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« E' il giorno della gran...Lo stato d'ansia per il... »

L'accanimento contro chi si ribella alla violenza in divisa. Ignobile il brutale sit-in contro la mamma di Federico Aldrovandi

Post n°7567 pubblicato il 30 Marzo 2013 da cile54

Malapolizia. Lucia Uva indagata per diffamazione

Non c’è davvero pace per i parenti delle vittime di ‘malapolizia’. A pochi giorni dall’assoluzione di Patrizia Moretti e di due giornalisti dall’accusa di diffamazione, loro rivolta dalla prima pm che seguì l’inchiesta sull’uccisione da parte di quattro poliziotti del figlio Federico Aldrovandi, ora la ‘legge’ si scatena contro Lucia Uva.

La sorella di Giuseppe, morto il 14 giugno del 2008 dopo esser stato fermato dai carabinieri a Varese e portato in caserma. Lucia Uva risulta incredibilmente indagata dalla procura di Varese per i reati di diffamazione e di “istigazione a disobbedire alle leggi”, il tutto a causa di una sua intervista rilasciata alla trasmissione televisiva di Italia 1 Le Iene e andata in onda nel 2011, nel corso della quale la donna aveva accusato i carabinieri di aver picchiato il fratello mentre era rinchiuso in caserma, dove morì dopo aver trascorso alcune ore per poi essere trasferito in ospedale quando era troppo tardi. Sotto accusa ci sarebbero anche delle frasi, rivolte anche in questo caso all’operato delle forze dell’ordine, scritte da Lucia Uva sulla sua pagina Facebook.

  “Ho ricevuto oggi l’avviso di garanzia – ha spiegato la sorella di Giuseppe Uva ieri – sono indagata solo perché ho detto la verità ma supereremo anche questo”. “Continuo a portare avanti la mia battaglia – ha sottolineato – e a chiedere che venga riaperto il caso per fare chiarezza su quanto successo quella notte”.

Il processo che si è aperto dopo la morte dell’uomo si è infatti completamente arenato, dopo l’assoluzione di uno dei medici dell’ospedale di Varese che era stato accusato di aver somministrato al paziente farmaci incompatibili con il suo stato di ubriachezza. La famiglia e l’avvocato Fabio Anselmo hanno sempre chiesto che si indagasse sul ruolo che ebbero i carabinieri che fermarono Giuseppe Uva e lo portarono in caserma, dove lo interrogarono. A mettere sotto accusa i Carabinieri di Varese fu un amico di Giuseppe Uva, Luca Bigioggero, portato in caserma anche lui e che raccontò di aver udito le urla strazianti della vittima, ma non è stato mai chiamato dalla magistratura per essere ascoltato o interrogato.

La donna ha incassato ieri la solidarietà del senatore del Pd Luigi Manconi, da tempo attivo nell’associazione ‘A buon diritto’. “Apprendo che Lucia Uva è stata raggiunta da una citazione della procura di Varese perché indagata per diffamazione nei confronti di polizia e carabinieri, da lei indicati come responsabili del decesso del fratello Giuseppe, morto nel giugno del 2008 nell’ospedale di Varese, dopo aver passato ore nella locale caserma dei carabinieri” afferma il senatore, che poi ricorda: “Il fascicolo relativo a questa vicenda tragica resta tenacemente e immotivatamente chiuso, mentre il pm che ne è titolare denuncia la sorella della vittima”. “Ma se Lucia Uva è colpevole – dichiara Manconi – io che seguo la vicenda da anni e che conosco bene Lucia Uva, mi dichiaro corresponsabile e correo“.

Luca Fiore

29/3/2013 www.ilfattoquotdiano.it

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Commenti al Post:
ovaieinfrantumi
ovaieinfrantumi il 04/04/13 alle 10:57 via WEB
Mi dichiaro corresponsabile pure io! Lucia era anche a Ferrara quando abbiamo fatto il sit in per rispondere alle merde che difendevano gli assassini.A lei va tutto il mio affetto e la mia solidarietà.
 
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