Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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"Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango,
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
Blo(g)cco Note
Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi di Gennaio 2007
Giro in tondo nella mia cucina.
In sottofondo Jovanotti canta che si fida di me e io segno il ritmo col piede sulla sedia.
Anno di attese questo appena passato. Sono giorni che ci penso, alle mie attese.
L'attesa sfibrante di un intervento che mi guarisse: ok, è andato. L'attesa di conferme sugli attacchi di panico: anche quello archiviato, benchè non nel modo sperato. C'è stata anche una breve, piccola, terrificante attesa dopo che mi è stato comunicato il risultato delle analisi sulla tiroide che mi hanno tolto. La paura è passata, forse, ma l'ansia nata dallo spavento non so, forse passerà forse no. Sarà mica che senza attese non so vivere?.
E giro in tondo in cucina chiedendomi "E ora?"
Dovrei essere tornata sana, dovrei avere una scorza un poco più dura per affrontare la vita, dovrei cominciare a pensare a domani. Prima però dovrei capire quale sia il mio ruolo in questo mondo. Rifiuto di credere che tutto si riduca a spolverare casa, cucinare e stirare i pantaloni con la riga bella dritta.
Oddio! A furia di girare in tondo attorno al tavolo vuoi vedere che mi è esplosa la sindrome della casalinga frustrata? Ma sì, diciamocela tutta: non è che passare le giornate ad eccitarsi per il vaporetto nuovo o scervellandosi su una ricetta poco poco originale per le code di rospo sia il massimo delle aspirazioni. Hai voglia a installare sistemi operativi e parlare di HD e di periferiche USB con la naturalezza con cui le mie colleghe "desperates housewives" parlano di pannolini e dadi da brodo. Alla fine della fiera arriva l'ora di cena e la cosa importante è cosa metto in tavola, come e se entro in root è qualcosa che serve unicamente a crogiolarmi mentre aspetto di prendere sonno.
Patetica.
Eppure passare qui e vedere che ancora leggete, ancora passate e che addirittura ci sono anime nuove, nuovi passi, nuovi pensieri, non può mica lasciarmi indifferente e qualcosa vi devo raccontare. Patetico magari. Sconclusionato sicuramente.
In sottofondo Jovanotti canta che si fida di me e io segno il ritmo col piede sulla sedia.
Anno di attese questo appena passato. Sono giorni che ci penso, alle mie attese.
L'attesa sfibrante di un intervento che mi guarisse: ok, è andato. L'attesa di conferme sugli attacchi di panico: anche quello archiviato, benchè non nel modo sperato. C'è stata anche una breve, piccola, terrificante attesa dopo che mi è stato comunicato il risultato delle analisi sulla tiroide che mi hanno tolto. La paura è passata, forse, ma l'ansia nata dallo spavento non so, forse passerà forse no. Sarà mica che senza attese non so vivere?.
E giro in tondo in cucina chiedendomi "E ora?"
Dovrei essere tornata sana, dovrei avere una scorza un poco più dura per affrontare la vita, dovrei cominciare a pensare a domani. Prima però dovrei capire quale sia il mio ruolo in questo mondo. Rifiuto di credere che tutto si riduca a spolverare casa, cucinare e stirare i pantaloni con la riga bella dritta.
Oddio! A furia di girare in tondo attorno al tavolo vuoi vedere che mi è esplosa la sindrome della casalinga frustrata? Ma sì, diciamocela tutta: non è che passare le giornate ad eccitarsi per il vaporetto nuovo o scervellandosi su una ricetta poco poco originale per le code di rospo sia il massimo delle aspirazioni. Hai voglia a installare sistemi operativi e parlare di HD e di periferiche USB con la naturalezza con cui le mie colleghe "desperates housewives" parlano di pannolini e dadi da brodo. Alla fine della fiera arriva l'ora di cena e la cosa importante è cosa metto in tavola, come e se entro in root è qualcosa che serve unicamente a crogiolarmi mentre aspetto di prendere sonno.
Patetica.
Eppure passare qui e vedere che ancora leggete, ancora passate e che addirittura ci sono anime nuove, nuovi passi, nuovi pensieri, non può mica lasciarmi indifferente e qualcosa vi devo raccontare. Patetico magari. Sconclusionato sicuramente.
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Di Grazie ne riceviamo ogni giorno, ma siamo troppo occupati ad arrabbiarci col mondo per accorgercene. A volte però, il Dio delle cose immense si fa scoprire...
Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
(Foto: Federico Tummolo - Val Ferret)
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Non ricordo come fosse il cielo. I passi, quelli sì che li ricordo. Un piede a seguire l'altro, adattando il passo a quello vicino e le parole, casuali quanto il percorso, a riempire un vuoto che non mi era parso così grande, prima...
Abbiamo attraversato strade da un marciapiede all'altro, senza aver deciso prima una meta ed è stato naturale dimenticare tutte quelle cose che "ci diremo quando ci incontreremo" lasciando anche lì fare al caso. Io terrorizzata. Perchè inadeguata, perchè straniera più di lei, perchè aliena a quel passeggio così normale e che ad ogni svolta di strada, ad ogni aprirsi di piazza, ad ogni scorcio di mura mi faceva sospirare incredula. E lo vorrei ancora. Libertà, sorellanza, leggerezza, allegria, partecipazione. Questo ho avuto in regalo per due ore in un pomeriggio romano di cui ho cancellato il cielo per seguire le nostre scarpe, accarezzando il Tevere con la stessa tenerezza usata per le nostre timidezze, in attesa che il Dio delle piccole cose si esibisca in un bis.
... e non sapremo mai
da che segrete stanze
scaturisca il canto
e da quali lontananze, paure, rabbia,
tenerezza
o rimpianto
e da quale nostalgia
prenda voce e parta
questa lunga scia
che ancora adesso
e imprevedibilmente
ci porta
via
(Gianmaria Testa)
da che segrete stanze
scaturisca il canto
e da quali lontananze, paure, rabbia,
tenerezza
o rimpianto
e da quale nostalgia
prenda voce e parta
questa lunga scia
che ancora adesso
e imprevedibilmente
ci porta
via
(Gianmaria Testa)
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Pensieri e parole in un click
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L'inizio del Blog
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
"Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."
da "La coscienza di Zeno"
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