inefficaci e pletoriche. Al nostro Dipartimento (ci occupiamo del trattamento delle Dipendenze, dall’abuso di eroina, cocaina, alcool al gioco d’azzardo patologico e lo facciamo bene, con un’attenzione all’utenza puntuale ed efficace) hanno tagliato il budget, da un giorno all’altro, del 19%, 600.000 euro in meno che usavamo quasi esclusivamente per inserire i nostri pazienti in comunità terapeutica; il personale che va in pensione non viene rimpiazzato, gli operatori a tempo determinato non vengono ricontrattati oppure vengono sostituiti da personale che occorre formare e che, quando ha raggiunto un livello di competenza adeguato, viene sostituito da nuovi precari. Intanto, il governo vuole tagliare le dotazioni dei dirigenti e degli operatori del pubblico impiego, attivando meccanismi di mobilità e di prepensionamento. Insomma, occorre lavorare con meno personale e meno risorse, a fronte di un impegno crescente, con la possibilità concreta di essere trasferiti su altri servizi e doversi dividere tra due o tre attività differenti. E siamo ancora fortunati perché non sono scattati i licenziamenti di massa. Si respira un clima depressivo, di smobilitazione, la sensazione di essere in balia di forze impersonali che agiscono sulla base della compressione dei costi, numeri e percentuali che ignorano completamente i benefici procurati alla collettività. Ma in fondo, a fronte della chiusura massiccia delle piccole aziende e della limitazione dei servizi essenziali (le auto della polizia senza benzina, i Canadair che rischiano di non poter volare l’anno prossimo per i tagli di bilancio), la nostra situazione non è neanche delle peggiori.

E’ questo forse l’aspetto più malsano della crisi: il riflesso difensivo davanti alla tempesta che c’investe, il ritenersi privilegiati perché si dispone ancora di un posto di lavoro, la frantumazione dei vincoli di solidarietà, il guardare, con un misto di sgomento e di paura, a chi ha perso il suo reddito ed è scivolato, insieme alla sua famiglia, in una situazione di povertà, come se fossimo all’interno di una decimazione che colpisce i tuoi vicini di fila, il tenere la testa bassa sperando che l’uragano non t’investa personalmente.

Sensazioni indegne di un paese civile e sicuramente all’opposto di tutto ciò in cui ho creduto, per cui mi sono battuto e che ho augurato a me e al paese, ma che segnano l’orizzonte attuale.

W.

altan

 
 
 

Sulla strada per Flores...

Post n°465 pubblicato il 13 Agosto 2012 da falco58dgl
 


semuc

                         (Semuc Champey)

Abbandoniamo Semuc Champey con sensazioni contrastanti. La maestosità del paesaggio e lo splendore del parco naturale che fa da cornice alle pozze color turchese del fiume dove ci siamo immersi il giorno precedente sono ben impresse nella nostra mente, ma avverto anche un forte dolore nella parte bassa della schiena, conseguenza di una caduta da una scala ripida e scivolosa mentre scendevamo dal mirador al fiume. La strada per Lanquin, il paese vicino, non aiuta; è una mulattiera piena di buchi, di fossi e di pozzanghere, dove anche il pick up quattro per quattro fatica ad avanzare. Sono solo nove chilometri,  ma occorre circa un’ora per arrivare in paese, caracollando su salite e discese scoscese e disuguali che richiedono marce ridotte e  miracoli di equilibrio.

Quando scendo dal mezzo, verso le otto del mattino, mi sento decisamente sollevato: mi accendo una sigaretta, riconosco il pulmino che ci porterà, attraverso il territorio dell’Alta Verapaz e del Peten, a Flores, graziosa isola all’interno di una laguna collegata  alla terraferma da un ponte, porta d’accesso per Tikal e i suoi templi Maya.

 Il guidatore del mezzo è lo stesso che ci ha accompagnato da Antigua a Semuc.I viaggiatori, invece, sono una compagine eterogenea che proviene da  paesi diversi e lontani: vi sono austriaci, irlandesi, americani e giapponesi. Attacchiamo discorso con il conducente -José-, che ci comunica un fatto preoccupante: ha dormito solo un’ora la notte prima, ha guidato ininterrottamente per sedici ore e adesso è morto di stanchezza, lo attendono altre nove o dieci  ore prima di arrivare a destinazione. La sua vita è quella di uno schiavo moderno, guadagna 1.500 quetzales al mese (circa 200 dollari) e deve lavorare anche 15 ore al giorno, dormendo nel suo furgone, caricando e scaricando i bagagli dei passeggeri. Graciela ed io ci lanciamo un’occhiata impaurita; soprattutto quando il sonno lo vince per un attimo e il furgone sbanda verso il ciglio della strada.

Arriviamo in qualche modo a Coban e lì ci fermiamo per cambiare una ruota. I ragazzi che viaggiano con noi si riuniscono per decidere cosa fare. Le austriache vorrebbero contattare la compagnia per chiedere un cambiamento di guidatore, ma ciò significherebbe rimanere almeno un giorno in attesa in qualche punto intermedio del percorso. Decidiamo allora una diversa strategia: noi, che viaggiamo davanti,  terremo sveglio il guidatore parlandogli in continuazione. Nella prima area di sosta, faremo una pausa lunga, anche di due ore, per permettere al conducente di dormire un po’. Riprendiamo il viaggio in un paesaggio di rilievi e vegetazione tropicale che si snoda davanti ai nostri occhi come un territorio inesplorato. Chiediamo a José ogni quindici minuti quanto manchi al punto di ristoro e lui ci risponde sempre “media hora”. Nel frattempo, ci dice di essere sposato da circa due anni, di non avere ancora figli e che sta cercando un lavoro migliore, dove non lo costringano a lavorare in condizioni di rischio per sé e per le persone che trasporta.

Graciela fa un lavoro meraviglioso: gli parla della sua famiglia, gli chiede del Guatemala, della sua organizzazione sociale, della possibilità di trovare un lavoro, gli comunica le impressioni del viaggio, che si è snodato da Città del Messico a San Cristobal de las Casas, in Chiapas, al lago Atitlan con i suoi vulcani, a Chichicastenango, ad Antigua, per approdare a Semuc Champey, luogo che in lingua Maya significa “ciò che è nascosto nel profondo della foresta” e a Flores, gli parla dell’Europa, gli chiede dei suoi fratelli, dei suoi cugini, dei suoi genitori, commenta le bellezze del percorso. José ci dice che tutta l’area che attraversiamo è disseminata di punti d’interesse e di luoghi sconosciuti ai turisti: piscine naturali, siti archeologici, fiumi che scorrono nella selva tropicale, acque termali.

Sono quasi le tre del pomeriggio quando finalmente ci fermiamo in una stazione di servizio con  ristorante. José crolla su un’amaca, noi possiamo sederci a un tavolo e mangiare qualcosa. Attacchiamo discorso con due ragazzi americani che hanno, grosso modo, l’età di nostro figlio: viaggiano da settimane, il più giovane si è fermato per sei settimane a Flores per fare un tirocinio universitario. Il gruppo dei giapponesi, invece, sembra essersi materializzato direttamente dagli anni ’60: capelli lunghi fino a mezza schiena, trecce rasta, inglese approssimativo. Uno di loro si è licenziato dal suo lavoro e viaggia ormai da 11 mesi, ha visitato tutto l’estremo Oriente, l’Europa. Gli Stati uniti e l’America latina, un altro ha intenzione di  tornare in Giappone non prima del febbraio 2013.

Riprendiamo il viaggio rinfrancati: la strada s’interrompe davanti a un fiume e il pulmino deve salire su una chiatta che fa da traghetto. Mancano non più di ottanta chilometri a Flores, ma il conducente non conosce la strada e gliela devo suggerire io che sono stato in quell’area almeno quattro volte in precedenza. Arriviamo a destinazione al crepuscolo, l’isola di Flores si spalanca davanti a noi come una promessa realizzata con le sue case color pastello e la laguna che scintilla al chiarore di una falce di luna: prima di congedarci dai nostri compagni di viaggio con vigorosi “gimme five” e urla di giubilo, ringraziamo José per la sua immane fatica e il sacrificio che s’impone per poter andare avanti, giorno per giorno, sulle strade belle e crudeli del Guatemala.

W.

peten



 
 
 

La mia seconda patria

Post n°464 pubblicato il 05 Luglio 2012 da falco58dgl

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(lago Atitlan, Guatemala, all'alba)

Il Messico, per me, è una seconda patria: è una terra che mi ha visto crescere, da un punto di vista esperenziale e intellettuale, cui sono  legato da vincoli affettivi e dalla condivisione di sensazioni. In Messico ho conosciuto la persona che è diventata mia moglie; ritrovo, ogni volta che ci torno, una famiglia allargata composta da almeno 20 persone di età compresa tra i 5 e i 70 anni, rivedo i luoghi che mi sono cari e che, col tempo, sono diventati mete di rivisitazioni che li hanno arricchiti di suggestioni e sfumature emotive. Adoro il cielo del Messico, le sue prospettive sconfinate, l'ironia del carattere nazionale che riesce a non drammatizzare neanche le situazioni più disagevoli. Amo le sue montagne, i  fiumi che scorrono a serpentina tra la sierra e il fondovalle, gli altopiani estesi a perdita d'occhio popolati da campi di mais o di fragole, le foreste tropicali lambite dal Pacifico o dal mare dei Caraibi, le lagune circondate da mangrovie, la selva Lacandona con i suoi tesori archeologici, vestigia di popolazioni antiche, che marca la frontiera del Guatemala. Del Guatemala amo quella sfumatura malinconica che colgo negli occhi delle persone, la dolcezza dei suoi laghi circondati da vulcani, lo splendore di Tikal e dei suoi templi Maya, le chiese cattoliche spoglie dove gli indigeni celebrano i loro riti sincretici. Laggiù mi sento sempre un po' più vicino ai miei desideri, come se aprissi una porta che mi mette in comunicazione con la mia voglia di relazioni e di bellezza, trovo una via che mette in equilibrio le forze - a volte contrastanti- che mi abitano.

Domani, via Madrid, andremo a Città del Messico. Da lì, attraverseremo il Chiapas, il Guatemala, il Belize e rispunteremo dall'altra parte, nello Yucatan.

Mi sento molto contento e mando a tutti voi un augurio di buona vita.

W. 

(Rovine di Tulum e mare dei Caraibi, Messico)

tulum

 
 
 

Doppia vittoria

Post n°463 pubblicato il 29 Giugno 2012 da falco58dgl

balotellimario

 

Duplice vittoria per l'Italia in sede europea. La Nazionale, con una grande performance, batte un'ottima Germania e si giocherà la finale con la Spagna, campione del mondo e d'Europa uscente. Ancora più rilevante, da un punto di vista simbolico e concreto, la vittoria di Monti al vertice UE di Bruxelles che riesce a imporre, con il sostegno di Francia e Spagna, il cosidetto scudo anti-spread. L'intesa prevede che il fondo salva-stati dell'Unione (Esm) intervenga in maniera automatica nel caso in cui gli spread di una nazione virtuosa superino una determinata soglia, ancora da stabilire.

Per raggiungere questo risultato, è stato necessario trattare fino alle 5 di questa mattina, superare le resistenze di Germania, Olanda e Finlandia e  minacciare di porre il veto sull'intero accordo che si andava delineando e che prevede, tra l'altro, 120 miliardi di euro di investimenti per sostenere la crescita dei paesi membri.

Non posso fare a meno di pensare che, se al posto di Monti ci fosse stato Berlusconi, avremmo ricevuto solo sorrisi di compatimento e l'invito perentorio a rispettare i diktat delle istituzioni europee, come è stato fatto nel caso della Grecia.

Acqua passata, si dirà. Ma intanto PDL e Lega votano insieme riforme non previste dagli accordi tra le forze che sostengono il governo e fanno di tutto per indebolire la sua azione dalla legge anticorruzione al rinnovo dei vertici Rai.

Per un giono non voglio pensare a questi atteggiamenti miserabili, propri di forze che sanno di essere arrivate al capolinea. Voglio festeggiare una grande prova sportiva e un sussulto di dignità nel consesso europeo.

W.

 

 
 
 

Top seven (la compilation)

Post n°462 pubblicato il 10 Giugno 2012 da falco58dgl

Senza alcuna pretesa di proporre una classifica, alcuni dei miei  pezzi  prederiti...

 

sainjanisninafabriziomarku

 

 

 

Una voce straordinaria e impressionante che giunge dalla Siberia...

Nina Simone, una grande interprete in una delle sue migliori performance...

Un pezzo leggendario di Janis Joplin, direttamente da Woodstock...

Mark Knopler e la sua chitarra prodigiosa in Sultans of swing

un pezzo che ha fatto la storia della musica moderna degli U2

il grande Faber in una ballata meravigliosa

I Modena City Ramblers in un "omaggio musicale" al  Presidente...

 

W.

 

 
 
 

Ricorrenze

Post n°461 pubblicato il 23 Maggio 2012 da falco58dgl

 

fal

 

20 anni fa una gigantesca carica di esplosivo – 500 chili di tritolo- esplodeva al passaggio di tre vetture dirette a Palermo e provenienti dall’aeroporto di Punta Raisi. Sulla prima Fiat Croma guidava l’agente di polizia Vito Schifani, al suo fianco stava l'agente scelto Antonio Montinaro, sul sedile posteriore l'agente Rocco Dicillo, tre membri della scorta del magistrato  Giovanni Falcone. Falcone era alla guida della seconda vettura, insieme a sua moglie, il magistrato Francesca Morvillo. Sulla terza, altri tre agenti della scorta. La deflagrazione fu così violenta che la prima automobile fu scaraventata in un giardino di olivi a più di dieci metri di distanza.  Quel giorno la mafia massacrò 5 funzionari dello stato, colpevoli di aver voluto fare il proprio lavoro senza  esitazioni e senza compromessi. Falcone, esponente di punta del pool antimafia di Palermo, pubblico ministero al maxiprocesso di Palermo che si concluse con 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe  per la cupola di “Cosa Nostra”, direttore del la sezione Affari Penali del ministero di Grazia e Giustizia, è stato  il magistrato più capace di comprendere e scardinare le logiche delle organizzazioni mafiose. Santificato dopo la morte, Falcone è stato oggetto in vita di duri  attacchi e di pesanti squalifiche: Il CSM designò un altro magistrato alla guida del pool antimafia, come anche, più tardi, al vertice della Procura Nazionale Antimafia, esponenti politici lo attaccarono violentemente, lettere anonime mandate dal "Corvo" cercarono di diffamare il suo operato e quello dei colleghi del pool. Era il 23 Maggio del 1992 quando la vita di Falcone venne stroncata da quei criminali che aveva combattuto con successo durante tutta la sua carriera professionale.

Quel giorno apprendemmo la notizia dopo essere tornati da una passeggiata nel parco della città. Ne fummo  colpiti, quasi tramortiti, anche per una ragione molto personale, forse ininfluente, ma per noi significativa. Quel giorno mia moglie ed io compivamo 5 anni di matrimonio, eravamo mortificati di dover celebrare il nostro anniversario nel giorno in cui la criminalità organizzata aveva assassinato una delle menti più lucide e uno degli uomini più coraggiosi del nostro paese.

Oggi festeggiamo 25 anni di matrimonio. Brinderemo a noi, alle persone che ci sono vicine e a tutti coloro che hanno dedicato  la loro vita a rendere migliore il nostro paese, come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, gli agenti delle loro scorte, i milioni di italiani che non smettono di lottare  per costruire un futuro differente.

W.

 
 
 

IL MIO ROMANZO

 CLAUDIO MARTINI
"DIECIMILA E CENTO GIORNI"
 BESA EDITRICE

il mio romanzo 

 

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(in seguito a uno spiacevole episodio
avvenuto su un blog della community)

 

LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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