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In colpa

Post n°210 pubblicato il 03 Febbraio 2018 da paneghessa

Sono stanchissima, questa settimana, non ancora finita, è stata estenuante.

Sorvolo su tutto.

Stasera mi manda un sms una mia amica. Le ho risposto un pò male.

Non me lo perdono.

Sono parecchi anni che mi sento in colpa con lei. Noi eravamo due bambine inseparabili. Qualcuno ci prendeva per gemelle anche se abbiamo colori diversi ma sembravamo uguali per la simbiosi delle nostre vite. Lei era piu' spregiudicata, non studiava, piu' aperta con gli uomini, io introversa, studiosa, le mie relazioni sempre un casino ma ci volevamo veramente bene. Finita la scuola, lei andava al professionale sotto casa, io al liceo, finita la maturità, lei con 80 io con 100, decido di iscrivermi all'Univ, decide di iscriversi anche lei, molti dicono per spirito di emulazione nei miei confronti. Cominciamo, io 28 e 30, lei bocciata, la prima, la seconda e la terza volta, i suoi genitori umili e non istruiti le dicono di ritirarsi che nella loro famiglia non ci sono laureati, io la aiuto, le spiego le materie, le faccio i riassunti, lei comincia ad ingranare, io comincio a lavorare al secondo anno di università, prendo borse di studio, premi, comincia a lavorare anche lei e lo studio rallenta di piu', io mi laureo e lei non ha dato le materie del primo anno, divemto assistente e la aiuto nella mia materia, cerco di aiutarla anche per altri esami, nel frattempo io comincio a lavorare e mi trasferisco a Roma, lei si trasferisce a Firenze, appena arrivata a Firenze mi telefoma e mi dice che c'è un ragazzo del sud che la corteggia ma a lei non piace molto. Quel ragazzo è la sua fortuna. E' un uomo meraviglioso, mi è piaciuto subito quando me lo ha presentato,non solo carino ma innamoratissimo e serio. Le sta accanto,le infonde fiducia, un pò aiutata da me e da altri si laurea. Dopo un anno si sposano. Io accumulo titoli su titoli, riconoscimenti su riconoscimenti, ma sempre sola. Nel frattempo lei comincia a puntare sui titoli che prendo io ma capisco che in qualche maniera lei ormai vuole raggiungere quello che ha sempre voluto, riconoscimento professionale, rinconoscimento in genere, a tutti i costi, mi chiede favori, cerca di conoscere, intrallazza, io sempre allo stesso punto, lei nel frattempo rimane incinta, nasce un bambino bellissimo. Il marito lavora, fa gli straordinari, tiene il bambino, lei si butta in carriera, notte e giorno, ogni volta che io ho una promozione ci punta lei per l'anno dopo e chiede a me come ho fatto, il materiale delle relazioni, questo e quello, calcolando che lavoriamo in due posti diversi e lontano. Arriva il giorno dell'esame importante per lei, lei che si fida mi dice che conosceva il commisario e l'ha aiutata. Io ho studiato un anno per superare quell'esame, comincio ad infastidirmi. Io ho un periodo di crisi e lascio la libera professione, lei apre lo studio e lo inaugura, ogni cosa che deve fare mi chiama, di giorno e di notte : ' mi mandi un fac simile?', intanto il bimbo cresce, bellissimo ed educatissimo, lei, presa dalla carriera e dalla vita frenetica perde tutti i kg presi in gravidanza. Io mi sento uno schifo al suo confronto, lei vuole imitarmi a tutti i costi ed io non riesco a dirle che quella che ha vinto nella vita è lei, magra, bella, con una famiglia felice ed una carriera in corsa. Ogni volta che torniamo a casa giu' vuole che usciamo, che ci vediamo ma io non ho piu' tanto il piacere di vederla, la trovo cambiata, interessata a cose come la moda, la magrezza, la carriera a tutti i costi. La evito ed evito i suoi genitori che mi adorano e quando mi vedono mi dicono ' vieni a vedere il bambino'. La aiuto si, ma con freddezza e distacco. Quest'estate suo fratello muore in un incidente stradale ed io mi sento uno schifo perchè ho accampato scuse per non vederla ed ora sono la prima a casa sua, a piangere, a cercare con il mio modo goffo di starle vicino senza dimostrare quanto mi sento fallita vicino a lei. Guardiamo le foto del suo matrimonio, io obesa e depressa. Mi faccio schifo e mi ricordo quando eravamo piccole e abbiamo litigato e lei è svenuta ed ho chiamato sua madre e piangevo e quando si è risvegliata non si ricordava che avevamo litigato ed il motivo dello svenimento e sua madre mi faceva le torte ed io mi sentivo uno schifo. Perchè mi vogliono tanto bene se faccio schifo??

Le manca solo un gradino per arrivare al mio livello professionale, un gradino, ma in Italia lei non riuscirà mai a superare una procedura cosi' selettiva ed allora ha deciso di prendere il titolo in Albania, io non ho battuto ciglio perchè da quando è morto suo fratello non mi permetto di aggiungere altro dolore ma stasera mi ha scritto, mi ha scritto che prenderà questo titolo tra tre mesi, un titolo che io ho preso in Italia con studio e sudore in tre lunghi e faticosissimi anni, anni di solitudine e stenti,mentre lei faceva la mamma e la moglie felice, lei lo prenderà in tre mesi e farà il mio stesso lavoro, stessa qualifica, anzi, meglio di me, perchè lei continua anche la libera professione. Le ho scritto 'sono contenta per te ma come sai io non sono d'accordo con questo tipo di percorsi', mi ha scritto ' si si lo so tu lo hai preso con stenti e merito, io me lo compro, ma chi non è bravo come te si aiuta come può'. Mi sono sentita una persona schifosa. Ma come mi permetto io a giudicare il percorso altrui? Che bisogno c'era di sottolinearlo? Odio quando faccio queste cattiverie!! Mi sento uno schifo perchè è una persona distrutta dalla morte di suo fratello ed io infierisco. Perchè mi scrive per avere una piccola soddisfazione ed io la tronco sempre, non per invidia, perchè vorrei trincerarmi nel ' non ho una famiglia ma ho fatto carriera' ed invece lei dimostrerà come si può essere una donna completa. Lo so è un discorso fuori di testa, cattivo e paranoico ma io sono cosi'. Ovviamente ho cercato di girarla dicendo che non dubito della sua bravura, che è vero perchè la sicurezza data dai suoi successi l'ha migliorata parecchio, e poi ho girato parlando di altro, lei pure ha cambiato discorso ma si è capito che c'è rimasta male ed io mi sento lo schifo dello schifo dell'universo.

Tra l'altro a Pasqua si sposa suo fratello ed io devo assolutamente andarci, la sua famiglia ci rimarrebbe malissimo ed ha già invitato la mia famiglia ma io mi vergogno da morire, a 40anni andare ai matrimoni con mia madre e mio padre, senza parlare del fatto che lei sposata e con un figlio magrissima ed io ciccissima.

Che vita di m.....!!!

E speriamo non abbia raccontato a sua madre di questa mia sparata di oggi che mi vergogno da morire. Tra l'altro quando lo dico io a mia madre mi ammazza, mi aveva  raccomandato di non fare la maligna e di aiutarla quando mi chiede aiuto...mi uccide!!! Da domani tutto ok si si.

Mi sento uno schifo e spero Dio mi perdoni.

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Commenti al Post:
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 03/02/18 alle 12:47 via WEB
Secondo me non è nemmeno giusto mescolare le cose. Una cosa è l'atroce dolore per la perdita di un familiare, altra cosa è l'ambizione professionale. Non è che il peso della prima giustifichi qualsiasi mezzo per raggiungere la seconda. E poi mi sembra che tu abbia fatto un'osservazione che rientra nei limiti della normale conversazione. Tra adulti è normale, dovrebbe essere così.
 
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