Creato da donluisito il 23/10/2008

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Intervista ad un uomo considerato pazzo

Post n°132 pubblicato il 09 Aprile 2010 da donluisito

Brano tratto da interviste impossibili

Le sono molto grato che abbia accettato di parlare con noi, volevo chiederle subito, Lei si è ritirato da diversi anni in un luogo davvero particolare e non ha più contatti con il mondo,  trovarla non è stato facile,  viene considerato da molti la  una persona folle da qualcuno alquanto strana, ma noi sappiamo che è stato molto vicino per anni ad un  personaggio che seppur considerato strano anche lui, ha lasciato un segno nella storia per la sua idea dell'uomo e quindi del mondo, in altri termini per la sua visione dello stesso. Si conosce la Sua riluttanza nel parlare e per noi non è facile neanche farLe domande, ma ormai siamo qua e dio sa quanto sia stato difficile trovarla, ci dia una mano, così Le toglieremo presto il disturbo. Ci può spiegare perchè non desidera che si faccia il nome della persona con la quale ha condiviso un lungo periodo di vita e che come disse Lei in una rara intervista di molto tempo fa, "mi ha rivoltato il mondo che avevo già provveduto a rivoltare"  -

I nomi non dicono nulla.. anzi dicono troppo.. ricordo quella frase fu un'intervista mal postulata, nonostante l'impegno profuso, era la seconda volta che qualcuno mi contattava per farmi domande,  dopo di allora sono passati 15 anni prima che qualcun'altro ci riprovasse, ma non diedi più l'opportunità di incontrarmi, da quel momento, trattandosi di personaggi che ritenevano di avere una certa influenza nell'establishment incominciarono a girare voci della mia follia, e questo fu per me molto gratificante, non mi sono ritirato per misantropia e poi essere considerato folle mi sembrava un'ottimo modo di vivermi la mia tranquillità. In quanto ai nomi.. l'essere umano, tra le tante peculiarità singolari, ha quella di voler sempre definire tutto, di dare nomi, illudendo sè e gli altri che dando un nome si dia anche la cosa nominata, in più avendo un nome, con la stessa predisposizione mentale, piuttosto che ascoltare cosa si dica, partono già dal presupposto di sapere cosa sia,  io le faccio quel nome, chi lo conosca già piuttosto che seguire me, parte con l'idea che ha di lui, se l'abbia, o con l'idea che qualcuno si sia fatto di lui e abbia trasmesso.. l'essere umano vive in un mondo fastastico, ama fantasticare, si attacca a qualunque cosa lo tenga in vita, sia essa un oggetto materiale, o un'idea, l'attaccamento all'idea è anche più pericolosa, perchè può essere trasformata continuamente senza accorgersene, le parole hanno un potere illimitato, più degli oggetti, sulle parole si è costruito e distrutto tutto, non esiste una disciplina della parola, e dio sa quanto essa sarebbe stata necessaria per la consapevolezza dell'essere umano.

Entriamo subito nel tema, appunto di questo volevo chiederLe.. la consapevolezza, la parola che più ha rappresentato quella persona che ora comprendo perchè non vuole nominare, quanto conta l'assenza di consapevolezza nello sviluppo naturale di una civiltà?

Conta tutto.. ma vede io ora le parlo di consapevolezza, ma di quale consapevolezza? di quella che l'essere umano ritiene di possedere? di quella che l'essere umano ritiene di aver raggiunto o che può raggiungere quando vuole, facendo uno sforzo di attenzione?  anche qui, l'idea che si possa avere sulla parola rivolta i termini di una comprensione, la consapevolezza allo stato delle cose è non solo diversa da persona a persona, ma anche totalmente incomprensibile nel senso letterale, la consapevolezza inizia a manifestarsi in via sperimentale, nell'applicazione della vita, attraverso un'osservazione, ma qui vi è un'altro intoppo, l'osservazione.. quale osservazione? chiunque ritiene possibile l'osservazione di sè, e come per la consapevolezza, ritiene di poter osservare ed osservarsi quando desidera, a comando, a volontà, in realtà anche questo fa parte dell'illusione e del fantastico     mondo con il quale interagiamo, se così fosse, d'altra parte, noi potremmo  e dovremmo vedere esiti ben diversi nella nostra vita, sia nei nostri microcosmi interpersonali, sia anche nel microcosmo terra, quindi negli accadimenti e nelle realtà che ci circondano, ognuno consapevolmente e osservandosi ed osservando, dovrebbe bastare alla produzione di una realtà armonica, ma così non è.. allora cosa produce questa realtà di cose? un'idea, una sensazione, di consapevolezza o inconsapevolezza?

Ecco appunto.. quindi allo stato delle cose, a quasi 40 anni dall'arrivo del terzo millennio e dall'alto della sua esperienza di vita quasi secolare, a proposito, complimenti per la sua veneranda età, che mondo ci aspetta?

Il mondo o quello che definiamo come tale è un sistema, un sistema strutturato meccanicamente, in base a delle leggi precise, leggi che riguardano la meccanica celeste, l'universo, e l'uomo è parte di questo sistema,  con un suo funzionamento ed un suo meccanismo, un meccanismo complesso per la posizione che occupa in quest'universo, ma con la stessa struttura dello stesso.      
La conoscenza del meccanismo è legata a stretto filo con la consapevolezza, e l'applicazione corretta di quella consapevolezza può determinare la conoscenza della sua macchina, lo studio della macchina umana e lo studio dell'universo può produrre lo stesso risultato, quantunque a volte può risultare più semplice ricavarlo dall'uno o dall'altro, ma le due proposizioni sono strettamente collegate, probabilmente, al di fuori di questo, potremmo avere nei prossimi anni un' accentuazione di visioni
legate ad una certa espansione di un linguaggio spirituale e di una certa pratica, questo determinerà un'attenzione nuova, che prenderà le distanze dal mondo razionalista legato ad una visione materialista dell'esistenza, e forse anche una distanza con un certo mondo legato alle  religioni antiche, ma questo resterà comunque in parte irrilevante per una trasformazione interiore, in quanto questa non ha altra possibilità di prodursi che non passi dalla consapevolezza di sè, che non è un'idea, ma una pratica effettiva, un passaggio obbligato.


Ci sta  di fatto dicendo, che la coscienza non sia in fase di espansione come molti dicono e prevedono?

La coscienza e la consapevolezza non sono la stessa cosa, anche se spesso questi due termini vengono usati come analoghi o sinonimi, lo sviluppo della coscienza riguarda l'essere, l'essenza di un uomo, la sua posizione nel mondo relativa alla capacità di essere in grado di fare o non fare, la consapevolezza è lo stato di attenzione che l'uomo può avere in base alla sua essenza, detta così sembra la stessa cosa, se non fosse che mantenere lo stato di attenzione richiede uno sforzo ed un lavoro continuo su di sè.
La coscienza è lo stato effettivo dell'essere, e quello è soggetto anche ad altre influenze esterne, ma resta, che senza una consapevolezza , la coscienza dipenda da influenze esterne a noi, e la consapevolezza è l'unica arma perchè l'uomo non sia influenzato dall'esterno, quindi che sia artefice delle sue possibilità di influire in un possibile sviluppo di sè e del mondo che lo contiene, perchè se c'è un senso in tutto questo, e questo senso è una possibilità della nostra esistenza, nessuno accetterebbe mai di dipendere da influenze esterne a lui, che tutto sia meccanico, che ogni piccola manifestazione agita o subita dipenda dallo stato delle cose, quindi dalla propria inconsapevolezza, tanto è vero che a chiunque si dica questo, riterrà di considerarla pazzo, tanto quanto impazzirebbe chiunque, se potesse vedere che sia proprio così. Ogni manifestazione umana, di qualunque natura e pregio essa sia è compiuta in stato di inconsapevolezza e prodotta da influenze esterne, tutto accade, è sufficiente osservare il tempo che è necessario per cambiare quelle cose che sembrano non funzionare bene, quelle cose che ci fanno del male, quelle cose che reputiamo ingiuste, le guerre, la povertà e tutte le ingiustizie del nostro mondo, anche quelle dei nostri microcosmi personali, la mancanza di amore, insomma tutto quanto rappresentiamo e mettiamo in scena da millenni, senza che sia mutato niente nella sostanza, se non la forma esteriore delle cose, solo la consapevolezza può cambiare tutto ciò, e restando tutto come è e come era è ovvio che la consapevolezza non sia mutata, giusto quel tanto di coscienza per intravedere qualcosa della nostra storia, per parlarne tra noi, con abiti più sobri, tenendo presente che l'arco della nostra esistenza ha avuto inizio con l'ispirare dell'universo e quell'universo ora sta concludendo la sua espirazione, lo stesso tempo che noi inspirando ed espirando naturalmente compiamo in circa tre secondi, l'universo lo fa consapevolmente nei nostri migliaia e migliaia di anni di varie civiltà e trasformazioni, con risultati ancora da vedere e comprendere, ah le parole... i pensieri..


La ringrazio.. molto crudo.. davvero.. ma certo non ci aspettavamo qualcosa di diverso dalle sue parole.. grazie di averci concesso ospitalità.. e complimenti di nuovo per come riesce a gestire i suoi noventasei anni.. da solo..
 

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Commenti al Post:
ciubini.enrico
ciubini.enrico il 09/04/10 alle 12:12 via WEB
CIAO DONLUISITO... come stai?? io sono sincero, non riesco a concentrare um commento pero'sono felice che mi porta da te pe farti un salutone pieno d'affetto...enrico :-)
 
arej
arej il 09/04/10 alle 16:25 via WEB
forse l'unica consapevolezza che ho, se mi fosse dato di averne ancora, è che la PAROLA che si fa GESTO è ciò che ancora può restare, forse l'unico stretto passaggio.. verso dove? verso cosa? non so. Ma certo, personalmente, se un personalmente ancora c'è, ho finito anche con le parole. Oh, non ho finito di scrivere, che mi è troppo naturale, empatico e ...vitale. Ma non posterò. Per quanto ami quello che scrivo e che posto. Basta, donluisito. E non sono certo i piccoli infinitesimali problemi del blog che mi spingono a questo ma... il senso. Il senso di che?... il senso non ha bisogno di contenuti. Posso permettermi di congelare parole, blog e anche gesti. Ancora respiro.. quanto basta. Questo è avere novantasei anni, essere soli? non so. Forse, dato che la PAROLA è così puttana che sta a tutto e al contrario del tutto... bè, che la PAROLA AGISCA, da SOLA. Grazie donluisito
 
arej
arej il 09/04/10 alle 16:27 via WEB
Ho conosciuto fantastiche parole, don, fatte di forza e di colore, mandala di luce, di segni e simboli. Oh, ogni volta sembrava di avere il mondo tra le mani! Illusioni. Per quanto feconde. Basta, non presto più il fianco nemmeno alle meraviglie. arej
 
 
donluisito
donluisito il 09/04/10 alle 19:14 via WEB
.. mi ricorda quando si andava in vacanza con un gruppo di amici.. con la gioia di fare le cose insieme e la mattina ti svegliavi e nella casa tutti dormivano.. quel tempo, quell'attesa sembrava interminabile..con un mondo fuori che aspettava di essere vissuto.. so.. un sorriso Arej.. la giostra gira, la musica è forte, ma il parco giochi deserto..*__*
 
taiji
taiji il 10/04/10 alle 09:04 via WEB
bellissimo post, molto intenso, parole che portano verso la comprensione, di ciò che spesso rimane oscuro, grazie e buon weekend Gio
 
 
donluisito
donluisito il 10/04/10 alle 09:44 via WEB
..Grazie Giò.. a te.. per le parole.. che non sempre sono simbolo di confusione, quando un messaggio naviga dondolando sul mare della vita, lasciandosi scivolare dove porta il vento e dove portano le onde, là dove la meta ancora invisibile costringe a navigare controvento e contro un naturale fluire senza che le nostre vele possano gonfiarsi.. buon week end a te *__*
 
tekilal
tekilal il 12/04/10 alle 19:56 via WEB
sono solo di passaggio e anche stanca...per leggere te, bisogna concentrarsi....^_^ ritornerò a leggerti promesso! adesso ti lascio solo il mio saluto concittadino....mai incrociato però....^_^
 
 
donluisito
donluisito il 12/04/10 alle 22:03 via WEB
*__*
 
fantasy_forever
fantasy_forever il 13/04/10 alle 14:01 via WEB
Buongiorno :) Io non mi sento di dirti che ti capisco e nemmeno che ti condivido, non perchè non sia così, ma perchè il pensiero che esprimi è tuo e dirti "si anche io la penso esattamente come te" è troppo facile e a mio avviso anche totalmente inutile. Quello che invece mi sento di dirti, è che man mano che il tempo passa e che la vita scorre, credo che tutti si rendano conto che tenere "il controllo" della vita è impossibile, anche se ti sforzi, anche se ti impegni. Gli eventi sono imprevedibili sempre e non si può fare altro che fronteggiarli. Detto questo, ci sono comunque delle responsabilità da cui non ti puoi sottrarre o comunque si, lo puoi fare, ma con conseguenze che ad ogni modo derivano da quelle scelte. Si tratta di pochissime cose, una per esempio sono i figli. Sono pochissime. Ma esistono. Ciao.
 
 
donluisito
donluisito il 13/04/10 alle 14:56 via WEB
Ciao Cara non ho compreso bene se ti riferisca al post.. in ogni caso sai il valore o il senso che io dia ai pensieri, miei o di chiunque altro, per cui appunto sarebbe inutile sia dirmi capisco che condivido, e su questo siamo d'accordo, sulle scelte e le responsabilità, ogni scelta include l'essere responsabili, altrimenti la scelta non avrebbe il significato che ha e che noi diamo in ordine alla stessa, le conseguenze sono ulteriori scelte nelle quali ci imbattiamo, quando una determinata scelta anteriore ha prodotto il nostro presente, questo è in linea teorica, in linea pratica il nostro essere è rappresentato dalle scelte che facciamo o abbiamo fatto, ma anche dal comprenderne il senso, ed è sul senso della comprensione di quelle scelte, che poi possiamo muoverci ed avere una visione chiara o almeno non offuscata dalle circostanze che influenzano o abbiano influenzato le nostre scelte, la vita non può essere controllata totalmente, perchè altrimenti non avremmo ragione di essere ancora qui, ma può non essere lasciata al caso o a circostanze che sembrano esterne a noi o estranee, per restare in tema con il post, essere consapevoli serve proprio ad avere una comprensione di tutto quello che realmente ci influenza, cioè che ci fa scegliere in un certo modo, come se qualcuno ci avesse costretto a farlo, e magari trovare spiegazioni attraverso il semplice giudicare le persone o le cose che abbiano reso la nostra scelta infelice, piuttosto che la lezione che c'era da imparare, per non doverla ripetere più, questa piccola attenzione non ci darà il controllo totale della vita, ma ci permetterà forse di viverla in maniera più responsabile, quindi più armonica, per noi e per gli altri, soprattutto verso i nostri figli che hanno anche loro lezioni da imparare, e sovente sono più evoluti di noi per accontentarsi di significati parziali. un sorriso *__*
 
ilmonello2005
ilmonello2005 il 14/04/10 alle 11:51 via WEB
Ciao maestro. Mi ha colpito molto questa tua considerazione in quest'ultimo commento....Spesso i figli sono più evoluti di noi...Sai che è una grande verità...Il bambino ha una sua logica non ancora intaccata dai preconcetti che si basa sulla mera evidenza e sull'esperienza vissuta nel suo quotidiano...I ragionamenti di mio figlio di 5 anni sono molto più logici dei miei anche se possono apparire illogici...Molto complessi nella loro semplicità...Complessi perchè sono semplici e noi non siamo più abituati alle cose semplici perchè le abbiamo complicate troppo...Per il bambino l'esistenza non è una lotta ma una ricerca di benessere...Si scontra con i nostri no che a volte sono necessari per evitare situazioni pericolose che ancora egli non conosce ma tante volte sono i divieti a fare cose che gli adulti hanno complicato...Mi spiego...Ci si può arrabbiare con un bambino perchè tocca e magari rompe la statuetta di Limoge??Non si può|,sarebbe Assurdo...Il bambino è attratto da quell'oggetto...vuole scoprirlo,lo prende come è naturale perchè scoprire significa toccare...(VISTA-TATTO...)....Non ha il senso del denaro,non sa cosa sia il valore materiale....Vuole vedere la statuetta ,gli sfugge di mano ,la rompe...tragedia...Chi ha sbagliato?Senz'altro chi l'ha lasciata alla sua portata e non si è preoccupato di metterla in alto...I bambini incominciano a complicarsi crescendo grazie a tutte le nostre complicanze,a frustrarsi grazie alle nostre frustrazioni,ad ingannare per eludere i nostri inganni....Scusa maestro sono andata fuori tema...non so nemmeno se sono riuscita a spiegarmi....Un giorno mio figlio mi ha fatto un ragionamento riguardo ad una mia "Sgridata"...ho ascoltato...AVEVA RAGIONE!!!!...Gli ho dato la mano e gli ho detto..."Ti chiedo scusa":-)))))))) Sorrisi. TVB. Anto
 
 
donluisito
donluisito il 14/04/10 alle 12:10 via WEB
..non sei andata fuori tema..:-) hai colto un senso importante delle cose, e questo senso ha una sua visione, i bambini, quindi anche noi quando lo siamo stati, sono ancora Essenza sino ad una certa età, dopo a seguito di una serie di aspetti legati ai condizionamenti divengono una personalità e l'Essenza retrocede, la personalità rappresenta tutto ciò che è costruito, quindi in parte artefatto, sulla personalità si è costruito il nostro mondo e l'idea del mondo, con tutto quello che oggi rappresenta. Il fatto anche che i bambini siano più evoluti di noi dipende oggi dai cambiamenti che il nostro mondo sta avendo ed avrà sempre più nei prossimi mesi, quindi le anime che scelgono di incarnarsi in questo particolare momento storico per la terra sono anime che attraverseranno il cambiamento, ne saranno le rappresentanti e le artefici principali, quindi anime coraggiose e consapevoli che hanno scelto di essere qui, in un momento critico, ma speciale. Come spesso accade i nostri parametri di valutazione sono basati solo sulle idee ed i valori della vita materiale, sfuggendoci così una serie di cose, cose che cambierebbero totalmente il nostro modo di essere qui. un sorriso *___*
 
taiji
taiji il 14/04/10 alle 16:26 via WEB
Grazie i tuoi commenti sono sempre molto graditi, sono contento le mie parole ti siano piaciute, buon pomeriggio un sorriso Gio
 
 
donluisito
donluisito il 14/04/10 alle 21:16 via WEB
*__*
 
deainfinita
deainfinita il 14/04/10 alle 18:40 via WEB
...tu pensi che le persone sensibili sono quelle che hanno ancora una buona parte della loro essenza? Un abbraccio Manuela
 
 
donluisito
donluisito il 14/04/10 alle 21:37 via WEB
.. è una domanda che richiederebbe una risposta articolata.. l'essenza è la nostra parte reale, vera, rappresenta la somma delle nostre esperienze come anima, quindi non rientra necessariamente in un'idea di positivo-negativo, è invece possibile dire che una persona che abbia una personalità molto accentuata, quindi costruita, possa risultare carente di una certa sensibilità. Essere molto sensibili, può coincidere a volte con un'essenza che non sia stata fagocitata totalmente dalla personalità, in definitiva la sensibilità è una manifestrazione dell'essere e non dell'apparire, quindi in linea generale ti rispondo si.. un sorriso, comunque bella domanda *__*
 
   
deainfinita
deainfinita il 16/04/10 alle 17:23 via WEB
...proprio quello che pensavo...grazie per la risposta Don. Un sorriso per augurarti una buona serata. Manuela
 
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