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Referendum per l'acqua pubblica. La posta in gioco il 12 giugno č molto pių alta delle nostre bollette

Post n°4682 pubblicato il 10 Maggio 2011 da cile54

Riprendiamoci l'acqua e con essa anche il futuro!

 

Oltre che un argine estremo contro la privatizzazione dell'acqua, il referendum del 12 e 13 giugno rappresenta uno dei pochi ostacoli per fermare o almeno deviare il corso della travolgente e fangosa piena che sta devastando la democrazia del nostro Paese. Un devastazione che dopo aver privato i cittadini della possibilità di eleggere in Parlamento qualsiasi voce stonata rispetto ad un coro di componenti "designati" per modulare variamente le intangibili leggi del mercato, ora si accinge a togliere di mezzo anche l'Istituto Costituzionale della democrazia diretta. E' per questo che a Palazzo Chigi, e non solo, sono instancabilmente all'opera in queste ore per rimuoverlo o frantumarlo in tutti i modi.

Nella sciagurata ipotesi di un suo insuccesso, gli agguerriti gruppi finanziari ed industriali del settore si accaparrerebbero in un sol boccone sia le nostre bollette pronte ad essere gonfiate a dismisura, sia la grande torta di 64 miliardi di investimenti previsti nei prossimi anni sulle reti idriche e di depurazione.

Altro che virtuose leggi del mercato! Le gare che la Ronchi vuole imporre in modo generalizzato a partire dalla fine di quest'anno, oltre ad essere truccate da spudorati accordi di cartello, come dimostrano persino le sanzioni dell'Antitrust, trasformerebbero il servizio idrico in un variopinto monopolio in mano a colossali imprese multinazionali in grado di produrre profitti certi e duraturi al riparo da qualsiasi concorrenza.

Lauti profitti per arricchire i già più ricchi del pianeta ma anche, paradossalmente, per dare ossigeno attraverso la Cassa Depositi e Prestiti alle finanze pubbliche devastate da colossali sprechi in armamenti e infrastrutture inutili. Quella Cassa che invece di assicurare fondi pubblici al settore, partecipa a fondi di investimento più o meno occulti al solo scopo di cercare lucro! Profitti volti, addirittura, a rimpinguare risparmi di famiglie e pensionati, indotti da colossi, come l'emiliana e "progressista" Hera, a consegnarli ad essa tramite la borsa, per farli lievitare nell'incremento del proprio fatturato. Peccato per loro e per tutti noi che tale rendita sarà la conseguenza del gonfiarsi delle bollette oppure dell'aumento dei consumi e degli sprechi o, se si preferisce, dei tagli sui costi ed i diritti dei lavoratori del servizio!

Un bene - che forse più di ogni altro per la sua natura, per la sua indispensabilità alla vita, per le pessime sorti che subisce a causa dei disastri di un modello di sviluppo disumano, richiama la necessità di ripensare il come stare insieme sulla terra, il come rigenerare la democrazia, la partecipazione, la condivisione - e che invece verrebbe ridotto ad una qualsiasi merce in mano a società di capitali come avviene oramai da tempo per la stessa vita umana.

E quante ipocrisie e bugie si mettono in campo per tentare questo ulteriore scempio!

Che, ad esempio, l'acqua resterebbe pubblica mentre ad essere privatizzato sarebbe solo "il servizio" (..oltre naturalmente alle chiavi del nostro acquedotto!). Che resterebbe sempre il pubblico a controllare la qualità e la regolarità della gestione del privato …dopo aver mandato a casa tecnici e ingegneri delle nostre ex municipalizzate, smontando la catena delle conoscenze di cui essi costituiscono gli anelli attuali. Che è l'Europa ad imporci di privatizzare …mentre, oltre alle sentenze della Corte Costituzionale, il ritorno di Parigi alla gestione pubblica dopo 5 lustri di privatizzazione, con notevoli risparmi e investimenti, ce la dice lunga sugli obblighi ed anche sulla convenienza del mercato.

Tra i pochi a non peccare di questa straripante ipocrisia, gliene va dato atto, c'è l'inossidabile "social liberista" Franco Bassanini, che dalle colonne del Corriere della sera fa appello per il no al referendum «a tutte le persone responsabili», ed in particolare al suo segretario di partito Pierluigi Bersani, che lui stesso definisce «uomo delle liberalizzazioni, perché le ha fatte davvero e più di chiunque altro in Italia», «…ad essere un partito di governo cercando di convincere gli iscritti sulla necessità di votare no al referendum» non inseguendo anacronistici detrattori del capitalismo e del mercato, infiltrati nelle sue stesse fila! E ricordando giustamente che «il testo di legge contro cui l' opposizione si sta mobilitando è sostanzialmente lo stesso presentato nel 2000 da Napolitano-Vigneri, approvato dal Senato con maggioranza bipartisan. Che non divenne legge solo per la fine della legislatura».

Ma nonostante questi accorati appelli e le più temibili e subdole azioni di Governo ed industriali, stavolta non la faranno franca. Vinceremo noi perché quel fronte, quella vivace moltitudine insorgente e propositiva che si snoda lungo i nostri territori, nonostante l'ombra del sistema della disinformazione, non mancherà all'appuntamento.

Quel fronte che, ad esempio, nel ribellarsi alla cancellazione dei diritti del lavoro prospetta un altro ruolo pubblico capace di indicare cosa, come e per chi produrre; che nel difendere i propri territori dall'aggressione di chi devasta a fine di lucro i nostri panorami prospetta nuove economie, magari in alleanza con quanti, facendo agricoltura, offrono oltre che qualità e sicurezza alimentare anche un turismo responsabile; che nell'opporsi alla distruzione dell'istruzione pubblica prospetta una nuova idea e nuove passioni per la conoscenza, intesa come motore di una economia e di una società da reinventare; che nei luoghi dell'accoglienza e dei diritti umani, siano essi parrocchie o centri sociali, continuano ad operare e a cooperare per arginare la barbarie, nella consapevolezza che in questo mondo o ci si salva insieme o non c'è scampo per nessuno.

Quel fronte a volte inconsapevole di esserlo, ma che ha ben chiaro che tutte queste loro istanze si sublimano e si specchiano nell'acqua e nella sua sorte. Appuntamento per quel fine settimana alla metà di giugno a cui certo noi non mancheremo, per ripartire tutti insieme e per riprenderci oltre che l'acqua anche il futuro!

 

Massimo Rossi

Portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

08/05/2011

 
 
 
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