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Counselling di Yaris

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Vertigini: il sintomo come simbolo

Post n°1061 pubblicato il 25 Novembre 2014 da Yaris167
 

In realtà' il titolo del post avrebbe potuto essere " Medico cura te stesso", con un evidente richiamo alla pericope del Vangelo di Luca e al suo significato. Un richiamo per approfondire significati altri ( ciascuno potrà scorgervi il suo proprio) secondo una visione più complessa di quella strettamente organicistica della malattia:
la visione olistica secondo la quale ogni vero cammino terapeutico è anche un percorso di crescita interiore.




Avete presente cosa possa significare svegliarsi in piena notte e, nel buio avere la sensazione forte che tutto ruoti intorno a voi senza poter aggrapparsi a nulla? Ecco, così si è annunciata la mia crisi vertiginosa, con nausea, vomito e il letto che sembrava un materasso ad acqua sul quale sentirsi sempre più sbilanciati e privi di punti di riferimento. 

Non ero nuova, purtroppo a tale esperienza e risentirmela piombare addosso nel pieno della notte, mi ha fatto ricadere in un circolo di virtuoso di indagini e di manovre per far ritornare, nella loro posizione la causa di tanto disagio: i sassolini dell'equilibrio (otoliti) che si trovano all'interno dell'orecchio. 

Dal punto di vista clinico, la cupololitiasi è benigna e si risolve apparentemente in modo veloce con delle manovre specifiche ( manovra di Sermont), in realtà mi ha lasciato un'instabilità tale che mi sembra di "camminare sulle uova" e la necessità di fare ulteriori indagini.

Il riposo induce a riflettere e ad interrogarsi e ispirata dal commento di Patty e dal messaggio di Giuliana, riprovo a scrivere, per trattare l'argomento malattia in modo meno clinico e più simbolico. 




Molti sono gli autori che si sono cimentati in questo settore.   Ruediger Dahlke, ad esempio, medico e psicoterapeuta, fondatore della scuola di Medicina Integrale, ha scritto numerosi libri, sull'importanza della malattia intesa come segnale di un codice tra l'organismo e l'uomo che, se adeguatamente interpretato, può contribuire ad accrescere le auto-difese, mettendo in condizione di "assumersi la responsabilità della malattia".
Lo stesso Jacques Martel, nominato da Patty ( ..che non conoscevo) elenca nel suo libro: Grande Dizionario delle Malattie e della Guarigione- malattie e disturbi accompagnati dalla descrizione dell'origine emotiva, repressa o ignorata, che sta alla base del disagio.

Ma forse la più conosciuta in questo campo è la fautrice del - pensiero positivo-  Louise Hay, autrice del libro: Puoi guarire la tua vita. 

Louise non è un medico, non è una terapeuta, non è una guaritrice. Luoise Hay ha messo in atto tutti i possibili meccanismi di difesa consapevoli, verso la malattia che l'aveva colpita: un cancro.

Forse non sapeva neppure quanto, il suo non arrendersi alla diagnosi clinica della malattia, in realtà fosse una profonda accettazione della malattia stessa, tanto da farle scoprire e ripercorrere i pesi sullo stomaco, non digeriti, nè metabolizzati che le avevano lasciato rabbia e risentimento , facendole comprendere, i blocchi psichici che ella stessa aveva creato lasciandoli insoluti. 

Capirne la causa, apprenderne il significato profondo, le ha fatto riversare nel suo primo libro quell'esperienza tragica della malattia affrontata senza riserva alcuna. Dal capire al comprendere, il passo è breve se la comprensione dona quella "illuminazione" sulla realtà interiore che altrimenti non sarebbe possibile. Da questa sorta di "iniziazione spirituale", che l'ha condotta alla guarigione, ha avuto inizio la divulgazione di un messaggio che può essere sintetizzato con queste sue parole:

Cio’ che cerco di insegnare a tutti è: l’Amore per se stessi, poiché l’amore è una cura prodigiosa che produce miracoli nella nostra vita.
Non parlo di vanità, arroganza o presunzione, dato che questo non è amore, è solo paura, ma di un grande rispetto per noi stessi e tanta gratitudine per il nostro corpo e la nostra mente. L’Amore mi fa provare una tale riconoscenza che trabocca dal mio cuore in ogni direzione.

La personale convinzione che la parte creativa del nostro essere provenga da un pensiero, capace di tradurre  l'inesplorato del  vissuto e, significare la positività della realtà  rifiutata.




Ogni malattia può avere una sua chiave di lettura, ogni parte del corpo può evidenziare un sintomo- simbolo di un desiderio inespresso, di un non voler vedere ( gli occhi), di un non voler udire ( l'orecchio), di un non voler pensare (la testa)...E ancora potrei proseguire, in questa indagine che se può lasciare dubbi dal punto di vista clinico e della cura, nel senso classico del termine, può per contro risvegliare la capacità di contribuire allo stesso processo di guarigione.

A questo punto potreste dirmi:

 Stai mischiando il sacro con il profano; la scienza con la palude acquitrinosa della non scienza; la psicologia con il pensiero positivo e la new age. Può essere, non dico di no, del resto penso che un approccio simbolico alla malattia e ai suoi sintomi, senza andare a pescare grandi nomi e citazioni ragguardevoli, possa contribuire a trovare quella connessione probabile cui ricorriamo spesso per definire lo stato fisico (mi si stringe il cuore,  ho un cerchio alla testa, mi sento a pezzi, non mi reggo in piedi etc etc...).

Questo non vuol dire sostituire le cure mediche o annullarne completamente l'importanza fino a rifiutarle, può però contribuire a rendere partecipi e responsabili del processo di guarigione e a favorire la comprensione e crescita personale verso una maggiore integrità psico-fisica.

Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 25/11/14 alle 11:03 via WEB
Ho letto e preso atto; ho compreso, credo, che l'uomo possa contribuire in modo concreto alla cura dei suoi mali, impegnandosi ad amare se stesso. Dovrebbe essere questo l'assunto del post! Se così fosse non rileverei alcuna confusione tra sacro e profano, non si ravvisa l'elusione della scienza e l'attenzione personale alla propria malattia, può benissimo coabitare con le cure canoniche e scientifiche. Mi fermo qui perchè ancora una volta, cozzo contro argomenti troppo profondi, particolari e colti. Per cui denunciando i miei limiti, sono poco preparato quando i temi sono svolti su codesti piani molto profondi e specifici. A maggior ragione quando poi si parla di trattati e testi riferiti all'argomento. Mi spiace, non sono all'altezza e con il tuo permesso non mi dolgo più di tanto. A ciacuno il suo e il mio evidentemente non è questo. Sei troppo brava Rossella e non intendo inficiare i tuoi post con il mio poco sapere. Buona giornata mia cara.
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:07 via WEB
Laa pertinenza e l'essenzialità dei tuoi interventi, Carissimo Carlo, val più di qualsiasi altro approfondimento tu possa inserire..Ciò che è sempre stata la mia intenzione, riguardo al blog, è accendere una luce sugli argomenti proposti secondo le mie personali riflessioni in seguito alle quali, la libertà di chi vuole intervenire per offrire il personale contributo o all'opposto passare oltre, è sovrana. Se non sentissi in me questa libertà, probabilmente non scriverei e mi ritirerei come ho già fatto in passato.. Per questo motivo la gratitudine è prioritaria per chi esterna il personale pensiero e mette in gioco il proprio pensiero...Una buonissima giornata :-))
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 25/11/14 alle 15:05 via WEB
Nella mia minima conoscenza medica gradisco esporti il mio pensiero. La consapevolezza del nostro "Io" non viene legittimata da quasi la totalità degli individui. L'oggettività che afferma di andare oltre la "scienza", di trasformare il nostro corpo, il dolore in gioia. Questa opportunità ci viene data dalla relazione di tutto il nostro corpo e la cognizione dell'Anima. Le cellule neoplastiche non sono unicamente la morte. La malattia si sdoppia è in grado di manifestare a tutti il piacere della VITA. Tutto quello che annovera il nostro corpo può divenire gioia verso l'esterno. La conoscenza del nostro corpo non sono solo gli organi, ma la comprensione della nostra Anima. Il nostro benessere psico-fisico. Senza abbandonare la scienza,il nostro interno-esterno è il nostro "Io"...la nostra "guarigione". Buon pomeriggio Patty
 
 
un_uomonormale
un_uomonormale il 25/11/14 alle 17:00 via WEB
Daccordo su tutto, mia cara Rossella, circa la dottrina olistica, che, a mio avviso, deve essere vista nel contesto di prendersi cura di se stessi a cominciare dallo stile di vita, dall'alimentazione, e soprattutto nel praticare una buona Clearance emozionale al fine di ridimensionare il negativo. Detto questo, mi preme soffermarmi sulla tua esperienza vertiginosa, che, al PS, è stata diagnosticata cupololitiasi; ovverosia VPPB. Ti è stata eseguita la manovra di Semont, attraverso la quale, ottenuto il rientro deelle concrezioni otolitiche al loro interno in uno dei canali semicircolari. In questo caso, avrsti dovuto ottenere il beneficio auspicato. Dici, invece non del tutto dal momento che ti sembra di camminare sulle uova. Premesso che di manovre ne fanno fatte più di una, il tuo problema mi offre a considerare alcun aspetti che vanno visti pluridisciplinari. Ulteriore visita otorinolaringoiatra per esame cocleovestibolare ed esame Videonistagmografico.Se questi esami vanno bene, eseguire Eco-colordoppler per studio arteria vertebrale e TSA. La prima, sarebbe più dirimente(segue)
 
   
un_uomonormale
un_uomonormale il 25/11/14 alle 17:07 via WEB
per la sua azione anatomica; ovverosia, nel caso vi fossero fenomeni artrosici cervicali, che irritando, ostacolando, urtando le arterie vertebrali, che ivi scorrono nel contesto del tessuto osseo, provocano turbe vascolari con conseguente riduzione del flusso ematico all'apparato vestibolare. Inoltre, altra causa che ipotizzo, è un'eventuale ipertensione endolinfatica, utile per diagnosi differenziale. Mia cara, scusami, ma le mie sono solo ipotesi e come tali vanno assunte...ma non per questo non meritevoli di considerazioni... P.S. Niente paura. Tutto trattabilissimo... Un abbraccio Rossella^__^ Peppe
 
     
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:41 via WEB
Carissimo Peppe, le tue sono ipotesi più che plausibili e ti ringrazio per averle esposte con la tua ineguagliabile chiarezza e metodicità, oltretutto corrispondono al quadro clinico sulla quale procedono le mie indagini.. ti terrò informato come sempre.. Grazie Carissimo per il prezioso contributo al post e per la vicinanza.. Buona giornata :-))
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:21 via WEB
Mia cara Patty, la confusione che spesso è creata, anche intenzionalmente, tra "io" ed "ego", porta a giudicare; ed è facile divenire i primi censori di noi stessi..il primo livello della consapevolezza sta nel dirimere questa confusione primaria: ciò che " Io sono" da ciò che "l'Ego mi fa essere" nel divenire "ciò che SONO"..
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:23 via WEB
Mia cara Patty, la confusione che spesso è creata, anche intenzionalmente, tra "io" ed "ego", porta a giudicare; ed è facile divenire i primi censori di noi stessi..il primo livello della consapevolezza sta nel dirimere questa confusione primaria: ciò che " Io sono" da ciò che "l'Ego mi fa essere" nel divenire "ciò che SONO"..
 
   
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:24 via WEB
..in un precedente commento hai scrittoL'inettitudine di conoscere la propria intimità, esorta alcuni ad assumere false identità .Solo accettandosi ciò' che si "E' " possiamo generare un ascolto reciproco..
 
     
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:34 via WEB
..questo ASCOLTO, se non è rivolto a comprendere i segnali che provengono dal nostro "essere organismico" sotto forma di emozioni, di sentimenti, di sintomi fisici, psichici e tutto ciò che chiamiamo anima, può paradossalmente staccare dal proprio "Sè" configurando "un Sè ideale".. maggiore è la "spaccatura tra il Sé e l'organismo ( Sè organismico come lo definisce Carl Rogers) e il Sè e gli altri ( Sè ideale) maggiormente sorge la possibilità di "ammalarsi"..
 
     
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 10:59 via WEB
riprendo per concludere che mi trovi in linea con la tua percezione e rielaborazione del post...Grata per l'intervento... Buona giornata :-)
 
g1b9
g1b9 il 25/11/14 alle 18:31 via WEB
Un bel post, completato da ottimi commenti. Comprendo che la sindrome vertiginosa ti abbia lasciata insicura,è talmente una cosa brutta, lo so per averla provata, ma per esperienza ti dico anche che ,se non ti spaventi troppo non si ingigantisce la cosa. Io ho notato che accettarla nell'immobilità risolve il problema abbastanza spesso, forse perché viene eliminata la componente psicosomatica, che tu sai benissimo essere portatrice di tanti disturbi. E poi amarsi, come dice Patty , è fondamentale per aiutarci a star bene accettandoci innanzitutto nelle imperfezioni, nelle nostre incapacità e vedere invece quello che di bello ognuno di noi ha, ricordandoci che siamo unici, irripetibili e che, per piccoli che siamo, abbiamo la nostra importanza nel comporre il puzzle dell'umanità.
un abbraccio grande Rossella.
con affetto Giovanna
 
g1b9
g1b9 il 25/11/14 alle 18:33 via WEB
Un bel post, completato da ottimi commenti. Comprendo che la sindrome vertiginosa ti abbia lasciata insicura,è talmente una cosa brutta, lo so per averla provata, ma per esperienza ti dico anche che ,se non ti spaventi troppo non si ingigantisce la cosa. Io ho notato che accettarla nell'immobilità risolve il problema abbastanza spesso, forse perché viene eliminata la componente psicosomatica, che tu sai benissimo essere portatrice di tanti disturbi. E poi amarsi, come dice Patty , è fondamentale per aiutarci a star bene accettandoci innanzitutto nelle imperfezioni, nelle nostre incapacità e vedere invece quello che di bello ognuno di noi ha, ricordandoci che siamo unici, irripetibili e che, per piccoli che siamo, abbiamo la nostra importanza nel comporre il puzzle dell'umanità.
un abbraccio grande Rossella.
con affetto Giovanna
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 11:20 via WEB
Grazie Giovanna,in primis, per la condivisione della tua esperienza: in effetti è ciò che ho messo in atto: calma e pazienza.
riguardo al post e agli interventi, come ho risposto a Monellaccio, non posso che apprezzare ed essere grata, per la libertà percepita dalle persone (.. non dimentichiamoci che c'è sempre una persona dietro un nick) di inserire commenti e di apportare personali riflessioni.. e che la nostra UNICITA' ( peculiarità), come esprimi, sta nel riconoscere anche la bellezza di quelle imperfezioni che costituisce le persone vere..
una carezza per un sereno proseguimento di giornata :-))
 
donadam68
donadam68 il 25/11/14 alle 19:44 via WEB
...molte credo siano le malattie e i disturbi anche d'origine emotiva, che spesso sono o repressi o ignorati, proprio perchè presi dalla corsa quotidiana, dal non voler percepire che anche la psiche è stanca oltre al corpo che reagisce ed è ciò che porta poi a quel disagio o peggio alla non accettazione della malattia stessa, quando fingiamo di non voler vedere o rifiutiamo qualche banale sintomo, così ci allontaniamo sempre più dalla guarigione dipesa dalla non accettazione della malattia stessa...basterebbe così poco fermarsi e capire i nostri ritmi, ma sempre più spesso non lo facciamo aggravando e prolungando oltre tempo e misura malattie che invece potrebbero essere prese sin dall'inizio, così come il trascurare un banale raffreddore e fermarsi poi per una settimana perchè diventata ormai influenza....un abbraccioooo forte :)D
 
donadam68
donadam68 il 25/11/14 alle 19:48 via WEB
molte volte credo....ops....
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:43 via WEB
Mia cara Donatella, tendiamo sempre a sorvolare e a minimizzare finché non bisogna correre ai ripari..racconto questo aneddoto di un carissimo amico sacerdote...
 
   
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:52 via WEB
..vedendolo zoppicare vistosamente, gli chiesi cosa aveva fatto, se si stava curando e perché non stava a riposo ed egli candidamente mi rispose: "L'ultima volta che l'ho fatto mi ha tenuto a letto per più di un mese.. e il mio Superiore, non mi ha sostituito.." :-))
 
     
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 09:53 via WEB
Buona giornata carissima Donatella :-)))
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 26/11/14 alle 00:01 via WEB
"Questo non vuol dire sostituire le cure mediche o annullarne completamente l'importanza fino a rifiutarle, può però contribuire a rendere partecipi e responsabili del processo di guarigione e a favorire la comprensione e crescita personale verso una maggiore integrità psico-fisica", detto questo hai chiarito tutto. Poi, è vero, sappiamo, che è la mente che SCAGLIA certi disturbi e può aggravare qualunque malattia. Ricordo la patologia dei vedovi e delle vedove (il sopravvissuto che muore qualche mese dopo il decesso del coniuge), la genesi psichica e psicosomatica di molte malattie, ecc...
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 26/11/14 alle 00:06 via WEB
Da ultimo, ricordo a me stessa che esiste una grande differenza tra REAZIONE PSICOSOMATICA (ad es, la tachicardia da spavento) e la MALATTIA PSICOSOMATICA (sine materia o "funzionale" come la nevrosi cardiaca, gastrica, ecc...; e psicosomatiche propriamente dette o "nevrosi d'organo" quali l'infarto, l'ulcera, la colite ulcerosa, l'ipertensione, ecc...) MI FERMO QUI!
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 13:24 via WEB
Carissima Giuliana, da grande professionista qual sei, hai una visione ben chiara della complessità che può "avvolgere" un sintomo e quali ripercussioni, tale complessità, possa riflettere a livello psichico e organismico e ti sono grata per aver distinto tra Reazione psicosomatica e malattia Psicosomatica, permettendomi una precisazione riguardo l'OLISMO e l'APPROCCIO OLISTICO...
 
   
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 13:40 via WEB
Il concetto di OLISMO parte da una visione UNITARIA della realtà di una persona, vista attraverso la personale e indivisibile unità ed originalità.. Peculiare è quindi, non soltanto la caratteristica che distingue una persona dalle altre, ma il particolare che caratterizza l'UNITA' della persona stessa, verso la quale può evolvere ogni individuo soltanto integrando ogni sua personale espressione, compresa la dimensione spirituale..
 
     
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 13:48 via WEB
..pertanto l'APPROCCIO OLISTICO, NON può non tenere conto di questa dimensione spirituale della persona, intesa come ESPRESSIONE DELLA COSCIENZA nelle forme che la persona sente (Coscienza senziente) appartenergli come tale...un campo che richiede una cura e un'attenzione ancora maggiori...
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 26/11/14 alle 00:07 via WEB
AUGURI carissima di una pronta guarigione:-))))
 
 
Yaris167
Yaris167 il 26/11/14 alle 15:55 via WEB
Grazie Carissima, per gli auguri e per il prezioso intervento. Un abbraccione Giuliana, con profonda stima :-))
 
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