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« Il 9 febbraio 2013 a Mil...Contro il servizio sanit... »

I comitati: Tutto il nostro territorio è a forte rischio ambientale, la nostra offerta turistica potrebbe azzerarsi in un attimo

Post n°7321 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da cile54

Petrolio in mare tra l'Abruzzo e le Tremiti

Petrolio in mare, migliaia di litri, e gabbiani inzaccherati di nero sulla costa abruzzese.  Se n'è accorto il Wwf impegnato nel censimento del degli uccelli acquatici svernanti.

L'area è frequentata anche da altre specie, come i cormorani. Alcune di queste sono molto rare e protette a livello comunitario, come Gavine, Gabbiani corallini, Piovanelli tridattili e Fratini. Il litorale di Vasto e S. Salvo ospita ben due siti di interesse comunitario, la Riserva di Punta Aderci e le Dune di Marina di Vasto.

La mattina del 22 gennaio si sono avverate le paure di chi, sulla costa teatina, si batte per salvaguardare il territorio dall'invadenza delle multinazionali degli idrocarburi. Ora la Procura della Repubblica di Larino ha aperto un’inchiesta “Inquinamento Ambientale un assessore del comune di Termoli veniamo spiega che una delle giunture di una piattaforma, chiamata Rospo Mare, si è allargata, facendo fuoriuscire il greggio che, un mare a 10 gradi, s'è solidificato ed è affondato.

Le prime notizie arrivano alla cittadinanza dal vicino Molise, la Regione Abruzzo per ora è muta, e i comuni costieri sono lasciati da soli a fronteggiare i colossi del petrolio e i loro staff di avvocati ingegneri e geologi.

Davanti alla costa vastese si pompa petrolio da 30 anni e sulla testa degli abitanti pendono altri progetti del genere, come il Centro Oli, una vera e propria raffineria che contende la stessa terra e lo stesso mare che servirebbero al Parco Nazionale della Costa teatina di cui si reclama la perimetrazione definitiva che allontanerebbe i petrolieri «perché comporta troppa burocrazia in più per loro che amano concludere pratiche veloci ed accomodanti».

«Tutto il nostro territorio è a forte rischio ambientale, la nostra offerta turistica potrebbe azzerarsi in un attimo», dicono i comitati ricordando che altri sversamenti meno clamorosi di questo segnalati alla stampa dai pescherecci. «l rischio c’è, del resto c’è un nave, che con costanza, preleva greggio da un'altra nave container ancorata e poi scorazza quotidianamente per tutto il medio basso adriatico. Si è calcolato che il greggio estratto in 30 anni ha coperto semplicemente 60 gg del fabbisogno nazionale, lo 0.005%, che corrisponde ad un sacco di soldi per chi estrae, un niente per l’energia nazionale, ancora meno per il territorio in cambio di tantissimi rischi come mostrano le immagini di questi giorni compreso i gabbiani incatramati».

Da quando è iniziato la vicenda del Centro Oli di Ortona tante cose non sono più segrete, negli anni i cittadini e i comuni si sono opposti in maniera decisa a ulteriori trivellazioni ma le richieste della Petroceltic davanti a Vasto fino alle Tremiti e al Gargano restano incessanti e, fine anno, i comitati hanno appreso dell'autorizzazione per Ombrina Mare, enorme raffineria galleggiante a sole 3 miglia e mezza da San Vito chietino«Un regalo di Monti e Passera al quale la nostra politica, soprattutto regionale, non ha saputo o voluto opporsi».

«Bisogna assolutamente bloccare l’insediamento di Ombrina mare», avverte Maria Rita D'Orsogna, una ricercatrice emigrata in California che supporta la vertenza ambientalista: «Le Fpso (navi di supporto offshore) in Inghilterra hanno in media 45 sversamenti l’anno».

Il disastro ambientale non riguarda solo i gabbiani ma tutta la fauna e flora del fondale marino e quindi tutta la rete trofica adriatica. Il problema sono gli idrocarburi pesanti che soffocano il fondale e la componente tossica solubile che uccide il plancton, che è alla base della catena alimentare e dell'equilibro biologico.

La domanda è: chi stimerà quei danni? I comitati per il Parco nazionale chiedono agli operatori economici del turismo e tutti i cittadini di far sentire la propria voce per invertire la rotta. «L'Amministrazione comunale di Vasto e, come ci risulta anche quella di Fossacesia, sostenute anche dal Prc, si sono opposte con fermezza alla "deriva petrolifera" della nostra Regione - ha detto Fabio Smargiassi, segretario del circolo Prc di Vasto - Rifondazione Comunista torna a chiedere che si rivedano tutti i progetti di attività petrolifera a terra e a mare e l'iter per il Parco Nazionale della Costa Teatina dovrà essere centrale nelle politiche nazionali e regionali dei prossimi mesi».

Checchino Antonini

24/01/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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