Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
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Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi di Novembre 2006
Sarebbe corretto, dopo aver stressato per mesi, parlare del mio post-operatorio. Sarebbe...
Non ci riesco. È qualcosa di troppo grande ciò che mi sta succedendo. Più grande di me e della mia capacità di raccontare. Almeno per ora.
Stamattina però, ascoltando la radio, sono rimasta fulminata da una canzone e allora come spesso è accaduto in questo blog, lascio il passo alla musica e che sia lei a raccontare una minuscola parte di quello che sento nell'anima.
La mia anima, a cui dedico tutta la tenerezza d'improvviso sbocciata...
Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
(Gianna Nannini)
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il mare scuro che non si scandaglia
il mare e la terra che prima o poi ci piglia
e lascio la strada agli altri, lascio l'andare
e agli altri un parlare che non mi assomiglia
ma sono già stato qui
in qualche altro incanto
sono già stato qui
mi riconosco il passo
il passo di chi è partito per non ritornare
e si guarda i piedi e la strada bianca
la strada e i piedi che tanto il resto manca
e dietro neanche un saluto da dimenticare
dietro soltanto il cielo agli occhi e basta
e sono già stato qui
forse in qualche altro incanto
sono già stato qui
e misuravo il passo
ch'è meglio non far rumore quando si arriva
forestieri al caso di un'altra sponda
stranieri al chiuso di un'altra sponda
dal mare che ti rovescia come una deriva
dal mare severo che si pulisce l'onda
e sono venuto qui
tornando sul mio passo
sono venuto qui
a ritrovar l'incanto
l'incanto in quegli occhi neri di sabbia e sale
occhi negati alla paura e al pianto
occhi dischiusi come per me soltanto
rifugio al delirio freddo dell'attraversare
occhi che ancora mi sento accanto
ci siamo perduti qui
rubati dell'incanto
ci siamo divisi qui
e non ritrovo il passo
di certi posti guardo soltanto il mare
il mare scuro che non si scandaglia
il mare e la terra che prima o poi ci piglia
e lascio la strada agli altri, lascio l'andare
e agli altri un parlare che non mi assomiglia
questo parlare che non mi assomiglia
(Gianmaria Testa - Il passo e l'incanto)
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Ognuna di loro aveva il proprio gadget personale, alcune anche più di uno. C'erano rosari, santini di padre Pio, Madonne. Io impassibile, ho tirato fuori la foto di Robyn Williams/Patch Adams e l'ho appoggiata alla bottiglia dell'acqua. Nella mia laicità sbandierata, nemmeno la suorina con il Santissimo mi ha smosso niente. Tutta presa dalla mia paura, della rabbia per l'ingiustizia "cheperchècavolomisonolasciataconvincere" le ho rivolto un sorriso di circostanza e ho voltato le spalle alla sua consolazione.
C'è voluto un po' perchè arrivassero.
Entravano a volte con la faccia tirata e il volto scuro, persi nei loro mondi "fuori da lì", ma ad ogni passo, avvicinandosi a noi, i tratti si distendevano, i sorrisi si aprivano e le voci si facevano dolci.
Così ho conosciuto gli Angeli.
Gli Angeli non si fermano mai. Io cercavo le loro ali e mi stupivo nel non vederle, poi ho capito che guardavo nel posto sbagliato: le ali le avevano ai piedi e sbattevano così rapide da diventare invisibili. Sono Angeli colibrì sempre in movimento.
Piano piano, mentre le ore passavano, ho imparato a conoscere le loro mani gentili pronte a carezze che non credevo possibili. Ho ascoltato sussurri di conforto conditi di allegria contagiosa. Ho sentito braccia forti sollevarmi, vestirmi e svestirmi lavando via il mio imbarazzo. Gli Angeli erano a volte vestiti di bianco, a volte di azzurro. A volte curavano, a volte pulivano. Una volta li ho visti vestiti di verde. Lei, l'Angelo più bello, aveva due braccia possenti su un corpo esile e un buffo copricapo chirurgico a fiorellini ed è l'Angelo che mi ha portata in giro per i corridoi facendomi provare il brivido del cambio di prospettiva di una plafoniera su un soffitto. Lei mi ha parlato per tanto tempo e mi ha fatta parlare. Mi ha accarezzata, mi ha stetto la mano, mi fatta ridere. Lei mi ha spiegato passo passo cosa succedeva attorno a me e mi ha riscaldata quando la stanza si è fatta gelida. Lei mi ha guidata nel sonno che si tinge di verde aiutandomi ad acchiappare il sogno giusto. Lei mi ha risvegliata chiamandomi per nome e quando le prime lacrime sono sgorgate chissà come e chissà perchè, lei ha continuato quella coccola senza posa che mi ha accompagnata fino alle braccia dei miei cari. Lì mi ha lasciata ed è volata via. L'ho rivista il giorno successivo, quando è venuta a prenderne un'altra come me. Era sera tardi, il suo viso era stanco. Tanto stanco. Ma quando si è avvicinata alla donna impaurita, è avvenuto il miracolo. L'ho visto bene il viso trasfigurarsi nel sorriso che aveva dedicato anche a me. L'ho vista con lo stesso Amore chinarsi e accarezzare e tranquillizzare. Poi si voltata e mi ha vista e ancora un sorriso più ampio e il mio nome pronunciato come lo conoscesse da sempre e la gioia sincera nel vedermi già in forze.
Gli Angeli. Gli Angeli che hanno soffiato su ogni lamento, scusandosi per averlo provocato. Gli angeli che hanno soffiato sulla ferita più profonda e dolorosa che si chiama Panico, quella ferita che sanguina e brucia da anni e che per qualche giorno, soffiando amore, hanno saputo placare fino quasi a farla richiudere.
Prego ogni giorno affinchè l'egoismo che spesso prende il sopravvento nei nostri cuori, non mi faccia dimenticare quei volti, quei sorrisi, quelle rughe di stanchezza nelle notti interminabili.
Un grazie immenso agli Angeli del reparto di Chirurgia dell'Ospedale di Cuneo.
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Spero di riuscire a tenere un diario in questi giorni, perchè mi spiacerebbe che tutte queste emozioni, preziose per comprendere il mio mal di mondo, si perdessero tra i fumi dell'anestesia.
Vado portando nell'anima i vostri pensieri, convinta che siano magici e terapeutici. Ognuno di voi si ritenga ringraziato e abbracciato.
La Preghiera nell'immagine sia di conforto a me e di benedizione a chi passa da queste parti.
Ciau!
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dal 19/11/2006
fino a data da destinarsi.
Se non dovesse bastarmi l'amore di chi si prende cura di me, non mancherò di fare una capatina a massacrarvi i maroni.
Besos, abrazos y cariños...
con tutto l'amore che mi devo e che mi voglio.
Coraggio betullina, ce l'abbiamo quasi fatta.
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Da più di un anno non vedo casa a Roma.
Mi racconti ogni giorno i cambiamenti e i nuovi acquisti e io provo ad immaginare, ma fatico a ricordare l'ordine dei libri nelle librerie e il colore del cavatappi ikea che sta appeso sopra la bistecchiera (è sempre blu?)
Ero convinta che nulla avrebbe potuto intralciare il progetto del Natale romano, come vedi però siamo qui ad aspettare e ormai comincio a pensare che se anche ce la dovessi fare non troverei più i biglietti per il viaggio... Le ultime volte è stata un'avventura, ricordi?
Oddio, per me lo è sempre stata un'avventura, con tutta l'ansia che mi trascino appresso e poi l'eccitazione, come solo i bambini...
Da brava montanara penso ancora che attraversare mezza Italia in treno abbia del miracoloso e che sia un peccato mortale non guardarla tutta, non spiarne i colori e le sfumature di stagione, la spuma del mare che si infrange sulle coste, le regioni che si susseguono al ritmo di un ripasso scolastico, stazione dopo stazione, e io a chiedermi se riuscirò mai a decidere un giorno a non trattarle come semplici fermate ferroviarie, scegliendo invece di visitarle come meriterebbero.
Te lo ricordi il mio primo arrivo? I miei passi timidi sull'asfalto di una capitale bollente, in quel pomeriggio assolato mentre tu spiavi le mie paure, preoccupato che potessi non farcela e io mi stupivo che in fondo fosse stato così facile. E dopo, il turbinìo dei monumenti, le vie trafficate, i semafori che scattano diversi da qui e la metro sotto terra a togliermi il respiro ogni volta e ogni volta il tuo sguardo a darmi forza. Come quel giorno a Testaccio, indimenticabile, quando il tuo sguardo dapprima stupito si fece divertito nel vedermi fare la matta in mezzo al mercato, cuffie in testa e passo inarrestabile. Quel giorno Roma era mia e solo mia.
E proprio con quel lettore che mi regalasti alleviai la pena dei lunghi viaggi. Caricai su un CD i pezzi degli artisti più amati, e sono tanti, messi belli belli in ordine alfabetico, così che il primo era sempre Branduardi e capitava puntualmente che tra Asti e Genova, passata l'agitazione che ogni volta mi provoca il cambio a Torino e abituatami ai compagni di viaggio, ecco che finalmente mi sistemavo comoda, accendevo il lettore e immancabile partiva "Il sultano di Babilonia" così che da allora, al solo sentirne le prime note la mente si catapulta sull'appennino ligure, il quel lento salire e poi scendere verso il mare, verso casa.
Quando ero bambina, mia nonna mi diceva che quando Dio chiude una porta, subito dopo apre un portone. Ci penso spesso a quanti usci mi si sono chiusi sul muso in questi anni e devo dare atto a nonna che aveva ragione. Senza quelle porte chiuse non si sarebbe mai aperto il portone di casa tua con tutto quello che ha significato per me. Ora ho la sensazione che mi si voglia chiudere anche quell'unico spiraglio sul mondo e per quanto mi sforzi, non vedo altri portoni che possano aprirsi e sostiruire le tue braccia grandi e il tuo bene immenso.
betulla
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Mi scuso se non rispondo ai commenti, se non partecipo.
Ho un macigno in testa che mi toglie lucidità.
Vorrei riuscire a buttar fuori almeno la rabbia, ma anche quello mi risulta faticoso.
Aiutate Malene se potete.
Cliccando sull'immagine troverete l'aggiornamento sul blog di Magdalene.
Per le coordinate bancarie di Malene, potete contattarmi all'indirizzo: betulla3@libero.it
il tempo ragazzi,
non è poi tanto quanto si crede;
date anche molto a chi ve lo chiede,
dopo domenica è lunedì.
Vanno le nuvole coi giorni di ieri,
guardale bene e saprai chi eri;
lasciala andare la gioia che hai,
un giorno forse la ritroverai.
Camminano le ore,
non si fermano i minuti;
se ne va,
è la vita che se ne va;
se ne va,
di domani nessuno lo sa.
Dopo domenica è lunedì.
No, non perdiamolo il tempo ragazzi,
non è poi tanto quanto pensate;
dopo l'inverno arriva l'estate
e di domani nessuno lo sa.
Camminano le ore,
non si fermano i minuti;
se ne va,
è la vita che se va;
se ne va,
dura solo il tempo di un gioco;
se ne va,
non sprecatela in sogni da poco;
Se ne va,
di domani nessuno lo sa.
Non si fermano i minuti,
dopo domenica è lunedì.
Camminano le ore
ed il tempo se ne va;
non si fermano i minuti,
di domani nessuno lo sa,
dopo domenica è lunedì.
No non perdetelo il tempo ragazzi,
non è poi tanto quanto si crede;
non è da tutti catturare la vita,
non disprezzate chi non ce la fa.
Vanno le nuvole coi giorni di ieri,
guardale bene e saprai chi eri;
è così fragile la giovinezza,
non consumatela nella tristezza.
Dopo domenica è Lunedì...
(Angelo Branduardi)
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è
la nostra città
una città piccola
e non ci passano i tram
ma
ci passa il fiume
e sopra il fiume le foglie
e sopra le foglie il sole
che di novembre è un attimo
come di ferro lucido
delle città importanti
dove ci passano
i tram
(Gianmaria Testa - La nostra città)
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Radiobet
Pensieri e parole in un click
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
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