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Messaggi di Aprile 2014

>>>> SOMMARIO INSERIMENTI 25/30 APRILE 2014 Clicca sulla presentazione del post

Post n°8823 pubblicato il 30 Aprile 2014 da cile54

30- Basta austerità! Basta privatizzazioni! Appello per la costruzione di una manifestazione nazionale a Roma il 17 maggio

30- Abortire è un peccato che non si può perdonare, ci fanno intendere. Due storie tra le tante, in questa orrenda Italia

29- Basta punizione per i delinquenti, che diamine! Nell'Italia di oggi sono puniti i diritti di civiltà e quelli sociali acquisiti!

29- Amianto, drammi e governi: assenza di bonifiche e di prevenzione primaria, oltre che di assistenza morale e materiale alle vittime

29- Governi servi. Le banche fanno i piani industriali, con i soldi pubblici, e si vedono i risultati nel nuovo deserto italico

28- La sceneggiata messa in piedi dal vaticano, coi soldi pubblici, ha un avuto successo subculturale da brividi....per gli zombi

28- Giornata mondiale dei morti sul lavoro. Elezioni europee sui media: ignorato il lavoro e le condizioni sempre più degradanti dei lavoratori precarizzati e ricattati

28- Amianto: le bonifiche vanno a rilento, il censimento non viene fatto e in tutto il Paese aumenta il rischio. Questa è l'Italia oggi

26- Si radicano nell'Italia rioccupata dal neofascismo culturale i divieti verso l'umanità debole, siano essi lavoratori o migranti

26- Sentenza della Cassazione sulla Strage alla ThyssenKrupp di Torino. Comunicato stampa di Medicina Democratica. Torna la giustizia di classe?

26- La liberazione dell'umanità? “Ammassati e in condizioni igieniche pessime”. A lanciare l’allarme è Save the children

25- 25 aprile: quello che succede oggi (ipocrite cerimonie ufficiali, aggressioni, divieti di "bella ciao") ha un perchè?

25- Omicidi sul lavoro e Italia oggi: a quanto pare la conclusione da trarre è una sola: l'impresa può uccidere, non ci saranno conseguenze.

25- Ieri Berlusconi e Bossi e oggi Renzi, sempre con l'appoggio di Berlusconi, opera lo stravolgimento della Costituzione

25-  Post 25 aprile. Con pazienza certosina, e con frequenti momenti di isteria repressiva, i poteri stanno violentando le menti

>>>> SOMMARIO INSERIMENTI 17/24 APRILE 2014

 
 
 

Basta austerità! Basta privatizzazioni! Appello per la costruzione di una manifestazione nazionale a Roma il 17 maggio

Post n°8822 pubblicato il 30 Aprile 2014 da cile54

ACQUA, TERRA, REDDITO, CASA, LAVORO, BENI COMUNI, DIRITTI SOCIALI

E DEMOCRAZIA IN ITALIA E IN EUROPA

  

Una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia è alle porte.

 

Se la straordinaria vittoria referendaria del 2011 ha dimostrato la fine del consenso all'ideologia del “privato è bello”, e se la miriade di conflittualità aperte sulla difesa dei beni comuni e la difesa dei territori suggeriscono la possibilità e l'urgenza di un altro modello sociale, la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l'ideologia del “privato è obbligatorio e ineluttabile”.

L'obiettivo è chiaro: consentire all'enorme massa di denaro accumulata sui mercati finanziari di potersi impossessare della ricchezza sociale del Paese, imponendo un modello produttivo contaminante, mercificando i beni comuni e alienando i diritti di tutti.

Le conseguenze sono altrettanto chiare: un drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita del lavoro, del reddito, della possibilità di accesso ai servizi, ai danni ambientali e ai conseguenti impatti sulla salute, con preoccupanti segnali di diffusione di disperazione individuale e sociale.

 

Il Governo Renzi, sostenuto dall'imponente grancassa dei mass-media e in piena continuità con gli esecutivi precedenti, sta accelerando l'approfondimento delle politiche liberiste, rendendo irreversibile, attraverso il decreto Poletti e il Job Act, la precarietà del lavoro e della vita delle persone; continuando a comprimere gli spazi democratici delle comunità costrette a subire gli effetti delle devastazioni ambientali, delle grandi opere, dei grandi eventi e delle speculazione finanziaria e immobiliare; mettendo a rischio, attraverso i tagli alla spesa, il diritto alla salute, alla scuola e all'università, e la conservazione della natura e delle risorse.

 

Dentro questo disegno, viene messa in discussione la stessa democrazia, con una nuova spinta neoautoritaria che toglie rappresentatività alle istituzioni legislative (in particolare la nuova legge elettorale “Italicum”) ed aumenta i poteri del Governo e del Presidente del Consiglio, e con l'attacco alla funzione pubblica e sociale degli enti locali.

 

Tutto ciò in piena sudditanza con i vincoli dell'elite politico-finanziarie che governano l'Unione Europea e che, le politiche di austerità, i vincoli monetaristi imposti dalla BCE, il patto di stabilità, il fiscal compact e l’imminente trattato di libero scambio USA-UE (TTIP), cercano di imporre la fine di qualsivoglia stato sociale e la piena mercificazione dei beni comuni.

 

A tutto questo è giunto il momento di dire basta.

 

In questi anni, dentro le conflittualità aperte in questo paese, sono maturate esperienze di lotta molteplici e variegate ma tutte accomunate da un comune sentire: non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa.

 

Sono esperienze che, mentre producono importantissime resistenze sui temi dell'acqua, dei beni comuni e della difesa del territorio, dell'autodeterminazione alimentare, del diritto all'istruzione, alla salute e all'abitare, del contrasto alla precarietà della vita e alla mercificazione della società, prefigurano la possibilità di una radicale inversione di rotta e la costruzione di un altro modello sociale e di democrazia.

 

Vogliamo fermare la nuova stagione di privatizzazioni, precarietà e devastazione ambientale.

 

Vogliamo costruire assieme un nuovo futuro.

 

Vogliamo collegarci alle diffuse mobilitazioni europee, per affermare la difesa dei beni comuni nella dimensione continentale, a partire dal semestre italiano di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea.

 

Vogliamo costruire un appuntamento collettivo che nasca in ogni territorio dentro momenti di confronto e iniziative reticolari, che, a partire da oggi, mettano in campo reti e associazioni, comitati, movimenti e organizzazioni sociali per arrivare tutte e tutti assieme ad una grande manifestazione nazionale a Roma per sabato 17 Maggio, con partenza da Piazza della Repubblica alle ore 14.00.

 

> Stop privatizzazioni - Stop precarietà - Stop devastazione ambientale

> Per la riappropriazione sociale dell'acqua, dei beni comuni, del territorio

> Per la difesa e l'estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali

> Stop fiscal compact - Stop pareggio di bilancio e patto di stabilità - Stop TTIP

> Per la riappropriazione delle risorse e della ricchezza sociale

> Per la difesa e l'estensione della democrazia

http://17maggio.noblogs.org

 
 
 

Abortire è un peccato che non si può perdonare, ci fanno intendere. Due storie tra le tante, in questa orrenda Italia

Post n°8821 pubblicato il 30 Aprile 2014 da cile54

L’importanza dell’aborto, tra diritto negato e strumentalizzazioni

Da Intersezioni:

Chi legge questo blog probabilmente già è al corrente del fatto che per promuovere il proprio libro Mario Adinolfi ha fondato, nel nome della mamma, dei circoli. Uno scritto e dei circoli contrari ai diritti umani, nello specifico contrari al diritto a un aborto in sicurezza, contrari al diritto a non subire discriminazioni in base al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere, e contrari al diritto di poter morire senza subire accanimento terapeutico.

Le stesse idee misogine, omofobe e autoritarie espresse negli anni passati da Giuliano Ferrara, dalle destre (e pseudosinistre) più o meno organizzate in partiti, movimenti e associazioni, assieme a fanatici religiosi di ogni credo e credenza. In difesa di una presunta “famiglia naturale”. “Famiglia” significa “comunità umana” e, in quanto tale, non può essere “naturale”, con lo stesso significato che diamo all’aggettivo “naturale” quando lo usiamo per descrivere le piante; ormai non esiste neanche più il “paesaggio naturale”, dato che anche ciò che appare come frutto della natura è, in qualche modo, stato oggetto di modificazione da parte dell’essere umano; anche un prato è un paesaggio antropizzato. Il concetto stesso di paesaggio o di pianta è antropico, culturale. La famiglia è, unicamente, culturale. Essa assume forme diverse a seconda del momento storico, in base al quale può fondarsi su valori del tutto estranei alla contemporaneità di chi scrive. Siamo ai fondamentali del ragionamento attorno all’essere umano.

Purtroppo queste persone hanno già segnato punti a loro favore nel momento in cui ci occupiamo delle loro uscite populiste, della loro bassezza umana e pochezza culturale. In più, spararla grossa per creare scompiglio, è una tecnica di imbarbarimento del dibattito, in questi casi il dibattito non esiste nemmeno, siamo ben oltre.

Siamo oltre se una ragazza di diciannove anni se ne sta seduta nella sala di attesa del padiglione di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Martino di Genova, le è stato dato il farmaco per indurre l’aborto. Lei non lo sa ma il medico è obiettore, le infermiere non si interessano al suo caso e per le prossime ore sarà invisibile. A fine giornata dovrà chiamare la polizia per ottenere l’assistenza medica che le spetta di diritto dal Servizio Sanitario Nazionale.

Siamo oltre se una ragazza di venti anni, incinta di circa sette mesi, va ad abortire in una struttura non accreditata dal Servizio Sanitario Nazionale. Lei forse non lo sa ma per la legge è infanticidio (o lo sapeva ma ha voluto rischiare lo stesso, perché se vuoi abortire lo fai e basta, a rischio della vita e della pena prevista dalla legge). Durante i prossimi mesi la sua vita sarà sotto il microscopio, verrà condanna a una pena detentiva, assieme ai complici, il medico e l’infermiere che le hanno interrotto la gravidanza, a chi ha occultato il fatto.

Due storie tra le tante. Mettiamo in discussione il Servizio Sanitario Nazionale, a cosa serve se non fornisce alcun servizio? Se quello che fornisce non è omogeneo sul territorio? Se è afflitto dalla piaga dei nullafacenti – come chiamare altrimenti una persona che percepisce uno stipendio ma non svolge le mansioni per cui è stata assunta? Qual è l’etica del Servizio Sanitario Nazionale? La strada intrapresa è quella di una sanità privata? Allora perché un ginecologo e un infermiere che “privatamente” hanno “aiutato” una donna in difficoltà devono subire una pena? Quale coscienza hanno tutte le persone che lavorano nella sanità? Qual è il compito di un medico? E di un@ infermier@? Che ce ne dobbiamo fare della Legge 194? Siete convinti che la vita si difenda obiettando? Siete convinti che gli aborti si riducano lasciando le donne in una corsia d’ospedale ad aspettare per ore un controllo? Di che cosa parlano queste persone? Dove vivono?
Il
medico che si è rifiutato di seguire la ragazza a Genova è stato denunciato, ma la catena di responsabilità non sembra essere chiara.

La scelta di interrompere una gravidanza è oggetto di messa in discussione costante, un fatto scottante, più importante della mancanza di lavoro, della difficoltà ad avere relazioni di valore, della malattia, più importante della morte stessa di quella parte di umanità che chiamiamo donne.

Abortire è un peccato che non si può perdonare, ci fanno intendere. L’aborto “è sempre un dolore”, l’aborto “è una scelta difficile”, per altri l’aborto “è una scelta facile”, l’aborto “non può essere banalizzato”, l’aborto “deve essere regolamentato”, per fare un aborto “bisogna essere coscienti di ciò che si sta facendo”, per fare un aborto bisogna avere “una motivazione valida”, l’aborto è “la negazione della vita”. Ma un aborto è solo un aborto, cosa vi spinge a pensare che sia qualcosa di così importante e speciale, per voi che non lo state facendo? Credete che l’umanità finirà perché alcune donne abortiscono? Credete che i feti abortiti rimpiangano di non essere nati? Credete che le donne che abortiscono non siano vita?
Un aborto ha sempre un significato, per chi lo fa, ma non è detto che sia quello che vi immaginate. E, quale che sia quel significato, l’unica cosa importante è che si tratta di una pratica medica, che deve svolgersi in sicurezza perché, se per voi la vita è davvero importante, allora l’obbiettivo
è ridurre il rischio che una donna entri in ospedale con i propri piedi e ne esca in una bara.

Parlare di aborto dovrebbe essere come parlare di colecisti. Come tutti gli interventi, dall’asportazione delle tonsille alla colecisti, prevede un rischio e quindi andrebbe evitato, ma se una persona si trova in ospedale è perché evidentemente è giunta al punto di dover effettuare l’intervento, da lì merita un’assistenza continua, rispetto e comprensione, esattamente come tutt@ gli/le altr@ degenti.

Non ci sono “mamme” come categoria a parte alle quali appellarsi. Le donne sono singole persone, alcune sono anche madri, alcune sono anche lesbiche, alcune sono anche trans.

Aborto. Una storia di scarsa importanza

La metropolitana era affollata come al solito. Alessandra raggiunse uno spazio rimasto miracolosamente vuoto tra una porta e un tubolare, vi si sistemò stringendo a sé la borsa con la biancheria e la copia della cartella clinica. Il day hospital era andato bene, non avvertiva nessun dolore particolare, era solo un po’ stanca. Si chiuse nei propri pensieri, girava attorno all’idea del prossimo viaggio all’estero, doveva scaricare la cartina della metro da quel sito così utile. Si sentì toccare un braccio.
Un ragazzino sui tredici anni, riccioluto e già afflitto dall’acne, le stava cedendo il posto, chiamandola “signora”, probabilmente costretto da sua madre, la donna che gli sedeva accanto e le faceva cenno di sì con il capo.
Ogni volta che qualcuno la chiamava signora si sentiva in imbarazzo. Quanti anni di differenza potremmo avere io e te ciccio? Sgusciò tra i passeggeri e si sedette ringraziando sia madre che figlio annoiato. E’ troppo grande d’età per sedersi sulle cosce di mamma e troppo giovane per darsi un contegno, pensò.

“Viene dall’ospedale?” le chiese la donna. “Ho abortito” disse Alessandra mentre si sedeva. La donna annuì sorridendo. “Anche io l’ho fatto un paio di volte, una prima di lui e una dopo. Abbiamo voluto solo questo” disse indicando il figlio.
“Avevo preso la pillola ma è andato storto qualcosa.”
“Purtroppo a volte succede, l’importante è che ora stia bene. ”
“Sì si, sono solo stanca, ma è andato tutto bene.”
“Mio marito ha fatto una vasectomia, non voleva che dovessi subire altri interventi, la chiusura delle tube è più complessa come procedura.”
“Me l’hanno detto.”

Due fermate più tardi la donna e il ragazzino scesero salutandola, la metro si stava svuotando rapidamente. Alessandra abitava quasi al capolinea.

By Serbilla Serpente

29/4/2014

 
 
 
 
 

Drammi e governi: assenza di bonifiche e di prevenzione primaria, oltre che di assistenza morale e materiale alle vittime

Post n°8819 pubblicato il 29 Aprile 2014 da cile54

Amianto, un dramma che il Governo continua ad ignorare. Ormai i i ritrovamenti su spiagge e parchi

Ieri è stata la giornata dedicata al dramma amianto, alle malattie e gli incidenti sul lavoro. La solita sfilata di cifre e allarmi, bellamente ignorate nelle riflessioni degli opinionisti, più occupati a commentare per l’ennesima volta santificazioni e banane.

Per molte associazioni è stata l’occasione per fare il punto sull’emergenza. E più di qualcuno ha sottolineato la necessità di mettere in campo una mobilitazione continua. Anche perché sia sulle bonifiche che sulla cura il Governo ha fa orecchie da mercante. E questo a fronte di ben 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, e un tragico bollettino di guerra che fa registrare più di 5.000 morti ogni anno in seguito a patologie asbesto correlate.

Oltre alle iniziative delle sedi territoriali, sottolinea l’Osservatorio nazionale amianto, prosegue ''la mappatura dei siti contaminati'', anche grazie a un sito web che ''in pochi giorni ha già ricevuto 5.000 segnalazioni''.

A causa della ''totale e completa indifferenza delle pubbliche istituzioni'' sulla ''drammatica realtà dell'assenza di bonifiche e di prevenzione primaria, oltre che di assistenza morale e materiale alle vittime, e la non operatività del piano nazionale amianto del governo, bocciato pure dalle Regioni'', ha reso necessario ''elaborare un Piano nazionale amianto'' dell'Ona. Attraverso la piattaforma on-line  www.guardianazionaleamianto.it e dal primo maggio www.onaguardianazionaleamianto.it) ogni cittadino potrà segnalare la presenza di amianto, con l'obiettivo di portare a termine la mappatura. Mentre attraverso il dipartimento ricerca prosegue l'assistenza gratuita a tutte le vittime, oltre alle attività di ricerca; e il servizio legale con l'assistenza per ottenere il prepensionamento per i lavoratori esposti e la tutela di ogni altro diritto anche dei familiari.

Insomma, una sorta di “rilevamento artigianale” che se non altro serve a tenere sempre viva l’attenzione sul tema. Tra l’altro, il punto è che ormai si moltiplicano i “ritrovamenti” in territori non direttamente legati agli ambiti industriali. A parte le scuole, il fenomeno che si sta manifestando con sempre maggiore evidenza è che discariche di amianto vengono rinvenute nei parchi pubblici, come a Palermo, e addirittura sulle spiagge, come a Cagliari.

Silvia Nerozzi, figlia di Valter, capotecnico delle Officine grandi riparazioni (Ogr) di Bologna, morto lo scorso gennaio per un mesotelioma pleurico intervenendo ieri pomeriggio a Bologna, in piazza Nettuno, alla manifestazione "Una regione senza amianto", promossa da Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia-Romagna ricroda la "troppa poca attenzione" posta sull'argomento: "Il diritto alla salute e' un diritto di tutti, dei lavoratori ma anche dei cittadini. Se il cittadino pensa che sia solo qualcosa che riguarda i lavoratori dell'amianto - continua Silvi - purtroppo si sta illudendo". Sul fronte amianto servono "interventi urgenti", chiedono i sindacati nel volantino distribuito ai passanti, ricordando che "sono stati 152 i lavoratori morti in Emilia-Romagna per amianto nel 2013", mentre "ogni anno aumentano gli ammalati". Dunque, e' "irresponsabile che di fronte a questa strage il Governo blocchi da oltre un anno il Piano nazionale amianto- continua il volantino- dopo oltre 20 anni dalla messa al bando" del materiale killer.

Fabrizio salvatori

29/4/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 
 

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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