Post n°216 pubblicato il 11 Luglio 2022 da nuvolabianca_1968
Gli Sciatt valtellinesi sono piccole frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio rigorosamente Casera. Assieme ai Pizzocheri sono l'orgoglio della provincia di Sondrio e grazie al confine...uno dei piatti più gustati anche in provincia di Como. Come specificato dal nome stesso, la ricetta degli sciatt valtellinesi che vi presentiamo oggi è quella di un piatto tipico della Valtellina che nel dialetto d'origine indica i rospi. In realtà gli sciatt non hanno nulla a che vedere con questi simpatici anfibi, ma semplicemente la loro forma irregolare e gonfia ne ricordano le sembianze. La ricetta degli sciatt valtellinesi altro non è che la preparazione di deliziose frittelle croccanti con un cuore filante di formaggio fuso che, tradizionalmente, vengono servite su un letto di cicoria. Alla base di questa ricetta ci sono ingredienti simili a quelli utilizzati per preparare i più famosi pizzoccheri, un altro piatto tipico della cucina valtellinese. Gli sciatt infatti sono costituiti da un impasto che prevede una miscela di farina di grano saraceno e di farina bianca che viene prima mescolata con birra e acqua e poi unita al formaggio casera, al lievito e alla grappa (facoltativa). Una volta formate le palline tondeggianti, gli sciatt vengono fritti per pochi minuti in olio bollente all'interno di una pentola dai bordi alti fino a che non diventano dorati e infine serviti ancora caldi insieme a della cicoria cruda condita con olio e sale. A dare loro quella forma curiosa che ricorda quella dei ranocchi è proprio la temperatura dell'olio che, nel momento in cui inizia a friggere, blocca l'impasto liquido in forme sempre diverse dando vita ai tipici rigonfiamenti della pastella e a piccoli pezzetti croccanti che rendono gli sciatt davvero irresistibili. Provare per credere! |
Post n°215 pubblicato il 29 Maggio 2022 da nuvolabianca_1968
Originario dell'Estremo Oriente, un tempo impiegato soprattutto per la bachicoltura, il gelso bianco si prende finalmente la sua rivincita: quasi dimenticato, oggi viene nuovamente apprezzato non solo per il suo sapore caratteristico, dolce e piacevolmente acidulo, ma anche e soprattutto per le sue innumerevoli proprietà benefiche. Vediamo insieme quali sono e come è possibile utilizzarlo in cucina (e non solo). Diffusa nei secoli remoti in Cina e in Corea, la pianta del gelso bianco o moro bianco appartiene alla famiglia delle Moraceae e al genere Morus. Di antichissima tradizione, un tempo impiegata nell'allevamento del baco da seta (gelsicoltura), oggi è stata riscoperta per le innumerevoli virtù e proprietà benefiche. Di questa pianta, infatti, è possibile utilizzare non solo i frutti – da gustare al naturale o per la produzione di ottime conserve, granite e succhi – ma anche le foglie che, una volta essiccate, vengono impiegate per la preparazione di infusi e decotti. Introdotto nel Mediterraneo probabilmente nel XII secolo, il gelso bianco ha trovato un habitat ideale in Italia e in Europa meridionale. La pianta può essere coltivata a cespuglio, a ceppaia o ad alto fusto e la durata economica del gelseto varia a seconda del clima, del terreno, della forma e dei metodi impiegati: per i gelseti a cespuglio è di circa 15 anni, per quelli ad alto fusto può arrivare a 60-100 anni. Il frutto, chiamato impropriamente mora di gelso, è un'infruttescenza composta dal frutto vero e proprio, la nucula, e dal falso frutto, ovvero la polpa; il nome corretto di questa infruttescenza è sorioso – botanicamente un "falso frutto" come il fico – e assomiglia a una mora di rovo, leggermente più grande e dalla forma allungata. Tra i mesi di luglio e settembre raggiunge la sua piena maturazione. Di colore bianco, tendente al giallognolo, o rosa violetto – per tale ragione talvolta viene confuso con il gelso nero – questo frutto si caratterizza per una polpa dolce, piacevolmente acidula e con un leggero aroma di vaniglia. Si può gustare al naturale oppure sfruttarne il sapore zuccherino per confezionare conserve fatte in casa, sciroppi, liquori o dessert al cucchiaio irresistibili. E non solo: il limitato apporto calorico, unito a un importante contenuto di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti, rende il gelso un vero e proprio elisir di lunga vita. Il gelso bianco si caratterizza per il limitato apporto calorico (circa 43 calorie ogni 100 grammi di prodotto) e l'ottimo contenuto di zuccheri naturali, fibre e sali minerali. Tra questi, spiccano in particolare il ferro, il potassio, il manganese e il magnesio; tra le vitamine, significativo il quantitativo di vitamina C ( circa 36,4 mg), vitamina K e quelle del gruppo B. Contiene sostanze preziose come le antocianine, i flavonoidi, e il resveratrolo – quest'ultima in particolare nella varietà nera – che, avendo un forte potere antiossidante, contrastano l'azione dei radicali liberi e proteggono la salute di cellule, tessuti e dunque dell'organismo intero; queste sostanze svolgono anche un importante ruolo di protezione cardiovascolare. Grazie alla ricchezza di acqua e fibre vegetali, il gelso bianco possiede ottime qualità lassative, depurative e antibatteriche. Ha anche un effetto antinfiammatorio, ipoglicemizzante – è quindi da preferire ad altri frutti in caso di diabete – antianemico ed espettorante. Il frutto può essere anche essiccato: ricco di zuccheri naturali (principalmente glucosio e fruttosio) e ottima fonte energetica, è perfetto come spuntino, da solo oppure mescolato a dello yogurt bianco naturale, per chi si appresta a svolgere un'intensa attività fisica; può essere anche consumato dopo l'allenamento, per fare scorta di glicogeno e recuperare la normale funzione muscolare. Aiuta inoltre l'attività digestiva e prolunga il senso di sazietà. Del gelso, oltre al frutto, si sfrutta davvero ogni parte: con le foglie essiccate è possibile confezionare un infuso dall'effetto diuretico, utile per tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue e quelli del colesterolo; sarà sufficiente mettere in infusione una manciata di foglie in circa mezzo litro di acqua calda, filtrare e sorseggiare la bevanda ottenuta prima dei pasti per godere degli ottimi benefici. Se fatto raffreddare, l'infuso può essere sfruttato per realizzare degli impacchi da applicare sulle zone irritate o congestionate. Dal frutto si ricava anche uno sciroppo che aiuta a disinfiammare le gengive e può essere utilizzato come collutorio in caso di dolore ai denti. E ancora: con le radici e la corteccia è possibile preparare un decotto che aiuta a regolarizzare l'attività intestinale. Della serie: non si butta via nulla davvero. Il frutto del gelso bianco è meno dolce e succoso di quello della varietà scura, e pertanto meno utilizzato nel suo consumo al naturale. Delicato, dal gusto lievemente più aspro e con un leggero sentore di vaniglia, si presta maggiormente per la produzione di conserve, succhi, infusi, decotti ma anche dessert irresistibili, come la celebre e inimitabile granita siciliana da accompagnare alla classica brioche col tuppo e a un ciuffo di panna montata. Si può consumare il frutto anche essiccato: dal sapore piacevolmente zuccherino, può essere gustato da solo come snack oppure aggiunto a yogurt, bevande vegetali o porridge per una colazione sana e golosa. La corteccia e le foglie si utilizzano anche per l'estrazione di principi attivi con cui si preparano integratori alimentari dalle eccellenti proprietà benefiche. |
Post n°214 pubblicato il 11 Maggio 2022 da nuvolabianca_1968
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Post n°212 pubblicato il 03 Aprile 2022 da nuvolabianca_1968
Rispetto alle classiche banane, le banane baby biologiche presentano una buccia più liscia, più sottile e che si stacca molto più facilmente dalla polpa quando il frutto è ben maturo. La polpa delle banane baby biologiche è piuttosto cremosa, dolce e dal sapore intenso e rinfrescante che ricorda molto quello della mela. Il sapore della banana baby biologica è più dolce rispetto alla banana tradizionale e le sue piccole dimensioni, rendono il bananito bio uno spuntino perfetto per i bambini, nonché una fonte preziosa di vitamine. Il bananito bio è inoltre molto più digeribile della banana a cui siamo abituati. Il bananito bio, al pari delle sue sorelle, è un frutto esotico altamente ricco di fosforo, potassio, ferro e vitamine A e B. I principali benefici derivanti da un consumo quotidiano del bananito bio sono:
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Post n°210 pubblicato il 03 Aprile 2022 da nuvolabianca_1968
Coltivare le fragole non è difficile però occorre tenere d’occhio due importanti fattori che condizionano questo tipo di coltivazione: la temperatura e la luce. Sono tanti quelli che mi chiedono come coltivare le fragole perché questo frutto, fra i piccoli frutti il più popolare, piace un po’ a tutti grandi e piccini. Inoltre ricco com’è di vitamine, prima fra tutte la vitamina C, di minerali, fra i quali il calcio, il ferro e soprattutto il potassio, fa tanto bene anche per la nostra salute. La fragola è ricca di antiossidanti, benefiche sostanze fra le più importanti, che rallentano l’invecchiamento e rafforzano le difese immunitarie, è diuretica e disintossicante. Ricca di acqua com’è contribuisce a depurare l’organismo in un periodo come quello primaverile nel quale il corpo richiede di essere liberato dalle tossine accumulate durante la sedentaria vita invernale. |
Post n°207 pubblicato il 05 Febbraio 2022 da nuvolabianca_1968
La vellutata di zucca è un piatto molto delicato tipicamente autunnale e ottimo da gustare con dei crostini di pane abbrustolito. La ricetta non è altro che un’alternativa alla classica crema di zucca perché molto più raffinata ed elegante, perfetta per essere servita in tavola se avete ospiti a cena all’ultimo minuto perché si realizza in pochissimo tempo. L’ingrediente principale è, ovviamente, la polpa di zucca, ma potrete sbizzarrirvi anche nel preparare alcune varianti più sfiziose come la vellutata di zucca e patate oppure quella che vede anche le carote come co-protagoniste del piatto. La ricetta che segue richiede pochissimi ingredienti oltre all’ortaggio principale. Avrete infatti bisogno di panna da cucina e brodo vegetale, se volete però portare in tavola un piatto vegetariano light, vi basterà eliminare la panna dalla ricetta. Variante sfiziosa per preparare una vellutata al profumo di timo e rosmarino con porri, patate e zucca. Piatto delicato e perfetto sia per l’autunno che per l’inverno. Decorate il piatto con le spezie tritate al momento prima di servirlo in tavola, sarà super profumato (oltre che delizioso)!La vellutata di zucca è un piatto molto delicato tipicamente autunnale e ottimo da gustare con dei crostini di pane abbrustolito. La ricetta non è altro che un’alternativa alla classica crema di zucca perché molto più raffinata ed elegante, perfetta per essere servita in tavola se avete ospiti a cena all’ultimo minuto perché si realizza in pochissimo tempo. L’ingrediente principale è, ovviamente, la polpa di zucca, ma potrete sbizzarrirvi anche nel preparare alcune varianti più sfiziose come la vellutata di zucca e patate oppure quella che vede anche le carote come co-protagoniste del piatto. La ricetta che segue richiede pochissimi ingredienti oltre all’ortaggio principale. Avrete infatti bisogno di panna da cucina e brodo vegetale, se volete però portare in tavola un piatto vegetariano light, vi basterà eliminare la panna dalla ricetta. |
Post n°206 pubblicato il 27 Gennaio 2022 da nuvolabianca_1968
La pasta e lenticchie è un primo piatto classico della cucina povera italiana, perfetto da preparare durante le stagioni più fredde, quando si ha bisogno di energie. Una portata completa, ricca di vitamina, pronta in 30 minuti. Quando fuori piove e non avete idee su cosa cucinare, la pasta con le lenticchie è perfetta per voi, accompagnata magari da una fetta di pane caldo e croccante. La preparazione è molto semplice, la cosa importante è rispettare i tempi di cottura delle lenticchie. Consigliamo sempre di leggere le indicazioni riportate sulla confezione, per lasciarle in ammollo il giusto tempo e cuocerle alla perfezione. Alcuni tipi di lenticchie, inoltre, non richiedono di essere messe in ammollo e possono essere cotte direttamente appena tolte dal sacchetto, dopo averle passate sotto un getto d'acqua. Potete scegliere il formato e il tipo di lenticchie che preferite, magari provando di volta un volta una variante diversa. Noi abbiamo scelto una pasta corta, tipo tubetti. Può essere servita leggermente brodosa o del tutto asciutta, dipende dai gusti. Per ottenere una consistenza cremosa e vellutata, invece, è consigliabile risottare la pasta, cuocendola direttamente nel condimento e aggiungendo gradualmente poca acqua o brodo bollente per volta. Ecco la ricetta per la pasta e lenticchie! In una casseruola fate imbiondire l’aglio nell’olio. Aggiungete i pomodorini (tagliateli a metà se sono troppo grandi) e cuocete per qualche minuto a fuoco vivo. Unite la pasta e portatela a cottura unendo, man mano che viene assorbito, il brodo vegetale.
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Post n°205 pubblicato il 11 Gennaio 2022 da nuvolabianca_1968
Le busiate alla trapanese sono un primo piatto siciliano preparato con un formato di pasta speciale, le busiate, per l’appunto, e il pesto trapanese.Le busiate o busiati, sono un formato di pasta fresca che prende il nome dall’attrezzo con il quale viene preparata, “i busi” ovvero “i ferri” per lavorare a maglia. Quanto alla preparazione, la ricetta è veramente molto semplice e molto veloce. L’unica cosa alla quale dovete fare attenzione è se preparate il pesto con o senza formaggio. Se nel pesto mettete il pecorino, vi consiglio di mescolare la pasta a freddo. Se non lo mettete, potete mescolarla a caldo nella padella. Ingredienti Busiate alla trapanese
COME FARE LE BUSIATE ALLA TRAPANESE Preparate il pesto alla trapanese e lasciatelo insaporire per almeno un paio d’ore.Quanto alla pasta, il formato perfetto per questa ricetta sono le busiate.Se non riuscite a trovarle potete optare per dei fusilli lunghi oppure per dei semplici spaghetti. Versate il pesto in una padella, aggiungete un filo d’olio e cuocete la pasta. Quando la pasta sarà al dente, scolatela e trasferitela nella padella.Mescolate e, se lo ritenete opportuno, aggiungete un pochino di acqua di cottura della pasta.La vostra pasta con pesto alla trapanese è pronta… e non vi resta che servirla.Buone busiate alla trapanese! 😉
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Post n°204 pubblicato il 21 Novembre 2021 da nuvolabianca_1968
La pasta e fagioli è un piatto classico di molte Regioni, ma nel cuore della Maremma si gusta ai cinque sapori. Ecco una ricetta suggerita agli Esperti di Cucina di ProiezionidiBorsa dalla Principessa Giorgiana Corsini, scomparsa qualche mese fa, grande conoscitrice della Maremma, dove la famiglia ha una bellissima tenuta, detta “La Marsigliana”. Il segreto è il mix di fagioliIl segreto della pasta e fagioli toscana ai cinque sapori sta nell’accurato mix di fagioli che dona un sapore indimenticabile al piatto. In questa ricetta la Principessa Corsini utilizzava le varietà di fagioli toscane. Ma ogni volta che si spostava in un’altra Regione, per un viaggio o per lavoro, si procurava almeno 5 kg di fagioli di varietà diverse. Per scoprire sapori nuovi e sostenere l’agricoltura e la biodiversità italiana. In questa ricetta diamo le quantità occorrenti per prepararne abbastanza da poterne surgelare un pò per scorta. Gli ingredienti per prepararlaEcco gli ingredienti occorrenti: a) 1 kg di fagioli neri di Livorno; b) 1 kg di fagioli bianchi toscani di Arezzo; c) 1 kg di fagioli rossi di Lucca; d) 1 kg di fagioli cannellini di Lucca; e) 1 kg di fagioli mascherini, bianchi e rossi, della Garfagnana; f) 300 gr di tagliatelle finissime fatte in casa; g) due patate grosse; l) una fetta di prosciutto cotto; h) una carota; i) una cipolla; l) una fetta di prosciutto cotto; m) olio; n) un cucchiaino di lardo di Colonnata; o) una crosta di parmigiano; p) 1 litro di brodo di manzo; q) un cucchiaio di pomodoro concentrato; r) sale e pepe; s) parmigiano grattugiato. Pasta e fagioli toscana ai cinque saporiSeccare e sminuzzare in tre parti le tagliatelle finissime fatte in casa. Sciacquare i fagioli ammollati tutti insieme per dodici ore in acqua fredda, ma tenerla da parte. Tagliare a pezzetti le due patate grosse. Preparare un trito con cipolla, salvia, rosmarino, una grossa fetta di prosciutto cotto con il suo grasso, il lardo di colonnata, la carota. Versare il composto passato al mixer in un pentolone con i fagioli e metà dell’acqua di ammollo, le patate, il brodo, sale e pepe. Naturalmente il brodo rimarrà un pò liquido e si dovrà farlo ritirare molto a lungo e a fuoco molto basso. Un colpo di fuoco prima di servireLa pasta e fagioli toscana ai cinque sapori deve risultare abbastanza densa. Lasciar raffreddare il tutto per alcune ore. Un’ora prima di andare a tavola bisogna rimettere la minestra sul fuoco o scongelarla dal freezer. Aggiungere il cucchiaio di brodo concentrato e buttare la pasta abbondante, farla cuocere per 2/3 minuti. Lasciar intiepidire. Prima di servire, nella zuppiera, spargere del parmigiano grattugiato, un filo d’olio tutt’intorno e delle foglie di basilico per decorare. |
Post n°203 pubblicato il 30 Ottobre 2021 da nuvolabianca_1968
I pizzoccheri sono un formato di pasta tipico della valtellina, si tratta di una specie di tagliatelle preparate con farina di frumento e farina di grano saraceno; la ricetta più famosa per preparare i pizzoccheri è nella maniera tipica valtellinese,preparata con un condimento fatto con verza o bietole, patate, formaggio casera, parmigiano, burro e aglio. I pizzoccheri alla valtellinese sono il piatto simbolo della cucina della valtellina, ma sono molto apprezzati anche in altre regioni di Italia, l'unica difficoltà nell'esecuzione del piatto è quella di reperire il formaggio casera, un formaggio dop che però può essere sostituito con della fontina come ho fatto io, non sarà la stessa cosa, ma pazienza :)
Cuocete le verdure in acqua bollente salata per 5 minuti. Aggiungere ora i pizzoccheri e fate cuocere tutto insieme per 10 minuti Sollevate ora i pizzoccheri con una schiumarola e versatene una parte in una teglia calda Spolverizzate con il parmigiano e il formaggio tagliato a cubetti, Proseguite alternando i pizzoccheri al formaggio In un pentolino fate sciogliere il burro insieme ad uno spicchio d'aglio ( aggiungete anche la salvia come suggerito dalle nostre amiche valtellinesi) Eliminate l’aglio e versate il burro fuso sui pizzoccheri Servite i pizzoccheri alla valtellinese caldi spolverizzando il tutto con del pepe macinato Mescolate per far sciogliere il formaggio e servite |
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