la memoria dispersa
un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)
TEMPO
Il tempo che passa è tiranno ma è l'attimo che conta, l'attimo che ti prende, ti fa pensare, ti fa sentire, racchiude un mondo, ti fa passare oltre...
Ci sono amori che non muoiono mai, anzi traggono forza dalle rovine, così come ci sono vite che muoiono nel momento di esplodere in tutta la loro bellezza.
La vita e l'amore sono atti di coraggio.
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Post n°513 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da lorifu
Ieri sera ho visto un pezzo del Festival di Sanremo che da tempo immemore per qualche giorno paralizza e focalizza l'attenzione su quella che è diventata la caricatura di sé stesso, non riuscendo da decenni ormai a ricreare quell' interesse e quella magia che una volta coinvolgeva in uno spontaneo rito collettivo bambini, adulti e anziani che trovavano in canzoni ingenue e dall'imprinting melodico la spensieratezza di un periodo che si profilava denso di promesse. Ricordo che in quei giorni l'Italia si radunava davanti alla televisione in febbrile attesa di quello che veniva considerato un evento, vissuto nel dettaglio attraverso riviste che già un mese prima si sintonizzavano sul carrozzone festivaliero riportando biografie, testi delle canzoni, pareri e pronostici. L'eco perdurava a lungo e le tante hit Parade ci bersagliavano per mesi con i motivi più orecchiabili. Erano i tempi delle canzonette ma anche i cantanti d'autore, ce ne furono tanti, da Giorgio Gaber a Gino Paoli, da Luigi Tenco a Sergio Endrigo non disdegnavano quella vetrina che quasi mai decreteva la qualità della musica rispondendo soprattutto a criteri di "leggerezza".
Ci furono gli anni della crisi in quanto la musica tradizionale, melodica non rispondeva più ai gusti e al sentire delle nuove generazioni attratte da altri modelli musicali, cantanti e gruppi per lo più inglesi e americani.
I tempi erano maturi per una rivoluzione musicale che creò una frattura sempre più netta tra il solito "festival" rimasto mummificato alla linea melodica e nuovi fermenti, avanguardie, musica d'autore sempre più vicina ai nuovi gusti del sentire.
Ma nonostante il festival abbia perso appetibilità e soprattutto fasce d'ascolto in questo divenire irreversibile dei generi e gusti musicali si continua a proporlo come allora.
Cambiano i presentatori, le vallette, gli ospiti e superospiti internazionali, c'é chi ne approfitta o se ne serve per lanciare messaggi a sfondo sociale o per sublimare la fratellanza tra i popoli, il fashion impera tra lustrini e abiti firmati, commentatori e osservatori ne parlano come fosse l'argomento principe e unico ma a parte i cachet milionari resta un prodotto sopravvalutato e fenomeno da analizzare anche perchè, a distanza di qualche giorno, entra nel dimenticatoio, come tutte le storie senza storia.
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BURANO 2020
Tu credi di incontrare l’amore,
in realtà è l’amore che incontra te
nei modi più strani,
inaspettati, involontari, casuali.
A volte lo confondiamo col bene
e lo surroghiamo.
Spesso siamo convinti sia amore,
fingiamo sia amore,
e leghiamo noi stessi
a una indistruttibile catena
frutto dei nostri desideri mancati
dei nostri sogni sopiti
delle nostre abitudini
delle nostre paure
delle nostre comodità
delle nostre viltà
dei nostri calcoli
della nostra apatia
dei nostri falsi moralismi.
Ma quando arriva, se arriva,
lo riconosci,
come “il sole all’improvviso”
sconvolgente, coinvolgente,
totalizzante, esclusivo,
fusione di corpo e anima
osmosi perfetta.
Se finisce,
un dolore muto, senza fine.
loretta
E non parlo dei lustrini, ma della musica suonata dal vivo da una grande orchestra di professionisti, della voce pulita dei tanti giovani che anche quest'anno vi hanno partecipato portando con sé il loro bagaglio di anni di studi, e speranze, e voci potenti o delicate.
E anche di quelli, tanti, che sono tornati dopo anni di silenzio a mostrare le rughe, le fatiche e la voglia di dire ancora qualcosa attraverso la musica che, nonostante le mode o il tempo trascorso, non è mai cambiata per chi sceglie di farla, e di ascoltarla.
Un caro saluto, Gabriella.