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La presenza di Emergency in Puglia. Il chirurgo-pensatore condanna qualsiasi «guerra umanitaria» e sulla Libia

Post n°4491 pubblicato il 19 Marzo 2011 da cile54

Gino Strada contro don Verzè: l'ospedale a Taranto? Una schifezza

 

Cambiare? Si può. Anzi, si deve. Il messaggio di Gino Strada, il chirurgo fondatore di Emergency e - forse - il pacifista italiano più famoso, è diretto, senza inutili giri di parole. Proprio come il personaggio, decisamente fuori dal coro, pronto a dire quello che pensa. Così approda a Bitritto, nel Palatour zeppo come se ci fosse una rockstar internazionale, il tour nazionale per presentare il programma «Il mondo che vogliamo» e il nuovo mensile «E», curato da Gianni Mura e Maso Notarianni. La Puglia di Emergency è una piccola isola felice: undici i gruppi impegnati nella Regione, 30mila gli euro raccolti per l’associazione nell’ultimo anno, un centinaio gli iscritti. Ma per ascoltare il verbo del guru, contro la crisi dei partiti tradizionali, della rappresentanza e della politica democratica, sono arrivati anche in pullman.

 

E Gino Strada non ha deluso le aspettative. Ha parlato di quello che definisce «un programma politico», ma ha toccato gli argomenti di cronaca più attuali, dalla crisi libica all’emergenza nucleare, senza dimenticare la sanità, in una regione scossa da scandali e buchi neri. La premessa è che viviamo in un mondo ingiusto, da cambiare ricorrendo ai diritti umani. «Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli Stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse».

 

Inizia così il manifesto di Emergency. L’obiettivo? «Costringere gli italiani a cambiare, a riflettere, a impegnarsi in prima persona per il rispetto delle regole, a riscoprire parole dimenticate quali eguaglianza, giustizia e libertà». Altrimenti, non ci sarà futuro. Strada non ha certo le virtù di un diplomatico: «Il nostro paese ormai è una giungla».

 

Il suo sogno? «Costruire, nei prossimi 150 anni, l’Italia che vorremmo. Gli ultimi decenni della nostra Repubblica non sono stati certo brillanti». Il papà di Emergency ha le idee chiare sul nucleare: «C’è stato un referendum il cui risultato va rispettato. L’atomo è un giocattolo troppo pericoloso che non sappiamo controllare tecnologicamente». Il chirurgo-pensatore condanna qualsiasi «guerra umanitaria» e sulla Libia dice: « L’unica verità della guerra è la sofferenza umana. Speriamo in un rapido cessate il fuoco. Mi vergogno di essere cittadino di un Paese che continua a calpestare il principio costituzionale del ripudio della guerra».

 

Applausi. Tanti. Spontanei, fragorosi. Come quando Strada si scaglia contro don Verzè e il progetto di Taranto dell’ospedale San Raffaele del Mediterraneo: «È una schifezza, una inutile macchina mangia soldi».

 

Gaetano Campione

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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