Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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immagineVergine (23 agosto - 22 settembre)


"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

Blo(g)cco Note

Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
tiene la fe que alucina,

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(Josè Seves)


 
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Post N° 525

Post n°525 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da betulla64
 













Baissà-vous mountanhos, planos levà-vous,

perque posque veire mes amours ount soun

Se chanto que chante chanto pa per ieu
chanto per ma mio qu’es da luenh de ieu






Aveva otto anni quando la mandarono via. Troppe bocche da sfamare e gli studi di un fratello destinato a diventare prete, richiedevano il sacrificio di quella bimba bionda. Alla "Pia Casa delle Figlie Derelitte" le avrebbero insegnato la modestia e il ricamo, mentre il suo sguardo avrebbe cercato oltre le mura un qualche rilievo che somigliasse alla sua montagna. Uscì di casa con i piedi calzati da un paio di scarpe quasi nuove, regalate chissà da chi e premurosamente scippate dalla suora che l'accolse sul portone, poichè una bimba modesta calza zoccoli di legno, tiene lo sguardo basso, parla solo se interogata o per pregare l'Altissimo e non protesta se le dita sanguinano spaccate dal gelo mentre stringono un ago e imparano il rammendo invisibile. Rimase in quel collegio per otto anni, dipanando fili colorati e trasformandoli in fiori, animali e greche senza che la pianura pavese avesse un minimo di pietà, così che nessun monte si levò a consolarle la malinconia. Tornò a casa ormai giovinetta portandosi appresso, con la sua arte, un profondo terrore verso i luoghi chiusi, un curioso accento lombardo e la convinzione di essere derelitta.

La guardo ora formare ghirigori con la forchetta tra i chicchi di riso, la nausea dipinta sul viso tirato e spento, incapace di rifiutare un pasto offerto. La tolgo dall'imbarazzo levandole il cibo da sotto agli occhi. Sospira sollevata e sussurra un "era proprio buono sai..." poi si alza traballante e si accosta alla finestra, figura minuscola e ingobbita, solleva gli occhi scrutando la montagna. Vedo che segue con lo sguardo ogni anfratto di roccia, ogni via che solo lei conosce e inizia a parlare da sola, quasi un sussurro, di quella volta che il camoscio... e quell'altra che la nebbia, le carsene, la capra.... poi ride, si volta e mi racconta per l'ennesima volta di quando si trovò sullo sperone nel bel mezzo di un arcobaleno tondo e pensò di sè con orgoglio che doveva proprio somigliare ad una Santa. D'improvviso bestemmia Dio, suo fratello, tutti i santi e le madonne con l'anima dei trapassati. Scrolla il capo come a scacciare un pensiero molesto, mi sorride e chiede "ho già mangiato?" lasciandomi lì, impotente d'innanzi alla voraggine che si è aperta nella sua mente, a chiedermi se per caso il concetto di bella e sana famiglia di un tempo che qualcuno pretende di far passare come buono, somigli a quel padre e quella madre, così testardi nel credere che davvero nei disegni di Dio ci fossero un prete per forza e un'infelice per sempre.


Foto: valtaro


 
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Post n°524 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da betulla64
 






A causa di un problemuccio familiare che occupa il mio tempo e i miei pensieri, mi è venuta a mancare la freschezza mentale (di quella fisica non parliamo che è meglio) necessaria per mettere assieme i suddetti pensieri e trasformarli in scritti sensati.
Verranno certo giorni migliori....

Besos y cariños.



 
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Post N° 523

Post n°523 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da betulla64
 




Solo per dire che dal primo gennaio, dal cielo son scesi 185 centimetri di neve e non pare voler smettere; che volevo con tutto il cuore una pentola di coccio che non mi vogliono vendere, ma intanto si sono presi i soldi e non rispondono alle mie e-mail; che al cestello della macchina del pane si è sganciato il perno centrale, ma il grande capo ha trovato una "grower" (wow!) che pare poter reggere, così anche oggi il pane quotidiano è garantito; che ho fatto lo yogurt sulla stufa, sfruttandone semplicemente il calore ed è venuto benissimo.

Dico anche che stamattina mi sono svegliata con il pensiero a punto interrogativo, se le tendine di casa debbano essere montate in modo che il rovescio stia dentro, regalando lo spettacolo del ricamo al diritto a chi passa fuori o invece il ricamo se lo debba godere chi le tendine le ha comprate, le lava e le stira. Dopo un lungo brainstorming con me stessa ho concluso che il mio fuori è un balcone e che i passeri e le cince difficilmente sanno distinguere il verso di un ricamo. Come si può evincere, la mia vita è tutta un brivido. A volte per riposarmi un po' da tutto questo strapazzo, accendo la tv e guardo un tg, così posso dire di aver visto un vecchio tignoso celebrare una messa voltando le spalle ai fedeli, troppo orgoglioso per fermarsi un attimo a pensare a quanti fedeli abbiano da tempo voltato le spalle a lui. Poi ho visto i blocchi a Napoli e mi è venuto da pensare che va tutto bene eh, ma ne avessero fatto mezzo, di blocco, quando da ogni dove arrivavano rifiuti tossici e glieli versavano in giardino. Brutto parlare di realtà che non si conoscono, ma mi pare troppo comodo fare i duri sempre e solo contro lo Stato. Ho visto anche dei ragazzotti tirati fuori al pelo da sotto una valanga, tutti tronfi dopo aver perso degli amici lassù, dire che loro erano tutti esperti, che sono gente che sa valutare, che la montagna la conoscono come le loro tasche....tasche bucate! Come i loro cervelli, come palloni troppo gonfiati. A sentirli parlare vien da pensare se si sia fatto un affare a tirarli fuori.
Intanto bighellòno tra i vostri blog e vi leggo e sorrido e penso e ringrazio il Dio delle piccole cose che la corrente diventa ballerina durante la notte, ma di giorno regge e mi lascia questo po' di connessione che mi consente di specchiarmi in qualcosa e non morire di casalinghitudine.



 
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Post N° 522

Post n°522 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da betulla64





 
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 "Laudato sie, mi signore,
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"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
 

"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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