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Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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"Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango,
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
Blo(g)cco Note
Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi di Marzo 2008
A me di calcio non importa più nulla da molto tempo, anzi, mi irrita qualsiasi cosa vi si riferisca, da Moggi in giù. Il fatto però che un tifoso (?) esagitato finisca sotto ad un pulman in un autogrill e per questo si sospenda una partita a danno dei tanti che allo stadio ci vanno per veder giocare e non per dare mazzate, mi pare una stronzata megagalattica. Che poi si continui a parlare del "povero ragazzo di appena 29 anni" rende bene l'idea di come siamo ridotti in questo paese che se poi li chiami bamboccioni si offendono. Si continua a posticipare il tempo in cui una persona diventa adulta, si deresponsabilizza perchè "son ragazzi". Oddio, forse hanno anche ragione, perchè a dirla proprio tutta e guardandoli bene, dell'uomo hanno davvero poco.
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Sono in tre e per quanto si dicano soli, la loro eterea presenza in casa mia è costante, tanto che me li sento appiccicati addosso da mattina a sera. E da un po' anche di notte. Sono due sorelle e un fratello. Una mi è toccata per suocera, gli altri due in una sorta di tre al prezzo di uno. Le mie giornate sono scandite dalle loro telefonate, dai loro bisogni, dalle loro ansie, dalla loro totale mancanza di senso della privacy (altrui). Alle 6.22 di questa mattina è squillato il cellulare (che ormai non si spegne più...reperibilità continua), mi ero addormentata da forse quattro ore. Il vecchio zio era in ansia perchè l'altrettanto vecchia sorella col cervello degradato non rispondeva al telefono. Un quarto d'ora di rassicurazioni da parte del nipote e poi si torna a dormire, ovvero lui torna a dormire, con quella capacità tutta maschile di ricadere in catalessi dopo tre secondi netti dall'accadimento di una qualsiasi catastrofe. Alle sette rimestavo lo zucchero nel mio caffè senza riuscire a scacciare il sapore amaro della bile straripante. Non li sopporto più. Lo so, è colpa mia. Non dovevo sposare un figlio unico e di buon cuore. Io sono stronza, insensibile, egoista e quant'altro che al momento non mi va di analizzare. Lui è sempre pronto e disponibile, sacrificabile a prescindere e dovrei ringraziare il cielo perchè ben pochi uomini avrebbero resistito con me accanto per vent'anni, ma appunto perchè sono stronza non riesco a provare la gratitudine che dovrei e il peggio è che dopo aver passato metà della mia vita nel tentativo di sconfiggere i sensi di colpa, mi ci ritrovo ora invischiata fino al collo e la rabbia sale. La sento accumularsi come vapore in una caldaia assieme al desiderio irreprimibile di mandarli tutti e quattro a quel paese, loro e la loro malata idea di famiglia, che ai miei occhi altro non è che un deleterio massacrarsi i coglioni a vicenda.
Immagine: www.giardinaggio.it
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Me ne stavo tranquilla e beata navigando di sito in sito e di blog in blog quando sono capitata qui e mi sono incuriosita. In un periodo della vita in cui le religioni (tutte le religioni) mi fanno venire l'orticaria provocandomi una sorta di panico da topo in gabbia, questi due articoli si sono insinuati nei miei pensieri e non vogliono abbandonarli. Non ho l'attrezzatura culturale sufficiente per commentare, quindi lascio semplicemente una traccia per chi volesse provare a vedere le cose da un altro punto di vista.
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale [...]
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero...
(Francesco Guccini - Addio)
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero...
(Francesco Guccini - Addio)
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Sveglia alle cinque stamattina e fin da subito si è capito che la giornata non sarebbe stata una meraviglia. Ho passato i primi 40 minuti della mia vita da sveglia, seduta sulla tazza del cesso con le budella in rivoluzione. Non volendo oppormi al destino, ho lasciato che nel frattempo la mia mente occupassse il tempo meditando sulle stranezze dei sintomi del DAP. Per tre lustri abbondanti la cosa più paralizzante è stata la grande nausea accompagnata dalla sensazione impellente di dover vomitare. Ne parlai a lungo in analisi, di questa nausea e finii per accostarla ad un qualche digusto verso me stessa e verso la vita che stavo conducendo. Un bussare discreto alla porta del bagno mi ha distratta dalle elucubrazioni Freudiane per riportarmi alla cruda realtà: il treno non avrebbe aspettato i comodi del mio intestino. Così, forza e coraggio, ci si avvia alla stazione dove alle 6,30 mi accoglie un bel cartello "SCIOPERO".
Panico.
Lo so, c'era già prima, ma ora raddoppia, triplica, sale, mi invade, mi paralizza..... saltiamo in auto come due schegge tirando giù santi e beati e ci fiondiamo giù dal cucuzzolo, direzione Cuneo. Ci sarà uno straccio di treno per Torino che parta dal capoluogo no? C'è. Alle 7,25 e parte dal sesto binario. Corri, corri ed ecco una roba di baraccone lungo lungo che solo a guardarlo ti senti molto poco comunitaria, ma c'è. C'è anche il mondo che ha deciso di radunarsi lì stamattina. Tutti i pendolari della provincia devono aver aver trovato il cartello che ho trovato io e tutti devono aver pensato quello che ho pensato io. Maledetti! Maledetti pure gli imbrattatori di treni che mi hanno oscurato metà del vagone con le loro stronzate multicolor. Soffoco, la vescica urla pietà, l'intestino fa le capriole e il treno non parte. Annunciano dieci minuti di ritardo e io mi sento morire. Non so come, non ricordo in che modo, sono arrivata a Porta Nuova e sono scesa da quella specie di carro bestiame. Venti minuti fino all'ospedale, tre minuti per il prelievo, altri venti minuti fino alla stazione. Dai che prendiamo il treno delle 10,30.... Saliamo sul treno e aspettiamo e aspettiamo e aspettiamo. Il treno si riempie. Un sacco di gente che avrebbe preso il successivo vede questo fermo sul binario e sale e io ricomincio a boccheggiare. Alle 11,10 finalmente ci muoviamo....ciufff ciufff verso casa.... Quando infilo la chiave nella toppa realizzo di aver viaggiato sei ore per un prelievo di sangue di 3 minuti e ho un'illuminazione. Finalmente so perchè nell'ultimo lustro scarso, il panico si presenta, oltre che con la nausea anche con i fuochi d'artificio nel mio colon. Io non c'entro nulla, non ho colpe questa volta. Il mio inconscio è innocente e puro come un giglio. È questo Paese che fa cagare.
Immagine: Fabrizio Tarizzo
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Sarei stata svegliata dal ticchettio dei tacchi della signora di sopra e dagli urletti del suo bambino accompagnati dai suoi passettini attutiti sul pavimento. Mi sarei crogiolata qualche minuto ascoltandoti preparare il caffè in cucina, immaginandoti mentre con tanta cura apparecchi la tavola per la colazione, con ogni ben di Dio a stuzzicare le mie golosità.
Mi sarei truccata e pettinata con la mia solita, incerta cura e avrei cambiato abbigliamento almeno tre volte prima di decidere cosa indossare per poi guardarti disperata chiedendoti "Come sto?" e ogni volta tu avresti risposto "Sei perfetta piccolè" e io non ti avrei creduto mai. E poi saremmo usciti a veder bancarelle sulla circonvallazione. Io a fermarmi ogni due passi e tu a chiedere "Te piace? To-o compro?" E ridere e bisticciare per questo tuo voler comprare sempre tutto. E avrei guardato il cielo che chissà se oggi è blu come qui e mi sarebbe venuto un groppo in gola al pensiero della cosa grande che è per me camminare in una strada romana.
Saremmo tornati a casa litigando sulla spesa per il pranzo, io con la voglia di non rientrare mai, perchè quando sono dentro, uscire torna poi a sembrare impossibile, ma zitta e buona avrei fatto gli ultimi scalini, sbirciando tra la selva di tronchetti della felicità che paiono essere flora endemica della Garbatella e dintorni... Invece mi sono svegliata tra i frammenti di un sogno ricorrente e angosciante pensando ad un treno da prendere che non è il treno che vorrei. E mentre scrivevo anche il cielo è cambiato e non è più blu....
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Click
So' coraggioso e forte!
-disse un cavallo ar Mulo - e vado ar campo
pieno de fede, sverto come un lampo,
tutto contento de sfidà la morte!
Se arriva quarche palla che m'amazza
sacrifico la vita volentieri
pe' la conservazione de la razza.
- capisco, - disse er Mulo -
ma, su per giù, pur'io
che davanti ar pericolo rinculo,
nun conservo la razza a modo mio?
(Trilussa - La paura)
Immagine: "a modo mio"
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Di politica non voglio parlare, perchè non sentendomi più rappresentata da alcun partito, non saprei che dire. Dei malanni è meglio se taccio perchè ha ragione lume: non si può scrivere di sè come in un diario senza suscitare commenti e allora bisognerebbe filtrare, prevenendo le incomprensioni di chi leggerà, mettendo in conto che leggere e conoscere sono due cose molto, ma molto differenti... Potrei parlare di sesso, temo però che Libero mi bannerebbe dopo tre secondi, perchè non sono una personcina a modo e non amo il sesso glitterato. Potrei starmene zitta, e una voce giù giù verso l'ipotalamo mi suggerisce che sarebbe proprio la cosa giusta da fare. Solo che se sto zitta mi spengo e se mi spengo torno a fare pensieri strani...
Lasciar vagare la mente.
Tanto tempo fa qualcuno (fu Poli o chi?) mi insegnò a riacciuffare un ricordo partendo da "Casa" e usando il metodo dell'associazione di idee. Casa - finestra - tendina - sole - posto - piazza - passeggiata ...
Era forse inizio maggio e la piazza era affollata per la gara di biciclette. Passeggiavo con indosso il mio vestito verde a fiorellini "acchiappasguardi" e sentii una voce intonare "Gloria, manchi tu nell'aria..." Tirai dritto. Passai e ripassai qual giorno e quello successivo, in quello che era un rito, la passeggiata pomeridiana dal ponte sino alla fine dei portici e viceversa. Fare vasche era il nostro passatempo. Passai e ripassai e ogni volta lui intonò qualla canzone. Non ricordo il suo viso nè la voce. Ricordo che si chiamava Oscar, arrivava dal Veneto e che alla fine del secondo giorno mi baciò. E ricordo Gloria.
Immagine: Vincent Van Gogh - Terrasse de cafè la Nuit
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Ringraziando Bea per lo scherzetto
ecco a voi il meme delle sei stranezze di bet.
Regolamento:
1 - mettere il link di chi mi ha nominato
2 - mettere il regolamento nel blog
3 - indicare 6 abitudini/cose/particolarità su di me.
4 - indicare a mia volta 6 malcapitati che dovranno fare lo stesso giochino (scòrdatelo!!)
5 - avvisare queste 6 persone (come sopra...)
Le mie abitudini/particolarità/cose, sono :
1. Non esco MAI di casa senza accertarmi che nella borsa ci sia un pacchetto di caramelle alla menta con il buco
2. Ogni cibo deve avere il suo coltello. Non ammetto che si tagli il salame con il coltello del formaggio o robe simili
3. Quando sono immersa nella lettura, mi isolo completamente. Mi si può dire qualsiasi cosa, tanto io sono altrove.
4. Non riesco a sparecchiare la tavola subito dopo i pasti. Posso stare seduta anche un'ora a chiacchierare o guardare la tv, prima che la mia digestione mi consenta di passare all'azione e sistemare la cucina.
5. Sono maniaca della privacy. Non tollero che qualcuno eserciti il controllo sulle mie azioni o sui miei spostamenti. Quando succede divento una belva.
6. Non perdo una puntata di "Un posto al sole" da almeno 12 anni.
Ovviamente spezzo la catena
e non passo il meme a nessuno. Se qualcuno volesse fare self service, prego si accomodi.

Regolamento:
1 - mettere il link di chi mi ha nominato
2 - mettere il regolamento nel blog
3 - indicare 6 abitudini/cose/particolarità su di me.
4 - indicare a mia volta 6 malcapitati che dovranno fare lo stesso giochino (scòrdatelo!!)
5 - avvisare queste 6 persone (come sopra...)
Le mie abitudini/particolarità/cose, sono :
1. Non esco MAI di casa senza accertarmi che nella borsa ci sia un pacchetto di caramelle alla menta con il buco
2. Ogni cibo deve avere il suo coltello. Non ammetto che si tagli il salame con il coltello del formaggio o robe simili
3. Quando sono immersa nella lettura, mi isolo completamente. Mi si può dire qualsiasi cosa, tanto io sono altrove.
4. Non riesco a sparecchiare la tavola subito dopo i pasti. Posso stare seduta anche un'ora a chiacchierare o guardare la tv, prima che la mia digestione mi consenta di passare all'azione e sistemare la cucina.
5. Sono maniaca della privacy. Non tollero che qualcuno eserciti il controllo sulle mie azioni o sui miei spostamenti. Quando succede divento una belva.
6. Non perdo una puntata di "Un posto al sole" da almeno 12 anni.
Ovviamente spezzo la catena

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Lo chiamano Fallow-up Follow-up (parlare italiano no eh...) e non ho idea di cosa significhi. Dicono che "dopo", bisogna farlo ogni anno per cinque anni. Si comincia oggi con l'ecografia e si finirà ad aprile con la visita e il verdetto e, a parte l'ecografia, tutto il resto si svolgerà a Torino. Non ne ho più voglia. Vorrei avere il coraggio di mandare tutti a quel paese e che si facessero gli affaracci loro, che a me ci penso io. Detesto l'ansia che mi prende quando l'ecografo preme sul collo cercando quello che nessuno vuol trovare. Ogni volta mi vien voglia di urlare: "eccheccazzo! smettila no? se non c'è non c'è!!" e detesto che mi iniettino porcherie in corpo "a scopo diagnostico".... Uff... ho voglia di dimenticare di avere un corpo mortale e fallace....
Immagine: Hospitalisto mistico
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Ricordo che dopo tre o quattro anni che eravamo sposati, decidemmo che sarebbe stato bello avere un bambino e per qualche mese ci applicammo senza però ottenere risultati, poi mio marito finì in cassa integrazione e accantonammo ogni progetto. In seguito, gli attacchi di panico sempre più forti, l'analisi, il Basedow ... L'idea di fare figli ci parve, forse, una cosa fuori dalla nostra portata e semplicemente non ne parlammo più.
A tirare fuori l'argomento, di tanto in tanto, era mia madre. Non ha mai digerito che io, la sua preferita (sia come figlia che come vittima) rinunciassi alla maternità. Il suo argomento preferito era: "da vecchia non avrai nessuno che si curi di te" a cui io ribattevo tra l'orgoglioso e il baldanzoso: "non si fanno figli per assicurarsi una vecchiaia assistita" e finiva lì, almeno fino alla volta successiva.
Mi capita ora, nel percepire quanto l'orologino biologico sia ormai prossimo al trillo finale e trovandoci mio marito e io a dover badare a un po' di persone anziane, di pensare, molto vigliaccamente e senza più alcuna baldanza, che forse mamma aveva ragione. A volte, mentre aspetto al buio che il sonno mi prenda, mi chiedo come sarà quando toccherà a noi di essere vecchi e magari rincoglioniti. Mi chiedo io, che non sono stata praticamente mai autosuffciente e che ho avuto sempre bisogno di qualcuno che facesse le cose per me, come farò nel caso dovessi sopravvivere a mio marito (sintomatico che, scrivendo, non abbia preso in considerazione l'idea che magari toccherà a me prendermi cura di lui).
Ricordo un pomeriggio di tanti anni fa, stesa sul lettino a raccontare a Poli le mie paure riguardo la maternità, quando lei, calma e tranquilla come sempre, disse: "anche se ora non le sembra possibile, sta preparando una culla bellissima per suo figlio" e io mi sentii felice.
La culla non c'è stata e non ci sarà. Resta un velo di malinconia e resta l'imbarazzo.
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Radiobet
Pensieri e parole in un click

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L'inizio del Blog
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
"Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."



"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
cun tucte le tue creature..."



"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"

"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."
da "La coscienza di Zeno"
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