Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
Blo(g)cco Note
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi di Aprile 2006
Las manos de mi madre
parecen pájaros en el aire,
historias de cocina
entre sus alas heridas de hambre.
Las manos de mi madre
saben que ocurre por las mañanas
cuando amasa la vida
horno de barro, pan de esperanza.
Las manos de mi madre
llegan al patio desde temprano
Todo se vuelve fiesta
cuando ellas vuelan junto a otros pájaros.
Junto a los pájaros que aman la vida
y la construyen con el trabajo
arde la leña, harina y barro
lo cotidiano se vuelve mágico
se vuelve mágico
Las manos de mi madre
me representan un cielo abierto
y un recuerdo añorado
trapos calientes en los inviernos.
Ellas se brindan cálidas,
nobles, sinceras, limpias de todo
¿Cómo serán las manos
del que las mueve gracias al odio?
(Peteco Carabajal - Mercedes Sosa)
Le mani di mia madre/sembrano passeri nell'aria/storie di cucina/tra le loro ali ferite di fame/Le mani di mia madre/ sanno cosa serve per il domani/quando impasta la vita/forno di fango/pane di speranza/Le mani di mia madre/arrivano al patio assai presto/Tutto diventa festa/quando volano unite agli altri passeri/Unite ai passeri che amano la vita/e la costruiscono col lavoro/arde la legna, farina e fango/il quotidiano diventa magico/Le mani di mia madre/ mi ricordano un cielo aperto/e con rimpianto/coperte calde per l'inverno/Esse si levano calde, nobili, sincere, del tutto pulite/Come saranno le mani/ di chi le muove grazie all'odio?
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Otto anni dopo circa, sempre in primavera, la bambina che fu fondamentale per il matrimonio di cui sopra, quella che ho svezzato io, quella che spesso sento misteriosamente frutto del mio utero, quella bambina fece la prima comunione.
Forse lo stesso fotografo di otto anni prima, mi riprese seduta fuori dalla chiesa. Nessuno a consolarmi quel giorno, ormai si era entrati nel maledetto circolo vizioso del "è normale così"...
I bambini uscirono da messa e la mia nipotina, tutta bianca, col velo e la coroncina del rosario tra le mani chiese eccitata: "hai visto quando ho fatto la comunione come ero emozionata?" E io che quando nacque giurai di non mentirle mai, risposi che no, non l'avevo vista, perchè non riuscivo a stare in chiesa. Ricordo il suo sguardo deluso, rabbioso e poi l'urlo: "Ma almeno una volta potevi entrare no???" e mi tenne il muso per tutta la giornata. Giustamente, per lei non era "normale così".
Credo che nessuno della mia famiglia abbia mai perdonato le mie assenze. Mio marito che tanto mi vuole bene e tanto ha fatto in questi anni, anche lui non credo mi abbia perdonata per le occasioni mancate. Io di certo non riesco a perdonarmi.
Ho scritto questo stimolata da Che, perchè provi, magari solo un poco, a non farsi del male quando già di male il destino, ce ne ha dispensato troppo.
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Sólo le pido a Dios
Que el dolor no me sea indiferente
Que la reseca muerte no me encuentre
Vacía y sola sin haber hecho lo suficiente
Sólo le pido a Dios
Que lo injusto no me sea indiferente
Que no me abofeteen la otra mejilla
Después de que una garra me arañó la suerte
Sólo le pido a Dios
Que la guerra no me sea indiferente
Es un monstruo grande y pisa fuerte
Toda la pobre inocencia de la gente
Sólo le pido a Dios
Que el engaño no me sea indiferente
Si un traidor puede más que unos cuantos
Esos cuantos no lo olviden fácilmente
Sólo le pido a Dios
Que el futuro no me sea indiferente
Desahuciado esta el que tiene que marchar
A vivir una cultura diferente
Sólo le pido a Dios
Que la guerra no me sea indiferente
Es un monstruo grande y pisa fuerte
Toda la pobre inocencia de la gente
(Leòn Gieco - Mercedes Sosa - Solo le pido a Dios)
Solo chiedo Dio/che il dolore non mi sia indifferente/che l'arida morte non mi trovi/vuota e sola, senza aver fatto il sufficiente/Solo chiedo a Dio/che l'ingiustizia non mi sia indifferente/che non mi schiaffeggino l'altra guancia/dopo che un artiglio mi graffiò la sorte/Solo chiedo a Dio/che la guerra non mi sia indifferente/è un mostro grande e calpesta/tutta la povera innocenza della gente/Solo chiedo a Dio/che l'inganno non mi sia indifferente/Se un traditore può più di alcuni/che questi non lo dimentichino facilmente/Solo chiedo a Dio/che il futuro non mi sia indifferente/sfortunato è colui che deve partire/per vivere in una cultura differente/Solo chiedo a Dio/che la guerra non mi sia indifferente/è un mostro grande e calpesta/tutta la povera innocenza della gente.
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Abbiamo scritto contro il governo. Adesso io scrivo contro quei pirla che a Milano hanno bruciato la bandiera Israeliana. Le bandiere non si bruciano, perchè appartengono al popolo. Mi dissocio da quei cretini la cui madre è sempre incinta, da quei ragazzetti che del 25 aprile non sanno una beneamata fava e bruciano bandiere indossando una maglietta della Vodafone (giuro!) chiaro indicatore di dove affondi le radici un certo "estremismo". Qualcuno dovrebbe spiegare loro che 30 anni fa, quando arrivavano i cellulari, non di telefonia si parlava e comunque non erano in dotazione ai manifestanti. Stasera mi dissocio e mi faccio Israeliana. Shalom
Abbiamo scritto contro la pena di morte.
Abbiamo scritto contro la guerra.
Abbiamo scritto per la vittoria elettorale.
Abbiamo scritto per la Liberazione......
Si contesta il governante, anche offendendolo se è il caso.
Non si offende il popolo.
E si pensa prima di insultare persone che hanno contribuito a che noi si vivesse in democrazia.
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Oggi vorrei parlare di sesso, ma ho disseminato così tanti indizi riguardo la mia persona, che il blog potrebbe pure essere diventato la lettura preferita del mio parroco, quindi oltre all'azione mi toccherà censurare anche le parole. La notte scorsa ho sognato mia nonna che mi accarezzava. Io avevo i capelli cortissimi e rossi.... Consolazione, penitenza, trasgressione, non necessariamente nell'ordine. (Foto: Egon Schiele - Triste chair)
Invidio ariel, che scrive il suo desiderio con tanta passione, o sera_nera, che racconta la sua sessualità condendola con un'ironia che solo lei...
Vorrei parlare e dire, ma sono spenta.
Sono sempre stata convinta che noi donne siamo il risultato di quanto scorgiamo negli occhi degli uomini e finchè in quegli occhi c'è un barlume di desiderio noi siamo femmine, se quel barlume sparisce, o ci troviamo un altro uomo, o ci rassegnamo.
Non ho capito bene come succeda, ad esempio, che dall'essere sensuali si passi all'essere ridicole, senza che in apparenza sia cambiato nulla nelle parole e nei gesti.
Ricordo tempi in cui riuscivo ad essere molto puttana senza che la cosa mi mettesse minimamente in imbarazzo: era un gioco eccitante che mi faceva sentire bella, unica, grandiosamente capace di sedurre. Poi arriva il giorno che fai la puttana come cento altre volte hai fatto e quando guardi negli occhi il tuo uomo vedi che manca la famosa scintilla, così che ti crolla addosso tutta la vergogna del mondo, perchè non sei più la sua puttana, sei solo e improvvisamente oscena.
Stamattina mentre passeggiavo nel deserto che è il paese in questi giorni, ho scorto uno sguardo di interesse negli occhi di un passante. Peccato che avesse 19 anni e stesse puntando con una certa libidine il mio lettore musicale.
Sono questi i momenti in cui ti chiedi quanto di femminile ti sia rimasto attaccato addosso.
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Il 22 gennaio 2002, Evo fu espulso dal Paradiso, cioè: il deputato Morales fu espulso dal Parlamento.
Il 22 gennaio 2006, in quello stesso luogo dall'aria sfarzosa, Evo Morales è stato consacrato presidente della Bolivia, cioè: la Bolivia comincia a sapere di essere un paese a maggioranza indigena.
Nel momento dell'espulsione, un deputato indigeno era più raro di una mosca bianca.
Quattro anni dopo, sono molti i legislatori che masticano coca, millenaria abitudine che era proibita nel sacro recinto parlamentare.
Molto prima dell'espulsione di Evo, i suoi, gli indigeni, erano già stati espulsi dalla nazione ufficiale. Non erano figli della Bolivia: erano solo la sua mano d'opera. Fino a poco più di cinquant'anni fa, gli indigeni non potevano votare e neppure camminare per i viali delle città. Con cognizione di causa Evo, nel suo primo discorso presidenziale, ha detto che gli indigeni non furono invitati nel 1825 alla fondazione della Bolivia.
Questa è anche la storia di tutta l'America, compresi gli Stati uniti. Le nostre nazioni nacquero sulla fallacia. L'indipendenza dei paesi americani fu dall'inizio usurpata da una minoranza molto minoritaria.
Tutte le prime Costituzioni, senza eccezione, lasciarono fuori le donne, gli indigeni, i neri e i poveri in generale.
L'elezione di Evo Morales è, almeno in questo senso, equivalente alla votazione di Michelle Bachelet. Evo ed Eva. Per la prima volta un indigeno presidente della Bolivia, per la prima volta una donna presidente del Cile. E lo stesso si potrebbe dire del Brasile, dove per la prima volta è nero il ministro della Cultura. Non ha forse radici africane la cultura che ha salvato il Brasile dalla tristezza?
In queste terre, malate di razzismo e di maschilismo, non mancherà chi creda che tutto questo è scandaloso.
Scandaloso è che non sia successo prima.
Cade la maschera, il volto si palesa e infuria la tempesta.
L'unico linguaggio degno di fede è quello nato dalla necessità di dire. Il più grave difetto di Evo consiste nel fatto che la gente gli creda, perché trasmette autenticità perfino quando, parlando spagnolo, che non è la sua lingua madre, commette qualche erroruccio. Lo accusano di ignoranza i dottori che sono abili nell'essere echi di voci aliene. I venditori di promesse lo accusano di demagogia. Lo accusano di essere un caudillo coloro che hanno imposto in America un unico Dio, un unico re e un'unica verità. E tremano di paura gli assassini degli indigeni, i quali temono che le loro vittime siano come loro.
La Bolivia sembrava essere nulla più che lo pseudonimo di coloro che comandavano in Bolivia, e che la consumavano mentre cantavano l'inno, e l'umiliazione degli indigeni, resa abitudine, sembrava un destino. Ma negli ultimi tempi, mesi, anni questo paese ha vissuto in perpetuo stato di insurrezione popolare. Quel processo di continue ribellioni, che lasciò una scia di morti, culminò con la guerra del gas, ma veniva da lontano. Veniva da lontano ed è continuato dopo, fino all'elezione di Evo contro ogni ostacolo.
Con il gas boliviano si stava ripetendo una storia antica di tesori rubati nel corso di più di quattro secoli, da metà del secolo XVI: l'argento di Potosì lasciò una montagna vuota, il salnitro della costa del Pacifico lasciò una cartina geografica senza mare, lo stagno di Oruro lasciò una moltitudine di vedove. Questo e solo questo lasciarono.
Le rivolte popolari di questi ultimi anni sono state crivellate di proiettili, ma hanno evitato che il gas evaporasse in mani aliene, ha deprivatizzato l'acqua a Cochabamba e a La Paz, hanno rovesciato governi governati da fuori, e hanno detto di no alle tasse sul salario e ad altri saggi ordini del Fondo monetario internazionale. Dal punto di vista dei civilizzati mezzi di comunicazione, quelle esplosioni di dignità popolare sono state atti di barbarie. L'ho visto, letto, ascoltato mille volte: la Bolivia è un paese incomprensibile, ingovernabile, intrattabile, ingestibile. I giornalisti che lo dicono e lo ripetono sbagliano aggettivo: dovrebbero confessare che per loro la Bolivia è un paese invisibile.
Non c'è nulla di strano. Questa cecità non è solo una cattiva abitudine di stranieri arroganti. La Bolivia nacque cieca, incapace di guardarsi, perché il razzismo getta polvere negli occhi, ed è un dato di fatto che non mancano i boliviani che preferiscono vedersi con gli occhi che li disprezzano.
Ma non è un caso che la bandiera indigena delle Ande renda omaggio alla diversità del mondo. Secondo la tradizione è una bandiera nata dall'incontro dell'arcobaleno femmina con l'arcobaleno maschio, e questo arcobaleno della terra, che nella lingua indigena si chiama tessuto del sangue fiammeggiante, ha più colori dell'arcobaleno del cielo.
Eduardo Galeano
Fonte: Il Manifesto Gennaio 2006
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Accendo una sigaretta, l'ennesima del secondo pacchetto di Diana della giornata. Sento i polmoni bruciare, una vena pulsare sotto le ossa craniche e mi prende la paura. Spengo la sigaretta maledicendo il vizio e promettendo di smettere. Ancora non so che non fumerò mai più in vita mia.
25 Aprile 2006, un anno senza fumo.
Auguri betulla. Sei stata davvero grande.
(Foto: betulla fumante aggiornata alle h. 20.48)
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BELLA CIAO
Una mattina mi son svegliato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao
Una mattina mi son svegliato
E ho trovato l'invasor.
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao
Seppellire lassù in montagna
Sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao
E le genti che passeranno
Mi diranno che bel fior.
Questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao
Questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà.
(Foto: Maria B.)
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Domani si ricomincia a camminare e a far dieta... volevo solo dirvi che sto bene...
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Sono stanca. Troppe le notti senza sogni sereni. Troppi i risvegli angosciati. Ho voglia di chiudere gli occhi e dormire. Di aprirli ed essere sveglia. Ho voglia di sogni colorati da poter raccontare ridendo. Ho voglia di non dover cercare a tutti costi la stanchezza per potermi distrarre dai pensieri molesti. Ho voglia di parlare di cose stupide e di pensare cose stupide. Ho voglia di farmi primavera e sbocciare anche io, una volta tanto.
Avevo chiesto a Dio una settimana decente, non ha voluto accontentarmi. E allora non ho più voglia nemmeno di Dio.
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(quattordici volte amore)
L'amore fa l'acqua buona
Fa passare la malinconia
Crescere i capelli l'amore fa
L'amore accarezza i figli
L'amore parla con i vecchi
Qualcuno vuole bene ai più lontani
Anche per telefono
L'amore fa guerra agli idioti
Agli arroganti pericolosi
Fa bellissima la stanchezza
Avvicina la fortuna (quando può)
Fa buona la cucina
L'amore è una puttana
Che onora la bellezza
Di un bacio per regalo
Cose che fanno ridere l'amore fa
Cose che fanno piangere
L'amore fa belli gli uomini
Sagge le donne l'amore fa
Cantare le allodole
Dolce la pioggia d'autunno
E vi dico che fa viaggiare, si
Illumina le strade
Fa grandi le occasioni
Di credere e di imparare
Cose che fanno ridere l'amore fa
Cose che fanno piangere
Fa crescere i gerani e le rose
Aprire I balconi l'amore fa
Confondere le città
Ma riconoscere i padroni (l'amore lo fa)
Aprire bene gli occhi
Amare più se stessi
L'amore fa bene alla gente
Comprendere il perdono
L'amore fa.
(Ivano Fossati)
Questa settimana ho perso 2,6 chili e in totale sono dimagrita di 6,7 chili. Smetto la dieta stretta per almeno una settimana, perchè ho perso troppo peso in pochi giorni.... Sempre sperando che mi torni l'appetito :)
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Corallina
Uova ripiene al bagnèt
Peperoni in bagna caoda
Costolette di agnello al timo di balcone
Crostata di mele
Meno male che l'influenza toglie l'appetito, così ho sofferto un po' meno. Però sfigata son sfigata....
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Dal Blog di Beppe Grillo Copio e incollo.....
“ Lettera aperta a George Bush.
Io sono solo un comico e lei è un grande presidente, a capo di una grande e potente nazione. Inoltre, lei è anche un grande amico del nostro ex presidente del consiglio con cui ha molti punti in comune, la visione atlantica al posto di quella pacifica, grandi ricchezze, l’esportazione della democrazia con o senza le armi, la personalizzazione della politica.
Mi permetto comunque, molto umilmente, di chiederle conto del suo comportamento nei confronti dell’Italia e degli italiani.
Prodi ha vinto le elezioni, si sono felicitati con lui capi di stato di molte nazioni e il presidente della comunità europea.
Manca, quasi, solo lei.
E, in questa situazione, il nostro ex presidente del consiglio non riconosce il risultato elettorale anche grazie al suo supporto.
Lei si ostina a non riconoscere in Prodi il legittimo vincitore, eletto in libere elezioni.
Elezioni gestite da un ministro degli interni del governo in carica.
Elezioni in cui si è votato con una legge elettorale liberticida fatta approvare dal suo amico e, in questo caso, la sua voce di difensore della democrazia non l’abbiamo sentita.
Lei non si sta dimostrando amico del nostro Paese e probabilmente non sta neppure facendo gli interessi del suo.
Se lei non riconosce Prodi perchè gli italiani dovrebbero riconoscere lei? Io credo e spero che la sua sia solo una temporanea distrazione istituzionale, in caso contrario gli italiani dovrebbero porsi qualche domanda.
Perchè consentire la permanenza di basi militari americane nel nostro Paese?
Perchè tollerare la presenza di armi atomiche americane a Ghedi Torre, Brescia e ad Aviano, Pordenone.
Perchè permettere agli agenti della Cia di muoversi nel nostro Paese come se fossero in visita nel suo grande ranch nel Texas?
Perchè finanziare un Paese che in questo momento gli è ostile comprando prodotti americani, mangiando in catene americane, sostenendo le imprese americane in Italia?
Sono sicuro che gli italiani sapranno trovare le risposte".
Beppe Grillo
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¿Quién me presta una escalera,
para subir al madero,
para quitarle los clavos
a Jesús el Nazareno?
(Saeta popular)
¡Oh, la saeta, el cantar
al Cristo de los gitanos,
siempre con sangre en las manos,
siempre por desenclavar!
¡Cantar del pueblo andaluz,
que todas las primaveras
anda pidiendo escaleras
para subir a la cruz!
¡Cantar de la tierra mía
que echa flores
al Jesús de la agonía,
y es la fe de mis mayores!
¡Oh, no eres tú mi cantar!
¡No puedo cantar ni quiero
a ese Jesús del madero,
sino al que anduvo en el mar!
(Antonio Machado)
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Quando passeggio tendo ad estraniarmi da tutto quello che può essere di incremento al panico, quindi cammino con gli occhi fissi o sulle scarpe o sul torrente, con la musica nell'orecchio destro (il sinistro mi serve per non finire sotto i TIR sulla statale) e i pensieri liberi di vagare. Succede che alcune persone mi salutino e che io accenni un sorriso senza mai fermarmi e senza dare a nessuno l'opportunità di attaccare bottone.
Stamattina mi sono isolata particolarmente bene, senza fare caso a nulla, nemmeno al torrente, così che quando è passata una signora che conosco bene e mi ha saluatata con un bel "CIAO!", io, con Vecchioni sparato nei timpani, ho risposto senza pensare: "ohoh cavallo ohoh..." La faccia della signora non ve la posso descrivere, io invece ho iniziato a ridere, senza fermarmi, senza spiegare e sto ridendo ancora ora, pensando che in paese, dopo che sono praticamente sparita, molti mi credono strana... ora cominceranno sicuramente a credermi pazza.
P.S. Qualche anima buona mi può spiegare come si inserisce un link musicale? Grazie.
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Stanotte devo aver sognato di essere una persona normale, perchè svegliandomi ho sentito il desiderio di andare al mercato.
Come ogni mattina mi sono preparata, ho preso il mio lettore musicale, i soldi e il cellulare e, per la prima volta da quando faccio le mie passeggiate mattutine, ho infilato in tasca una busta di plastica. Immediatamente una vocina nella mia testa mi ha sussurrato: "gran brutto inizio betulla...."
Il percorso è stato quello di ogni giorno lungo il torrente, ma questa mattina dalle scarpe usciva solo panico. Quando ho preso la via del ritorno, più di una volta mi sono detta "lascia perdere il mercato", ma oggi non mi andava di arrendermi, così mi sono infilata tra le bancarelle, tenendo lo sguardo a terra, occhiali da sole ben piantati sul naso e musica a palla nelle orecchie. Ho comprato il prezzemolo per fare il bagnèt, le mammole, che mi riportano col pensiero ai mercati romani e le mele per la crostata. Tutto questo col cuore che batteva a mille e le mani che si facevano di cera, incapaci perfino di porgere i soldi al verduriere, ma, cocciuta, mi sono spostata al banco vicino, che vende pasta fresca e sughi pronti. Ero in coda, pensando se comprare ravioli o tagliatelle, quando vedo che le buste dove la venditrice infila la mercanzia hanno un qualcosa di strano. Guardo meglio e vedo il logo di Forza Italia con la scritta cubitale "BERLUSCONI". Sono rimasta qualche secondo allibita, per poi sbottare con un sonoro: "Ossignur!! E' un incubo!!" che ha attirato l'attenzione di mezzo mercato (compresa mia madre, ahimè), quindi uscendo dalla coda mi sono diretta a passo da bersagliere verso casa.
In tutto ciò mi sono completamente dimenticata del panico, tanto da pensare che, a farmi fuggire, sia stato qualcosa di molto più cupo e pericoloso di una banale fobia.
Ancora una volta Nimriel mi richiama all'ordine.
Ieri è stato giorno di pesata e purtroppo ho constatato come la maledetta insalata russa di domenica scorsa abbia avuto effetti deleteri sul calo ponderale facendomi perdere solo 600 grammi in una settimana. In totale dal 23 Marzo, ho perso 4 chili e 100 grammi e comincio a sentire i jeans un poco ballerini attorno ai fianchi. Sono quasi a metà strada e se la Pasqua non fa scherzi strani entro la fine di maggio dovrei tornare al mio peso forma.
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Arido sono amante amato
il viso non l'ho più, m'è cascato
una fulgida notte
di Casino
ho costole divaricate
disossate
sono tutte corde della mia arpa
cupi tamburi battono le reni
Ho acqua agli occhi benedetto Iddio
e fremiti alle dita
ho muscoli da uomo
e muscoli da cane
ho corda al collo
anima mia
e trappole alla vita
ho pensieri da uomo
e pensieri da cane
specialmente da cane
Lupo mi sono fatto invece
così ebbi salvo il pasto
tradito il mio destino
che niente era garantito
se non che il tempo e chi lo serve
ha bocca più grande e feroce
della mia
povera bestia cattiva
non abbastanza cattiva
Caro amore io t'ho visto arrivare
fra le gambe delle donne arroventare
come il metallo nero
di un motore
Caro amore io t'ho visto arrivare
fra le gambe delle donne arroventare
come il metallo nero
di un motore
Mi sono sentito mancare e tossire
e t'ho sorpreso a cercarmi e ritornare
Dio, se t'ho sentito frusciare
strisciare e rovesciare
io t'ho guardato abbatterti e salire
abbatterti e salire
e accenderti finalmente
come le luci di un ponte
in mezzo all'estate
in mezzo all'estate
Arido sono e dimenticato
amante amato
Caro amore io t'ho visto arrivare
Caro amore io t'ho visto arrivare
Caro amore io t'ho visto arrivare
Caro amore io t'ho visto arrivare
Arido sono e dimenticato
amante amato.
(Le mie afflizioni non possono ricevere lenimento, e il ricordo dei miei piaceri mi colma di disperazione. Io mi illudo di avervi ridotto a non avere senza me che piaceri imperfetti.)
(Ivano Fossati - L'amante)
(Foto: Egon Schiele - Sitting)
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Radiobet
Pensieri e parole in un click
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L'inizio del Blog
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
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