Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Boccuccia Corruccia

Post n°108 pubblicato il 29 Luglio 2016 da Vasilissaskunk

sto qui al buio..con la mi boccuccia corruccia...da lontano risuona un valzer....piacerebbe ballare ma in pochi ormai san ancora ballare bene questi balli......boccuccia corruccia...non si stpisce più...boccuccia corruccia vorrebbe anche aiuto...manon le piace chiedere...le assenze fi oggi presenziano chi non conterà mai nel mio futuro...ti avrei voluto tanto....e invece.....

Commenti al Post:
lucas2005
lucas2005 il 30/07/16 alle 00:15 via WEB
Filastrocca triste...
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 08/08/16 alle 20:08 via WEB
Per la mamma che non c'è piu'....
 
streamonio
streamonio il 04/08/16 alle 05:30 via WEB
bisogna far pace con le proprie scelte, penso. e non illudersi d'aver voluto altro da quello che si ha. in fondo forse e' meglio restare a cio' che si capisce, a cio' che e' familiare. almeno quando uno conta il tempo e deve dire obbligatoriamente "ormai". non e' per sempre il ballo o la gita della scuola. la pelle non e' per sempre liscia, la carne non per sempre soda. e il tempo si compie, adieu ma jeunesse. ma arriva altro, se hai scelto bene. arriva altro se hai cura di te e del tuo cervello. altro che vale persino di piu'. il problema e' che non per tutti si realizza il miracolo. la presenza (a se stessi) non è una opinione: è salute. adieu
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 08/08/16 alle 20:07 via WEB
Semplicemente potresti aver ragione ..ma questo post non e' scritto per te😊 invecchia la pelle non l anima e se non si sarà piu attraenti amen...beati gli illuminati che tutto sanno!,io...mi contento in umiltà di sciogliere il mio karma in questo passaggio se mai ci riuscirò. ...e di evolvermi nel prossimo ..a capo chino e sorriso LIBERA DI ESSERE CIO' CHE SONO I DEVO LI LASCIO BEN ...
 
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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