Creato da gasfra il 18/09/2006

Finestra sul Cortile

Attualità, Cultura e Politica

 

 

NATALE DI LACRIME

Post n°41 pubblicato il 26 Dicembre 2006 da gasfra
 
Foto di gasfra

Nella foto Maria Cristina Rossi

UN TRAGICO NATALE 

ADDIO SIMONE IN UNA VIGILIA DEL NATALE CHE NON VEDRAI!

Sabato mattina, una bella giornata di sole, l'antivigilia di Natale. Telefoniamo a Monzuno. Risponde Grazia, la neve si é sciolta, si, veniamo a trovarvi, pomeriggio, così ci scambiamo gli auguri!

Sono quasi le 2,30, siamo a pranzo dalla mamma di M. Cristina, con noi c'è anche Deanna, non conosce i Messina, ma viene con noi per una "gitarella".

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Montorio frazione di Monzuno :castello di Elle, costruzione del XIV Secolo

Suona il telefonino. E' l'amico Pasqualino: "cosa fate?" "Andiamo da Paolo, finiamo il caffé e partiamo" "Noi veniamo un po più tardi" "Bene così passiamo un bel pomeriggio assieme" "Non hai sentito.... un pomeriggio di lacrime... il pompiere morto nell'esplosione" "Che esplosione?" "A Quinzano, è Simone, il figlio di Messina, é morto!"

Nel gelo più totale è finito il Natale 2006!

Conosciamo Simone fin da bambino, così come la sorella Stefania!

Lasciamo mamma Angelina e Deanna!

Corriamo a Monzuno, in casa non c'è nessuno. La casa è sopra il paese un po' isolata, ci accoglie solo Lampo un bastardone nero, buono e scodinzolante, incrocio tra un pastore maremmano ed un lupo. Torniamo indietro, da un vicino: "Devono essere all'ospedale di Loiano, sono andati con l'ambulanza, la mamma, Grazia, stava male".

Proviamo a telefonare, ma i telefonini sono muti! Avvertiamo Pasqualino e la moglie Cristina, noi andiamo all'ospedale di Loiano a cercarli!

Ci fermiamo alla caserma dei Vigili del Fuoco di Monzuno: "C'è stata una prima esplosione! Ci hanno chiamato... la seconda esplosione... la tragedia" C'è la telecamera di ITALIA 1. Arriviamo all'ospedale, dove Stafania, infermiera lavora al 118! L'ospedale é gremito dai feriti lievi e dagli ospiti della casa di riposo evacuata. Si respira la tensione per la tragedia! "No non sono qui,... Grazia Pirazzini, non è ricoverata... sentiamo la Protezione Civile... Simone é alla Medicina Legale, a Bologna... i genitori sono sul luogo del disastro, ma non vi lascierebbero passare"

Riproviamo tutti i telefonini: risponde Stefania, una voce da oltretomba, distrutta, strozzata dalle lacrime: "... tra dieci minuti siamo all'ospedale, Grazia sta male..."

Arriva un'ambulanza, ci consigliano di salire al 3° piano, comodo un primo intervento all'ultimo piano!

Ci intrufoliamo e scorgiamo Stefania, anche lei ci vede, esce.

E' un cencio strizzato, "La mamma sta male... ha la pressione a 2.000!... accidenti alla sua voglia di fare il Volontario... accidenti ai giornalisti.. la nonna, in Sicilia, l'ha saputo dalla televisione... a momenti ne muore... li hanno chiamati per un primo scoppio.. si é rotto l'osso del collo...gli è crollato adosso un intero muro.." Tragedia, dolore e giusta rabbia! Escono, Grazia in un fiume di lacrime e Paolo, muto, affranto, invecchiato di dieci anni, lo abbraccio, non ci sono parole. Li sistemano dove possono, le riprovano la pressione, le rimediano una lettiga ove potersi sdraiare. Il silenzio è rotto solo dai singhiozzi, non ci sono parole, solo lacrime!

Scendiamo per aspettare Pasqualino e Cristina, la sua. Sono già quasi le 5, sta imbrunendo, scende il freddo pungente: Neanche il tempo di una sigaretta, eccoli, cercano da parcheggiare, saliamo al 3° piano. L'ascensore é piccolo. Io salgo dopo: "Stanno andando a casa, andiamo anche noi!"

Ancora giù e poi su fino a Monzuno, la stradina per Montevenere, la viuzza della Trappola, il casone con i tre appartamenti, uno per i genitori, uno per ciascuno dei due figli, ancora "single", oggi si dice così, celibi é rimasto come termine burocratico, sa di "zitella"!

Stefania qualche hanno fa.. che famiglia sfortunata... stava per sposarsi, conviveva, avevano già sistemato una loro casa... una notte, Ferruccio gli è morto affianco, stroncato da un collasso cardiaco. Paolo, con lui, stava organizando un'attività imprenditoriale, un caseificio a Riosto... ha venduto tutto e si sono trasferiti a Monzuno.

Simone, bel ragazzone di trentanni, forte e generoso, era molto riservato, un po' taciturno, non ci aveva mai parlato delle sue amicizie femminili, né noi avevamo chiesto, se ci fosse stato qualcosa di stabile, ce l'avrebbe detto lui! Da anni era dedito al volontariato, prima sulle ambulanze, poi con i Vigili del Fuoco. Gli piaceva sperava potesse diventare il suo lavoro.

  • Panorama di Monzuno

    E' già quasi buio nel cortile e per la scala c'é la neve ghiacciata. Entriamo, ancora un abbraccio, qualche tentativo di parola di conforto... ma suonano stonate, anche tra amici che si conoscono da trent'anni, che hanno lavorato assieme... che hanno fatto da madrina....! Sconforto, pianto con lacrime, con gli occhi gonfi ed il viso trasfigurato, tumefatto dal dolore. "Ma com'é successo?" Un sussurro di Paolo:"Ma ... non so esattamente... dicono quello che sapete.. ma dov'é Simone?"

    Trasaliamo, nessuno li ha informati? Siamo noi ad informarlo, é M. Cristina ad impegnarsi per informarsi se, come e quando si può vedere, alla Certosa, il povero Simone, poi l'Agenzia curerà tutto.

    Ancora qualche tentativo, assolutamente vano e fuori luogo di conforto:"Non recriminate sulla generosa scelta di Simone, se non c'é un pazzo che ha aperto il gas ed acceso un fiammifero, se non ci sono responsabilità... é una tragedia del lavoro, ua terribile fatalità.. se avesse fatto il geometra e lavorato nei cantieri, come noi.... Grazia é sul divano coi cani che le guaiscono accanto, attonita, distrutta dal pianto e dal malore, Stefania a bocconi sulla poltrona, le telefona un amico, ha saputo dai notiziari... Paolo, persona espansiva e loquace, tace, solo qualche sussurro con la moglie! Meglio lasciarli soli nel loro dolore, tutto loro, in realtà, forse solo loro?

    Sono le sei e mezza, tutti e quattro ci accomiatiamo: "tutto quello di cui hai bisogno... quando arrivano i parenti dalla Sicilia... domani, se non ti disturbiamo, vi telefoniamo.." L'ultimo abbraccio.... e li lasciamo soli... in un notte d'inferno!

    Speriamo non abbiano sentito i notiziari, le prime polemiche, le possibili responsabilità... i ritardi... speriamo sappiano il più più tardi possibile... dolore da aggiungere al dolore.

    Il telegramma di Amato non l'avevano visto!

    Panorama di Monzuno

    Speriamo nessuno li coinvolga, li "disturbi" nel loro pianto umano e dignitoso!

    Stamane da Pasqualino abbiamo saputo che nella notte sono giunti i primi parenti!

    Franco Gasparini  Maria Cristina Rossi

    QuotidianoNet 

    immagine TRAGEDIA NEL BOLOGNESE

    immagine Esplode una palazzina due morti, due dispersi
    Un volontario fra le vittime

    Tre persone sono morte nell'esplosione di una palazzina a San Benedetto del Querceto in provincia di Bologna. La tragedia sarebbe avvenuta per le conseguenze di una fuga di gas. Ingenti i danni anche alle case circostanti. Una delle due vittime è un trentenne vigile del fuoco accorso in paese. Un'altra persona risulta dispersa. Fra i feriti, il parroco

    TRAGEDIA NEL BOLOGNESE San Benedetto del Querceto (Bologna) 23 dicembre 2006 — Il tempo, a San Benedetto del Querceto, si è fermato alle 10 e 45. Una scintilla, poi l’esplosione devastante, provocata da una fuga di gas cominciata tre ore prima. Sotto le macerie di una palazzina che ospitava un supermercato e tre appartamenti, restano due persone morte, una dispersa e quattro feriti.
    Un Natale di sangue e lacrime per questo piccolo centro sull’Appennino bolognese che segna il confine tra i comuni di Monterenzio e Loiano. Le vittime sono un vigile del fuoco volontario, Simone Messina, 34 anni, e il titolare della vicina casa di riposo, Enzo Menetti, 62. Un altro pompiere, Luigi Mezzini, 40enne, è rimasto gravemente ferito e si trova ricoverato al centro grandi ustionati di Parma mentre dalle macerie, dopo alcune ore, sono stati estratti, vivi per miracolo, il parroco della frazione, don Alfonso Naldi, e il titolare del market, Franco Neri.
    Con loro sono finiti al Sant’Orsola di Bologna altri due anziani ma nel tardo pomeriggio di ieri si cercava ancora il corpo di una donna, Tina Alvisi, 80enne padrona dell’edificio crollato e madre del negoziante. Un tragico bilancio che solo per puro caso non ha assunto i contorni della strage. I clienti, infatti, erano usciti dal supermercato poco prima dello scoppio e gli abitanti della palazzina di tre piani, tra cui un cittadino marocchino e una coppia di rumeni, avevano lasciato le case spontaneamente dopo aver chiuso le utenze del gas.

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    La Procura non ha ancora formalizzato ipotesi di reato, ma si pensa al disastro colposo. L’allarme, al pronto intervento di Hera, la multiservizi bolognese, è scattato alle 7,30 dopo alcune segnalazioni, quando dalla strada ha cominciato a sprigionarsi l’odore pungente del gas. Una volta sul posto i tecnici dell’azienda, non riuscendo a trovare il punto di rottura, hanno chiesto l’intervento di una squadra di specialisti, allertando contemporaneamente i vigili del fuoco. immagine Ma mentre Hera attivava le procedure per isolare le tubazioni e chiudere tutte le valvole della zona, il gas aveva ormai saturato il sottosuolo. E alle dieci e tre quarti, a più di tre ore dall’allarme, la tragica esplosione.

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    Le drammatiche immagini dopo lo scoppio in una palazzina di San Benedetto del Querceto AGGIORNAMENTO

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    LA TRAGEDIA

    Crolla palazzina per fuga di gas
    Cinque vittime, alcuni feriti
    'Forti ritardi nell'intervento'

  • Esplosione a San Benedetto del Querceto, stamane è morta anche una donna di 93 anni ricoverata in ospedale. Hanno perso la vita un vigile del fuoco volontario, il titolare della casa di riposo, un rumeno di 45 anni e un'anziana. C'è un ferito grave. Gli abitanti: 'I centralini Hera erano stati avvertiti due ore prima'. Aperta un'inchiesta

    LA TRAGEDIA Bologna, 24 dicembre 2006 - È di cinque vittime il bilancio della tragedia avvenuta ieri mattina a San Benedetto del Querceto, in provincia di Bologna, dove, a causa di una fuga di gas, una palazzina di tre piani è crollata dopo un'esplosione. È morta anche una donna di 93 anni che era ricoverata all'ospedale Sant' Orsola di Bologna.

    Tra le vittime tre i residenti nella palazzina crollata, un uomo di 63 anni, Enzo Menetti, titolare di una casa di riposo, Teresa Minarini, 86 anni, sorella del parroco della frazione, rimasto ferito nel crollo, e un cittadino rumeno, mentre la quarta vittima è un volontario di Vigili del Fuoco, Simone Messina di 34 anni.

    Un secondo vigile del fuoco, Luigi Mezzani, è ricoverato nel reparto di terapia intensiva del centro Grandi Ustioni di Parma in gravi condizioni. Ferite più lievi per le altre quattro persone, tra cui Don Alfonso, parroco della vicina chiesa.

    I pompieri hanno lavorato tutta la notte, e la zona è stata ormai quasi totalmente liberata dalla macerie, mentre continuano i lavori di ripristino della rete gas.

    L'allarme era scattato ieri alle 9.45, quando Hera, multiutiliy che gestisce la rete gas nella zona, aveva allertato i Vigili del Fuoco per via del forte odore di gas metano proveniente dalla zona esterna alla palazzina. Intervenuti i pompieri del vicino comune di Monzuno stavano procedendo allo sgombero della palazzina stessa e degli edifici circostanti quando, intorno alle 10.15 è avvenuta, fortissima, la deflagrazione.

    I cittadini di San Benedetto del Querceto denunciano forti ritardi nell'intervento: secondo le testimonianze degli abitanti i centralini di Hera erano stati avvertiti sin dalla prima mattina, già intorno alle 7.00, dell'evidente fuga di gas metano, che pare fuoriuscisse anche dai tombini dell'area intorno alla casa.

  • Clicca qui per ingrandire la foto 

    ''Noi abbiamo ricevuto la richiesta di intervento alle 9:15 - ha detto l'ingegnere Tolomeo Litterio, comandante provinciale dei vigili del fuoco - Quello che e' successo prima che arrivasse la segnalazione a noi, non e' a mia conoscenza".

    immagine Hera ha dichiarato di essere "a disposizione, e pronta a collaborare con le autorità per ricostruire l'accaduto; al momento è stata avviata anche un'indagine interna, anche per confermare gli orari in cui si è avuta la segnalazione, che - ha confermato la società - è arrivata in mattinata, e in seguito alla quale sono stati allertati i vigili del Fuoco".Sulla dinamica esatta dell'incidente e sulle eventuali responsabilità la Procura di Bologna ha aperto un'inchiesta.

  • NUOVO AGGIORNAMENTO

    PALAZZINA CROLLATA

    Cinque vittime, ora è polemica
    'Forti ritardi nell'intervento'
    Il dolore di mons. Caffarra

    Esplosione a San Benedetto del Querceto, è morta anche la donna di 93 anni ricoverata in ospedale. Hanno perso la vita un vigile del fuoco volontario, il titolare della casa di riposo, un rumeno di 45 anni e un'anziana. C'è un ferito grave. Gli abitanti: 'I centralini Hera erano stati avvertiti due ore prima'. Aperta un'inchiesta
     

    PALAZZINA CROLLATA Bologna, 24 dicembre 2006 - È di cinque vittime il bilancio della tragedia avvenuta ieri mattina a San Benedetto del Querceto, in provincia di Bologna, dove, a causa di una fuga di gas, una palazzina di tre piani è crollata dopo un'esplosione. È morta anche una donna di 93 anni che era ricoverata all'ospedale Sant' Orsola di Bologna.

    Tra le vittime tre i residenti nella palazzina crollata, un uomo di 63 anni, Enzo Menetti, titolare di una casa di riposo, Teresa Minarini, 86 anni, sorella del parroco della frazione, rimasto ferito nel crollo, e un cittadino rumeno, mentre la quarta vittima è un volontario di Vigili del Fuoco, Simone Messina di 34 anni.

    Un secondo vigile del fuoco, Luigi Mezzani, è ricoverato nel reparto di terapia intensiva del centro Grandi Ustioni di Parma in gravi condizioni. Ferite più lievi per le altre quattro persone, tra cui Don Alfonso, parroco della vicina chiesa.

    I pompieri hanno lavorato tutta la notte, e la zona è stata ormai quasi totalmente liberata dalla macerie, mentre continuano i lavori di ripristino della rete gas.

    L'allarme era scattato ieri alle 9.45, quando Hera, multiutiliy che gestisce la rete gas nella zona, aveva allertato i Vigili del Fuoco per via del forte odore di gas metano proveniente dalla zona esterna alla palazzina. Intervenuti i pompieri del vicino comune di Monzuno stavano procedendo allo sgombero della palazzina stessa e degli edifici circostanti quando, intorno alle 10.15 è avvenuta, fortissima, la deflagrazione.

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    I cittadini di San Benedetto del Querceto denunciano forti ritardi nell'intervento: secondo le testimonianze degli abitanti i centralini di Hera erano stati avvertiti sin dalla prima mattina, già intorno alle 7.00, dell'evidente fuga di gas metano, che pare fuoriuscisse anche dai tombini dell'area intorno alla casa.

    ''Noi abbiamo ricevuto la richiesta di intervento alle 9:15 - ha detto l'ingegnere Tolomeo Litterio, comandante provinciale dei vigili del fuoco - Quello che e' successo prima che arrivasse la segnalazione a noi, non e' a mia conoscenza".

    Hera ha dichiarato di essere "a disposizione, e pronta a collaborare con le autorità per ricostruire l'accaduto; al momento è stata avviata anche un'indagine interna, anche per confermare gli orari in cui si è avuta la segnalazione, che - ha confermato la società - è arrivata in mattinata, e in seguito alla quale sono stati allertati i vigili del Fuoco".Sulla dinamica esatta dell'incidente e sulle eventuali responsabilità la Procura di Bologna ha aperto un'inchiesta.

    L'INCHIESTA
    Un fascicolo contro ignoti per le ipotesi di disastro colposo e omicidio plurimo colposo e' stato aperto dalla Procura di Bologna sullo scoppio di San Benedetto del Querceto.

    L'inchiesta - ha spiegato un inquirente - si occupa di due profili: perche' si e' verificato lo scoppio e come sono stati attivati i primi interventi. In pratica, c'e' da chiarire come mai le prime chiamate al pronto intervento di Hera, la societa' che gestisce la distribuzione del gas, sono state fatte dagli abitanti del paese dalle 7 di mattina, ma l'intervento e' stato attivato solo dopo le 9.

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    In mattinata, in Procura si e' tenuta una riunione cui hanno partecipato il Procuratore aggiunto Luigi Persico, il Pm Antonella Scandellari e gli investigatori della Compagnia Carabinieri di San Lazzaro. E' stato deciso di acquisire tutta la documentazione sul fatto, dai tabulati delle telefonate ad Hera, alle mappe delle valvole della rete che distribuisce il gas. Sono gia' stati sentiti alcuni funzionari di Hera.

    E' stata inoltre decisa l'acquisizione di uno speciale sulla sciagura mandato in onda ieri dalla televisione privata 'E'tv', che ha raccolto le testimonianze degli abitanti del paese sul ritardo con cui sarebbe stato attivato l'intervento dopo le prime chiamate. ''Le voci dei cittadini raccolte sono di estremo interesse'', ha spiegato un investigatore. Chi ha chiamato Hera ieri mattina si sarebbe trovato a sentire la voce di un risponditore automatico.''Abbiamo tre ore da ricostruire - ha detto il Procuratore aggiunto Persico - Ci occupiamo del fatto in se', ma anche di altri risalenti nel tempo''.C'e' infatti un ulteriore aspetto che l'inchiesta dei magistrati e dei carabinieri vuole chiarire, ed e' quello relativo ad un'altra perdita (o piu' perdite) che ci sarebbero state nello stesso posto in passato, circa un anno fa. Clicca qui per ingrandire la foto

    Monsignor Caffarra:

     "Che il Natale porti consolazione"

    il cordoglio dell'arcivescovo: "Penso in primo luogo alle famiglie colpite nei loro affetti più cari e prego per il riposo eterno dei loro defunti",

    PALAZZINA CROLLATA Bologna, 24 dicembre 2006. - "La luce del Natale avvolga con la sua consolazione queste famiglie, e dia serenità a tutta la comunità": con queste parole il cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, esprime il suo cordoglio per la morte di cinque persone per il crollo di una palazzina a S. Benedetto del Querceto, in provincia di Bologna.

    "E' con grande dolore - si legge nel messaggio - che ho appreso la notizia del grave disastro che ha colpito la comunità di S.Benedetto del Querceto".

    "Penso in primo luogo alle famiglie colpite nei loro affetti più cari e prego per il riposo eterno dei loro defunti", prosegue l'arcivescovo, che dedica "un saluto particolare a don Alfonso al quale auguro pronta guarigione".

     
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    FREE CONDOM

    Post n°40 pubblicato il 22 Novembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Lo ha chiesto Benedetto XVI, 
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     preoccupato per la diffusione dell'Aids
    immagine  Dalla Chiesa un dossier sul preservativo
    Il "ministero" vaticano della Salute ha ultimato uno studio con le indicazioni sull'uso del condom, ora al vaglio del Sant'Uffizio
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    CITTÀ DEL VATICANO - E' pronto il «manuale» della Chiesa con le indicazioni sull'uso del preservativo. Non è ancora certo se e quando il documento verrà pubblicato - e tanto meno se esso confermerà il «no» al profilattico o se introdurrà qualche elemento di permissività (all'interno di una coppia di coniugi, di cui uno sieropositivo), ma è ormai sicuro che il Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute ha terminato il suo studio scientifico e teologico-morale sull'utilizzo del condom. Lo ha annunciato il presidente del dicastero vaticano,immagine cardinale Javier Lozano Barragan, durante la conferenza stampa per presentare la conferenza internazionale sugli «Aspetti pastorali della cura delle malattie infettive». immagine

    SCIENZIATI E TEOLOGI - Il dossier del «ministero» vaticano della sanità, realizzato su indicazione di Benedetto XVI e redatto con l'ausilio sia di scienziati che di teologi, è stato inoltrato per competenza alla Congregazione della Dottrina della Fede, l'ex Sant'Uffizio. «Il nostro dicastero non ha competenze dottrinali, ma solo pastorali», ha spiegato Barragan. Il tema dell'uso del preservativo, in particolare in relazione alla prevenzione del contagio da Aids,immagine «è un punto che preoccupa molto Benedetto XVI - ha sottolineato il cardinale -. Lui mi ha chiesto di condurre su tale tema un dialogo con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Seguendo il suo desiderio, abbiamo compiuto uno studio accurato sul preservativo tanto dal punto di vista scientifico quanto dal punto di vista morale, e abbiamo consegnato il nostro studio -immagine più di cento pagine, anzi quasi 200 - alla Dottrina per la Fede, che lo sta esaminando. E speriamo che il Santo Padre dica quello che sia più conveniente su questo argomento».

    FUNZIONE ANTI-AIDS -immagine Se poi la Chiesa debba dare effettivamente una risposta, e come debba essere tale risposta, Barragan ha detto di non saperlo. «Penso - ha però avvertito - che nessuna risposta della Chiesa debba essere tale da favorire il libertinaggio sessuale. Questo lo dobbiamo sapere chiaramente».
    Inquietanti, ancora oggi, le cifre sulla diffusione del virus Hiv nel mondo, con 40 milioni di persone infettate, 8.000 morti al giorno e un trend tutt'altro che in diminuzione: tanto che anche recentemente autorevoli uomini di Chiesa -immagine si pensi ai cardinali Carlo Maria Martini,immagine il belga Godfried Danneels,immagine lo svizzero Georges Cottier, ex teologo della Casa Pontificia,immagine l'inglese Cormac Murphy ÒConnor o immagine il vescovo sudafricano Kevin Dowling - hanno guardato all'uso del condom come al «male minore», se esso impedisce il contagio mortale dell'Hiv, fermo restando che per la Chiesa la via migliore rimane la castità.

    PRECEDENTI APERTURE - Per sostenere che l'uso del condom può non rappresentare un peccato,immagine Martini aveva affermato nell'aprile scorso in un articolo sull'Espresso che «lo sposo affetto dall'Aids è obbligato a proteggere l'altro partner e questi pure deve potersi proteggere». Due mesi prima Danneels,immagine altra voce dialogante in tema di morale sessuale, aveva spiegato che «se permette la protezione della vita il preservativo non ha un rilievo solo sessuale. Se un uomo malato di Aids obbliga una donna ad avere relazioni sessuali, lei deve poter imporre il preservativo, altrimenti si aggiunge un altro peccato, l'omicidio». «Nella parte scientifica dello studio siamo stati esaustivi - ha spiegato oggi Barragan - e i dati sono di grandissima qualità.immagine Per quanto riguarda poi l'aspetto teologico-morale abbiamo un arcobaleno enorme di posizioni, da quelle più rigorose ad altre più comprensive». Come propria opinione personale, il cardinale Barragan ha voluto ricordare il punto 30 dell'esortazione apostolica «Familiaris consortio», emanata da Giovanni Paolo II nel novembre 1981:immagine «Dice - ha spiegato - che ogni atto coniugale deve essere aperto alla vita. E come dicevano i miei maestri antichi, "intelligenti pauca", a buon intenditor poche parole».
    21 novembre 2006

     
     
     

    MANIERISMO O FUTURISMO?

    Post n°39 pubblicato il 21 Novembre 2006 da gasfra
     
    Tag: ARTE
    Foto di gasfra

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    Archeologico: http://www.princeton.edu/~amoroz/2004_12_01_archive.html http://home.worldonline.dk/lfmat/cerasifiles/Cerasimaineng.htm   

    Mostra http://www.eat-online.net/art/english/index.htm"Annibale Carracci"   
    * PERIODO DI SVOLGIMENTO:dal 22 settembre 2006 al 7 gennaio 2007


    ORARIO:da martedì a venerdì 9.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00. La biglietteria chiude un'ora prima. Chiuso lunedì.


    Dipinto del Folder Mostra Carracci

    Mostra "Annibale Carracci"


    Per la prima volta una mostra racconta la vita e la carriera di Annibale Carracci. A Bologna, la sua città nativa, presso il Museo Civico Archeologico dal 22 settembre 2006 al 7 gennaio 2007 e a Roma, la città della sua maturità artistica, presso il Chiostro del Bramante dal 23 gennaio al 6 maggio 2007. 

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     L'Assunta di Annibale Carracci a S.Maria del Popolo a Roma

    Si tratta dell'unica esposizione monografica realizzata sull'artista.
    Promossa dal Comune di Bologna e dal Comune di Roma, la mostra, a cura di Daniele Benati e di Eugenio Riccomini, vanta un prestigioso comitato scientifico che si avvale dei più autorevoli studiosi dell'opera di Annibale.

    L'esposizione mette a fuoco la personalità del più dotato dei tre Carracci, celebrato ai suoi tempi come un "rinato Raffaello". I suoi dipinti e disegni furono eretti a modello da generazioni di artisti e oggetto di culto già dal Seicento nelle maggiori collezioni europee. L'esposizione ricostruisce il suo percorso dagli anni della giovinezza a Bologna fino alla maturità a Roma e permette di apprezzare per intero la straordinaria varietà e ricchezza della sua opera: i ricercatissimi disegni, le incisioni, la gamma eccezionalmente ampia di dipinti, dai soggetti di genere 'basso' alle pale d'altare, dai ritratti ai paesaggi.

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    La pesca (1596)


    Il percorso della mostra si articola in otto sezioni tematiche e cronologiche, dove sono esposti circa 80 dipinti e 80 disegni, mentre alcuni filmati permetteranno di effettuare un percorso virtuale degli affreschi che l'artista ha realizzato in Palazzo Fava, in Palazzo Magnani e in Palazzo Sampieri a Bologna, nonchè in Palazzo Farnese a Roma. Quest'ampia selezione di opere proviene per la maggior parte dai più importanti musei d'Italia e del mondo, quali il Louvre di Parigi, la Gemaeldegalerie di Dresda, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado di Madrid, la National Gallery di Edimburgo, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, l'Ermitage di San Pietroburgo.

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    Fratello di Agostino e cugino di Ludovico, Annibale (Bologna, 1560 - Roma, 1609) è artista dotato e geniale; è soprattutto a lui che sono legate le glorie dei Carracci e la risonanza che la loro "riforma" produsse sulla pittura europea. Il suo genio si manifestò, specie agli inizi, con una sorprendente, vorace curiosità per il mondo della natura, tralasciando ogni sofisticazione intellettualistica e mettendo quindi fuori gioco la tradizione manierista; così come farà a Roma, più tardi, il Caravaggio. Dipinge, fra molti quadri sacri, anche gente della plebe e vasti paesaggi e soprattutto disegna molto dal vero, utilizzando poi questa sua attitudine nei cicli di affreschi dipinti, fra il 1584 e 1594, nei Palazzi Fava, Magnani, Sampieri di Bologna assieme al fratello e al cugino. Nel 1595 si reca a Roma chiamato dal cardinale Odoardo Farnese, dove nel palazzo di questi affresca il Camerino e la vasta Galleria (1597-1600).
    Figura controversa e tormentata, animata da una profonda consapevolezza delle proprie capacità e della moralità del proprio lavoro, finì per essere a poco a poco schiacciato dal sistema aristocratico e di privilegi allora imperante a Roma, contro il quale tentò inutilmente di ribellarsi.

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    Il trionfo di Bacco e Arianna

     La successiva attività romana, offuscata dal crescere di una malattia nervosa che lo condurrà prematuramente alla morte, brucia rapidamente le tappe di un itinerario mentale che, mutando audacemente di segno dalle premesse da cui era partito, giunge a gettare le basi di gran parte della cultura figurativa a venire e inaugura in termini insuperati il moderno genere del paesaggio e della pittura di storia di impronta classicista.

    Paesaggio con la fuga in Egitto
    Ingrandisci
    Paesaggio con la fuga in Egitto
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    Domine, quo vadis? Annibale Carracci, 1601-1602 Olio su tavola, 77 × 56 cm Londra, National Gallery
    Felice Casorati, immagine

    3 novembre 2006

    immagineDa Boccioni immagine a Vedovaimmagine: la Venezia del ‘900 in mostradi Annalisa Serpilli

    Braque,immagine

     Lucio Fontana,immagine

     Gino Severini,immagine Amedeo Modiglianiimmagine

     e Oskar Kokoschka.immagine Sono solo alcuni dei nomi presenti alla Ca de' Carraresi di Treviso. “Venezia ‘900. Da Boccioni immaginea Vedova”immagine è una mostra che prosegue il cammino iniziato nel 2004 con l’esposizione dedicata all’Ottocento veneto, indagando, attraverso capolavori di pittura e di scultura, gli avvenimenti artistici veneziani dall’inizio del secolo agli Anni Sessanta fino ai giorni nostri. In tutto 50 artisti, 140 dipinti, 15 sculture, suddivisi in dieci sezioni, offrono un’ esauriente panoramica del Novecento veneziano. Il fil rouge dell’esposizione è costituito dalle mostre internazionali che la Biennale di Venezia organizza a partire dal 1895 e dai grandi segnali di rinnovamento verificati a Venezia con le mostre dirette da Nino Barbantini, a Ca’ Pesaro, nell’ambito della Fondazione Bevilacqua La Masa.
    Si forma nella Venezia dei primi anni del XX secolo una compagine che segna uno stacco netto dalla pittura dei grandi maestri del XIX secolo, ancora attivi a Venezia, come Ciardi, Nono e Fragiacomo. La nuova generazione di artisti nati tra anni ’80 e ’90 dell’Ottocento apre il percorso dell’esposizione e ne conferisce l’impronta. La mostra infatti si propone di documentare i momenti salienti di un’epoca, attraverso gli artisti e i gruppi che hanno saputo rinnovare il linguaggio espressivo del loro tempo, dalle avanguardie dei primi del ’900 fino alle neoavanguardie degli anni ’50-’60. Grande importanza è data a protagonisti come: Boccioni,immagine Gino Rossi,immagine Cadorin e Cagnaccio, perché con le loro opere hanno caratterizzato momenti di svolta nella storia dell’arte veneta, italiana ed europea.immagine
    La mostra si apre con Umberto Boccioni,immagine il protagonista del Futurismo, in pittura e in scultura, che ha vissuto a lungo a Padova nei primi anni del ’900 quando la madre e la sorella si erano trasferite in città. Dopo essersi iscritto all’Accademia veneziana, Boccioni ha tenuto la sua prima personale a Venezia nell’estate del 1910, invitato da Nino Barbantini a Ca’Pesaro. Un evento straordinario anche perché immagine Filippo Tommaso Marinetti,immagine Carlo Carrà e Luigi Russolo,immagine in concomitanza con la mostra, lanciarono dalla Torre dell’Orologio il “Manifesto Contro Venezia passatista” immaginee si presentarono tutti alla serata futurista alla Fenice dell’1 agosto, amplificando al massimo la portata dell’evento espositivo di Ca’ Pesaro. immagineBoccioni non aveva ancora realizzato dipinti “futuristi”, ma la carica espressiva delle tele esposte sprona molti giovani sulla strada del rinnovamento.

    immagine
    Forme uniche della continuità nello spazio Moneta da 20 eurocent con la famosa scultura di Boccioni
                                      
    Ingrandisci
                                  Moneta da 20 eurocent con la famosa scultura di Boccioni

     In mostra allora è possibile ammirare “Canal Grande”, straordinaria e innovativa veduta di Venezia, oltre ad alcune opere eseguite durante la permanenza a Padova, come il “Ritratto dello scultore Brocchi” e “La nonna”: testimonianze preziose della creatività giovanile dell’artista. Se Boccioni rappresenta al meglio la stagione della nuova avanguardia italiana che si vuole imporre in Europa,immagine

    Gino Rossi incarna la figura del veneziano eroico che da solo, riesce a portare a Venezia il linguaggio europeo della pittura del suo tempo, quello caratterizzato dalla stagione complessa e ricchissima di suggestioni del postimpressionismo, nella variante del sintetismo di Paul Gauguin e Paul Serusier.

    immagine

    Fra tutti primeggia “La fanciulla del fiore”, esposta a Venezia nel 1910, poi “Il bevitore”, appartenuto all’amico pittore Felice Casorati,immagine il “Ritratto della moglie” e alcune celebri tele dedicate all’isola di Burano e al paesaggio trevigiano. Una sezione della mostra è dedicata alle influenze esercitate dalla pittura internazionale in quegli anni. Apre il percorso un inedito capolavoro di Emile Bernard,immagine l’amico di immagine Cézanne e di Gauguin che nel 1906 esegue il “Ritratto di Benno Geiger” e da allora stabilisce un duraturo legame con Venezia. Sottile ma indissolubile il filo che lega il segno immagine di Amedeo Modigliani alla cultura veneziana nel “Ritratto di Fabio Mauroner” eseguito durante la lunga permanenza nella città lagunare. Non mancano la “Veduta di Punta della Dogana” (1948)immagine di Oskar Kokoschka e i Sentieri ondulati, di Jackson Pollockimmagine  che Peggy Guggenheim ha donato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, a testimonianza del momento altissimo che la pittura vive a Venezia nel fertile contatto con l’arte europea e con quella d’oltreoceano. La mostra si conclude con un omaggio a Emilio Vedova nato a Venezia nel 1919, patriarca dell’astrattismo europeo, scomparso purtroppo proprio la scorsa settimana.immagine Autodidatta, segnalatosi per l’originalità delle sue opere giovanili, già protagonista nella battaglia di rinnovamento ingaggiata dal Fronte Nuovo delle Arti con Giuseppe Marchiori e dal Gruppo degli 8, Vedova procede poi negli anni ’60 e oltre in un percorso solitario ma in costante confronto con le più avanzate ricerche internazionali.immagine In questa sezione finale sono raccolti segni importanti che il Maestro veneziano ha tracciato sin dal periodo giovanile. Opere che testimoniano quel continuum che l’artista stesso ha teorizzato come fattore essenziale della sua poetica e del suo lavoro.immagine
    Si parte da alcuni lavori giovanili per arrivare alle opere del tempo del Fronte Nuovo, i noti “geometrici” e quindi alla piena espressione della personalità dell’artista negli anni ’50, quando diventa un protagonista dell’Informale, periodo culminato nel Premio per la Pittura che gli viene assegnato dalla Biennale del 1960.

    Fino all’8 aprile
    Treviso
    Ca dei Carraresi
    Venezia ‘900. Da Boccioni a Vedovaimmagine

     
     
     

    Il Presidente Napolitano a Yasmin!

    Post n°38 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da gasfra
     
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    Il Presidente Napolitano a Yasmin!

    immagine  Cara Yasmin,

    stamane una gradita sorpresa, ci ha risposto immagine

     immagine

    Il  Presidente  della  Repubblica

     

     

     

    Roma, 10 ottobre 2006

     

    Gentile Signor Gasparini,

    ho letto con attenzione la Sua lettera come le tante altre ricevute, e vorrei rispondere a Lei, come a coloro che hanno inteso esprimere sentimenti anche contrastanti, con le stesse espressioni con cui mi sono rivolto a Piergiorgo Welby all’indomani del suo appello pubblico, per altro caratterizzato dalla piena consapevolezza della natura e dei limiti del mio ruolo istituzionale.

    Ho raccolto quel messaggio di tragica sofferenza, e raccolgo ogni altra opinione segnata da vicende altrettanto dolorose e toccanti, con umana partecipazione e assoluta considerazione della dignità e del valore della vita umana.

    Ritengo di aver così assolto alla responsabilità di ascoltare quanti esprimano sentimenti e pongano questioni, di particolare complessità sul piano etico e a lungo irrisolte, come quelle di chi, avendo diritto alla vita, lotta senza speranza contro il male. E di aver adempiuto a un dovere morale, richiamando la necessità di una riflessione non frettolosa, un confronto sensibile e un chiarimento responsabile nelle sedi idonee, qualunque possa essere la conclusione cui giungano i più.

    Si è, ora, aperta un’approfondita ed impegnativa discussione al Senato della Repubblica. Credo che tutte le posizioni, compresa quella da Lei espressa, possano lì trovare ascolto e adeguata valutazione.

    Con sentimenti di partecipazione

    Giorgio Napolitano

    FINALMENTE UNA PAROLA NEL BUIO!

    ...non mi aspettavo così tanto anche se in effetti è una risposta generica . spero che ci si muova in tempo nella direzione giusta, e che passata l'ondata emozionale non si abbandoni nè dialogo nè obiettivi.
    grazie yasmin

    Ciao, scusa il ritardo nella risposta ma ho problemi con il software di scrittura. Si, sono tornata per vedere se qualcuno aveva scritto qualcosa di interessante ma non sono delusa, con la malattia ho imparato a non aspettarmi più nulla da nessuno. Ho imparato a fare le cose per me stessa ad esserne fiera e di non farlo pensando di avere una gratificazione. Fino a non molto tempo fa speravo negli altri e avevo bisogno del loro giudizio,ora non mi serve più. Ho messo la stessa lettera in un blogg di un medico che ha perfino scritto un libro sull’eutanasia. Premetto che non conosco le sue idee a proposito e non ho potuto leggere il libro perché non posso girare le pagine ,da lui un commento me lo aspettavo invece nulla,il silenzio più totale. Come vedi ci sono esseri umani più imperfetti di me.
    L’argomento è troppo delicato, troppo “privato” troppo distante dalla vita di tutti. Sei una persona sensibile ed intelligente, avrai letto i vari commenti sui giornali. Io sorrido quando li leggo perché la maggior pa...
    Ciao Franco la tua solidarietà mi commuove. troverò ne sono certa la mia serenità. quello che mi auguro è che in un futuro non lontano chiunque possa essere davero proprietario della propria vita e poter scegliere. sarebbe il trionfo della libertà se ciò accadesse.
    un abbraccio
    yasmin

    immagine

     

     
     
     

    Cronache Familiari

    Post n°37 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da gasfra
     
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    Messaggio N°152
    Tags: FAMIGLIA CASA PROBLEMI
    02-06-2006 - 10:25

    immagine CRONACA

    AFFARI ITALIANI CINQUEALLECINQUE IL PRIMO QUOTIDIANO ON LINE SU CARTA http://www.libero.it/affaritaliani/

     immagine Aumentano Irap e Irpef ?

    Conti pubblici 

    Per rispettare l’obiettivo del 2,8% per il rapporto deficit-Pil entro il 2007,

    il governo di Romano Prodi dovrà varare una manovra bis entro il mese di

    giugno. E’ questo l’invito del Commissario Ue agli Affari

    Economici e Monetari, Joaquin Almunia.

    immagine  Sui conti pubblici il governo comincia dall’abc. In attesa dei risultati della due diligence, il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, ha escluso l’introduzione di una manovra-bis e ha varato una direttiva che definisce i criteri e le priorità per il controllo e il monitoraggio costante ed efficace dell'andamento della spesa. In più ha messo al sicuro il gettito Irap per il 2006, con un decreto ad hoc varato dal Consiglio dei Ministri. Il governo ha anche aumentato l’Irpef e l’Irap in Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia. Sul rischio stop ai cantieri, Padoa Schioppa è parso ottimista, non escludendo che "nelle prossime settimane si possano stanziare nuovi fondi per l'Anas”.

    immagine Guido Rossi: “Situazione grave” CINQUEALLECINQUE Giovedì 1° giugno 2006 Uefa: “Le squadre italiane a rischio coppe”. Kakà verso il Real CRONACHE POLITICA BUSINESS SPORT AFFARI ITALIANI Difesa viola/ La Fiorentina cerca di trattenere i suoi gioielli: Della Valle incontrerà Toni dopo i Mondiali nel difficile tentativo di convincerlo a rinunciare all’Inter. Buone notizie dal procuratore di Pasqual: “Rimarrà al 100%”. Roland Garros/ Secondo turno, continua l’ecatombe di italiani a Parigi: dopo il leader Volandri, è ora la volta di Sanguinetti che si è arreso in tre set al numero 11 del mondo, il ceko Radek Stepanek. Ritorno in Italia/ Il Benfica non ha esercitato il diritto di riscatto di 5 milioni per Fabrizio Miccoli che torna alla Juventus. Lo scandalo pallone è più grave del previsto. Lo ha dichiarato il commissario straordinario della Figc Guido Rossi, che ha ammesso: “Credevo la situazione fosse molto più circoscritta”. Intanto dall’Uefa arriva un messaggio chiaro al calcio italiano. Il segretario generale Olsson ha avvertito: “Nessuno si augura delle coppe senza squadre italiane, ma l’ipotesi è possibile”. E Adriano Galliani ha dettato le condizioni per lasciare la presidenza della Lega Calcio: “Bisogna riscrivere regole condivise e trovare il manager giusto”. Dopo Sheva, anche Kakà disposto a lasciare il Milan. Destinazione Real Madrid.

    immagine Lamberto Sposini: l’ex vicedirettore del Tg5 dice, “La Rai è meglio di Mediaset”. Ingrato Alberto di Monaco: il principe riconosce una figlia 14enne. Meglio tardi che mai

    immagine Festa del 2 giugno, appello alla concordia del Capo dello Stato Napolitano: la Repubblica resti unita Dialogo e rispetto/ Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel messaggio agli italiani in occasione del 2 giugno, rilancia i temi che aveva già fatto suoi dopo l’elezione: “Nulla è più necessario che un clima di operosità e di responsabile collaborazione”. E ha aggiunto: “Esprimere un sentimento di più intensa appartenenza e comunanza patriottica, non significa fare vuota retorica”. “In politica serve collaborazione”

    immagine

    immagine  Su Fox Crime anatema contro il guru delle Bestie di Satana Il papà di Tollis ad Andrea Volpe: “Lo spirito di Fabio ti perseguiterà”

    immagine  Scontro tra il Professore e i Ds sul caso delle cellule embrionali Staminali, Prodi boccia Mussi Ma D’Alema sta con il ministro Staminali/ I vescovi europei contro il ministro dell’Università Fabio Mussi: “Ribadiamo - afferma una nota della Comece, l’organismo che li rappresenta - la nostra obiezione contro il finanziamento da parte dell’Ue della ricerca che implichi la distruzione di embrioni umani”. Spaccatura tra laici e cattolici all’interno del Centrosinistra: Romano Prodi boccia Mussi, ma D’Alema sta con il ministro.

    immagine Valentino e... la rossa a due ruote Ancora insieme: Valentino Rossi e la Yamaha hanno annunciato che il loro matrimonio proseguirà nel 2007. Il fenomeno di Tavullia sarà impegnato in prima persona a sviluppare la moto chiamata a entrare nella nuova era degli 800cc. Dopo due titoli iridati consecutivi, conquistati con il team di Brivio, il sodalizio prosegue, incurante delle voci di divorzio rilanciate dai media di mezzo mondo nei mesi scorsi. Come leggere questo rinnovo? Una scelta di vita da parte del fenomeno pesarese o cos’altro? In realtà la decisioni professionali di Valentinik si possono definire “obbligate”. I vertici Honda non gli hanno chiuso la porta in faccia, ma è altresì doveroso sottolineare che la nidiata di giovani campioncini su cui ha puntato la casa giapponese (Melandri, Pedrosa e Stoner) sta andando decisamente forte. Confermando così la bontà del progetto inaugurato dal patron Kanazawa, stufo di prendersi schiaffi in faccia, pardon in pista, da Rossi. Insomma, a breve non si possono ipotizzare ritorni di fiamma di questo tipo. Con la F1 poi il discorso è chiuso: il corridore di Tavullia e la Rossa si sono annusati e corteggiati, ma poi è finita lì. E indietro non si torna. Per queste ragioni era improbabile ipotizzare soluzioni in ottica 2007 al di fuori della Yamaha. L’unica strada percorribile avrebbe potuto essere legata alla Ducati, ma la moto di Borgo Panigale non dà abbastanza rassicurazioni di competitività oggi. Magari nel 2008. Ecco, quello potrebbe essere il momento per celebrare il matrimonio, l’ultima grande sfida di Valentino. Vincesse pure con la rossa a due ruote...

    immagine Europa, sogno mai realizzato

    In un saggio le profetiche tesi di De Gasperi: «L’economia comune non garantisce unione»

    immagine

    http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=938848

    di CARLO DE RISIO LA MAPPA del mondo, come è raffigurata in Cina, è molto differente da quella che conosciamo fin dai banchi di scuola e assume oggi un significato ben preciso, perfino minaccioso. Con i suoi circa dieci milioni di chilometri quadrati e un miliardo trecento milioni di abitanti, la Cina - grande potenza emergente - figura al centro della mappa: sulla destra, oltre la distesa del Pacifico, si distinguono i contorni del continente americano; sulla sinistra, piccola piccola, l’Europa, estrema propaggine, poco di più di una appendice, del continente euroasiatico. Sarà questa la dimensione dell’Europa («minore» in tutti i sensi: geopolitici, economici, produttivi), man mano che ci addentreremo nel terzo millennio, se gli europei, prendendo contezza del loro incerto destino, non imboccheranno decisamente la via di una vera unificazione? Si fa sempre molta retorica, nel vecchio continente, sull’europeismo, immancabilmente evocato da questo o quel governo, all’atto dell’insediamento: un rito ripetitivo che avviene anche da noi. Ma è un fatto che gli Stati Uniti d’Europa sono ancora un traguardo da raggiungere: troppi gli egoismi, le remore, i distinguo, i raffioranti nazionalismi da parte dei vari patner. Una rilettura dell’iter percorso dal processo di integrazione, offre motivi di riflessione. Se ne ricava la sensazione (se non la certezza) che i valori invocati fossero più sentiti e presenti nell’immediato dopoguerra - con le cicatrici della guerra ancora aperte - che non oggi. Merito indubbiamente della caratura politica e della levatura morale dei «padri fondatori», da Jean Monnet Robert Schuman, da Alcide De Gasperi a Konrad Adenauer. Una carrellata lungo sessant’anni di storia europea; una documentazione anche giuridico-istituzionale sulla evoluzione della idea dell’Europa, dalla Ceca al Mercato Comune, alla Comunità a 6, poi a 7, infine a 25: questa la circostanziata disamina compiuta da Emilio R. Papa, ordinario di storia contemporanea, con il libro «Storia dell’unificazione europea» Bompiani, 305 pagine, 11 euro. L’autore parte da lontano. Si occupa anche dal progetto - sbiadito dal tempo e per la verità poco conosciuto - di un anglofrancese, su base paritaria, proposta da Churchill, con i tedeschi già accampati a Parigi, e discussa dal Consiglio dei Ministri francese il 16 giugno 1940. La Francia era in ginocchio, ogni speranza perduta. Eppure, la proposta del Premier inglese venne respinta con sdegno al grido: «Non vogliamo diventare un Dominion inglese!». Lo sciovinismo di sempre, anche in quel drammatico frangente: lo stesso che, nel 1954, portò alla bocciatura, da parte dell’Assemblea Nazionale, al canto della «Marsigliese», della Comunità Europea di Difesa «che avrebbe postulato l’unità politica quale sua conseguenza naturale». Il vecchio Edouard Herriot, si presentò su una sedia a rotelle per dire: «La Comunità europea è la fine della Francia!». Un impasto di sciovinismo ed egoismo si è manifestato ancora nel 2005, con i francesi che hanno votato contro il Trattato per una nuova Costituzione europea. Dure a morire certe convinzioni anche al di là della Manica, poiché Winston Churchill non resisteva alla suggestione di considerare il Regno Unito e il Commonwealth come il «sesto continente», convinto che gli inglesi, in cuor loro, tra l’Europa e il «gran largo atlantico» propendano sempre per quest’ultimo. A parte il faticoso ingresso del Regno Unito nella Comunità, certe resistenze permangono, se Londra non ha accettato l’euro. È di questi giorni la commemorazione di Altiero Spinelli, un europeista che vedeva lontano. State a sentire che cosa scrive l’autore sulla visione dell’Europa che aveva Altiero Spinelli e soprattutto sul metodo per conseguire una effettiva unificazione del continente. «Spinelli smentì sempre, puntualmente, l’illusione di una comunità europea che potesse realizzarsi gradualmente soltanto attraverso un processo di integrazione economica, finendo col partorire fatalmente, come una sua meccanica "appendice", la unione politica. Un risultato quest’ultimo impossibile a conseguirsi "senza modificare strutture e metodi dei modi di decisione" e "senza bisogno di partecipazione popolare, né di grandi dibattiti politici, grazie all’opera della burocrazia comunitaria e alla sua collaborazione con le burocrazie nazionali ed alla volontà politica di alcuni ministri e primi ministri". Proprio quest’ultima, che Spinelli aborriva, fu tuttavia la linea politica che andò avanti». Anche De Gasperi «rilevò i limiti di un senso di marcia guidato da realizzazioni di sola unità economica e definì un grossolano errore dire che si comincia "dal più facile aspetto economico, per passare poi al più difficile risultato politico"». Parole profetiche e diagnosi ineccepibile che conserva, inalterata, tutta la sua attualità e che si può estendere alla «funzione unificanta» della moneta unica, da parte di dodici Paesi. Sui vantaggi e svantaggi della moneta unica la polemica non si è del tutto sopita: è innegabile che l’euro non ha prodotto alcuna «euforia economica», ha determinato una certa inflazione per l’aumento del costo della vita, mentre permane - non giustificato - un elevato tasso di cambio col dollaro, con i seri riflessi che ne derivano per le esportazioni. L’euro rimane soprattutto (caso unico nella storia) la moneta di uno «Stato virtuale», di uno Stato che non c’è, o che non c’è ancora. Il viatico per la formazione degli Stati Uniti d’Europa richiede dunque una determinazione «politica» nuova e sentita a livello delle opinioni pubbliche: il «no» della Francia e dell’Olanda al Trattato per una nuova Costituzione è stato più di un campanello d’allarme. Diversamente, le sfide del XXI secolo vedranno il vecchio continente soccombente o, nella migliore delle ipotesi, ridotto in uno stato di minorità.
    mercoledì 31 maggio 2006

     
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    REFERENDUM

    Post n°36 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da gasfra
     
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    Messaggio N°153
    Tags:
    IL CIRCOLO 
    02-06-2006 - 11:32

    immagine REFERENDUM
    immagine   A TUTTI GLI ISCRITTI DELLA MARGHERITA PROVINCIALE DI BOLOGNA 
    Ai portavoce, ai referenti territoriali, di quartiere e di comune
     E' iniziata la campagna elettorale per il referendum del 25 e 26 giugno sulle modifiche alla Costituzione. Conosciamo bene l'importanza della vittoria del NO, sia per preservare i valori e gli ordinamenti del nostro Paese, sia per confermare la recente vittoria del centrosinistra alle elezioni politiche.
     La Margherita di Bologna intende dare il proprio contributo alla campagna, sia collaborando con il COMITATO PER IL NO, che ha già organizzato alcune iniziative, sia con iniziative proprie.
     
    Abbiamo ricalcato l'organizzazione adottata per le recenti elezioni politiche:
    cognomenomemansioneemailcell
    ContiFerdinandosegreteriaferdinando.conti@fastwebnet.it328 7696590GentiliDomenicocoordinamento, interpartiticagentilimelandri@libero.it335 7275428LazzaroniLuisagestione eventiluisalazzaroni@yahoo.com338 8806699ScalabriniNicolacircolinicola.scalabrini@fastwebnet.it348 7939641CimaFrancogestione sitopiombo_4@libero.it
    Segreteria via Garofaloinfo@margheritabologna.191.it051 6569336
     
    Sono già previste alcune iniziative, per le quali chiediamo la vostra collaborazione e disponibilità personale, anche sollecitando gli iscritti ai vostri circoli e nei vostri territori:
     Gazebo organizzato dal Comitato per il NO:  sarà in Piazza Re Enzo, dal 12 al 22 giugno, tutti i giorni a partire dalle 10 del mattino. Sono necessarie persone per la presenza al gazebo: vi preghiamo di comunicarci le vostre disponibilità (se possibile con date e orari) qui in segreteria.
     Manifestazione di chiusura: 23 giugno, Piazza Maggiore. Tenetevi liberi!!
     Affissioni: Abbiamo già l'assegnazione di quasi tutti gli spazi, analogamente alle elezioni politiche. Le affissioni su Bologna saranno fatte insieme al Comitato per il NO. Per quanto riguarda i comuni della provincia, chiediamo la vostra disponibilità per affiggeri i manifesti direttamente negli spazi che vi comunicheremo (a differenza di quanto fatto per le politiche). Appena avremo i manifesti ve lo comunicheremo.
     Sul nostro sito comparirà tra breve il calendario degli eventi e l'elenco degli spazi per le affissioni. Vi preghiamo di comunicarci tutte le iniziative che saranno organizzate sul teritorio, sia a nome della Margherita che degli altri partiti, associazioni e comitati per il NO.
     Siamo a disposizione per chiarimenti e suggerimenti.
     Grazie a tutti e buon lavoro per la segreteria operativa: Nando Conti
     
     
    Trasmettiamo un primo elenco delle iniziative previste a sostegno della campagna per il NO al prossimo Referendum sulle modifiche alla Costituzione. Lo terremo costantemente aggiornato sul nostro sito. 
    Preghiamo di segnalarci ulteriori iniziative.
    immagine
     
    Margherita Provinciale - Segreteria operativa
    REFERENDUM COSTITUZIONALE - CALENDARIO INIZIATIVE aggiornamento: 1 giugno GIORNODATAORALUOGOINIZIATIVAREFERENTEPARTECIPA:giovedì01-giu     venerdì02-giu     sabato03-giu     domenica04-giu18,00Sala parrocchiale Cuore Immacolato di maria, via mameli 5 BOPomeriggio di studio sulla riforma della Costituzionesegreteria DLDomenico Cellalunedì05-giu21,00Festa Unità Due MadonneSalviamo la CostituzioneLazzaroniA. La Forgia, W. Vitali, L. Vandelli, A. Morronelunedì05-giu20,45Crevalcore, Biblioteca ComunaleLa nostra CostituzioneComitato per il NOV.Raimondi, R.La Vallemartedì06-giu20,30Piazza S.FrancescoNel nome dei Figli - 1946-2006: I Costituenti che fecero l'impresaLazzaroniM.Donini, B.Draghetti, R.Grandi, L.Grassi, L.Mancuso, C.Monaco, G.Salizzoni, G.Sofri, R.Ulivierimercoledì07-giu     giovedì08-giu21,00Auditorium Villaggio del fanciullo Via S. de Ferro 4 BOLa Costituzione va cambiata?segreteria DLF. Di Matteo (presidente Comitati Dossetti) - P.Natalivenerdì09-giu21,00Crevalcore, Festa dell'UnitàPeri NO al referendum sulla CostituzioneComitato per il NOW.Vitali, ANPIsabato10-giu     domenica11-giu     lunedì12-giututto il giornoBologna, Piazza Re EnzoGazebo informativo (fino al 22 giugno)segreteria DLComitato per il NOmartedì13-giu21,00Altedo, Auditorium Via F.lli CerviAssemblea pubblicaComitato per il NOM.Vogli, P.Versura, M.Bosi, P.Giusti, L.Tinarellimercoledì14-giu     giovedì15-giu     venerdì16-giu Porretta/Ponte VenturinaSalviamo la Costituzione La Forgiavenerdì16-giu18 - 20,30da definireManifestazione sull'Economia e il ReferendumRinaldi CeroniSen. Roberto Pinza, viceministro Economia e Finanzasabato17-giu     domenica18-giu     lunedì19-giu20,45Festa Unità quartiere RenoSalviamo la CostituzioneClaudio LazzariBacchi, Vitali, La Forgiamartedì20-giu     mercoledì21-giu     giovedì22-giu21,00Malalbergo, Auditorium Piazza Unità d'ItaliaAssemblea pubblicaComitato per il NOL.Mancuso, B.Pizzica, A.Giordano, A.Baldini, M.Voglivenerdì23-giu Piazza MaggioreManifestazione di chiusuraComitato per il NO sabato24giu     

     
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    Festa

    Post n°35 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da gasfra
     
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    Messaggio N°151
    Tags: CULTURA CRONACA CINEMA TEATRO
    02-06-2006 - 09:43

    immagine immagine  Festa europea della Musica

      immagineimmagineimmagineimmagine

    immagine
    QUANDO LE ACQUE SI ALZERANNO
    QUANDO SI SCATENERA’ LA FURIA TRA I POPOLI
    L'ANTICRISTO SARA' TRA NOI E LA BATTAGLIA PER LE NOSTRE ANIME AVRA' INIZIO.
    OMEN IL PRESAGIO 6.6.06


    Openstudio Faenza, le evoluzioni della ceramica nel Terzo Millennio

    Giunto alla IV edizione, Openstudio2006, è un viaggio alla scoperta dell'arte delle giovani leve romagnole. Partendo da Faenza, la manifestazione si sviluppa nel territorio della provincia di Ravenna, sull'asse che collega Faenza a Ravenna con tappa a Russi. Per l'occasione saranno aperti gli studi d'arte, di design, delle botteghe d'artigianato ceramico e artistico con un'attenzione particolare sulle giovani risorse artistiche del territorio. Idea di fondo del percorso artistico è la fusione - finalmente raggiunta - tra arti superiori e arti applicate. Si assisterà così a mostre che hanno per tema la contaminazione tra ceramica, pittura, scultura, fotografia, video, musica, performance e allestimenti con la convinzione che l'arte contemporanea abbia finalmente eliminato i confini tra arti superiori ed arti applicate.
    Nei weekend del periodo, che va dalla fine di maggio al 18 giugno 2006, una trentina di studi d'arte e d'artigianato presenti sul territorio, in particolare nei centri storici di Faenza e Ravenna, apriranno le porte al pubblico ospitando opere di altri artisti, concerti, letture e performance.
    Si segnalano in particolare:

    "Lieve"
    all'interno del percorso Openstudio2006
    Installazioni video, ceramica, pittura e oggetti trovati
    presso il Museo Carlo Zauli Faenza (RA), via della Croce, 6 - Faenza (RA)
    dal 27 maggio al 18 giugno 2006 –

    "Angelo Biancini. Sculture e ceramiche dagli anni Trenta al dopoguerra"
    Museo Internazionale della ceramica, viale Baccarini, 9 - Faenza
    dal 2 giugno al 30 novembre.
    Il 17 giugno inoltre il museo della ceramica apre le sale dedicate alla ceramica del '900
    Per informazioni visita il sito web del Museo Internazionale della Ceramica.

    "L'Abitare e l'Argilla"
    Oggetti d'arredo tra arte, artigianato e design realizzati da ceramisti faentini
    Museo dell'Arredo Contemporaneo, s.s. S.Vitale 253
    dal 3 al 18 giugno
    Russi.

    Nell'ambito di OpenStudio06 nel centro storico di Faenza, Russi e Verona saranno aperti studi d'arte, ceramica e mosaico.

    Per maggiori informazioni sul percorso fra le botteghe artistiche e di artigianato ceramico, e sulle mostre e gli eventi correlati a Openstudio Faenza 2006 clicca qui
    Festa europea della Musica

    Il 21 giugno l'Europa intera celebrerà la Festa della Musica.
    In virtù della sua capacità di superare barriere culturali, politiche ed economiche, la musica diventa lo spunto per aprirsi conoscenza a orizzonti diversi da quelli in cui ci muoviamo abitualmente. La Festa della Musica è una gioiosa ventata di creatività che invade piazze, strade, parchi e anche i luoghi segreti e misteriosi di tutte le principali città d'Europa (a Barcellona, Berlino, Bruxelles, Budapest, Istanbul, Liverpool, Lussemburgo, Napoli, Milano, Parigi, Praga, Roma e S. Maria da Feira si svolgerenno gli eventi musicali più importanti).
    Nata in Francia nel 1982, la Festa della Musica ha assunto dal 1995 un carattere internazionale.
    I principi che ispirano la Festa Europea della Musica sono pochi e semplici improntati sull'universalità del "codice linguistico" musicale. In base a ciò vengono rappresentati tutti i generi musicali con la possibilità di fruirne gratuitamente.

    A partire dall'edizione 2006 con lo slogan "MusicArte" il Ministero per i beni e le attività culturali aderisce alla Festa della Musica prestando i propri luoghi come teatri di eventi musicali gratuiti. La Festa sarà così un'occasione per offrire al pubblico momenti di partecipazione e di coinvolgimento. Si tratta di una manifestazione concepita per svolgersi all'aria aperta ed ha la sua collocazione ideale nelle strade, nelle piazze e nei parchi.
    Ma è anche l'occasione per aprire eccezionalmente alla musica luoghi diversi (musei, ospedali, carceri, edifici pubblici), per stimolare l'incontro e lo scambio tra giovani musicisti, per suggerire alle grandi istituzioni di uscire dai loro luoghi abituali di rappresentazione, o di accogliervi generi a torto considerati come minori o antagonisti.
    Per quanto riguarda Roma e' bene ricordare che la Festa inizia già il 19 giugno. Dal 1994 infatti la manifestazione segna l'inizio ufficiale dell'Estate Romana. Saranno circa 300 i concerti gratuiti (dal pop al rock, dalla canzone d'autore al folk, dalla classica alla sperimentazione multimediale) nella capitale.

    Per saperne di più clicca su Festaeuropeadellamusica.com
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    (Pillow) Fight Club
    Ragazzi che danzano per la strada e gente che si prende a cucinate in piazza. Ecco il new entertainment! Stanchi dei soliti giochi solitari, o dei pomeriggi passati a fare noiose vasche su e giù nella strada principale con la ragazza o gli amici? Be', date un'occhiata alla rete. Tra feste improvvisate e lotte a base di cuscini e allegria, il divertimento è assicurato! Due ragazzi si aggirano furtivi di notte. Arrivano vicino a un'automobile, lui guarda lei con un'espressione seria, appoggia le mani sul tetto e comincia a scuotere la vettura: l'antifurto non lascia scampo, suona l'allarme. Ma i due ragazzi non scappano e cominciano a ballare a ritmo della sirena. Era una divertente pubblicità del Cornetto Free Music Festival, che ritraeva la voglia di musica dei giovani e un modo per appagarla. Ma stramberie del genere non esistono esclusivamente nella scatoletta magica della TV: impazzano ormai nelle strade di molte città europee, Bel Paese compreso, e sono la testimonianza di un nuovo modo di divertirsi. Uno degli esempi più concreti è il Mobile Clubbing: persone munite di lettori MP3 si ritrovano in luoghi pubblici e cominciano a ballare freneticamente, ognuno seguendo la propria playlist favorita, in un turbinio di risate e gesti asincroni. Sembra che la tendenza sia stata involontariamente lanciata dall'artista anglosassone Ben Cummings: in fila ad uno sportello e col fido iPod nelle orecchie, ha cominciato a ballare incurante degli astanti. Un successo! Tutta la fila si è trasformata un serpente danzante, senza limiti di età. E questo dimostra come i lettori MP3 siano ormai una realtà diffusa nella nostra vita. Ora i Mobile Clubbing vengono regolarmente organizzati grazie al tam tam di sms ed Internet. Se amate ballare, ma non siete così coraggiosi da farlo in pubblico, potete partecipare ad una Silent Disco: molto diffusa in Olanda, è una discoteca senza altoparlanti. La musica viene trasmessa tramite cuffie wireless, permettendo ad ognuno di personalizzare il volume. La salvaguardia dell'udito si sposa al sonno dei vicini e a un'atmosfera più soft dove è possibile chiacchierare.
    Attesissimo l'evento internazionale di Glastonbury il 24, 25 e 26 giugno. Il primo appuntamento italiano con le Silent Disco è previsto per il Flippaut Festival di Bologna, l'1 e 2 giugno all'Arena Parco Nord di Bologna; tra gli ospiti: Deftones, Isobel Campbell + Mark Lanegan, Dredg, Muse, Richard Ashcroft, Cristina Donà.
    Ma la stramberia più grande, divertente e contagiosa è assolutamente la Pillow Fight: decine di persone si radunano apparentemente senza motivo in una piazza, si guardano intorno circospette e allo scattare di una data ora tirano fuori le armi e cominciano a darsele di santa ragione. Violenza gratuita? No, perché le armi sono…dei cuscini! La lotta a cuscinate è un evento globale, ha catturato Londra, Madrid, New York, Tokyo, ma anche Milano e Roma, dove da poco si è tenuto il primo match. La "soffice apocalisse" consta di regole precise: non si può colpire chi è disarmato o chi implora pietà piagnucolando pateticamente. Al termine del match, eventuali piume fuoriuscite dalle armi devono essere raccolte. Chi viene sorpreso con un "cuscino contundente" viene bersagliato da tutti i giocatori e poi allontanato. La lotta dura dieci minuti, e deve svolgersi nel pieno rispetto delle regole. Questo è quanto sostenuto dai promotori nostrani, che si autodefiniscono "Massa Autonoma per la Terminazione dell'Apatia Nazionale". Le alternative alle noiose giornate trascorse durante questo lungo inverno, sono appena iniziate. Per conoscere le prossime Pillow Fight, per farsi un'idea precisa e soprattutto per guardare più da vicino le menti contorte e geniali che per prime hanno aderito a questo progetto, basta fare un giro su Romanpillowfight.blogspot.com/ o semplicemente scrivere Pillow Fight in un qualsiasi motore di ricerca. Chissà che la prossima sfida non sia nella vostra città…e d'ora in poi, diffidate di chi cammina con un cuscino sottobraccio. Prima regola del Pillow Fight Club: non si parla del Pillow Fight Club.
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    MA NESSUNO RISPONDE!

    Post n°34 pubblicato il 28 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Messaggio N°374 27-09-2006 - 10:04Tags: FAMIGLIA CASA PROBLEMI
    immagine immagine   L'URLO NEL SILENZIO PIU' TOTALE

    immagine Trovate 5 minuti del vostro tempo prezioso!

    Aiutatemi ad aiutare Yasmin!

    E con lei le troppe ed i troppi Yasmin!

    Girate la mia e-mail ad amici e conoscenti! Forse qualcuno la può aiutare!

    Ho scritto al Presidente della Repubblica, per inciso al Presidente Ciampi si mandavano le e-mail, con il Presidente Napolitano occorre sintetizzare sul sito in uno spazio di 5000 caratteri! Della lerrera della povera Yasmin, ne entra silo la metà. Di lei so solo che sta soffrendo per la SLA. Un dolore fisico e psicologico. Si sente un "peso", anche economico per la famiglia! Non trovando dignitosa la "vita" a cui è costretta, medita il suicidio, come un suo "amico"!

    Ho con lei un flebile contatto avendole inviato alcuni messaggi Web. So solo che ha 45 anni ed è di Milano.

    Ho scritto ai servizi sociali del Comune di Milano, forse la conoscono, forse la assistono!

    Ho già inviato più di 1.000 e-mail! Sto cercando sempre nuovi indirizzi! Scriverò anche alla Regione Lombardia, troverò bene l'indirizzo!

    Ma il silenzio è totale ed io quest' urlo di dolore lo sento sempre più assordante!

    Aiutatela anche voi!

    L'URLO NEL SILENZIO

     

    immagine

     

     
    immagine Mi permetto di fare un commento, visto che a differenza di tanti che vivono il problema solo sotto forma di notizia io lo vivo sotto forma di realtà. Sono malata di Sclerosi Laterale Amiotrofica malattia neurologica che paralizza tutti i muscoli in breve tempo.

    immagine

    Così non riusciamo più a muovere il nostro corpo, non parliamo più, non mangiamo più infatti ci viene inserito un tubo nello stomaco per mangiare e bere (alimentazione forzata) e veniamo attaccati a un respiratore (tracheotomia) per poter respirare perché la morte per arresto respiratorio è la nostra fine comune. Nonostante queste procedure dal momento della diagnosi, attendiamola morte perché nulla attualmente può salvarci. Non ci sono cure e non apro la parentesi ricerca e cellule staminali perché non è la sede adatta anche se visto che la vita è sacra non comprendo perché la mia che è completa e reale valga meno di quella di un embrione sovrannumerario. Alcune affermazioni di politici in risposta al caso Welby, mi hanno fatto capire quanto parlino solo perché legittimati a farlo, ma senza cognizione di causa. Mi riferisco in special modo alle affermazioni dell’onorevole Pedrizzi (AN) che si dice contrario all’eutanasia in ragione del principio della sacralità, dell'indisponibilità e dell'intangibilità della vita umana, e a favore di investimenti nelle cure palliative e nella terapia del dolore, affinché la sofferenza dei malati possa essere il più possibile lenita ed essi possano ricevere un adeguato accompagnamento umano, rispettoso della dignità della vita e della morte. E dell’Onorevole Di Virgilio (Fi) che si associa alle affermazioni del precedente asserendo che è ora di finirla con il diffondere questa assurda cultura della morte. Dobbiamo tutti gridare con forza tre no: no all'eutanasia, no all'accanimento terapeutico, no all'abbandono terapeutico. Il primo, si cela dietro paroloni di una filosofia che nemmeno lui comprende, è un piccolo Ponzio Pilato che si lava le mani dei reali problemi di un malato terminale. Probabilmente a lui non è mai accaduto di avere in famiglia un malato che non ha futuro, altrimenti proprio per la sacralità della vita parlerebbe in altri termini. Comunque visto che a differenza dei suo predecessori storici non ci butta più nei forni e ci concede di vivere, aspetto con ansia una sua LEGGE SULLA VITA. Mi spiego meglio, mi aspetto che mi paghi i 3 turni di personale infermieristico che la malattia mi impone, in cifre 4000.00 euro mensili (lo Stato mi elemosina di 450.00 euro di accompagnamento e 250.00 euro di pensione), che non mi faccia più attendere 14 mesi per una sedia a rotelle adatta alla mia persona, e che trovi del personale addestrato che venga ad allietarmi i miei statici e solitari pomeriggi. Senza contare che il dolore interiore che proviamo vivendo così non può essere alleviato da nessuna cura palliativa contro il dolore. Fatto questo forse potrei cambiare idea ma non mi sembra un progetto realizzabile visto che pochi mesi fa un mio amico Cesare S. è andato in televisione chiedendo di poter vivere in modo adeguato o di staccare la spina. Dopo 12 anni di sindrome chiamata Locked in dovuta alla Sla, muove solamente i bulbi oculari, è indebitato fino al collo e non sa più come fare. Non mi sembra però che nessun politico di alto rango sia andato a casa sua per valutare la situazione e poi abbia varato una legge per la vita indipendente. L'unica proposta è stata quella di ricoverarsi in un Hospice che equivale a dire ricoverati e muori in silenzio, anche perché non stiamo parlando di vecchietti ultranovantenni che non sanno più dove sono, a parte che sono contraria al ricovero anche per questi se si può farne a meno, stiamo parlando di persone quarantenni con famiglie e affetti di cui verrebbero privati. . L'altro, il Di Virgilio,ha poche idee belle e confuse, farebbe più bella figura se parlasse di calcio o delle vacanze appena passaate, Grida no all'eutanasia, rispettabile opinione, no all'accanimento terapeutico… qui sorrido. L'accanimento terapeutico vuol dire dare terapie anche quando si sa che non servono a nulla avvalendosi di medicinali o macchinari. A questo punto per i malati di sla ad esempio, non verrà più fatta la peg (il sondino che ci permette di bere e di mangiare ) oppure non ci verrà più fatta la tracheotomia. Meraviglioso,lui è contro una morte dignitosa, indolore e serena ma è a favore di una morte per fame, sete, soffocamento. Insomma, per usare le sue parole, smettiamola di diffondere questa cultura della morte!! No all'abbandono terapeutico, insomma dobbiamo fare quello che vuole lui e nemmeno essere padroni del nostro destino. E che dire del testamento biologico che dovrebbe tutelare pazienti e medici che non viene accettato?. Io vivo attaccata ad un respiratore per 15 ore al giorno,se dovessi aver necessità di utilizzarlo ulteriormente, dovrei subire un intervento di tracheotomia d’elezione oppure d’urgenza nel caso di arresto respiratorio. In ospedale non hanno accettato le mie direttive anticipate sostenendo che il loro compito è quello di salvarmi la vita ad ogni costo anche se sanno che io non voglio essere salvata. E questo, non perché non voglio vivere, ma perché non voglio vivere in questo modo. Il suggerimento è stato di non chiamare il 118 nel momento del bisogno. Alla faccia delle tanto sbandierate cure palliative che rendono il passaggio meno doloroso. Per loro dovrei morire soffocata nelle quattro mura della mia stanza senza l’aiuto di nessuno. Insomma la frase si nasce soli e si muore soli è vera purtroppo. Forse ha ragione Pannella quando dice che esiste un mondo sommerso dove l’eutannasia è ampliamente praticata ma non si deve dire, un po’ come quando non c’era la legge sull’aborto che era praticato in silenzio e di nascosto. Personalmente mi auguro che grazie alla forza di Piergiorgio Welby ci siano dei dibattiti politici seri tra persone informate e non fra persone che parlano solo perché hanno l'investitura per farlo. Spero che si arrivi almeno al riconoscimento del testamento biologico se non a qualcosa di più alto ma forse troppo civile per la nostra società. In realtà non accettiamo che una persona voglia porre fine alla propria esistenza. Questo cozza con l’idea della vita eterna e con il pensiero che se non ci fosse la morte non ci sarebbe nemmeno la vita, ma è così gli uomini vivono di contraddizioni. In un blog ho letto: “solo Dio, così come ci ha messi al mondo, può avere la facoltà di riprenderci”. Allora chiedo, ma perché questo Dio è stato così premuroso da venire qui da me, darmi tre bambini e adesso è tornato per togliergli la loro mamma ? Di certo la risposta sarà che è la prova a cui ci sottopone e se abbiamo fede sarà la nostra salvezza, io non ho mai incolpato nessuno di quello che mi è accaduto, tanto meno questo Dio. E queste sono solo frasi fatte, tutto accade per un motivo, finchè c’è vita c’è speranza tutte frasi che ci vengono dette perché qualcosa ci devono pur dire. Io penso che nel momento in cui nasciamo assumiamo un grande impegno con noi stessi, quello di volerci bene e di vivere di conseguenza, di compiere scelte responsabili compresa quella di porre fine alla nostra esistenza se il dolore di vivere è più forte di quello di morire.
    Yasmin
    immagineInviato da yasmin7 il 25/09/06 @ 16:03 via WEB
    Sesso: FEtà: 45Nazione: ItaliaReg: LombardiaProv: Milano
    Città: milano

    (Rispondi)

    Egregio Signor Presidente, immagine Yasmin, anche lei malata di SLA, ha chiesto aiuto al mio Blog. Io, signor nessuno, chiedo aiuto a Lei ed ai miei lettori!

    Grazie a Lei per l'attenzione, grazie a chi vorrà aiutare Yasmin, anche solo con una parola o un gesto più appropriati dei miei!

    Con l'ugurio che con la Sua autorevolezza possa contribuire a trovare soluzione per lenire il dolore fisico e psicologico delle troppe e troppi Yasmin, le porgo i miei saluti!

    Franco Gasparini
    Inviata per conoscenza immagine 
    al Sig. Sindaco di Milano

    immagine.. 

     
    Inviato da fra.gas il 25/09/06 @ 18:58 via WEB

    Mi sono messo in una cosa che è il pozzo, di San Patrizio del dolore. Sto piangendo! Ho trovato solo queste parole:Non ci sono parole di fronte al tuo dolore! Grazie per la tua chiara, accorata e piena di dignità nella propria sventura. Che tu possa avere l'aiuto e la pace che desideri! Franco Gasparini
    (Rispondi)
    Vorrei aiutare Yasmin! Ma come?
    Mi rivolgo a tutti i miei lettori: Yasmin pone un'altrnativa: vivere dignitosamente o poter farla finita con il dolore! Per vivere dignitosamente, dice, servono 4.000 Euro al mese, nessuno glieli dà! Non lo Stato! Non i miei pochi lettori, ma qualcuno potrebbe fare qualcosa?
    Rimane il problema di una legge seria! Diffondete questo Urlo per rompere il Silenzio!
    Yasmin, aimé,  è una dei troppi "signor nessuno" che soffrono, senza nessuno che gli dia voce. Ma anch'io sono un "signor nessuno", un rottamato! Io scivo a tutti voi ed al Presidente della Repubblica.
    Franco Gasparini

    immagine

     

     
     
     

    RISPONDIAMOGLI 

    Post n°33 pubblicato il 25 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

      Mi permetto di fare un commento, visto che a differenza di tanti che vivono il problema solo sotto forma di notizia io lo vivo sotto forma di realtà. Sono malata di Sclerosi Laterale Amiotrofica malattia neurologica che paralizza tutti i muscoli in breve tempo. Così non riusciamo più a muovere il nostro corpo, non parliamo più, non mangiamo più infatti ci viene inserito un tubo nello stomaco per mangiare e bere (alimentazione forzata) e veniamo attaccati a un respiratore (tracheotomia) per poter respirare perché la morte per arresto respiratorio è la nostra fine comune. Nonostante queste procedure dal momento della diagnosi, attendiamola morte perché nulla attualmente può salvarci. Non ci sono cure e non apro la parentesi ricerca e cellule staminali perché non è la sede adatta anche se visto che la vita è sacra non comprendo perché la mia che è completa e reale valga meno di quella di un embrione sovrannumerario. Alcune affermazioni di politici in risposta al caso Welby, mi hanno fatto capire quanto parlino solo perché legittimati a farlo, ma senza cognizione di causa. Mi riferisco in special modo alle affermazioni dell’onorevole Pedrizzi (AN) che si dice contrario all’eutanasia in ragione del principio della sacralità, dell'indisponibilità e dell'intangibilità della vita umana, e a favore di investimenti nelle cure palliative e nella terapia del dolore, affinché la sofferenza dei malati possa essere il più possibile lenita ed essi possano ricevere un adeguato accompagnamento umano, rispettoso della dignità della vita e della morte. E dell’Onorevole Di Virgilio (Fi) che si associa alle affermazioni del precedente asserendo che è ora di finirla con il diffondere questa assurda cultura della morte. Dobbiamo tutti gridare con forza tre no: no all'eutanasia, no all'accanimento terapeutico, no all'abbandono terapeutico. Il primo, si cela dietro paroloni di una filosofia che nemmeno lui comprende, è un piccolo Ponzio Pilato che si lava le mani dei reali problemi di un malato terminale. Probabilmente a lui non è mai accaduto di avere in famiglia un malato che non ha futuro, altrimenti proprio per la sacralità della vita parlerebbe in altri termini. Comunque visto che a differenza dei suo predecessori storici non ci butta più nei forni e ci concede di vivere, aspetto con ansia una sua LEGGE SULLA VITA. Mi spiego meglio, mi aspetto che mi paghi i 3 turni di personale infermieristico che la malattia mi impone, in cifre 4000.00 euro mensili (lo Stato mi elemosina di 450.00 euro di accompagnamento e 250.00 euro di pensione), che non mi faccia più attendere 14 mesi per una sedia a rotelle adatta alla mia persona, e che trovi del personale addestrato che venga ad allietarmi i miei statici e solitari pomeriggi. Senza contare che il dolore interiore che proviamo vivendo così non può essere alleviato da nessuna cura palliativa contro il dolore. Fatto questo forse potrei cambiare idea ma non mi sembra un progetto realizzabile visto che pochi mesi fa un mio amico Cesare S. è andato in televisione chiedendo di poter vivere in modo adeguato o di staccare la spina. Dopo 12 anni di sindrome chiamata Locked in dovuta alla Sla, muove solamente i bulbi oculari, è indebitato fino al collo e non sa più come fare. Non mi sembra però che nessun politico di alto rango sia andato a casa sua per valutare la situazione e poi abbia varato una legge per la vita indipendente. L'unica proposta è stata quella di ricoverarsi in un Hospice che equivale a dire ricoverati e muori in silenzio, anche perché non stiamo parlando di vecchietti ultranovantenni che non sanno più dove sono, a parte che sono contraria al ricovero anche per questi se si può farne a meno, stiamo parlando di persone quarantenni con famiglie e affetti di cui verrebbero privati. . L'altro, il Di Virgilio,ha poche idee belle e confuse, farebbe più bella figura se parlasse di calcio o delle vacanze appena passaate, Grida no all'eutanasia, rispettabile opinione, no all'accanimento terapeutico… qui sorrido. L'accanimento terapeutico vuol dire dare terapie anche quando si sa che non servono a nulla avvalendosi di medicinali o macchinari. A questo punto per i malati di sla ad esempio, non verrà più fatta la peg (il sondino che ci permette di bere e di mangiare ) oppure non ci verrà più fatta la tracheotomia. Meraviglioso,lui è contro una morte dignitosa, indolore e serena ma è a favore di una morte per fame, sete, soffocamento. Insomma, per usare le sue parole, smettiamola di diffondere questa cultura della morte!! No all'abbandono terapeutico, insomma dobbiamo fare quello che vuole lui e nemmeno essere padroni del nostro destino. E che dire del testamento biologico che dovrebbe tutelare pazienti e medici che non viene accettato?. Io vivo attaccata ad un respiratore per 15 ore al giorno,se dovessi aver necessità di utilizzarlo ulteriormente, dovrei subire un intervento di tracheotomia d’elezione oppure d’urgenza nel caso di arresto respiratorio. In ospedale non hanno accettato le mie direttive anticipate sostenendo che il loro compito è quello di salvarmi la vita ad ogni costo anche se sanno che io non voglio essere salvata. E questo, non perché non voglio vivere, ma perché non voglio vivere in questo modo. Il suggerimento è stato di non chiamare il 118 nel momento del bisogno. Alla faccia delle tanto sbandierate cure palliative che rendono il passaggio meno doloroso. Per loro dovrei morire soffocata nelle quattro mura della mia stanza senza l’aiuto di nessuno. Insomma la frase si nasce soli e si muore soli è vera purtroppo. Forse ha ragione Pannella quando dice che esiste un mondo sommerso dove l’eutannasia è ampliamente praticata ma non si deve dire, un po’ come quando non c’era la legge sull’aborto che era praticato in silenzio e di nascosto. Personalmente mi auguro che grazie alla forza di Piergiorgio Welby ci siano dei dibattiti politici seri tra persone informate e non fra persone che parlano solo perché hanno l'investitura per farlo. Spero che si arrivi almeno al riconoscimento del testamento biologico se non a qualcosa di più alto ma forse troppo civile per la nostra società. In realtà non accettiamo che una persona voglia porre fine alla propria esistenza. Questo cozza con l’idea della vita eterna e con il pensiero che se non ci fosse la morte non ci sarebbe nemmeno la vita, ma è così gli uomini vivono di contraddizioni. In un blog ho letto: “solo Dio, così come ci ha messi al mondo, può avere la facoltà di riprenderci”. Allora chiedo, ma perché questo Dio è stato così premuroso da venire qui da me, darmi tre bambini e adesso è tornato per togliergli la loro mamma ? Di certo la risposta sarà che è la prova a cui ci sottopone e se abbiamo fede sarà la nostra salvezza, io non ho mai incolpato nessuno di quello che mi è accaduto, tanto meno questo Dio. E queste sono solo frasi fatte, tutto accade per un motivo, finchè c’è vita c’è speranza tutte frasi che ci vengono dette perché qualcosa ci devono pur dire. Io penso che nel momento in cui nasciamo assumiamo un grande impegno con noi stessi, quello di volerci bene e di vivere di conseguenza, di compiere scelte responsabili compresa quella di porre fine alla nostra esistenza se il dolore di vivere è più forte di quello di morire. Yasmin
     Mi sono messo in una cosa che è il pozzo, di San Patrizio del dolore. Sto piangendo! Ho trovato solo queste parole:Non ci sono parole di fronte al tuo dolore! Grazie per la tua chiara, accorata e piena di dignità nella propria sventura. Che tu possa avere l'aiuto e la pace che desideri! Franco Gasparini
      DOLCE MORTE ? TESTAMENTO BIOLOGICO? SOLUZIONE AL DOLORE? LIBERA SCELTA?
    CHIAMIAMOLA COME VOGLIAMO! MA AFFRONTIAMO PACATAMENTE IL TEMA DELL'EUTANASIA! NESSUNO PENSI ALLA SOPPRESSIONE FRETTOLOSA O ADDIRITTURA ARBITRARIA!
    Mi spiace che Franco Marini, seconda Istituzione dello Stato, amico di partito e persona stimabilissima, se ne sia uscito con una frase che io giudico infelice e fondamentalmente ipocrita!
    Questo è un problema da affrontare, discutendone approfonditamente, e decidendo con un SI od un NO, con i necessari vincoli etico-giuridici e con regole certe e chiare, anche se fosse un NO ma con limitate eccezioni! Parliamone anche Noi in sede congressuale!
    FG  
    Intanto arrivano i primi commenti
    Sono d'accordo con Marini e Rutelli,l'eutanasia non è un diritto e la vita come tale va difesa sino alla fine del nostro naturale percorso,altro è la questione dell'accanimento terapeutico,
    Salvatore Vatrella,portavoce
    circolo margherita salute è diritto nel rinnovamento.
     
    TI PARE GIUSTO LASCIARE MORIRE DI INEDIA PER GIORNI COME TERRY SCHIAVO MALATI DI CANCRO E VITTIME DI DISGRAZIE DI CUI SAREBBE MEGLIO NON DOVER FARE UN TRISTE ELENCO?
    NON E' MEGLIO PARLARNE IN MODO LAICO: SENZA IPOCRISIE, PREGIUDIZI, E FON FARE DELLE PROPRIE CONVINZIONI E FEDI UN MURO INSORMONTABILE?  
    Ciao franco, sul tema dell'eutanasia sono d'accordo con te, non deve essere una scelta dei parenti, ma sempre una decisione del malato; ma nei casi in cui il soggetto non sia più in grado di prendere una decisione e malauguratamente non avesse già dato indicazioni della sua volontà anticipatamente ai parenti, allora cosa accadrebbe? proprio niente. forse in Italia manca una legislazione specifica su questi argomenti, che possa far luce e dare indicazioni corrette si da un punto di vista etico che scientifico, sulle conseguenze di queste scelte o non-scelte. e tu che dici? ciao ciao, miki

       Ciao, ti invio un articolo che potrebbe essere interessante da mettere sul tuo blog, così magari nasce un dibattito. ciao ciao Michela
     Cara Michela io sono per la libera scelta, e sfondi una porta aperta! Se la persona è cosciente non ho dubbi! Qualche timore ce l'ho se a decidere è un parente! Sono però terrorizzato se a decidere fosse una qualche commissione etica o peggio eugenetica!
      Voi cosa ne pensate?

    Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni
    scrive al Capo dello Stato Napolitano: "Serve un confronto serio""Signor presidente, voglio l'eutanasia"
    Video appello di un malato terminaleCostretto a letto non può più muoversi, nè parlare a causa
    della distrofia muscolare che lo condanna a una vita artificiale
    di CLOTILDE VELTRI

    Piergiorgio Welby,
    co-presidente
    dell'associazione Luca Coscioni

     Un letto, un respiratore artificiale,  un computer appoggiato sul comodino. Poi lui, immobile, lo sguardo fermo nella telecamera che lo riprende in un primo piano implacabile, senza via di scampo. Come la malattia - la distrofia muscolare - che lo tiene lì, prigioniero, ormai da mesi, di un corpo che "non è più mio, squadernato davanti ai medici, assistenti, parenti".  Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione radicale Luca Coscioni, ha scelto di mettersi a nudo, di mostrare la propria condizione di malato terminale, per ottenere l'eutanasia. Il video è un appello-testimonianza inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

    La non-vita scrutata dall'obiettivo della video camera scorre semplicemente e dolorosamente reale. Ancora di più perché la voce fuoricampo è quella di Piergiorgio, ma metallicamente alterata dal computer.  Welby  - che prima della malattia immaginiamo omone grande e grosso, con un tatuaggio sull'avambraccio, dalla zazzera scura e prorompente almeno quanto la vitalità che scaturisce dalle sue parole - non può più parlare autonomamente, non può più muoversi, non può più leggere o scrivere come faceva fino a due mesi fa anche grazie a internet. Attaccato a un respiratore artificiale, trascorre le giornate vegetando, in attesa di morire per potersi liberare da questo inumano calvario.

    Racconta: "La giornata inizia con l'allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare".

    Dettagli medici e tecnici che scandiscono un'esistenza negata in cui la persona lascia il posto al malato e la dignità diventa difficile da coltivare, anche persino da ricordare. "Io amo la vita, presidente - dice la voce metallica mentre due spilli castani perforano il video -. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso e morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche".

    L'autanasia, spiega Piergiorgio dal suo sudario,  è un modo per sottrarre chi è come lui - non solo lui - a questo oltraggio estremo, a questa barbarie. "Se fossi svizzero, belga o olandese" avrei questa opportunità, dice, ma sono italiano e quindi "il mio sogno, la mia volontà, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l' eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità".

    Un diritto, quello di vivere che, se si è malati terminali, si traduce in accanimento, in artificio. Una mostruosità. Piergiorgio cita Benedetto XVI: "Occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale". Ebbene, replica ancora la voce metallica, "che cosa c' è di 'naturale' in una sala di rianimazione? Che cosa c' è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c' è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l' aria nei polmoni? Che cosa c' è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l' ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente 'biologica', io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico".

    Piergiorgio Welby lo sa che il presidente  Napolitano non può essere l'artefice di un pronunciamento sull'eutanasia, nè di una soluzione politica che deve scaturire, piuttosto, dal dibattito parlamentare. "Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le vcolontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto". 

     Spiega ancora la voce di Piergiorgio: "Una legge sull' eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L' associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l' impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. L' opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare". Piergiorgio Welby chiede innanzitutto attenzione verso chi soffre e vuole una soluzione perchè, conclude citando l'uomo di fede Jacques Pohier, "l'eutanasia non è morte dignitosa, ma morte opportuna".

    L'appello non può lasciare indifferenti. Il primo a rispondere è il deputato dei Verdi Tommaso Pellegrino che, da cattolico, non vuole lasciar cadere nel vuoto le parole di Welby: "E' giusto sollecitare un dibattito parlamentare su un tema così delicato. Ciò che serve è un confronto sereno tra laici e cattolici, al riparo dai condizionamenti ideologici".

    (22 settembre 2006)
    Lo stato vegetativo di Terri Schiavo è una situazione
    intermedia tra la vita e la morte che divide i medici
    Ma l'eutanasia è un'altra cosa
    Per la scienza è un caso limite

     
    Umberto Veronesi

    di UMBERTO VERONESI
    MILANO - Tutto il mondo guarda alla storia di Terri Schiavo con trepidazione e commozione e la maggior parte la vive come un nuovo, clamoroso, esempio di eutanasia: un'altra occasione dunque per scatenare il dibattito etico, filosofico, giuridico, e ora anche politico, sulla questione se sia giusto o no appoggiare il principio della buona morte.

    Ma sul piano della scienza e della medicina c'è un equivoco che mi vedo costretto a sottolineare, nonostante segua anch'io con grande angoscia la vicenda americana. Quello di Terri non è un caso di eutanasia. Sull'onda emotiva, sollevata dal fatto di cronaca ma anche dal rincorrersi delle dichiarazioni dei "grandi della terra", pochi hanno pensato di ascoltare e riportare attentamente la voce della scienza. E la scienza ci dice che eutanasia significa assecondare la libera volontà espressa da un malato di porre fine alla sua esistenza quando si verifichino alcune condizioni che la rendono insopportabile.

    Si tratta dunque della massima espressione del diritto dell'individuo all'autodeterminazione e alla libertà di pensiero circa la propria vita e la propria morte. E' ovvio che nel caso di Terri questo diritto non può purtroppo essere esercitato. E dunque la questione si deve spostare dall'eutanasia a quella, forse ancor più complessa, della fine della vita. Dal punto di vista scientifico oggi c'è accordo nel decretare che la morte di una persona avviene quando, le sue funzioni cerebrali sono irreversibilmente compromesse. Tant'è che in questo caso è consentito il prelievo degli organi dalla legislazione italiana.

    Esistono però delle situazioni intermedie fra la vita e la morte, come quella dello stato vegetativo permanente di Terri, in cui sono compromesse solo le funzioni superiori che consentono la vita di relazione. Il problema diventa pertanto quello di decidere fino a che punto le terapie messe in atto per mantenere questo stato di vita puramente vegetativa, sono da considerarsi una forma di accanimento terapeutico o no. È una problematica complessa e delicata che, quand'ero ministro della Sanità, ho affidato al parere di una commissione di esperti, medici e giuristi che preparò nel 2001 un documento che ha fornito conclusioni molto significative.

    Il testo finale di quel documento afferma che lo stato vegetativo permanente deve essere accertato da una commissione medica, sulla base di una osservazione prolungata, per il tempo necessario secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale. L'idratazione e la nutrizione artificiali degli individui in stato vegetativo permanente possono essere interrotte solo dopo che la commissione medica abbia accertato la condizione di irreversibilità. Su ogni proposta di sospensione dell'idratazione e della nutrizione artificiali degli individui in stato vegetativo permanente la commissione medica deve esprimere il suo parere: deve essere infine rispettata la procedura di autorizzazione del tutore secondo le norme vigenti per gli atti di straordinaria amministrazione.

    Il valore del documento non è solo tecnico. È un esempio concreto di come, al di là della comprensibile emozione, e soprattutto al di là della babilonia comunicativa e della sua facile strumentalizzazione, il rigore del pensiero razionale scientifico può, e io credo deve, indicare dei percorsi, chiarire il significato delle parole e aiutare la società a capire ed affrontare le situazioni anche più drammatiche come la fine della vita. Anche quella di Terri Schiavo.

    (22 marzo 2005) REPUBBLICA.it
     

     
     
     

    I nostri caduti

    Post n°32 pubblicato il 23 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Messaggio N°43 03-05-2006 - 00:36Tags: CARNEFICI E VITTIME

     I caduti di Nassiriya e Kabul
     

       L’addio ai caduti di Nassiriya e Kabul

    2 gli alpini morti per il nuovo vile attentato in Afganinistan: il tenente Manuel Fioriti ed i maresciallo Luca Bolsinelli. Martedì le loro esequie

    Purtroppo anche il maresciallo aiutante Enrico Frassinito non è sopravvissuto alle gravi ferite!

    Grande commozione

    nella basilica di Santa

    Maria degli Angeli a Roma per

    i funerali dei due alpini uccisi a

    Kabul. A Verona estremo saluto

    a Enrico Frassanito, quarta

    vittima della strage di

    Nassiriya. Il Generale

    D’Arrigo intervistato da

    Affari

    attacchi sono verosimili”.

    : “Tutte le ipotesi sugli

    Benedetto XVI: “Hanno perso la vita in una missione di pace”

    Nassiriya: il maggiore dell’Esercito,

    dei carabineri

    parole di monsignor Bagnasco nell’omelia nella Basilica di Santa

    Maria degli Angeli:

    dell’Italia è qui e pulsa per i caduti di un vile attentato terroristico”.

    Nicola Ciardelli e i marescialliFranco Lattanzio e Carlo De Trizio. Emblematiche le“Il loro sacrificio non sarà vano. Il cuore

    Letto anche un messaggio del Papa: “I militari italiani hanno perso

    la vita nel generoso adempimento di una missione di pace”. Presenti

    ai funerali i parenti delle vittime e le più alte cariche dello Stato.

    http://www.libero.it/affaritaliani/

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    Messaggio N°85 22-05-2006 - 16:53Tags: CARNEFICI E VITTIME

     POVERO CALLIPARI

      Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che ha fatto da mediatore per la liberazione di Giuliana Sgrena è stato ucciso dai colpi esplosi da un blindato delle truppe statunitensi  contro l’automobile dei servizi segreti italiani che trasportava Giuliana verso l’aeroporto di Baghdad. Nicola Calipari l’ha salvata due volte: l’ultima, riparandola col proprio corpo durante la sparatoria. Nato a Reggio Calabria, aveva 50 anni, era sposato e padre di due figli, una ragazza di 19 anni e un ragazzo di 13. In polizia da oltre vent'anni, Nicola Calipari aveva reso possibile anche la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta. Lunedì 7 marzo  a Roma si sono celebrati i funerali di Stato.

    Il ricordo da il Manifesto

     

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    Messaggio N°49 08-05-2006 - 23:04
     Ahmadinejad scrive a Bush

     

    http://www.libero.it/affaritaliani/

       Caro amico ti scrivo...

    Il presidente

    iraniano Ahmadinejad

    invia una lettera a Bush per

    risolvere lo stallo sul nucleare.

    Passo storico nelle relazioni tra

    Teheran e Washington, interrotte

    26 anni fa dopo la crisi

    degli ostaggi nell’ambasciata

    Usa. La Casa Bianca: non sappiamo

    nulla. Scende il petrolio.


     

    Messaggio N°123 26-05-2006 - 09:41Tags: CULTURA CRONACA CINEMA TEATRO
     MOSTRE

    Mostra: STRADE BLUARTE SS 9 Ingresso gratuito
    A cura di: Chiara Pilati
    Promossa da: Provincia di Bologna Assessorato alla Cultura
    Con il sostegno di: Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna
    Sedi: Gam, Bologna; Galleria d'Arte Contemporanea di Castel San Pietro; Cassero di Castel San Pietro; Museo di San Domenico, Imola.
    Inaugurazione: 5 maggio 2006
    Periodo: 6 - 28 maggio 2006

    Un diavolo per capello, dalla Sfinge a Warhol. Arte, acconciature, società
    Organizzata da: Museo Civico Archeologico e Fondazione Mazzotta di Milano, su iniziativa di Wella
    7 aprile - 2 luglio 2006

    http://www.comune.bologna.it/museoarcheologico/mostre/mostre.htm


    La mostra, che sarà inaugurata in occasione dell'apertura della fiera internazionale "Cosmoprof" di Bologna, sarà dedicata al vasto universo dell'acconciatura e ai suoi molteplici significati simbolici nel corso del tempo, dalla bellezza al potere, dall'ultraterreno alla morte, dalla nobiltà alla ribellione. Il percorso si snoderà attraverso varie sezioni, che, a partire dal mondo egiziano fino alle espressioni artistiche contemporanee, proporranno l'accostamento di materiali tipologicamente e geograficamente molto lontani tra loro, benché tutti accomunati dalla stessa passione per le acconciature elaborate e stravaganti, delle quali sarà esplicitato il significato più profondo dal punto di vista etnico e sociale. I numerosi oggetti esposti proverranno dalle collezioni del Museo Civico Archeologico, della Fondazione Mazzotta, del Wella Museum di Darmstadt e di altri importanti Musei europei.

    Il Museo Morandi organizza tutti i giovedì non festivi alle ore 16 una visita guidata alle sale del Museo. Questo servizio viene sospeso dal 15 giugno al 15 settembre.

    http://www.museomorandi.it/sec_pag.htm

    E’ necessaria la prenotazione (tel. 051-203332; 203247). Prezzo Euro 3,00 a persona.

     

    Il sistema dei Musei Civici d'Arte Antica comprende tre istituzioni museali cittadine: il Museo Civico Medievale, (Palazzo Ghisilardi), le Collezioni Comunali d'Arte (Palazzo Comunale) e il Museo Davia Bargellini (Palazzo Davia Bargellini).
    Importanti strutture presenti all'interno della sede di Palazzo Ghisilardi forniscono gli strumenti idonei per la valorizzazione del patrimonio conservativo dei tre Musei: dall'aula didattica in cui si svolge un'intensa attività educativa e culturale al servizio di un vasto pubblico di visitatori, alla sala mostre, che ospita periodicamente rassegne espositive significative per la storia cittadina, fino all'attrezzato laboratorio di restauro, utilizzato per la manutenzione ordinaria dei materiali appartenenti alle raccolte dei Musei e, all'occorrenza, per quella di preziosi documenti provenienti da altre prestigiose collezioni.
    http://www.comune.bologna.it/iperbole/MuseiCivici/

     Alle attività istituzionali di conservazione e promozione del patrimonio museale, si affianca l'attività di studio, che si traduce nell'edizione di numerose pubblicazioni, sia di carattere scientifico (catalogo delle collezioni permanenti, cataloghi di mostre, rivista periodica "Arte Bologna. Bollettino dei Musei Civici d'Arte Antica") che didattico e divulgativo. Trovano inoltre posto nell'edificio un abiblioteca specialistica dotata di oltre diecimila volumi in cui è confluito anche il fondo donato da Cesare Gnudi, una fototeca che raccolglie migliaia di immagini sull'intero patrimonio dei Musei Civici d'Arte Antica e un archivio in cui è documentata la storia delle collezioni dall'Ottocento a oggi.

    http://www.flashgiovani.it/arte/aflash2.htm

     
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    Messaggio N°84 22-05-2006 - 16:51Tags: CARNEFICI E VITTIME
     
     
     6 MLN per la SGRENA ?
     Londra, 22 mag. (Adnkronos) - Italia, Francia e Germania avrebbero pagato 45 milioni di dollari come riscatto per liberare nove ostaggi rapiti in Iraq, malgrado abbiano negato di averlo fatto. Lo scrive oggi il Times di Londra, affermando che l'Italia avrebbe pagato 5 milioni di dollari per la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta nel settembre 2004 e 6 milioni di dollari per quella di Giuliana Sgrena nel marzo 2005. L'articolo e' illustrato da una foto delle due Simone dopo il rilascio.
      Alla faccia dell'inflazione!
     
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    INTRATTENIMENTO

    Post n°31 pubblicato il 23 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

     
    Messaggio N°112 25-05-2006 - 19:32Tags: CULTURA CRONACA CINEMA TEATRO
     THE ROLLING STONES

     Focus on Entertainment:

    Mantova Musica Festival 2006 Fino al 28 maggio 2006 si terrà la terza edizione del Mantova Musica Festival: 70 concerti, 60 ospiti e più di 100 eventi collaterali. Saliranno sul palco: Nannini, Battiato, Paoli, Lauzi, Fava, Morgan, Cristicchi, Fabi, Venuti, Caparezza, Dolcenera. Il Festival sarà diviso in varie sessioni: "Jazz Friends" a cura di Gaetano Liguori, il laboratorio rock di "Hyde Park", presentato dall'attrice Lucia Vasini, la "Musica d'Autore" con la partecipazione di Aco Bocina, Pacifico, Fava, Segreto, e il concerto di chiusura di Gianna Nannini. La manifestazione si svolgerà quasi tutta all'aperto, articolata su più piazze (Sordello, L.B. Alberti, Erbe, Mantegna, Marconi, Rotonda di San Lorenzo, Campo Canoa, Guastalla) mentre il Teatro Bibiena continuerà a ospitare le monografie e alcuni spettacoli satirici o d'élite. Mixedmedia in Bicocca Milano ospiterà fino al 28 maggio all'Hangar Bicocca, in viale Sarca 336, MixedMedia, un evento internazionale di new media art, architettura, sound e audiovisivi. Nella sezione Sound e Audiovideo, curata da Marco Mancuso, dodici artisti, a cavallo tra musica elettronica, video e prodotti audiovisivi di varia natura, saranno chiamati a confrontarsi con i loro progetti. L'idea è quello di consacrare Milano come centro di interesse per le attività creative e professionali legate all'elettronica e al digitale.

    Rolling Stones, tour rinviato Bernard Doherty, portavoce dei Rolling Stones ha annunciato che il tour del gruppo, che sarebbe dovuto iniziare sabato prossimo a Barcellona, sarà slittato di qualche settimana a causa dell'intervento chirurgico alla testa subito dal chitarrista Keith Richards, dopo una caduta da una palma durante una vacanza nelle isole Figi. Doherty ha fatto sapere che: "I Rolling Stones annunceranno le date della loro tournee europea nei prossimi giorni".

    Carmen Consoli, parte il tour europeo Dopo il grande successo ottenuto in Italia con il suo Tour 2006 "Dal Simeto al Tamigi", Carmen Consoli si appresta a cominciare le tappe europee. L'esordio live all'estero comincerà il 25 maggio da Madrid. Un viaggio in autobus che avrà come filo conduttore il fiume. La cantante toccherà infatti le grandi città europee attraversate dai fiumi per arrivare alla tappa finale che sarà Londra con il suo Tamigi. L'artista dedicherà due giorni ad ogni città toccata dal tour, i soggiorni saranno l'occasione per incontrare e conoscere le realtà più interessanti presenti sul territorio: luoghi di rilevanza sociale e di scambio culturale, session con artisti, incontri con intellettuali, studenti e cittadini faranno parte dello scambio tra la Consoli e la città. Queste le date: 25 maggio a Madrid (L'Arena), il 27 a Barcellona (Sala Bikini), il 31 maggio a Berlino (Kalkscheune), il 1° giugno ad Amsterdam (Paradiso), il 2 a Lussemburgo (Rockhaal), il 3 a Zurigo (Moods), il 6 a Parigi (Cigale) per concludersi l'8 giugno a Londra (Camden Centre). Dolcenera, al via il suo tour Giovedì 1 giugno al Palazzetto dello Sport "Ezio Triccoli" di Jesi (Ancona), con inizio alle ore 21.30, Dolcenera sarà la protagonista di un concerto organizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini. Il concerto sarà anche l'occasione per presentare in anteprima nazionale il suo nuovo tour europeo che toccherà, tra le altre, le città di Amburgo, Parigi e Berlino. Dopo il successo ottenuto con il nuovo cd "Un mondo perfetto", l'artista si appresta a farsi conoscere anche dal pubblico europeo.

     MUSICA: ROLLING STONES, RINVIATI QUINDICI CONCERTI IN EUROPA Londra, 24 mag. - (Adnkronos/ats) - In seguito alla caduta da una palma del chitarrista Keith Richards durante una vacanza nelle isole Figi, i Rolling Stones hanno rinviato di almeno un mese l'inizio della tourne'e europea, previsto per sabato prossimo a Barcellona. Lo ha detto all'agenzia di stampa elvetica Ats un portavoce dell'agenzia organizzatrice Good News.

    6 ragazzi che un giorno sarebbero diventati i Rolling Stones erano molto diversi tra loro per provenienza ed estrazione sociale. Lewis Brian Hopkin Jones, nato il 28 febbraio 1942 a Cheltenham nel Glouchestershire, è di origini gallesi e figlio di due insegnanti; Ian Stewart, nato il 18 luglio 1938 a Sutton nel Surrey (Scozia), mamma casalinga e padre architetto ; Michael Philip Jagger nato il 26 luglio 1943 a Dartford nel Kent, con il padre insegnante e la madre parrucchiera; Keith Richards nato a Dartford il 18 dicembre 1943, anche lui di origini gallesi, viene da una famiglia operaia; William George Perks, nato il 24 ottobre 1936 a Londra, con padre muratore e mamma che fa la donna di servizio; Charles Robert Watts nato a Londra il 2 giugno 1941, il cui padre dopo il congedo dalla RAF è assunto come macchinista alla British Railways. Tutti quanti da bambini sono stati toccati dalla guerra anche se erano troppo piccoli per capire cosa stava accadendo e, quando il conflitto finisce, sono sui banchi di scuola e tutti tranne Brian Jones vivono a Londra. La musica diventa sempre piu' importante nelle loro vite, provano diversi strumenti e iniziano a cullare l'idea di formare un gruppo. Bill Wyman a 18 anni, mentre gli altri ancora vanno a scuola, è chiamato nell'esercito. Anche Ian Stewart viene chiamato nell'esercito ma dopo una settimana lo congedano. [modifica] I primi anni Nel 1956 Mick fa amicizia con un ragazzo che frequenta la sua stessa scuola, Dick Taylor, e con altri due compagni iniziano a suonare insieme senza mai però esibirsi in pubblico. Nell'estate del 1960 Jagger suona con gli amici nel salone parrocchiale della chiesa di Dartford e canta una canzone di Buddy Holly. Lavora part-time vendendo gelati fuori dalla biblioteca comunale e un giorno un ragazzo con le orecchie a sventola, Keith Richards, ne compra uno: è il loro primo incontro. Keith si ricordava le canzoni dopo aver ascoltato un disco o la radio, non gli piaceva andare a scuola e già all'ora non lasciava mai le sigarette. Nel 1960 a scuola conosce Dick Taylor, amico e compagno di banda di Mick. Ricorda Keith: "Dick Taylor fu il primo ragazzo con cui suonai". Nel 1957 Brian Jones ascolta per la prima volta una canzone di Charlie Parker e ne rimane cosi' entusiasta che obbliga i suoi genitori a comprargli un sassofono che rimane la sua ossessione finchè non gli regalano una chitarra acustica. Nel 1959 nasce il suo primo figlio illegittimo, da Valeria, una ragazzina quattordicenne di Cheltenham e nello stesso periodo abbandona gli studi. Nel 1958 Bill Wyman è congedato dall'Airforce e trova lavoro come magazziniere e impiegato in un'officina a Londra. L'Inghilterra degli anni Cinquanta non è solo rock'n'roll in quanto si sta affermando lo skiffle un tipo di jazz, suonato con chitarre e strumenti a percussione improvvisati, impregnato di blues che influenzerà anche i futuri Stones. Quando a Bill arriva la cartolina militare, nel 1955, è in classifica Bill Haley con "Rock Around the Clock" e "Finger of Suspicion" di Dickie Valentine è al numero uno. Questo è anche il periodo dell'inizio della favola di Elvis Presley, dei successi di Chuck Berry e di Little Richard. Nel 1960 Charlie Watts lascia la scuola, diventa grafico pubblicitario e scrive un libro su Charlie Parker che verrà poi pubblicato nel 1965. Nel 1962 inizia a suonare con il trio del pianista e attore Doodley Moore, mentre Mick Jagger un giorno, con sottobraccio molti dischi di rock&blues, incontra Keith Richard e prendono il treno insieme. Parlano di musica e scoprono di avere un amico in comune, Dick Taylor, cosi' decidono di rivedersi per suonare insieme. Loro tre con altri amici decidono di chiamarsi "Blue Boys" e nel loro repertorio c'era praticamente solo Chuck Berry. Il 25 maggio 1995 un nastro dei Blue Boys è stato messo all'asta da Christie e venduto per 52.250 sterline. Nel marzo del 1962 Brian Jones (che ora ha tre figli illegittimi) va all'Ealing Club ad ascoltare i Blues Incorporated del suo amico Alexis Corner, gruppo in cui suona Charlie Watts. La settimana successiva suona con la band, facendosi chiamare Elmo Lewis, ed è la prima volta che Charlie e Brian si parlano. Ad ascoltarli una sera c'erano anche Keith e Mick che terminato lo spettacolo parla per la prima volta a Brian dicendo che vuole formare un gruppo. Anche Brian ormai ha l'idea fissa di formare un gruppo e mette un annuncio su "Jazz News": il primo a rispondere è Ian Stewart. Suonano provando altri musicisti ma il nucleo rimangono sempre loro due; a giugno del 1962 a una delle prove va Mick Jagger e passa pochissimo che Mick, Keith e Dick si mettono a provare con Brian e Stewart (detto Stu). Intanto al Marquee di Londra suona Alexis Corner con il suo gruppo e il 12 luglio, dovendo partecipare ad una registrazione televisiva alla BBC, chiede a Brian e al suo gruppo di sostituirlo. Il giorno prima del concerto Brian decide di suonare con il nome di "Rollin' Stones" e la formazione è composta da: Mick Jagger (voce), Keith Richards ed Elmo Lewis (Brian) (chitarre), Dick Taylor (basso), Ian Stewart (piano) e Mick Ivory (batteria). [modifica] Esordio ufficiale L'esordio ufficiale avviene in uno dei templi del rock, il Marquee di Londra, il 12 luglio 1962. Fin dall'inizio costituiscono l'alternativa "sporca e cattiva" ai Beatles con una musica che attinge alle radici del rock'n'roll e del blues. Il successo fin dalla prime canzoni è grandissimo. Nei primi anni di attività i Rolling Stones si cimentano solo in rivisitazioni di brani del repertorio americano di rock & roll, blues e rhythm'n'blues come nei casi di Buddy Holly ("Not Fade Away"), Chuck Berry ("Carol") ma anche di Lennon/McCartney ("I Wanna Be Your Man"). Tra il 1964 ed il 1965 Jagger e Richards cominciano a incidere canzoni loro: "The Last Time" (un cui campionamento è stato riutilizzato più di 30 anni dopo dai Verve per la loro Bittersweet Symphony), "Get Off of My Cloud" e, soprattutto, "(I Can't Get No) Satisfaction". E proprio con "Satisfaction" (1965) che i Rolling Stones si impongono definitivamente. [modifica] Il primo album Nel 1966 arriva il primo disco composto solamente da canzoni loro. E' Aftermath, e segna un deciso affinarsi dei gusti musicali. Brian Jones si rivela, oltre che un gran chitarrista di scuola blues, un vero e proprio strumentista poliedrico: suona anche dulcimer e sitar. Seguono canzoni meno legate al blues: "Lady Jane" (quasi medievaleggiante), "Mother's Little Helper" (psichedelica), "Under My Thumb" (divenuta poi un classico del r'n'b). Dopo Afermath segue un biennio di noie giudiziarie e mezzi passi falsi. Between the Buttons e, soprattutto, Their Satanic Majesties Request (entrambi del 1967) vorrebbero essere repliche alla dilagante moda beat e a Sgt. Pepper's; in particolare, dei due dischi, si ricordano "Ruby Tuesday", "Yesterday's Papers" (da Between the Buttons) "She's a Rainbow" (da Their Satanic....): la psichedelia beat non è nelle corde degli Stones. E così, il 24 maggio 1968 esce un singolo che rimette le cose al loro posto: "Jumping Jack Flash" / "Child of the Moon". Nuovamente un r'n'b sulfureo dominato da un riff immortale la cui paternità, inizialmente attribuita a Keith Richards, in realtà pare essere del bassista Bill Wyman. Segue poi un filotto di dischi che assicurano a Jagger e compagni il titolo di Greatest rock'n'roll band in the world. Beggars Banquet (con la celebre canzone Sympathy for the Devil), Let It Bleed, Get Yer Ya-Ya's Out! Sticky Fingers e Exile on Main Street: ciascuno di questi viene citato in qualsiasi classifica di migliori dischi rock di sempre. Ma la fama ed il successo mondiale vogliono un loro prezzo. Ed è pesantissimo. [modifica] La tragedia Nel 1969 Brian Jones viene estromesso e pochi mesi dopo annegherà nella sua piscina durante un party, in circostanze mai del tutto chiarite, e viene sostituito da Mick Taylor, il quale poi abbandonerà il gruppo nel 1974. Nel successivo tour americano del 1975 al suo posto subentra Ron Wood, già al fianco di Rod Stewart nel Jeff Beck Group e nei Faces. Durante gli anni '80 il gruppo attraversa un periodo di profonda crisi, sia creativa sia personale e nel 1986, all'indomani dell'uscita di Dirty Work (non supportato da alcun tour), si parla apertamente di separazione a causa di notevoli dissapori tra Jagger e Richards. Seguono quindi progetti individuali dei due capibanda: Jagger con She's the Boss, Primitive Cool e Wandering Spirit e Richards si segnala con i suoi Expensive Winos e con gli album Talk Is Cheap e Main Offender. Sia Richards che Jagger fanno anche concerti solisti. Jagger arruola Jeff Beck come chitarra solista nella sua tournée. La riunione Nel 1990, visto che i Glimmer Twins non hanno riscosso un particolare successo con i loro progetti solisti, si torna all'ovile e con Steel Wheels si riaprono i battenti della premiata ditta Stones. Segue immancabile tournée mondiale e album live. Ecco fino al 1997 si procede così: album ogni tre anni tour e poi, inesorabile, disco dal vivo. Dal 1997 con Bridges to Babylon nulla più, se non qualche traccia inedita nell'ennesima antologia (40 Licks) che celebra il quarantennale della Band. Per strada si è perso Bill Wyman che dai primi anni '90, annoiato dalla pantomima, ha mollato il colpo e ora si diverte con una nuova band "The Rhythm Kings" deputata solamente ad una musica energetica e di puro divertissement; é stato sostituito da Darryl Jones, però come collaboratore non come membro ufficiale della band. Ad Agosto 2005 ripartono per una nuova tournèe, mondiale ovviamente e il 2 Settembre 2005 ha visto la luce A Bigger Bang un disco di canzoni nuove che dopo circa 8 anni dà un seguito a Bridges to Babylon. Pare che ci sia anche una canzone velatamente dedicata a Condoleezza Rice ("Sweet Neocon"). Al loro concerto a Rio de Janeiro hanno partecipato piu` di 1.500.000 persone. [modifica] Formazione [modifica] Attuale Mick Jagger - voce Keith Richards - chitarra Ron Wood - chitarra (dal 1975) Charlie Watts - batteria (da gennaio 1963) Darryl Jones - basso (dal 1992) [modifica] Ex componenti Bill Wyman - basso (dicembre 1962-1992) Mick Taylor - chitarra (1969-1974) Brian Jones - chitarra (1962-1969) Dick Taylor - basso (1962) Mick Avory - batteria (solo il primo concerto al Marquee il 12 luglio 1962) Tony Chapman - batteria (da agosto 1962 a gennaio 1963) Ian Stewart - pianoforte (Componente del gruppo dal 1962 a maggio del 1963, poi come collaboratore fino al 1985 anno della sua morte.) Merita una citazione a parte Ian Stewart (detto Stu), che agli occhi del grande pubblico e' sempre apparso come una figura di secondo piano, ma ha invece contribuito in maniera determinante alla nascita e alla vita del gruppo. Per questo viene citato ormai come "il sesto Stone". [modifica] Discografia Come per i Beatles, anche i Rolling Stones hanno visto per i primi anni della loro attività una discografia "americana" ed una discografia "inglese". Per gli Stones questa situazione è perdurata sino alla pubblicazione di Between the Buttons. Negli USA sono infatti usciti L.P. appositi per quel mercato quali Flowers December's Children e The Rolling Stones, Now!. Lo stesso Aftermath (1966), uscito quasi in contemporanea su entrambe le sponde dell'Atlantico, ha una lista tracce diversa a seconda che si tratti dell'edizione inglese (con "What to Do" e "Out of Time") o americana (con "Paint It, Black"). Tutti i titoli, sia "americani" sia "inglesi", sono disponibili sul mercato anche grazie ad una recente operazione di restyling e rimasterizzazione. http://it.wikipedia.org/wiki/Rolling_Stones

     
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      Messaggio N°144 29-05-2006 - 14:51Tags: CULTURA CRONACA CINEMA TEATRO
     Palma d'oro a Ken Loach

    La Repubblica.it 

    http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/cannes2006/vincitori-cannes/vincitori-cannes.html

       Vince "The Wind that Shakes the Barley" sulla rivoluzione irlandese
    Premi collettivi alle donne di "Volver" e agli uomini di "Indigenes"

    Cannes, Palma d'oro a Ken Loach
    e alle battaglie della vita e della Storia

    A Pedro Almodovar il riconoscimento per la migliore sceneggiatura
    Monica Bellucci: "Ho lottato a lungo per il film di Sorrentino"

    CANNES - E' The Wind that Shakes the Barley di Ken Loach il film vincitore della 59esima edizione del Festival di Cannes, parabola della rivoluzione irlandese negli anni Venti che però parla - per ammissione del regista - di Iraq e di una certa idea di "esportazione della democrazia" e mescola, com'è nello stile del regista inglese, storia, impegno politico, denuncia sociale e melodramma. Il Premio per la miglior regia va invece a Alejandro Gonzales Inarritu per il film Babel, tre storie legate tutte da un elemento: un colpo di fucile. Delusione per l'Italia: nonostante applausi e apprezzamenti, né Il Caimano di Nanni Moretti né L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino riescono a portare a casa uno dei premi principali. Fra i riconoscimenti, Gran Premio della giuria a Flandres di Bruno Dumont.

    Sbaragliati, dunque, i favoriti della vigilia, primo fra tutti Pedro Almodovar, che per Volver conquista comunque il Premio per la migliore sceneggiatura e quello, collettivo, per le attrici del film: a loro, tutte (Carmen Maura, Penelope Cruz, Yohana Cobo, Blanca Portillo, Lola Duenas, Chus Lampreave) la Palma d'oro per la migliore interpretazione femminile.


    Palma "collettiva" anche per l'interpretazione maschile, consegnata ex aequo agli interpreti del francese Indigenes (Jamel Debbouze, Roschdy Zem, Sami Bouajila e Samy Naceri), la storia dell'"Armata d'Africa", gli algerini, i tunisini e i marocchini che nel 1943 si arruolarono per aiutare la Francia e gli alleati a respingere l'avanzata dei tedeschi.

    In quanto al film vincitore della Palma d'oro, "io non sono anti-inglese - aveva detto Ken Loach alla conferenza stampa dopo la proiezione di The Wind that Shakes the Barley - critico solo il governo inglese e queste sono due cose diverse, perché un popolo non si identifica necessariamente con il suo governo".

    Loach aveva difeso la scelta di fare un film dedicato alla resistenza irlandese all'occupazione inglese, sostenendo che "è sempre un buon momento per raccontare una storia come questa, che ci può insegnare qualcosa ancora oggi, in un'epoca in cui un Paese potente come l'America ha intrapreso una guerra illegale a tutti gli effetti".

    Una cerimonia di premiazione iniziata, secondo tradizione, con la Montée des Marches, la passerella di ospiti e star verso l'ingresso del Palazzo del Festival, e proseguita poi, sul palco, con la presentazione della giuria. Nel corso della quale il presidente della giuria, il regista Wong Kar-Wai, così ha spiegato i criteri con i quali sono stati decretati i vincitori: "Abbiamo cercato film che riflettessero passione, solidarietà e meraviglia".

    Penelope e Monica. Due donne protagoniste, una sullo schermo e una in giuria. Penelope Cruz ringrazia Pedro Almodovar: "Grazie per quello che fai per tutte le donne del mondo". Monica Bellucci è molto dispiaciuta per il film di Sorrentino, implicitamente ammette di averlo votato: "E' stato in corsa per vincere un premio fino a stamattina e molti in giuria lo amavano. Ho sofferto - ribadisce - e tanti come me.
    Il fatto è che in questa edizione c'erano troppi buoni film, ma comunque Cannes ha la capacità di far vivere anche quelle opere che non vengono premiate".

    (28 maggio 2006)

    Ken Loach contro l’imperialismo

    A Cannes vince il cinema politico

    “Spero che la vittoria a Cannes serva a far vedere i miei film

    anche in Inghilterra,

    dalla premiazione, parla con

    Festival: “Davanti alle guerre e alle occupazioni cui assistiamo,

    oltre che in Italia e Francia”. A poche oreAffari Ken Loach, vincitore del

    filnalmente il cinema torna a occuparsi della realtà.

    che altri film, ora, denuncino dittature e imperialismi”. E Pedro

    Spero

    Almodovar, il grande sconfitto, maschera la delusione:

    “Sconto la maledizione del favorito. Ma sono contento per il premio

    vinto dalle mie attrici...”.

    Su www.affaritaliani.it l’intervista nella sezione Coffee Break

     
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    PROBLEMI DI FAMIGLIA

    Post n°30 pubblicato il 23 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Messaggio N°143 29-05-2006 - 14:36Tags: FAMIGLIA CASA PROBLEMI

     


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    Scorciatorie e possibilità

    Ci sono anche altre scorciatoie per evitare di fare code e richiedere certificati.

    - Esibire documenti che contengono le dichiarazioni richieste. La presentazione del proprio documento di riconoscimento, in corso di validità, contenente i dati personali (cognome, nome, luogo e data di nascita, cittadinanza, stato civile e residenza) sostituisce la presentazione dei corrispondenti certificati. È possibile presentare anche un documento scaduto dichiarando, sulla fotocopia, che i dati non sono variati.

    - Se chi deve presentare una dichiarazione o sottoscrivere un documento non può farlo per motivi di salute, la dichiarazione può essere resa dal coniuge o, in sua assenza, dai figli o, in mancanza di questi, da altro parente in linea retta o collaterale fino al terzo grado. In tal caso il pubblico ufficiale che riceve la dichiarazione dovrà accertare l’identità del dichiarante.

    - Domande e dichiarazioni da presentare alle pubbliche amministrazioni o agli esercenti di pubblici servizi possono essere inviati via fax o per email. In quest’ultimo caso, le domande si considerano validamente firmate quando il sottoscrittore potrà essere identificato, dal sistema informatico, con la carta d’identità elettronica (in corso di introduzione in alcuni Comuni).

    - L’autentica di foto, se richiesta espressamente dalla legge (per esempio per il passaporto), può essere fatta dall’ufficio che rilascia il certificato (senza passare all’anagrafe), purché sia presentata personalmente dall’interessato.

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    Molti passi avanti

    La legge sull’autocertificazione, che risale al 1968, ha enormemente faticato ad affermarsi.

    Finalmente oggi, dopo che molte nostre inchieste negli anni scorsi avevano dato risultati decisamente deludenti; dopo le nostre denunce all’opinione pubblica e le segnalazioni da noi presentate al ministero della Funzione pubblica; dopo che vi abbiamo più volte esortato sulle nostre pagine a esigere, agli sportelli, che i vostri diritti fossero rispettati, la situazione sembra decisamente migliorata. Manteniamo alta la guardia: da parte nostra continueremo a tenere sotto controllo gli uffici pubblici, perché non ricomincino con la carta inutile.

     
    Autocertificazione

       Basta cartaccia, finalmente

    Articolo pubblicato su Soldi&Diritti 87, marzo 2006

    Negli uffici pubblici il diritto dei cittadini all'autocertificazione si e' ormai affermato pienamente. Lo ha dimostrato la nostra inchiesta: ai cittadini non vengono più richiesti certificati inutili. Merito anche di tutti coloro che in questi anni hanno insistito agli sportelli, per ottenere che la legge fosse rispettata.

    Risultati positivi per la nostra ultima inchiesta sull’autocertificazione. In tutti gli uffici pubblici che abbiamo visitato, presentando autocertificazioni invece di certificati, non ci sono state poste obiezioni. A Roma, Milano, Bari, Torino, Napoli, Bologna, le sei città scelte per questa inchiesta, tutti gli impiegati hanno applicato correttamente la legge. La sostituzione di un certificato con una dichiarazione scritta dal cittadino, prevista dalla legge (n.15 del 4/1/68, n.241 del 7/9/90 e n.127 del 13/5/97), è finalmente un diritto accettato negli uffici pubblici italiani. Ripassiamone dunque le regole fondamentali.

    - Le amministrazioni e gli enti pubblici (Ministeri, Comuni, Province, ordini professionali, Inps...), i gestori di servizi pubblici (es. acqua, luce, gas, aziende di trasporto, F.S., Poste con l’esclusione dei servizi di bancoposta, ACI) non possono, per legge, richiedere ai cittadini di presentare certificati per attestare i dati anagrafici, la situazione dei redditi, il titolo di studio: basta presentare un' autocertificazione.

    - La legge sollecita anche gli enti privati (es. banche, assicurazioni, e aziende private) ad accettare l’autocertificazione nei casi in cui è necessario verificare fatti o qualità personali dei cittadini che richiedono il servizio. In questo caso però non vi è un vero obbligo, ma solo una possibilità.

    - Fanno eccezione le autorità giudiziarie, che non sono tenute ad accettare le dichiarazioni sostitutive: il testo unico prevede, però, un’eccezione per lo svolgimento di attività di volontaria giurisdizione (per esempio nei procedimenti di riconoscimento di stato delle persone si possono autocertificare residenza e nascita). Anche i notai non sono tenuti ad accettare l’autocertificazione.

    - Accettare autocertificazioni è un dovere: il dipendente pubblico che rifiuta l’autocertificazione o di acquisire d’ufficio la documentazione già in possesso di altre amministrazioni (per esempio l’Ufficio d’Igiene del Comune che chiede al cittadino l’atto di nascita, già in possesso dell’Anagrafe) incorre nel reato di violazione dei doveri d’ufficio.

    - Possono presentare autocertificazioni cittadini italiani e residenti nell’Ue. I cittadini extracomunitari residenti in Italia possono autocertificare solo i dati e i fatti che possono essere verificati presso soggetti pubblici e privati italiani (per esempio esistenza in vita).

    - L'autocertificazione può essere presentata da un’altra persona o essere inviata per posta o via fax, allegando la fotocopia di un documento d’identità.

    - Le amministrazioni, per agevolare i cittadini, devono mettere a disposizione dei moduli per le dichiarazioni.

    - Attenzione a non effettuare dichiarazioni false. Gli uffici che ricevono l’autocertificazione sono tenuti a controllarne la veridicità. In caso di presentazione di false dichiarazioni, il cittadino viene denunciato all’autorità giudiziaria e decade dagli eventuali benefici ottenuti.

    - E se l’impiegato non accetta l’autocertificazione? Il cittadino dovrà accertare chi è il responsabile della pratica, chiedendogli nome, cognome, qualifica e numero di protocollo della pratica. Ottenuti i dati, il cittadino dovrà richiedere, per iscritto, le ragioni del mancato accoglimento, segnalando il fatto, per conoscenza, al Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione presso la Prefettura del luogo in cui è stata rifiutata l’autocertificazione e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dip. Funzione Pubblica (Roma).

    -  Se entro trenta giorni dalla data della richiesta il pubblico ufficiale o l’incaricato non compie l’atto e non risponde, scattano i presupposti di legge per erogare le sanzioni.

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    Messaggio N°142 29-05-2006 - 14:28Tags: FAMIGLIA CASA PROBLEMI
     ACQUA BUONA

        L'acqua delle nostre citta' e' buona e sicura. In 35 citta' del nostro paese la nuova legge che impone limiti piu' severi e' rispettata e l'acqua del rubinetto non ha niente da invidiare a quella in bottiglia.

     

     
    Altroconsumo, inchiesta su acqua pulita: quella del rubinetto in 35 citta' e' buona e sicura

    L’acqua delle nostre città è buona e sicura: quella più cristallina è negli acquedotti de L’Aquila, Cagliari, Pavia, Aosta e Bergamo.
    A Genova, Catanzaro, Milano e Napoli vi sono margini di miglioramento, ma, in sintesi, in 35 città del nostro paese la nuova legge che impone limiti più severi è rispettata e l’acqua del rubinetto non ha niente da invidiare a quella in bottiglia.

    Questi i risultati dell’inchiesta che Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, ha condotto tra gli acquedotti di 35 città italiane, da Ancona ad Avellino, da Bolzano a Benevento, da Lecco a Palermo, da Firenze a Potenza.

    L’inchiesta ha fotografato la qualità dell’acqua potabile distribuita nelle città. L’analisi dei campioni era volta a individuare l’eventuale presenza di sostanze indesiderate come nitrati, metalli, inquinanti.
    Tutti gli acquedotti rispettano i limiti su tali sostanze imposti dal decreto legislativo 31/2001 di attuazione della direttiva europea sulle acque per il consumo umano, in vigore dal dicembre 2003. La situazione è dunque migliorata rispetto la precedente inchiesta di Altroconsumo del maggio 2003, quando le analisi dell’acqua di Palermo, Milano e Torino avevano rivelato la presenza rispettivamente di nitrati, trielina, e percloretilene oltre i limiti della direttiva UE.

    Solo due campioni, a Genova e Catanzaro, secondo il giudizio severo di Altroconsumo, non raggiungono la sufficienza, pur nel rispetto della legge: nel capoluogo ligure sono stati riscontrati due metalli pesanti, nichel e alluminio, oltre che tracce di inquinanti trialometani; gli stessi inquinanti riscontrati nella città calabrese. L’acqua delle due città è comunque potabile e rispetta le norme.

    Nel complesso l’acqua di città è salubre, i consumatori possono con sicurezza adoperarla per il consumo alimentare e non solo per tutti gli altri usi domestici. Il massiccio ricorso all’acqua in bottiglia, tipico del nostro Paese, è immotivato.
    Altroconsumo si impegna a vigilare sulla qualità del servizio che sarà fornito anche quando, e il panorama sta evolvendo in questa direzione, sarà compiuto l’ingresso di aziende private a fianco delle municipalizzate. Oltre a continuare a fare informazione contro paure immotivate e in favore scelte oculate di consumo, l’associazione invita i gestori sul territorio a mantenere costantemente alto il livello di qualità dell’acqua che entra nelle case, garantendo sia l’assenza di sostanze indesiderate, sia un accettabile livello di qualità riguardo sapore e odore.

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      Che cosa si può autocertificare (e che cosa no)Invece dell’atto notorioScorciatorie e possibilitàMolti passi avanti 

    Che cosa si può autocertificare (e che cosa no)

    - Dati anagrafici e di stato civile. Nascita; residenza; cittadinanza; godimento dei diritti politici; stato civile; esistenza in vita; nascita dei figli; morte del coniuge, del genitore, del nonno, del figlio, del nipote; maternità; paternità; separazione o comunione dei beni; stato di famiglia; tutte le annotazioni contenute nei registri di stato civile.

    -Titoli di studio e qualifiche professionali. Titolo di studio; qualifica professionale; esami sostenuti; titolo di specializzazione; titolo di abilitazione; titolo di aggiornamento; titolo di qualificazione tecnica; titolo di formazione.

    - Situazione economica, fiscale e reddituale. Reddito; situazione economica; assolvimento obblighi contributivi; possesso e numero di codice fiscale; possesso e numero di partita IVA; tutti i dati contenuti nell’anagrafe tributaria; vivere a carico.

    - Posizione giuridica. Legale rappresentante; tutore; curatore; non aver riportato condanne penali.

    - Altri dati. Iscrizione in albi o elenchi tenuti dalle Pubbliche Amministrazioni; posizione agli effetti degli obblighi militari; stato di disoccupazione; qualità di pensionato e categoria di pensione; qualità di casalinga; qualità di studente; iscrizione ad associazioni o formazioni sociali.

    - Che cosa non si puo’ autocertificare. Sono ancora necessari i certificati di conformità CE; i certificati sanitari e veterinari; i certificati di marchi e brevetti.

    http://www.altroconsumo.it/

    Invece dell’atto notorio

    Per l’accoglimento di alcune domande (per esempio la richiesta di una borsa di studio, del prestito d’onore e altro) le pubbliche amministrazioni vogliono la prova che il cittadino possieda i requisiti che la legge pretende per erogare il beneficio (per esempio non aver percepito assegni di studio per l’anno in corso, non avere subìto protesti cambiari e via dicendo). A questo fine le pubbliche amministrazioni potevano richiedere al cittadino di dichiarare tali qualità in un documento chiamato “atto notorio”, che doveva essere sottoscritto dal notaio o da un altro pubblico ufficiale. Attualmente l’atto notorio può essere sostituito da una semplice dichiarazione dell’interessato. Tutte le qualità personali, le situazioni e i fatti a conoscenza dell’interessato possono essere attestate con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Per farlo, dopo aver riportato i dati anagrafici seguiti dalla dichiarazione dei fatti che vengono richiesti su di un foglio (per esempio: “Il sottoscritto... nato a... il... residente... dichiara di non percepire assegni familiari”), bisogna firmare davanti all’impiegato che deve ricevere la pratica. Se invece la dichiarazione viene inviata per posta o fax, si appone la firma e si allega la fotocopia di un documento di identità.

    Dovranno essere autenticate da un pubblico ufficiale le dichiarazioni rivolte a privati e le domande di riscossione di benefìci economici da parte di terze persone (come contributi, pensioni).

    Autocertificazione

     
     
     

    NUOVA POVERTA'

    Post n°29 pubblicato il 23 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra


    Messaggio N°134 27-05-2006 - 20:08Tags: ECONOMIA
      ISTAT: FAMIGLIE PIU' POVERE!

       Rapporto annuale Diffuso il: 24 maggio 2006


    Settori: Generale
    Periodo dei dati: Anno 2005
    Collana: Generale
    Anno di edizione: 2006
    Periodicità: Annuale
    Supporti:
    Prezzo: 27.00 €
    Cod. ISBN: 88-458-1337-1
    Cod. SIGED: 1G082006000000000

    È giunto alla 14a edizione il Rapporto annuale sulla situazione del Paese, il principale strumento di analisi sugli aspetti economici, demografici e sociali, prodotto ogni anno dall’Istat.

    Organizzato in sei capitoli e arricchito da tavole statistiche e approfondimenti, il volume si concentra sull’analisi della congiuntura economica recente e sulle dinamiche del sistema produttivo e del mercato del lavoro. Esamina l’impatto che questi fattori generano sulle condizioni di vita delle famiglie e illustra l’offerta di servizi sociali a livello territoriale. La pubblicazione descrive inoltre la capacità del sistema delle imprese, delle famiglie e delle istituzioni italiane di gestire le conseguenze dei cambiamenti legati alla crescita dell’interdipendenza economica e finanziaria a livello mondiale, e di cogliere le opportunità di miglioramento della situazione economico-sociale che ne derivano.

    La pubblicazione è corredata da una sintesi dei più significativi risultati e da un'appendice di tavole statistiche con indicatori economici e sociali. Per i giornalisti sono disponibili focus ragionati sui principali temi affrontati in ciascun capitolo.

    La versione in formato elettronico del volume, la sintesi, l’appendice statistica e i focus per i media possono essere consultati e scaricati gratuitamente.


    Il volume è disponibile presso i Centri di informazione statistica, presenti in ogni regione e provincia autonoma; può essere richiesto presso le librerie, o compilando l'apposito modulo di acquisto.



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    per informazioni

    Istat - Centro diffusione dati
    Via Cesare Balbo 11a, 00184 - Roma
    tel. +39 06 4673.3102
    email: centro.servizi@istat.it


    per i media

    Istat - Ufficio della comunicazione
    Via Cesare Balbo 16, 00184 - Roma
    tel. +39 06 4673.2244
    email: ufficiostampa@istat.it

     


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    disclaimer - copyright - privacy

    Istat - Istituto Nazionale di Statistica
    Via Cesare Balbo 16 00184 - Roma tel. +39 06 46731


    Istituto Nazionale di Statistica

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
    (Reindirizzamento da ISTAT)

    Esistono dei suggerimenti per ampliare e migliorare questa pagina.

    L'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT, già Istituto centrale di statistica) fu istituito nel 1926 (legge 9 luglio 1926, n. 1162), durante il Fascismo, per raccogliere in forma organizzata alcuni dati essenziali riguardanti lo Stato.

    Le sue attività comprendono: i censimenti sulla popolazione, sull'industria e i servizi e sull'agricoltura e le indagini campionarie sulle famiglie (consumi, forze di Lavoro, aspetti della vita quotidiana, salute, sicurezza, tempo libero, famiglia e soggetti sociali, uso del tempo...).

    Fu in seguito riorganizzato, con il decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322 che ha istituito il Sistema statistico nazionale (SISTAN) e ha dettato norme sui compiti e l'organizzazione dell'ISTAT.

    Indice[nascondi]
    La polemica sull'inflazione

    Con l'introduzione dell'euro, in Italia si è verificato un fenomeno particolare: molti indicatori economici segnalavano un aumento dell'inflazione, stimato intorno al 6% annuo, mentre le rilevazioni ufficiali certificate dell'Istat si attestavano intorno al 2-3% annuo. Da notare come il primo dato corrisponda all'inflazione percepita dai consumatori, e a quella rilevata da altri istituti, come l'Eurispes. Questo, secondo il parere di alcuni economisti, non tanto perché i dati siano falsificati, bensì in quanto il campione dell'Istat non è più rappresentativo dei consumi.

    Vediamo quali sono queste motivazioni. Il campione dell'Istat si basa su di un paniere di prodotti, tra i quali vengono monitorati esclusivamente i più venduti di ogni categoria. Ad esempio, per le auto, non si monitorano le auto di lusso, ma le più diffuse utilitarie, e non tutte, ma solo quella più venduta. Ora, mentre in un mercato con poche offerte il prodotto di punta facilmente raggiunge valori significativi, nei mercati attualmente vi sono decine, se non centinaia, di scelte per ogni prodotto: è dunque difficile che un singolo prodotto, anche se il più diffuso, sia un campione rappresentativo della categoria. Per fare un confronto, i dati dell'Eurispes monitorano, oltre al prodotto più venduto, anche il più caro ed il più economico di ogni categoria. Questo perché, anche se il prodotto più venduto non aumenta di prezzo, ma lo fanno tutti gli altri che possono facilmente essere più del 60% del mercato, l'inflazione misurata resta ferma, ma non quella percepita.

    Come effetto secondario, il tipo di rilevazione dell'Istat non misura il disagio delle classi medie, abituate a comprare prodotti di una certa qualità e dunque più costosi, i quali, non potendoseli più permettere per gli aumenti, tendono a comprimere i loro consumi. E infatti si nota un incremento del ricorso ai discount, precedentemente in calo, ed aumentato del 10% dall'introduzione dell'euro, un appiattimento dei consumi alimentari, un crollo della spesa media pro capite per le vacanze: tutti indicatori di un aumento dell'inflazione ben al di sopra dell'ufficiale 2-3 %.

    Voci correlate
    Bibliografia
    Collegamenti esterni
    SITI DEGLI ISTITUTI EUROPEI Clicca qui:

    Categorie: Statistica | Enti pubblici

    http://it.wikipedia.org/wiki/ISTAT

      Servizi del Giorno

    31/05/2006  ore 18.18  Economia  "RICCHEZZA E POVERTÀ": SI APRE DOMANI A TRENTO LA PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELL’ECONOMIA  TRENTO\ aise\ - Il conto alla rovescia è concluso. Domani, giovedì 1° giugno, si aprirà la prima edizione del Festival dell’Economia, la grande festa che sino al 4 giugno porterà a Trento il meglio del pensiero contemporaneo su un tema di grande attualità: "Ricchezza e povertà".
    La cerimonia ufficiale di inaugurazione è fissata alle ore 10.30 nelle sale del Castello del Buonconsiglio. L’inaugurazione è il primo momento ufficiale del Festival dell’Economia, l’occasione per la manifestazione internazionale di presentarsi a Trento, la città che la ospita e che da mesi si sta preparando per offrire, al pubblico e ai relatori, quattro giorni di grande interesse ma anche di divertimento e svago.
    "Sono certo – spiega Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento – che la città e l’intero Trentino risponderanno nel migliore dei modi. Centinaia di volontari, ai quali va il ringraziamento da parte di tutti noi, stanno lavorando da mesi dentro una macchina organizzativa straordinaria. Così come sono altrettanto sicuro che i relatori e gli argomenti di dibattito offriranno al pubblico una chiave di lettura completa sulle principali dinamiche economiche e sociali della nostra epoca".
    "Trento vuole diventare un momento di incontro e di confronto sull’attualità, dentro una cornice, l’economia, che – conclude Dellai – in ogni momento segna in maniera determinante il nostro vivere quotidiano".
    Chiusa la parentesi dedicata alla cerimonia di apertura, l’edizione 2006 del Festival dell’Economia entrerà subito nel vivo, grazie ad un programma che in quattro giorni offrirà al pubblico oltre cento appuntamenti.
    La giornata di domani propone da subito tre eventi di grande richiamo: il forum dedicato alle autonomie e allo sviluppo locale, a cui prenderanno parte tra gli altri i governatori Renato Soru, Riccardo Illy e Lorenzo Dellai, oltre a Massimo Bordignon; il dialogo sulla classe dirigente italiana tra il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo e l’economista Michele Salvati; e l’incontro con l’economista cinese Fan Gang, dedicato proprio allo sviluppo della superpotenza economica orientale.
    La giornata di venerdì sarà invece caratterizzata dalla presenza a Trento di tre ministri: Tommaso Padoa-Schioppa (Economia) che nel format "Testimoni del tempo" risponderà alle domande del direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio De Bortoli, su Europa, economia e politica; Linda Lanzillotta (Affari Regionali), protagonista del forum "Innovazione come prodotto sociale"; e Paolo De Castro (Politiche agricole) relatore nei "Dialoghi sui sussidi in agricoltura". Il business del calcio, con gli aspetti inquietanti che stanno emergendo in queste settimane, saranno raccontati da Vittorio Malagutti, autore di un libro che anticipa la crisi, non solo economica, della prima industria sportiva italiana. L’economista inglese Anthony Atkinson discuterà, presentato da Tito Boeri, sulle nuove disuguaglianze, mentre Jakob Svensson tratterà del delicato tema della corruzione negli aiuti allo sviluppo e un altro economista, Jan Van Ours, dedicherà il format "Oltre la frontiera" ai bambini che leggono libri e i coetanei che consumano televisione.
    Sabato sarà di scena uno dei grandi del pensiero contemporaneo, Zygmunt Bauman, al quale sarà affidato il compito di ridisegnare il ruolo dell’Europa in un contesto mondiale sempre più influenzato dai paesi asiatici. Sempre l’uomo sarà il protagonista del Festival con Stephen Nickell, alle prese con il problema dei lavoratori poveri, e Richard Layard sul disagio dei cittadini dei paesi occidentali, nonostante il benessere materiale. L’Africa e i mali di un intero continente saranno raccontati dal padre Kizito Sesana, fondatore di case famiglia tra lo Zambia e il Kenia. Di regole e di mercato si discuterà nel forum, coordinato da Dario Di Vico, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, il pm Francesco Greco, l’ex segretario della Cisl Savino Pezzotta, il parlamentare Bruno Tabacci, Stefano Micossi e Marco Onado.
    Il Festival dell’Economia sarà chiuso da Ralf Dahrendorf, scienziato del sociale e attento analista di un’Europa unità sul piano monetario ma non altrettanto forte in quello economico e politico. E ancora l’incomunicabilità fra le istituzioni europee e il popolo dell’Unione europea saranno lo spunto per il confronto tra Carlo Bastasin e Daniel Gros, presentati da Tito Boeri, mentre le inquietudini provocate dai popoli che migrano saranno affidati a Massimo Livi Bacci. Di Asia, e in particolare della piaga del lavoro minorile, si tornerà a parlare con l’economista indiano Kaushik Basu.
    Il tema della globalizzazione riunirà su un unico palco personaggi distanti nella vita, quali Vittorio Agnoletto, ancora l’indiano Kaushik Basu, Fabrizio Onida, Furio Camillo Rosati e Danilo Zolo. Infine una finestra, con Carlo Borzaga e Giorgio Ruffolo, sarà aperta sull’impresa non profit, stretta tra stato e mercato.
    Fin qui il programma scientifico del Festival che vivrà ogni giorno su decine di altri momenti e appuntamenti, dedicate alle famiglie, i bambini, studenti e professionisti. Mostre, concerti, mercatini, giochi di piazza, recital e cabaret (da non perdere Enrico Bertolino giovedì sera e Moni Ovadia quella successiva), per finire con la notte animata dalla musica dei dj all’area Italcementi. Nove autori presenteranno i propri libri nelle sale della Biblioteca comunale, mentre le prime ombre della notte saranno rischiarate dalle luci del cinema d’autore nel cuore dell’Università. (aise)  http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=30812Editrice SOGEDI s.r.l. - Reg. Trib. Roma n°15771/75 

     

    Sintesi clicca:

    http://www.istat.it/dati/catalogo/20060524_00/sintesi.pdf

    Ridurre le aree di vulnerabilità,

    far crescere la fiducia

    Volumecompleto clicca:

    http://www.istat.it/dati/catalogo/20060524_00/rapporto2005.pdf

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    Messaggio N°149 31-05-2006 - 05:53Tags: FAMIGLIA CASA PROBLEMI
     Telefono Blu Consumatori

        Care cari vi presentiamo le iniziative per cui chiediamo il massimo di adesione e di passaparola BOND CIRIO È imminente l'inizio del processo per il caso dei bond Cirio.L'udienza è fissata per il 16.6.2006 presso il Tribunale Penale di Roma.I consumatori interessati a costituirsi parte civile sono invitati a contattare 06.3751.8881 ed email sosconsu@tin.it per aderire al comitato che si presenterà al Tribunale di Roma per tutta Ialia . Conferimento incarico e sin da ora le persone offese devono avere a loro diretta disposizione: - il codice ISIN - la denominazione del titolo emesso - l'importo espresso in Euro Successivamente al 16.6.2006 non sarà più possibile effettuare la costituzione.

        CALCIO GATE CALCIOPOLI PIEDI PULITI Basta collegarsi ai siti www.telefonoblu.it e www.sosconsumatori.it per chiederci le modalità di ricorso indicando chiaramente da dove si scrive ed un recapito telefonico , si stanno costituendo i comiati GEST LINE e GESTORI RECUPERO CREDITI CONTENZIOSO AMMINISTRATIVO Si chiamano società di recupero credito , vengono utilizzate dalle compagnie telefoniche , ma soprattutto dalle amministrazioni comunali per il recupero di crediti vantati piu' o meno giustificati . Alcune di queste società hanno dimensioni nazionali di grande rilievo ed azionisti importanti nel sistema finanziario . Il problema sottolinea Telefono Blu Sos Consumatori che ha condotto anche un indagine in merito , è che soprattutto nelle città , queste società di recupero crediti commettono spesso errori se non abusi (secondo una stima ponderata non meno del 10%). Il piu' brutto è quello di minacciare i cittadini di pignorare la casa anche sotto la cifra degli 8000 euro previsti per legge , per una semplice contravvenzione o una bolleta non pagata magari diversi anni fa . Telefono Blu informa , che tali società ricevono un compenso significativo da tali azioni e che di fatto l'alluggamento della riscossione serve di fatto piu' ad impinguare le casse che a chiedere l'onesto recupero della bolletta ecc. non pagata (piu' le more di legge ) . Insomma non solo vogliamo vederci chiaro e per questo abbiamo schierato i ns 125 uffici legali in tutta Italia http://www.sosconsumatori.it/ alla voce "contanzioso amministrativo " . Possono anche contattarci al centralino 199.44.33.78 lasciando i propri dati .

    RICARICHE TELEFONICHE - Abolire i prezzi delle ricariche dei telefonini. Questo richiede Telefono Blu In Italia, purtroppo, i servizi di ricarica, non sono sottoposti alle regole della concorrenza del mercato.Si pensi che i contri correnti sul web sono utilizzati prevalentemente per effettuare ricariche di cellulari e corrispondono a 5 milioni di operazioni infatti solo l'8% degli italiani usa un abbonamento. Telefono Blu Consumatori ha attivato una specifica petizione on line http://www.sosconsumatori.it/cellulare_sms_callcenter_suonerie.htm Telefono Blu - Sos Consumatori invita inoltre i cittadini a prestare attenzione ai servizi non richiesti che spesso, dopo un periodo promozionale gratuito, vengono addebitati agli utenti ignari e non informati dalle stesse compagnie telefoniche, nonchè a segnalare i casi e le lamentele a Telefono Blu (Centralino tel. 02-76003013 - Sito internet http://www.telefonoblu.it www.sosconsumatori.it ).

       LEGGE SORU . SOVRATTASSA A SECONDE CASE IN SARDEGNA FRUTTO DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE ANTICOSTITUZIONALE Sono migliaia , le proteste dei possessori di seconda casa ( a volte anche residenti ) sull'isola che ci hanno telefonato per protestare contro la legge regionale che vuole imporre una ulteriore tassa sulla casa dopo ici , irpef e compagnia bella . Telefono Blu ha deciso di attivare dai siti http://www.telefonoblu.it/sardegna/index.htm http://www.telefonoblu.it/sardegna/gallura/index.htm una petizione on line rivolta a tutti i possessori di casa Le telefonate confermano la nostra ipotesi : verrebbero colpite famiglie che hanno investito i loro risparmi (non ricchi qualsiasi ) danneggiando seriamente l'immagine dell'isola con molti annunci di abbandono . Comunque un provvedimento che la Regione deve assolutamente ritirare , unico in Italia e fondalmente ingiusto . Piuttosto se la Regione vuole soldi dai suoi ospiti fornisca servizi validi a pagamento per tutti , mezzi di trasporto collettivi migliori e funzionali , ecc. ecc. Noi vogliamo bene all'isola per questo vogliamo salvarla

     
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    2 GIUGNO

    Post n°28 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Messaggio N°79 20-05-2006 - 06:54Tags: CULTURA CRONACA CINEMA TEATRO
     2 GIUGNO

     Storia » date storiche 2 Giugno, Festa della Repubblica


    Il 2 giugno 1946, a seguito dei risultati del "Referendum Istituzionale" indetto per scegliere fra Monarchia e Repubblica, l'Italia diveniva una Repubblica.

    La data diveniva, come "Festa Nazionale", uno dei simboli del nuovo stato e, dal 1948, l'appuntamento veniva sottolineato con una sfilata di reparti delle Forze Armate.

    La cerimonia viene gestita di concerto dalla Presidenza della Repubblica e dal Ministero della Difesa che si avvalgono di tutte le risorse disponibili per il corretto svolgimento della manifestazione.

    Da quest'anno un'apposita sezione del sito internet del Ministero della Difesa ospiterà tutti gli argomenti dedicati alla ricorrenza normalmente inseriti nei siti delle quattro Forze Armate.

    Nelle pagine che seguono troverete quindi una breve storia delle solenne cerimonia, una pagina dedicata agli appuntamenti ed alle iniziative dell'anno ed un rimando alle foto disponibili della parata più recente.

    http://www.esercito.difesa.it/root/tradizioni/2giugno_Storia.asp

     
     
    Messaggio N°146 29-05-2006 - 18:35Tags: POLITICA 

     ALL’ULTIMO VOTO

     

     

    AFFARI ITALIANI

    CINQUEALLECINQUE

    IL PRIMO QUOTIDIANO ON LINE SU CARTA

    Lunedì 29 maggio 2006

    http://www.libero.it/affaritaliani/

    Centrosinistra a Roma e Torino

    CdL, anche se di pochissimo, a Milano

    Centrodestra. Il presidente della Regione Salvatore Cuffaro,

    ricandidato dalla CdL, è avanti con il 52,8%; la candidata

    dell'Unione, Rita Borsellino, è accreditata del 42,9%. Sondaggi:

    nelle elezioni a sindaco di Milano, Letizia Moratti (CdL) è al 49-

    51%, Bruno Ferrante (Unione) al 48-50%. A Napoli Rosa Russo

    Iervolino è tra il 49 e il 52%. Per il comune di Roma Walter

    Veltroni (Unione) è accreditato del 58% contro il 40% di Gianni

    Alemanno (CdL). A Torino Rocco Buttiglione (CdL) si ferma al

    38%. Rieletto Sergio Chiamparino (Unione) con il 60%.

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    Messaggio N°145 29-05-2006 - 18:31Tags: ECONOMIA 
     
     Il Dream Team nato per vincere

    http://www.libero.it/affaritaliani/

      

    Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.

    Per Romano Prodi “la situazione

    dei conti pubblici è davvero

    preoccupante” ed è chiaramente

    colpa, per gli esponenti del

    Centrosinistra, della gestione di

    Silvio Berlusconi.

    Per curare il cancro strutturale della

    finanza italiana, però, il Professore

    si è dotato della migliore squadra

    attualmente in circolazione. Tutti

    economisti che hanno imparato ad

    usare i ferri del mestiere al celebre

    Mit bostoniano. Il Massachusetts

    Institute of Technology dove ha

    insegnato Economia e Finanza

    Franco Modigliani, il più grande

    economista italiano (scomparso nel

    2003) e premio Nobel nell’85.

    Allievi del rigore di Modigliani e

    studenti dei corsi di Phd in

    Economics del Mit, infatti,sono

    stati l'attuale ministro

    dell'Economia, Tommaso Padoa

    Schioppa, Mario Draghi, governatore

    di Bankitalia in carica, e

    Riccardo Faini, responsabile della

    commissione creata ad hoc dalla

    presidenza del Consiglio dei

    Ministri per la due diligence sui

    conti pubblici, nonchè ordinario di

    Politica Economica all’Università

    degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

    Insomma, la squadra di Prodi ha le

    carte in regola per riuscire nella

    titanica impresa di ridurre drasticamente

    un debito pubblico ormai

    stellare, sanare il dissesto delle

    finanze e far ripartire la crescita italiana.

    Si tratta di veri fuoriclasse

    della programmazione economica

    che hanno solo bisogno di essere

    nelle condizioni migliori per esprimere

    tutto il loro talento. Se mancheranno

    l’obiettivo la colpa sarà

    solo dell’allenatore.

     

    AFFARI ITALIANI

    23 agosto 2006
     Conti pubblici, mancano all'appello 4 miliardi
    di Isabella Bufacchi

    Le misure una tantum a correzione del deficit quest'anno "dovrebbero" essere pari allo 0,3% del Pil ovvero poco più di 4 miliardi di euro.

    È quanto rileva il Dpef 2007-2011 ma il condizionale è d'obbligo. La campagna anticondono del Governo Prodi ha fatto venire meno i 2 miliardi del concordato fiscale tremontiano 2003-2004 e al momento al ministero dell'Economia non sono ipotizzati incassi da altro tipo di operazioni straordinarie.
    La macchina delle dismissioni immobiliari per il contenimento del deficit/Pil, realizzate dal Governo Berlusconi tramite cartolarizzazioni e fondi immobiliari, è ferma. E rimarrà a motori spenti al Mef almeno fino a quando Eurostat non avrà pubblicato forse in ottobre le tanto attese nuove linee guida sulle securitization degli Stati europei.
    L'unica cartolarizzazione realizzabile dal Tesoro in pochi mesi e contabilizzabile entro fine anno è una Inps7 per un importo attorno ai 3 miliardi. Questo tipo di securitization è considerata standard ed è ripetibile. Trattandosi però della cessione di attività finanziarie, l'impatto va esclusivamente a riduzione del debito. La crescita del Pil e le entrate tributarie, entrambe pronosticate superiori alle attese quest'anno, potrebbero rendere indolore l'assenza di una tantum sul deficit/Pil.
    L'anno elettorale ha rallentato il processo decisionale al Mef ma il ministro Tommaso Padoa Schioppa ha subito preso le distanze dalle cosiddette "one off", preferendo concentrarsi su misure strutturali correttive per risanare i conti pubblici. Il fatto che nel Dpef 20072011 che porta la sua firma le una tantum siano pressochè annullate è stato notato favorevolmente dalle agenzie di rating e dalla comunità finanziaria internazionale che detiene 700 miliardi di titoli di Stato e che vuole vedere misure correttive strutturali.
    Il Tesoro tuttavia non ha imbastito cartolarizzazioni 2006 anche perchè Eurostat ha rinviato la pubblicazione delle linee guida per le securitization pubbliche. Il manuale dell'ufficio statistico della Commissione europea che una volta per tutte dovrà fare chiarezza sulle cartolarizzazioni è atteso da mesi. Avrebbe dovuto vedere laluce in primavera ma è slittato a luglio, poi a settembre. Questo ritardo sarebbe stato causato dal braccio di ferro tra Eurostat e gli Stati che utilizzano le cartolarizzazioni, perchè questi ultimi — compresa l'Italia — hanno voluto evitare la retroattività delle norme.
    La due diligence di Eurostat è ora conclusa e il manuale è pronto: senza effetti retroattivi, secondo fonti bene informate. Salvo ripensamenti, le linee guida sulle cartolarizzazioni saranno essere rese note ai primi di ottobre: dopo il primo, la scadenza della consegna delle notifiche definitive sui conti pubblici dei Paesi europei. I dati sul deficit/ Pil inviati a Bruxelles il primo aprile sono provvisori: quelli del primo ottobre sono definitivi. Se i nuovi criteri sulle cartolarizzazioni avessero comportato un'applicazione retroattiva, è la versione che circola negli ambienti vicini al Tesoro, sarebbero emersi in estate.
    Tommaso PadoaSchioppa ha invitato comunque i tecnici del Mef alla cautela e alla massima prudenza: non intende fare passi falsi. Nell'incertezza,i programmi sulle cartolarizzazioni restano sospesi.Per ridurre il debito gli esperti sostengono che si possa realizzare in poche settimane il settimo bond sui crediti Inps che può fruttare fino a 3 miliardi (i nuovi crediti annuali ammontano solitamente 6 miliardi). Da una seconda securitization dei prestiti personali Inpdap e dei prestiti per la ricerca Map Miur lo Stato può incassare fino a 2 miliardi: ma realisticamente non prima del 2007. La cartolarizzazione Scip3 per la vendita delle unità residenziali della Difesa è in bilico da anni. Potrebbe essere definitivamente cancellata dal Governo Prodi: ma al momento le banche arranger Barclays bank, Mediobanca e Ubs non sono state sollevate dal loro incarico ricevuto nel gennaio 2004. Negli ambienti della Difesa corre voce che il processo della vendita agli inquilini di 4.493 alloggi sia stato riattivato e che a fine luglio il Gabinetto del ministro Arturo Parisi abbia dato nuove disposizioni per ampliare il numero degli immobili residenziali alienabili. Gli alloggi potenzialmente vendibili — non in caserme, aeroporti e porti — sarebbero oltre 10.000. E la Difesa pare abbia già iniziato a esplorare la dismissione delle caserme in disuso.

     

    CINQUEALLECINQUE

    IL PRIMO QUOTIDIANO ON LINE SU CARTA

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    , Unione avanti a Napoli e. La Sicilia resta al
    Messaggio N°148 30-05-2006 - 05:27Tags: POLITICA
     La Moratti tiene Milano

     

     

    Il Centrosinistra supera il primo test elettorale!

    Comune di MILANO - Sindaco

    MORATTI LETIZIA 314.282 51,9 %

    FERRANTE BRUNO 284.752 47,0 %

    In Sicilia rimane Cuffaro. Per gli altri maggiori comuni: a Roma Veltroni,

    a Torino Chiamparino e a Napoli Iervolino, confermando le previsioni!

      Ma scarsissima è l'affluenza alle urne!

    http://www.libero.it/affaritaliani/

    Berlusconi datti una mossa

    E’ il giorno dei bilanci all’interno dei due poli  all’indomani

    delle elezioni amministrative che hanno riconfermato l’Unione a

    Roma, Torino, Napoli e la CdL a Milano e in Sicilia. Nella Casa

    delle libertà è , sotto accusa il Cavaliere , per aver cercato la. E per aver caratterizzato politicamenteNon possiamo parlare di un risultato eccezionale, accusa il, intervistato da Affari.

    rivincita che non c’è stata

    la tornata elettorale, poi rivelatasi un mezzo flop per l’opposizione.

    Ma anche nel Centrosinistra non mancano i problemi.

    “Non possiamo parlare di un risultato eccezionale, accusa il, sindaco di Venezia Massimo Cacciari  intervistato da Affari.

    “Rimane questo grave buco del Nord e della Sicilia per la nostra

    coalizione, ancora irrisolto. Spero che il governo Prodi possa

    occuparsi di questo problema seriamente”.

     MA PURTROPPO:

     
     
     

    NAPOLI VOTA

    Post n°27 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

     
    Messaggio N°125 26-05-2006 - 18:45Tags: DONNE
     NAPOLI VOTA
     

      NAPOLI - Si terranno regolarmente domenica e lunedì prossimi le elezioni comunali in Campania. Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno, Enzo Scotti, la cui lista, Terzo Polo, è stata riammessa dal Consiglio di Stato per le prossime elezioni amministrative di Napoli in programma domenica e lunedì. Scotti in pratica ha reso noto di aver rinunciato al periodo di 15 giorni di proroga che gli sarebbe spettato per svolgere la campagna elettorale.

    SCOTTI: NON PARTECIPEREMO, NAPOLETANI SI ASTENENGANO
    "Decidiamo di non partecipare alle elezioni e non le contesteremo. I nostri voti? Non andranno a nessuno. Alla gente chiediamo di protestare 'violentemente' attraverso il voto, con l'astensione". E' quanto ha detto l'ex ministro dell'Interno, Enzo Scotti, nella conferenza stampa nella quale ha annunciato la rinuncia alla presentazione della lista alle prossime elezioni comunali di Napoli.

    Parlerà, gli è stato chiesto, con il ministro dell'Interno, Amato? "No, io parlo - ha risposto - attraverso le procedure giudiziarie che sono possibili. Nessuna pressione, non ho parlato con nessuno, mi sono rifiutato di parlare con chiunque. E' una decisione presa in piena coscienza, da solo, con i miei amici, in accordo con il candidato sindaco. Avendo anche opinioni che potevano essere diverse ma la decisione è politica. Me ne assumo - ha concluso - tutta la responsabilità".

    http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200605261938243344/200605261938243344.html

     

    AFFARI ITALIANI CINQUEALLECINQUE IL PRIMO QUOTIDIANO ON LINE SU CARTA

    http://www.libero.it/affaritaliani/


      NapoliAmministrative a rischio: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Terzo Polo di Aurora Zilberstein. L’unica possibilità per mantenere le date del 28 e 29 maggio è che la lista accetti di avere meno tempo a disposizione per la campagna elettorale.

      Come dice Manzoni:

    Aurora Zilberstein chi era costei?

    Tutto quello che ho trovato è qui: donna, 34 anni, ebrea,

    per il terzo pollo!

    Non prendetevela con me l'informatissimo sito elettorale napoletano questo riporta:

    Napoli: A Napoli 8 candidati per la poltrona di Sindaco

    http://www.elezioninews.it/modules.php?name=News&file=article&sid=324


     
    Lo sprint finale verso le amministrative del 28 maggio e'  ufficialmente partito con la presentazione delle liste elettorali. In Campania la corsa alle poltrone del comando si terra' a Napoli, Caserta, Benevento e Salerno. E non mancano sorprese ne' elementi di forte contrasto, che inevitabilmente renderannno la competizione emozionante.


    A Napoli, dove il sindaco uscente Rosa Russo Iervolino aprira' al teatro Augusteo la propria campagna elettorale, la sfida sara' tra ben otto concorrenti, anche se per la carica di primo cittadino dovrebbe essere corsa a due tra ''Rosetta'' e Franco Malvano, ex questore di Napoli schierato dalla casa delle Liberta' e sostenuto in maniera prepotente dal leader di Forza Italia Silvio Berlusoni, deciso a scendere anche lui in campo in citta' pur di favorire l'elezione del candidato di centrodestra.
    A fare da terzo incomodo, con un ruolo tutt'altro che marginale, potrebbe essere Marco Rossi Doria, ex maestro di strada, che si presenta con la lista 'Decidiiamo insieme', nello schieramento del centrosinistra, ma in alternativa a Rosa Russo Iervolino. Ulteriore scelta per i napoletani potrebbe essere rappresentata da Salvatore Lauro (Con Lauro per Napoli), Mario Esposito (Unita' delle sinistre), Angelo Tramontano (Salvanapoli) e Luigi Sito (Carc). Ma sara' la posizione di Rossi Doria quella che potrebbe provocare sorprese.
    Il consenso che l'ex maestro di strada otterra' nel centrosinistra rischia infatti di  portare la Iervolino al ballottaggio. Nei mesi scorsi sono falliti tutti tentativi di creare un accordo tra i partiti dell'Unione che alle amministrative partenopee sostengono il sindaco uscente Rosa Russo Iervolino e quelli legati al movimento ''Decidiamo Insieme''. Anche Antonio Bassolino ha rivolto piu' volte appelli all'unita' di tutte le forze che si collocano nel centrosinistra, ''anche a quelle piu' critiche''.
    Gli ostacoli per la Iervolino si erano manifestati gia' ad inizio aprle, quando il leader dell'Udeur Clemente Mastella aveva dichiarati che al Comune di Napoli ''non voteremo la Iervolino, con lei si rischia di perdere. L'Udeur correra' sola''. Rossi Doria intanto e' andato per la sua strada.
    ''La mia candidatura a sindaco di Napoli non e' di disturbo al centrosinistra, ma e' un'opportunita'- disse durante un incontro pubblico- Tutti vedono che la candidata Rosa Russo Iervolino e' debole tra i cittadini perche' questi ultimi cinque anni non sono stati buoni per la citta', lei e' invisa ai napoletani''.

    Della ''guerra'' interna al centrosinistra potrebbe dunque beneficiare Franco  Malvano, che si avvarra' dell'appoggio di Azione Sociale.''Occorre liberare la citta' dal soffocante giogo della sinistra, che ne ha limitato la crescita sociale ed economica. Uniti si puo' vincere'', ha dichiarato recentemente Alessandra Mussolini. Poi c'e' sempre la ''spinta'' belusconiana, con i propositi del Premier di comprare casa a Napoli pur di vincere le elezioni amministrative. ''Una scelta solo elettorale'', il commento del presidente della Regione Bassolino. L'ottavo candidato e' una donna di 34, ebrea di origini, che si chiama Aurora Zilberstein, che si presenta per il terzo pollo.
    Intanto a Napoli e' anche sfida di di manifesti elettorali. Per le strade della citta' si incontrano gigantografie di una Iervolino decisamente ''ringiovanita'', con tanto di slogan (Io ci credo), contestato dallo staff di Malvano per una presunta assonanza con il messaggio agli elettori scelto precedentemente dalla Cdl (CambiamoCi Napoli).
    Alla sfida degli slogan non si e' sottratto Salvatore Lauro che prova a 'toccare' il cuore dei Napoletani mostrando la propria immaggine contrapposta a quella del 'Comandante' Achille, ex sindaco della citta' (Da Lauro a Lauro).
    AMMINISTRATIVE: NAPOLI, 7 GLI ASPIRANTI ALLA POLTRONA DI SINDACO

    Napoli, 21 mag - (Adnkronos) - Sono sette i candidati a sindaco di Napoli per le prossime elezioni  amministrative del 28 maggio e 29 maggio, la lista Terzo Polo, con il proprio candidato Aurora Zilberstein, non e' infatti stata ammessa. In campo ci sono il sindaco uscente Rosa Russo Iervolino, per il centrosinistra, l'ex questore di Napoli, Franco Malvano, per la Cdl, il maestro di strada, Marco Rossi Doria, con una lista civica nell'area di centrosinistra, Salvatore Lauro, senatore della Cdl nella scorsa legislatura, Angelo Tramontano, a capo di un cartello di liste, Mario Esposito, consigliere comunale uscente di Unita' delle Sinistre e Luigi Sito, per la Lista comunista.
    Le liste presentate per il Consiglio comunale sono 30. Sono quelle di An, Con Lauro per Napoli, Decidiamo insieme Rossi Doria sindaco, Democrazia cristiana per le Autonomie, Dimensione Christiana, Ds, Forza Italia, Il Centro Terzo Polo, Iniziativa Popolare, Italia dei Valori, La Margherita, Lega Campania Forza Napoli, Liberaldemocratici, Lista Comunista, Movimento idea sociale-Lista Rauti, Napoli 10 Una citta' da 10, Noi con Malvano sindaco, Nuovo Partito popolare con il Ppe, Partito d'azione comunista, Partito dei comunisti italiani, Partito repubblicano italiano, Partito socialista Nuovo Psi, Popolari Udeur, Rifondazione comunista, Salva Napoli, Socialdemocratici per Napoli, Udc, Unita' delle sinistre, Uniti per il Partito democratico, Verdi. (segue)
    (Ana/Col/Adnkronos)

    di Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli del 4 maggio 2006

    ALLARME Rosetta. Il sondaggio Ipr-Marketing (che ha testato tutte le forze presentate all´ufficio elettorale prima che questi ne eliminasse alcune, a partire dalla candidatura di Aurora Zilberstein) evidenzia che la vera variabile, in negativo, di queste elezioni, sarebbe al momento il sindaco uscente. Per alcuni dati.
    Primo. Iervolino oggi sarebbe quasi alla pari col suo principale avversario, fra 41 e 45 per cento lei, 40-44 per Malvano. Cinque anni fa al primo turno era davanti di oltre 3 punti su Antonio Martusciello, e soprattutto era su una quota nettamente superiore, al 48.8 per cento. Un risultato certo non eclatante per un sindaco uscente. Né vale più di tanto riconoscere che nel 2001 erano dalla sua anche i voti oggi disponibili per Rossi-Doria: se così fosse, anche questi sarebbero voti di centrosinistra in fuga dal sindaco, il che non farebbe che confermare il suo arretramento di fronte all´elettorato.
    Secondo. Rosetta è largamente al di sotto della sua coalizione. È forse l´elemento di trend più importante. L´intero centrosinistra, comprensivo anche dei voti di Rossi-Doria e di Mario Esposito, sarebbe in realtà al 55.2 per cento, praticamente in linea col 56 raccolto un mese fa alle politiche. Certo il rilievo omogeneo della Ipr, fra il sondaggio odierno e quello precedente sul Comune del febbraio scorso, vede il centrosinistra in calo di un buon 4 per cento sul terreno specifico, storicamente più congeniale, delle amministrative. Ma la tenuta rispetto al dato reale, vicinissimo nel tempo, delle politiche, parrebbe confermare che il tema dominante non è il consenso della coalizione, ma la disponibilità o meno ad accettare la ricandidatura del sindaco uscente. Il blocco di centrodestra invece, comprensivo dei voti di Lauro, è in lieve crescita, di 1.3 punti, ma quel che più conta è che Malvano è assai più omogeneo alla sua coalizione, ne segue da vicino le evoluzioni e si attesta su una forbice fra 40 e 44 che pare del tutto analoga al 42.5 dei suoi partiti.
    Conclusione del sondaggio: tutto ruota intorno all´appeal elettorale di Rosetta. Certo pare ancora eclatante il dato di Rossi-Doria, e quella sua forbice fra 8 e 12 evoca il 9 per cento circa che raccolse nel ´93 Tino Santangelo, quando una certa fetta di città non era conquistata al verbo bassoliniano. Anche da questo punto di vista l´orologio della storia sembrerebbe essere tornato vagamente indietro. Per il centrosinistra la questione sarà ora vedere se il richiamo dei partiti sarà tanto convincente da portare gli elettori alle urne. Un fattore che potrebbe pesare in due modi concomitanti. Da un lato la stessa tecnicalità del voto e l´adesione alle istanze delle preferenze individuali dei candidati consiglieri potrebbero ridurre nell´urna quel voto disgiunto che oggi tiene campo nei semplici “pour parler”. Dall´altro il voto di lista farebbe premio sull´effetto sfiducia che pare invece trainato oggi dal sindaco e che, nell´urna, potrebbe avvantaggiare indirettamente Malvano, che invece pare non avere problemi col trend dei suoi elettori.
    Un compito, quello di motivare i propri elettori, che spetterebbe soprattutto ai partiti maggiormente dragati da Rossi-Doria: Ds e Margherita insieme perderebbero quasi il 5 per cento rispetto alle politiche, ma anche Rifondazione pare avviata a perdere un terzo dei suoi voti di aprile, da 8.6 a 6.0. Dato confermato dalla risposta alla domanda diretta dell´Ipr: il 30 per cento degli elettori bertinottiani tiene per Rossi-Doria, idem per il 25 per cento dei diessini e per il 10 dei rutelliani. I voti del maestro di strada sarebbero tutti qui, disgiunti da destra non gliene arrivano affatto, semmai c´è un 5 per cento di elettori Udc di fede iervoliniana.
    Partita a sinistra dunque. Poco da segnalare invece a destra. An e Udc perderebbero qualche decimale rispetto alle politiche, Forza Italia calerebbe invece di quasi il 3 per cento, ma sono voti che appaiono spalmati sulle altre liste che alle politiche non c´erano, soprattutto quella intestata allo stesso Malvano.

    Ecco i risultati del sondaggio:

    CANDIDATI SINDACO

    CANDIDATOintenzione di votogrado conoscenzafiduciaRosa Russo Iervolino41-459940Franco Malvano40-447048Marco Rossi Doria8-122844Mario Esposito0-11730Salvatore Lauro1.5-34825Angelo Tramontano1-21624Luigi Sito0-12-Aurora Zilberstein0-12-

    FONTE: IPR MARKETING

    LISTE
    Rifondazione Comunista 6
    Comunisti Italiani 2
    Federazione dei Verdi 3,5
    Democratici di Sinistra 17
    La Margherita 12
    Socialisti Democratici per Napoli 2
    L’Italia dei Valori 2,5
    Udeur 3,5
    Uniti per il partito democratico 1
    Altri di centrosinistra 0
    TOTALE COALIZIONE IERVOLINO 49,6

    Partito d’Azione comunista 0,2
    Lista Unità delle sinistra 0,5
    TOTALE COALIZIONE ESPOSITO 0,7

    Decidiamo Insieme - Rossi Doria 5

    Udc 3,3
    Forza Italia 20
    Democrazia Cristiana 1
    Nuovo Psi 0,5
    Alleanza Nazionale 13
    Partito Repubblicano Italiano 0,2
    Noi con Malvano 3,5
    Movimento Idea Sociale - Rauti 0,2
    Altre liste coalizione Malvano 0,8
    Altri di centro destra 0
    TOTALE COALIZIONE MALVANO 42,5

    Movimento sociale MIS 0,4
    Con Lauro 1,5
    TOTALE COALIZIONE LAURO 1,9

    Salvanapoli 0,4
    Liberaldemocratici 0,3
    Nuovo Partito Popolare 0,2
    TOTALE COALIZIONE TRAMONTANO 0,9

    Lista Comunista (Sito) 0,1

    Terzo Polo (Zilberstein) 0,2

    Altri 0

    FONTE: IPR MARKETING

     


    Commenti • [feed dei commenti]
    1

    Tutto secondo quanto si immaginava che fosse lo scenario e l’aria che tira non favorevole alla Iervolino nonostante i suoi peana di una prossima vittoria!A Rossi Doria e al movimento essa dovrebbe fare una statua d’oro perchè sta evitando che i voti siano contro di lei o astenuti o confluenti in schede nulle.La città ha le scatole piene del suo modo di fare,della sua squadra sgangherata,della sua politica di annunci e di promesse non mantenute,del carattere spocchioso,irriguardoso,permaloso e inelegante nei confronti degli avversari e di coloro che si permettono di criticarla.
    Avrà tutto da guadagnare Napoli da un’eventuale soccorso in favore di questo sindaco imposto da un dictat che ha impedito una normale e serena scelta del nostro primo cittadino e che lo ha imposto contro il volere della maggioranza dei cittadini.Ma ciò potrà avvenire solo se la Iervolino prenderà coscienza dei suoi limiti e accetterà di condividere programma e azione di governo con Rossi Doria che sta imponendosi giorno per giorno con la forza delle sue idee.

    Commento postato da Francesco de Goyzueta il 4 Maggio 2006
    2

    DOMANDA:
    Marco Rossi Doria è conosciuto dal 28% dell’elettorato e dovrebbe prendere tra l’8% ed il 12%.
    Cosa succede se in queste tre settimane la sua notorietà raddoppia?
    “Fuori dal coro”

    Commento postato da fuori dal coro il 4 Maggio 2006
    3

    Che, se tanto mi da tanto, potrebbe arrivare ad un 15 %, il che sarebbe davvero auspicabile.Ma è davvero difficile fare previsioni ed è molto azzardato, in questo caso, lavorare sulle ipotesi.Dobbiamo solo attendere l’apertura delle urne.Il resto, sondaggi compresi, è aria fritta.

    Commento postato da beau il 4 Maggio 2006
    4

    La pubblicazione di questo sondaggio spiega un bel po’ di cose riguardo l’atteggiamento schizofrenico dei giorni precedenti la presentazione delle liste.
    Anzitutto lo stranissimo interessamento di Rifondazione Comunista, che dal 10 scende al 6 percento e saluta definitivamente le sue velleità riguardo al vicesindaco.
    Poi il 17 dei DS, risultato tanto negativo da rimettere in discussione almeno una casella da assessore.
    Infine lo schiaffone del sindaco con meno voti della coalizione… per forza che non ha voluto sentir parlare di accordi nelle municipalità: li odia!

    Commento postato da sivori il 4 Maggio 2006
    5

    ma lo sapete che il 10% dei votanti a Napoli fa più di cinquantamila voti? stupefacente che un candidato virtuale arrivi a tanto…
    la smetteranno di confortarsi a vicenda e cominceranno prima o poi a capire a che grado di schifo hanno condotto i loro elettori?

    Commento postato da caramella il 4 Maggio 2006
    6

    mi piacerebbe poter dare più valore a questo sondaggio, ma purtroppo i fatti recenti (chi si è scordato del +5% alle politiche che è diventato +0,01%?) e la conoscenza della città di napoli (credo che la maggioranza della popolazione non sappia nemmeno che si vota a maggio) mi inducono ad estrema cautela. la considero piuttosto una “consultazione” dei ceti più politicizzati e da questo punto di vista il dato che mi sembra più interessante e positivo (per me e per Rossi Doria) è quello relativo al gradimento della jervolino: la conosce praticamente tutto il campione, ma solo una metà scarsa (41-45%) ha intenzione di votarla benchè siano ancora meno coloro che la stimano (40%)! questo mi sembra davvero eccezionale: c’è una fascia che va dal 1 al 5% del campione che dichiara di votare jervolino pur non stimandola!! anzi, se vogliamo tenere conto della realtà dovremmo dire che c’è un 1-5% che non si vergogna di dire che la voterà pur ammettendo che non la stima. secondo me, considerando coloro che si vergognano anche con se stessi di ammettere questo, il numero di elettori conquistabili cresce moltissimo (anche se, a parziale correzione di caramella, si deve dire che il 10% equivale a 50.000 voti solo quando votano 500.000 elettori, cioè oltre il 70% cioè solo in casi particolari, a Napoli, non alle amministrative, finora almeno..).
    ne concludo, personalmente, che occorre puntare con decisione all’elletorato di sinistra deluso dalla jervolino potenzialmente disponibile almeno al voto disgiunto in favore di MRD (ciò che aveva capito bene il PRC, “ma più che l’onor potè il digiuno…”).

    Commento postato da pietro spina il 5 Maggio 2006
    7

    Caro Pietro, penso che voi dello Staff di MRD , stiate lavorando bene, sul voto disgiunto non ci giurerei più di tanto, c’è il “demone” sulla piazza.Già la J ha dichiaratoche MRD è consapevole di ” far vincere la destra”, qualcun altro sul blog ha lo ha definito “arrogante” perchè ha detto : ” no, mi dispiace” alle profferte dll Unione.Stiamo a vedere.Va da sèch gli attacchi più pesanti a “decidereinsieme” verranno dalla sedicente “sinistra”.Ma questo lo abbiamo sempre saputo.
    P.S. non trovi che questo blog sia molto carino?Si può andare Off Topic quando si vuole.C’è molta fantasia quando si scrivono le cose e questo non mi dispiace.

    ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2006

    Sfida tra Rosa Russo Iervolino (Unione) e Franco Malvano (Cdl)

    Napoli, 8 candidati a Sindaco

    Sono 30 le liste presentate a sostegno delle candidature a primo cittadino

    Sono otto i candidati a sindaco di Napoli a conclusione della presentazione delle liste per le prossime elezioni amministrative del 28 maggio e 29 maggio.

     

    In campo ci sono il sindaco uscente Rosa Russo Iervolino, per il centrosinistra, l'ex questore di Napoli, Franco Malvano, per la Cdl, il maestro di strada, Marco Rossi Doria, con una lista civica nel suo nome dell'area di centrosinistra, Salvatore Lauro, senatore della Cdl nella scorsa legislatura, Angelo Tramontano, a capo di un cartello di liste, Mario Esposito, consigliere comunale uscente di Unità delle Sinistre, Luigi Sito, per la Lista comunista, Aurora Zilberstein, per il Terzo Polo.

     

    Le liste presentate per il Consiglio comunale sono 30. Sono quelle di An, Con Lauro per Napoli, Decidiamo insieme Rossi Doria sindaco, Democrazia cristiana per le Autonomie, Dimensione Christiana, Ds, Forza Italia, Il Centro Terzo Polo, Iniziativa Popolare, Italia dei Valori, La Margherita, Lega Campania Forza Napoli, Liberaldemocratici, Lista Comunista, Movimento idea sociale-Lista Rauti, Napoli 10 Una città da 10, Noi con Malvano sindaco, Nuovo Partito popolare con il Ppe, Partito d'azione comunista, Partito dei comunisti italiani, Partito repubblicano italiano, Partito socialista Nuovo Psi, Popolari Udeur, Rifondazione comunista, Salva Napoli, Socialdemocratici per Napoli, Udc, Unità delle sinistre, Uniti per il Partito democratico, Verdi.




    (Pubblicato il 01 maggio 2006)
     
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    Messaggio N°147 30-05-2006 - 05:19Tags: POLITICA
     No Comment!
    RAINEWS24
    Elezioni amministrative. Napoli, indagati due candidati della Margherita per voto di scambio


    Fermati cinque esponenti del clan Faiano per estorsione e scambio elettorale


    Napoli, 29 maggio 2006

    Due candidati della Margherita alle elezioni amministrative di Napoli sono indagati nell'ambito dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia su presunti rapporti di voto di scambio con esponenti della criminalita' organizzata.

    I due, secondo quanto si e' appreso, avrebbero ricevuto un invito a presentarsi per domani in procura, dove saranno interrogati dai magistrati. 
     
    Si tratta di Salvatore Esposito, di 48 anni, e Enrico Campagna, di 46. Esposito è candidato al consiglio comunale, Campagna alla seconda Municipalita' (Avvocata Montecalvario Mercato-Pendino San Giuseppe-Porto).  

    L'ipotesi di reato formulata dai pm è di voto di scambio, nonche' 416 ter (promessa di voti in cambio di somme di denaro, in contanti e assegni).

    I due candidati sono indagati in concorso con Francesco Angri e Vittorio Di Napoli, indicati dagli inquirenti come "notoriamente appartenente alla criminalita' organizzata e, in particolare, alla associazione camorristica denominata clan Faiano, facente capo alla famiglia De Biase". Di Napoli e Angri sono tra i cinque destinatari dei decreti di fermo emessi dalla Dda di Napoli.

    Le indagini che la procura sta conducendo in relazione alle denunce, presentate da numerosi candidati, riguardanti la regolarita' della campagna elettorale, hanno portato questa mattina al fermo di cinque esponenti del clan Faiano, attivo nei Quartieri spagnoli di Napoli, accusati di estorsione aggravata, scambio elettorale politico-mafioso e violazione della legge che regola le elezioni amministrative.

    Attraverso intercettazioni telefoniche risulta che alcuni candidati avrebbero "appaltato" la campagna elettorale ad esponenti della camorra, pagandoli in cambio della promessa di voti e della garanzia dell'esclusiva per l'affissione di manifesti in determinate zone, che prevedeva anche forme di intimidazione verso i candidati avversari.
    Uno dei cinque fermati, cui era stata affidata secondo i magistrati l'organizzazione della campagna elettorale nei Quartieri spagnoli, era addirittura agli arresti domiciliari e privo dell'elettorato attivo, a seguito delle condanne gia' riportate.

    Dalle indagini e' emerso che, oltre alla presenza di candidati gravati da precedenti penali che hanno falsamente dichiarato di essere in possesso dei requisiti di eleggibilita', altri sono stati sottoposti a minacce e intimidazioni, finalizzate al pagamento di vere e proprie tangenti, come il caso di un candidato alle Municipalita' al quale il clan Faiano aveva chiesto 2500 euro per poter svolgere la propria campagna elettorale ai Quartieri spagnoli.

    Secondo la procura di Napoli, le indagini svolte "hanno rivelato uno spaccato allarmante dell'attuale campagna elettorale".

     
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    A BOLOGNA!

    Post n°26 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Messaggio N°107 24-05-2006 - 18:28Tags: BOLOGNA

    Messaggio N°81 22-05-2006 - 09:39Tags: BOLOGNA

     FILOBUS
      Bologna 25 agosto 2006 comunicato stampa
    "---Assessore lasci, gentilmente lasci  in pace i Suv" , sia gentile , così con tono cordiale Telefono Blu Consumatori si rivolge all'amministrazione comunale . Se ha visto che funziona sulla sabbia pensi a quanto funzionano sui nostri colli e per le strade . Non sono nè di destra nè di sinistra , come del resto le biciclette e dispiace deludere i soliti profani , non inquinano di piu' di tante altre auto (di cilindrata minore e guidate male )  in circolazione ed ingormbrano lo stesso spazio visto che nelle striscie blu sono tutti belli parcheggiati . A livello nazionale abbiamo lanciato una campgna rivolta anche al Ministro dell'ambiente contro ogni forma di tassa ineguale (petizione che ha raccolto migliaia e migliaia di consensi ) ed ora ripeteremo con lo stesso garbo anche dal sito http://www.telefonoblu.it/emiliaromagna/bologna/index.htm  . Un appello sincero evitiamo di tassare e multare  qualunque cosa si muova comprese le persone , aiuterebbe molto a far risparmiare soldi alle famiglie e ai consumatori
    Bologna 22 maggio 2006 . Comunicato Stampa . Qualcuno annuncia che la linea  filoviaria 14 non partirà prima di settembre, a causa del fatto che non ci sono i soldi per l'acquisto dei nuovi filobus. Questa cosa fa trasalire e sa di scusa bella e buona per coprire le magagne organizzative che ogni giorno si sono presentate nella costruzione di questa linea  sostiene Telefono Blu Sos Consumatori che raccoglie le denuncie dei cittadini sulla mobilità a Bologna allo 051 440055 e dal sito http://www.telefonoblu.it/emiliaromagna/bologna/index.htm  L'impianto si informa che è  quasi terminato! Si lavora sul tratto in via S. Vitale;  purtroppo non è così , abbiamo fatto  un giro sulla linea,  e abbiamo   notato che i fili erano già tesati e completati, e smantellati di nuovo alla rotonda di via Massarenti per permettere i lavori sulla tangenziale, e che per un bel pò di tempo ci sarà il problema dei ponti ferroviari da ricostruire con i soliti disagi per gli utenti.Ora l'ATC dovrebbe  informare i cittadini su due fatti : I° - come mai non si è accorta dei lavori in tangenziale già in corso mentre si posava la linea?   II° - come mai nel 1955-59 si acquistarono 55 filobus sufficienti per tre line (41 - 42- 43) e ora con 54 filobus non siamo in grado di farli lavorare a pieno ritmo sulle linee 13 - 32 - 33, in quanto si vedono anche autobus che si alternano, ed un'ultima cosa! se non si può far partire la linea 14, completiamo quei maledetti 100 metri!! sul ponte di San Ruffillo e facciamo circolare i filobus fino a via Pavese visto che i fili ci sono da agosto 2005. 
    Conclude Telefono Blu di Bologna . Siamo molto perplessi sulla mobilità a Bologna , anzi siamo alla frutta , altro che alternativa alle auto , abbiamo fatto 3 passi indietro .  
     

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    Messaggio N°121 26-05-2006 - 09:10Tags: BOLOGNA
     
    Messaggio N°50 09-05-2006 - 19:04Tags: BOLOGNA
     
    Messaggio N°52 09-05-2006 - 19:25Tags: ECONOMIA
     CONSUMATORI BOLOGNA
     Tu passi col rosso ed il semaforo ti fotografa
     Tu passi col giallo ed il semaforo ti fotografa
     Tu passi col verde ed il semaforo ti fotografa
    Nessuno dà più la precedenza a destra, colpa delle rotonde sbagliate! Chi le percorre dovrebbe rispettare la destra, agevolando al massimo l'accesso alla rotatoria (in francia funziona benissimo) con il dare la precedenza il traffico non scorre (soprattutto se si mettono anche dei semafori) Si sono buttati via miliardi e miliardi, tanto vale l'incrocio classico!
     Da 1984 di George Orwell al grande fratello.Ricordati le quinte colonne ti ascoltano,....guardano, fotografono e spiano! In un'Italia di spie almeno abroghiamo l'ipocrita legge sulla privacy !
     bologna  9 maggio 2006 .  . Stars ??? Non è purtroppo il titolo dell'accattivante album dei Simply Red , ma la nuova pandemia che colpisce gli automobilisti consumatori di Bologna . Sono cioè le multe elettroniche che pervongono raccomandate alle residenze di chi ha superato il rosso ma soprattutto di chi forse non lo ha superato , e il sistema non correttamente tarato colpisce comunque . Ad annunciarlo Telefono BLu Sos Consumatori che tutela i consumatori in città anche dalle multe ingiustificate . Stars è un qualcosa di dubbio , prima di tutto moralmente , perchè invece di mettere semafori trappola si possono fare rotonde , visto che il vero intento secondo la Costituzione è quello di prevenire il rischio e pericolo e non quello di fare ammende .Ergo chi è stato colpito da Stars puo' rivolgersi alla associazione 051 440055 e in via Nicolo dell'Arca tutti i pomeriggi per chiedere di fare ricorso , del resto come in tutti gli altri casi di contravvenzioni ritenute ingiuste . La tecnologia applicata alla sanzione , sta diventando un vero problema , conclude , la nota perchè non è in grado di distinguere fra palesi reati e inavvertenze errori o addirittura costituisce ingiusta sanzione  . L'appello è quello di non lasciar perdere .
    E' ACCESO SIRIO
    Dal 19 settembre 2005 è entrato pienamente in funzione il telecontrollo degli accessi alla ZTL. Conclusa l'ultima fase di sperimentazione, ora le telecamere funzionano in tutti i varchi: Santo Stefano, San Vitale, Alessandrini, Marconi, Riva di Reno, Sant'Isaia, San Felice, Tagliapietre e XII Giugno.
     
    Messaggio N°86 22-05-2006 - 21:55Tags: BOLOGNA
     
     PUBBLICITA' I LOVE!

      Segnalavo la pericolosità delle rotonde, per come sono organizzate, ma vale anche per il nuovo sottopasso della fondo valle Savena, per quello che percorro quasi quotidianamente.

    Quelle fascinose gigantografie pubblicitarie "Lormar: con Manuela Arcuri", con quella stupenda fanciulla tutta "scosciata", vestita per apparire nuda!

    Come attrae noi automobilisti in istantanei sogni d'eros più che d'agape! Un giorno o l'altro lo troveranno qualcuno, a mo di comica finale, infilato tra le accoglienti cosce della gigantognoccografia!

    http://www.lormar.it Immagine:Libero.it

     
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    Il Nettuno

      Fontana del Nettuno

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
     
       La fontana del Nettuno

    La fontana del Nettuno è una fontana monumentale che si trova a Bologna in piazza Nettuno (adiacente Piazza Maggiore).

    La statua fu promossa dal Cardinale Legato di Bologna Carlo Borromeo, il quale volle risistemare l'area di Piazza Maggiore, con l'aiuto del vescovo Pier Donato Cesi.

    La fontana avrebbe voluto simboleggiare il felice governo del neo eletto papa, e zio materno di Borromeo, Pio IV.

    L'opera fu progettata dall'architetto e pittore palermitano Tommaso Laureti nel 1563 e venne sormontata dalla imponente statua in bronzo del dio Nettuno dello scultore fiammingo manierista Jean de Boulogne da Douai, detto il Giambologna, desideroso di rifarsi dopo la sconfitta al concorso per la fontana di piazza a Firenze.

    Per la costruzione della fontana (terminata nel 1565) fu abbattuto un intero isolato e la spesa fu ripartita tra le case e le botteghe adiacenti.

    L'alimentazione idrica della fontana avvenne con la costruzione dell'opera di captazione dei bagni di Mario (cisterna sotterranea con decori rinascimentali, oggi assai deteriorati) e potenziata ristrutturando l'antica fonte Remonda (che è ancora funzionante e si trova sotto il convento di San Michele in Bosco) e convogliando le sue acque verso la piazza.

      Curiosità

    Il logo della Maserati è ispirato al tridente della statua del Nettuno.

    Si narra che Tommaso Laureti volesse realizzare il nettuno con proporzioni dei genitali un pò più prosperose ma la chiesa glielo proibì. Tommaso Laureti però non si arrese, infatti da una particolare angolazione si vedono i genitali del nettuno un po' ingranditi, effetto ottico senza alcun dubbio perchè altro non è che la mano del nettuno. All'epoca le donne di Bologna alla vista del Nettuno si eccitavano in particolar modo, così che la chiesa dovette mettere dei pantaloni di bronzo alla statua.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Fontana_del_Nettuno_(Bologna)

     

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    Ticket, al via il 19 giugno

      VIABILITA' Ticket, al via il 19 giugno L'ok arriva con un sms Scatta la novità: con l'ingresso a pagamento il centro storico si apre anche ai mezzi senza permesso. I ticket costano 5 euro per 24 ore e 12 euro per le 96 ore. Saranno messi in vendita nei punti dell'Atc e poi anche nelle edicole e tabaccherie. Per ottenere l'autorizzazione basterà telefonare a un call center o mandare un sms dal cellulare con il numero di serie del biglietto BOLOGNA, 24 MAGGIO - Conto alla rovescia per il ticket di accesso al centro: si parte lunedì 19 giugno. Il Comune, valutati gli ultimi test di questi giorni, ha dato il via a un’altra mini rivoluzione del traffico. Dal 19 del prossimo mese, dunque, le porte del centro si aprono — sia pure con precise limitazioni — anche alle auto che non hanno il pass per la Zona a traffico limitato (Ztl). Cittadini, operatori commerciali e artigiani potranno scegliere fra due tipi di «permessi occasionali»: giornaliero da 5 euro (valido 24 ore), ripetibile solo tre volte in un mese; quadrigiornaliero (96 ore) da 12 euro, valido quattro giorni consecutivi in un mese. Da sabato 1 luglio, invece, scatterà il pagamento dei permessi biennali destinati a operatori commerciali, del trasporto e agli artigiani. Il Comune è pronto a spedire le lettere, con allegato bollettino, che invierà agli interessati un mese prima della scadenza del permesso, con le istruzioni per il rinnovo. Scatta il primo luglio anche il pagamento per le nuove autorizzazioni. Per chi non pagherà entro i termini indicati dal Comune, si potrà arrivare all’annullamento del permesso. Questi pass — riservati agli operatori — premiano, con quattro scaglioni di prezzo, chi inquina meno. Si va dai 100 euro per i mezzi pre-Euro al permesso gratuito per i cosiddetti Vez, veicoli ad emissione zero, elettrici e ibridi. Le date di partenza del ticket sono state comunicate da Maurizio Zamboni , assessore al traffico del Comune, alle associazioni di categoria — Ascom e Confesercenti in testa — incontrate negli uffici del settore mobilità di via Brugnoli. Zamboni ha confermato il tetto massimo di accessi alla Ztl consentiti: il 2% in più di ingressi — nella fascia oraria 7-20 — rispetto al giorno feriale medio del periodo. Superata questa soglia (circa 800 veicoli) gli uffici bloccheranno ogni ulteriore richiesta di permesso.Di fronte alle preoccupazioni delle categorie (se un corriere che viene da fuori, lo si rimanda indietro e lo si fa riprovare il giorno dopo? che fare con le merci deperibili?) Zamboni ha fornito dati tranquillizzanti: ad oggi, le richieste di permesso sono circa 200 al giorno. E, in ogni caso, il tetto del 2% dovrebbe avere una sia pur minima flessibilità. La vendita dei ticket è affidata ad Atc. In un primo tempo, le nuove schede — tipo ‘gratta e sosta’ — saranno vendute nei punti Atc. In una fase successiva dovrebbe essere possibile acquistarle anche nelle tabaccherie e nelle edicole. Ciascun biglietto avrà un numero di serie unico. Basterà fare una telefonata al call center o spedire un sms, indicando il numero del ticket e la targa a cui va abbinato, e si riceverà l’immediata autorizzazione.Va detto che al costo del ticket andrà aggiunto quello della sosta su strada. Restano valide le regole attuali per chi parcheggia in autorimessa o si reca in albergo: non è previsto alcun ticket

    di Luca Orsi http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/bologna:5416695:/2006/05/24:

     
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    PARTITO DEMOCRATICO: COME DECOLLERA'

    Post n°25 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     

    Messaggio N°141 28-05-2006 - 22:33Tags: BOLOGNA

     L’Officina delle IdeeGiornale di Bologna metropolitana

    Direttore politico Paolo Salizzoni - Direttore responsabile Paolo Giuliani

    Numero 13 – Anno II° - Maggio 2006  Mensile - Aut. Trib. Bologna n. 7530/05 del 11/04/2005Propr.: Paolo Salizzoni; Coordinatore: Romano Masetti; Stampato in proprio - Sede via E.Ferrari, 28 - 40138 Bologna - Email: officinaidee@virgilio.it 

       PARTITO DEMOCRATICO: COME FARLO DECOLLARE

    Con un gruppo dirigente della Margherita Provinciale e Cittadina di Bologna già ampiamente scaduti?Analisi del voto?

    Se non fosse sintomatico di una situazione politica gravemente compromessa all’interno della margherita bolognese forse questa convocazione potrebbe fare sorridere (di melanconia). Il coordinamento provinciale della Margherita di Bologna è non solo scaduto da tempo, ma ogni convocazione si caratterizza per la presenza di pochissimi membri, e l’oligarchia che si riunisce è composta da persone compiacenti rispetto ad una certa parte di partito (che non chiamiamo maggioranza perché se lo fosse non avrebbe tanta paura di andare a congresso per confrontarsi in modo diretto e democratico). Una oligarchia che basa le sue pretese di gestione del percorso del futuro partito unico autoincensandosi per il risultato ottenuto dalla coalizione alla Camera, quando noi rileviamo invece che il risultato della Camera è stato più una risposta dei cittadini che non un merito dei partiti, mentre rispetto al voto del Senato ogni partito farebbe bene a prendersi le proprie responsabilità. E il risultato ottenuto dalla Margherita bolognese al Senato è un NON RISULTATO.

    Ad una distanza quasi siderale dal voto, i membri del coordinamento provinciale non sono stati chiamati ad analizzare il risultato elettorale della Margherita: un risultato che è inferiore a qualunque media regionale e nazionale, un risultato tanto basso che però è stato pagato dal partito emiliano romagnolo della Margherita con un prezzo molto alto: infatti non ha permesso di fare eleggere il 13° deputato ed il terzo senatore.

    Abbiamo letto con interesse alcune recenti dichiarazioni di esponenti politici della Margherita bolognese e prendiamo atto della assoluta mancanza di rispetto anche verso il segretario Bacchi Reggiani: gli assessori parlano da segretari, e visto che a farlo è proprio l’ex segretario e visto che questo coordinamento provinciale era stato eletto insieme a lui, viene da pensare all’attuale coordinatore come ad un inconsapevole prigioniero politico. Il coordinamento provinciale convocato per domani 9 maggio serve per mettere il cappello sul partito dopo che le decisioni sono già state prese da altre persone e in altre sedi.

    Noi pensiamo che la prospettiva del Partito Democratico sia troppo importante ed affascinante per mortificarla con il tentativo messo in atto da una parte di Margherita bolognese che desidera dirigerla e manipolarla al mero fine di garantire rendite personali.

    A nostro avviso sono due le condizioni, fra le altre, perché l’operazione riesca con efficacia: una Margherita forte, convinta del ruolo che può svolgere nel nuovo Partito e consapevole del patrimonio riformista che può portare senza annacquamenti: in sostanza i “Cristiano -sociali” li abbiamo già visti perfettamente assorbiti dal PDS prima e dai DS dopo senza aver svolto alcuna funzione, al punto che appare del tutto improponibile anche l’adesione al P.S.E. in Europa. L’altra condizione che ci sta a cuore è l’avvio di un confronto culturale di base per verificare quale sintesi è possibile fra i vari riformismi da declinare comunque al plurale.

    Per una tale azione occorre una dirigenza autorevole e credibile e non un assetto come quello attuale che, fra l’altro, non ha corrispondenza nelle mutazioni intervenute nel partito nel corso del tempo (questo coordinamento è stato eletto 3 anni fa!!). Pensiamo, pertanto, che solo il Congresso provinciale e cittadino possano ripristinare un comune denominatore ed attivare, credibilmente, il processo per addivenire alla formazione del Partito Democratico. Motivi tutti per i quali auspichiamo l’indizione dei Congressi come sola ed unica iniziativa democratica e capace di portarci con dignità nel futuro Partito Democratico. 

    Bologna, Dl divisi: prodiani si nascondono dietro partito unico

    Bologna, 11 Maggio (Agenzia Giornalistica “Velino”)

    È l'ultima carta dei prodiani bolognesi: nascondere la loro gestione fallimentare del partito mettendosi in testa al corteo vociante che invoca "Partito democratico subito". In questa manovra hanno l'appoggio dell'ala più modaiola dei media, che preferiscono occuparsi delle future e meravigliose prospettive del nuovo partito unico che non della realtà del gruppo dirigente prodiano, che ha clamorosamente fallito sul territorio.

    La Margherita in Emilia Romagna sta con Prodi ma non con i prodiani, bollati come "unti dal signore", imbattibili cacciatori di poltrone, incapaci di incanalare consensi e di sporcarsi le mani nel lavoro sul territorio. Sta di fatto che dove i prodiani hanno in mano il partito da anni - cioè a Bologna - i disastri sono talmente evidenti che e' diventato impossibile nasconderli. Così, mentre alle recenti elezioni politiche la Margherita avanzava a Reggio Emilia, a Modena e a Forlì, crollava a Bologna. Sul gruppo dei prodiani del capoluogo regionale grava la responsabilità di aver compromesso - raggiungendo il minimo storico in città a quota 7,2 per cento - il risultato dei Dl a livello regionale, fallendo l'obiettivo delle due cifre. Invece di analizzare il disastro e assumersi qualche responsabilità, dal coordinamento di Bologna, guidato da Giuseppe Bacchi Reggiani arriva invece il rilancio verso il Partito democratico a colpi di documenti. Una forzatura che non rispecchia il delicato compromesso che regge la Margherita a Bologna, che superò l'empasse affidando a un triumvirato (Bacchi Reggiani, Perrone, Peccenini) il compito di andare avanti fino a una fase congressuale che definisse una dirigenza votata ex-novo e condivisa.

    A squadernare la situazione, dopo scambi polemici e documenti votati in riunioni con larghe assenze, specialmente della componente popolare, c'e' ora la lettera di Paolo Giuliani, predecessore di Bacchi Reggiani alla guida del partito bolognese. Un’analisi severa che fotografa una "situazione politica gravemente compromessa. Il coordinamento - si legge - e' scaduto da tempo e ogni convocazione si caratterizza per la presenza di pochissimi membri e l'oligarchia che si riunisce e' composta da persone compiacenti verso una sola parte del partito. Un'oligarchia che basa le sue pretese sul percorso del futuro partito unico".

    E qui veniamo al punto politico, che emerge in modo particolare nella Magherita bolognese "gestita" dai prodiani, ma che percorre tutto il partito in regione. Giuliani dà voce a una linea maggioritaria dei diellini emiliano-romagnoli, anche se il coordinatore regionale Monari (area prodiana) non la condivide. La prospettiva del partito democratico, scrive Giuliani, "è troppo importante e affascinante per mortificarla con il tentativo messo in atto da una parte della Margherita bolognese, che desidera dirigerla e manipolarla al mero fine di garantire rendite personali". E mentre si inseguono sui giornali le interviste sull'argomento più alla moda, cioè il Partito democratico (l'ultima e' proprio quella di Monari), l'esito vero sembra volgersi verso un confronto congressuale, non più rinviabile per la Magherita bolognese.

    Da “La Repubblica” 21/05/06

    Dall’intervista a Franco Marini neo Presidente del Senato

    ....... Le culture cattolico-democratico, socialdemocratica e liberale possono e devono convivere con l’obiettivo ambizioso di coniugare la libertà con la giustizia sociale. Agli amici della Margherita mando questo messaggio: apritevi alla società, il comunismo è finito, ma tenete ferme le vostre idee e la vostra capacità di presenza. Il Partito Democratico nasce solo se questi tre filoni del pensiero riformista lavoreranno insieme in condizione di parità, con la stessa dignità e la stessa forza. E questo lo dico agli amici dei DS, che in qualche occasione mostrano la tentazione di ritenersi i più bravi. .......

    Caro Filippo: occhio al qualunquismo!

    Da “Il Corriere della sera” del 25/05/06   

    Si, meglio le primarie e addio ai bilancini

    Di Filippo Andreatta

    ...... se il punto di riferimento del nuovo Partito Democratico è il popolo delle primarie, allora l’unico modo per coinvolgerlo è quello di richiamarlo alle une per esprimersi direttamente, come hanno dimostrato di voler fare con passione e senso di responsabilità 4.311.139 elettori mettendosi in fila insieme e non contro ai partiti. .......

    Recuperare finalmente quella fondamentale funzione che è la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica è doveroso. Ma non basta invocarla perché la buona politica nasce attorno a tre domande: fare politica per che cosa, fare politica per chi, fare politica attorno a chi. Altrimenti il rischio è qualunquismo.

    Pierluigi Castagnetti, neo Vice Presidente della Camera ha dichiarato il 22/05/06 all’Agenzia giornalistica ADN Kronos che “partire dalla leaderschip (del partito Democratico) è il modo sbagliato. Se si invocano gli elettori, bisogna dire loro cosa sono chiamati a votare, quindi prima il progetto poi eventualmente parleremo di leaderschip.

    PER FARE IL PARTITO DEMOCRATICO A BOLOGNA LA “MARGHERITA” NON DEVE PERDERE COLORE SOTTO L’OMBRA DELLA QUERCIA.

    La preoccupazione dei vertici nazionali del partito per la forte flessione della “Margherita” in alcune aree metropolitane strategiche come Bologna, è cosa nota e risaputa. Ed anzi, sarebbe assai incomprensibile se questa preoccupazione non ci fosse.

    Per Bologna c’è poi l’aggravante che essendo la nostra Provincia fra 1/5 ed 1/4 della popolazione regionale, il magro risultato della “Margherita” sotto le Due Torri ha trascinato al basso la media regionale facendoci perdere in Emilia-Romagna il terzo Senatore.

    Quindi sarebbe spettato alla dirigenza locale chiedersi il perché di questa disfatta che confermava l’esito deludente delle amministrative del 2004.

    Non si risolve il problema facendo le mosche cocchiere del Partito Democratico.

    Il Partito Democratico vive ed esiste se culture diverse staranno insieme con pari dignità.

    Occorre quindi prima interrogarsi sul perché a Bologna noi abbiamo un Consiglio comunale con venti consiglieri DS e tre della “Margherita” e sul perché, aspetto non casuale, su tre consiglieri in Provincia due sono dell’imolese e solo uno per il restante territorio provinciale.

    Il percorso verso il Partito Democratico è un cosa molto seria, non un aiuto della “Margherita” a completare una festa dell’Unità.

    La soluzione naturale è che il primo passo verso il Partito Democratico a Bologna, deve essere un Congresso fra gli iscritti della “Margherita” che ne definisca il percorso, i contenuti e le motivazioni. Anche in questo ci lasciamo battere dai DS.

    Oppure qualcuno pensa che gli iscritti siano una “società incivile” da non ascoltare?

    E sarebbe un’ottima scelta se al Congresso ci si arrivasse accompagnati da una persona designata dal livello nazionale.

    Angelo Rambaldi

    Romano Masetti

    IL PARTITO DEMOCRATICO IN OFFERTA AI DS ?

    Quella del Partito Democratico è un traguardo affascinante e va affrontato con tanto equilibrio, partecipazione, confronti culturali, valorizzazione dei diversi riformismi,senza egemonie.

    Ma allora come mai succede che:

    Il Signor Bacchi Reggiani , primus inter pares dei tre coordinatori al vertice della Margherita bolognese si dichiara subito d’accordo sulla proposta che affida il coordinamento del futuro Partito Democratico a Bologna al Segretario dei DS.

    Il Sindaco Cofferati, in attesa di valutare bene i problemi di Bologna, studia scenari del tipo “cosa farò da grande” e si inventa mallevadore nazionale del nuovo Partito.

    Piero Fassino, Segretario dei DS:, vuol chiedere a Prodi, in cambio della rinuncia ad entrare a far parte del Governo, di essere lui il coordinatore, a livello romano, di tutto ciò che si attiverà per il futuro partito.

    Politica industriale.

    L’Italia ha bisogno di riadattare il proprio modello produttivo: un buon punto di partenza è iniziare a ricordare la differenza tra finanza e industria.

    La situazione economica del Paese continua ad essere incerta. Se da un lato i dati annuali e congiunturali sulla produzione e gli ordinativi industriali sono in sensibile aumento, dall’altro il commercio estero comunitario ed extra-comunitario riporta un peggioramento con un deficit in aumento, mentre i conti pubblici, lascito non troppo inatteso del precedente Governo, invitano alla prudenza. Dunque, pur restando in attesa del giudizio sui conti pubblici, assistiamo a due macro movimenti nell’economia italiana, da un lato una parziale ripresa dell’industria connessa ad un accenno di ripartenza della domanda interna e di taluni settori, dall’altro una perdita della competitività dei nostri prodotti sul mercato estero.

    Rispetto a quest’ultimo fenomeno – ricordando che è fortemente condizionato dal modello produttivo di riferimento – vale affermare che,  come buon senso vuole, non deve essere cancellato, rimosso o snaturato, ma “semplicemente” riadattato.

    Riadattare – che è parzialmente diverso da innovare ma lo è totalmente da salvare – significa apportare modifiche coerenti alle mutate esigenze, sfruttando tutte le opportunità connesse e offerte dalla nuova situazione. In tali termini, in estrema sintesi e con non poche forzature, va intesa la globalizzazione, e non, come qualcuno sostiene: “avere i comunisti cinesi alle porte, che dopo aver mangiato i propri di bambini, vengono in Italia per mangiarsi i nostri!”

    Ma come è possibile riadattare?

    Scegliendo quello che si vuole essere, prima ancora di fare.

    E’ un dato di fatto che un cinese costa meno, ma lo è anche che un keniota costa meno di un cinese. Può sembrare assurdo, ma mentre l’India è acquistata dagli americani, inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi, francesi e giapponesi (ma no dagli italiani), gli indiani comprano in Kenia tutta le principali catene di distribuzione, sfruttando, come si fa da mille anni, la legge dei vasi comunicanti: il denaro si sposta dove è più alta la convenienza. D’altronde, se lo stesso prodotto – a parità di condizioni – costa meno in un posto anziché in un altro, io in quanto consumatore, come mi comporto? E se quel prodotto non è un chilo di pane, ma un’automobile, o un televisione al plasma o una cucina, sono ancora così poco sensibile alla differenza di prezzo?

    Quello che conta è quello che si intende essere. Dunque, occorre ripartire da una seria politica industriale del paese, la quale non significa più come nel 900 industrie pesanti, ma agilità, intuitività, preparazione e determinazione. L’Italia ha tutte le carte in regola, purché lo voglia. E da questo punto di vista il neo presidente del Consiglio Romano Prodi possiede di certo quella preparazione e quella visione di insieme richiesta.

    Ma il problema è forse più profondo e di carattere cultural nazionale, e si perde in quelle pieghe formatesi nelle stratificazioni di codici, codicilli e comportamenti che poco hanno a che vedere e fare con la volontà politica di un Paese.

    Comunque è certo che quello che il Paese non può più permettersi, è di aprire un giornale e trovarsi davanti, sulla stessa pagina, i dati di bilancio delle FS e Alitalia da un lato e quelli di Autostrade dall’altro. Poiché se da un lato i primi rimangono a carica dei contribuenti con conti in rosso da capogiro e servizi destinati a far concorrenza nel lungo solo alla Somalia, dall’altro fa pensare che un’impresa privata monopolista di fatto di un servizio pubblico – basato e fondato su concessione – abbia proceduto da sola ad una operazione che al di là di quello che si saprà entro il 16 giugno (termine posto dal Ministero dalle Infrastrutture per ricevere ed analizzare i documenti) porta alla famiglia Benetton un lauto guadagno.

    In particolare, nel caso di Autostrade il guadagno sarebbe consistente relativamente all’investimento iniziale, ma diventa spropositato se lo si confronta al piano industriale contenuto e previsto dal contratto di concessione e per vari motivi solo parzialmente rispettato. Alché, viene da se che il problema non sta tanto nel guadagno dei Benetton o nella spagnolizzazione della società, quanto a monte, nella natura finanziaria dell’operazione. Di fatto i Benetton, in virtù del controllo azionario, hanno proceduto nell’operazione di fusione senza avvertire l’ANAS, concedente della concessione stessa. Come dire, hanno dato per scontato che anche per gran parte delle autostrade italiane valesse, come per la vendita di uno stabilimento balneare, il semplice accordo tra le parti. Forse al termine dei reciproci rimbalzi verrà confermata la correttezza dell’operazione, decretando la fusione con la spagnola Albertis per incorporazione di Autostrade in quest’ultima, ma rimarrà di certo anche qualcosa di incompiuto ed un senso di amaro in bocca per coloro che pagano il pedaggio dell’A14 dopo aver fatto la fila al casello.

    Dunque, aspettiamo una Politica Industriale seria, capace di ridare slancio al Paese, consci che i giorni che ci aspettano saranno difficili e che richiederanno assai presto, al Paese intero, di interrogarsi innanzitutto su cosa Esso voglia essere. Solo allora, si potrà procedere con il fare, che sarà però questa volta consapevole e convincente.

    Diego Forlano

    COMMENTI E NO COMMENT

    IL DIBATTITO SULLE PROPOSTE DEL COMUNE PER LA COLLINA.

    La Repubblica, mercoledì 24 maggio:

    “…. l’Assessore alla Sanità Giuseppe Paruolo, da sempre sensibile ai temi dell’urbanistica, si è zittito mentre stava commentando la vicenda (delle proposte dell’Assessore Merola sulla collina n.d.r.) quando si è accorto dell’arrivo in anticamera di Massimo Gibelli portavoce del Sindaco”.

    SCOOP !!

    Intercettazione di una telefonata fra l’Assessore alla Sanità ed il Presidente Natali:

    “ Mi raccomando Paolo, avvertimi prima se alla riunione viene pure Gibelli”.

    NUOVE CONVERGENZE E NUOVE DIVERGENZE.

    Il Resto del Carlino, 25 maggio, intervista a Carlo Monaco (centro-destra):

    “ Il mito del non far nulla è il vizio di una certa sinistra ambientalista” –

    “ Cervellati, Bottino e Fanti?”. “Sono conservatori ad oltranza”!

    Il Resto del Carlino, 25 maggio, intervista a Giacomo Venturi, Assessore Provinciale (DS):

    “L’intangibilità totale della collina è una posizione debole”.

    La Repubblica, 25 maggio, dichiarazione di Paolo Mengoli Direttore della Caritas:

    “Attendo ancora che si faccia l’albergo popolare ed un piano alloggi serio per le nostre periferie, invece parliamo della foglia di fico del golf. Qui si manda l’acqua in salita ″

    La Repubblica, 25 maggio, dichiarazione a “ l’Officina delle Idee “:

    “ Occorre un dibattito senza preclusioni ideologiche “.

    La Repubblica, 24 maggio,Paolo Natali, “Margherita”, sta già organizzando un vertice di maggioranza “.

    IL PARTITO DEMOCRATICO CHE VOGLIAMO

    Il Domani, 24 maggio:

    Gianluca Quaranta di San Lazzaro di Savena dice: “ Può capitare che in un Comune su dieci Dirigenti siano tutti bravi diessini riformisti, ed in quello di fianco siano tutti bravi diellini riformisti, frasi che sicuramente faranno arrabbiare i centristi della Margherita”.

    Se Gianluca Quaranta ci segnalerà un Comune, uno solo, della Provincia di Bologna in cui vi siano non dieci, ma tre o quattro Dirigenti diellini  gli regaleremo una raccolta dei discorsi politici dei due ultimi Coordinatori della “Margherita” bolognese.

     Bertoldo

     
     
     

    EUROPA

    Post n°24 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     
    Foto di gasfra

    Messaggio N°135 28-05-2006 - 05:43

     

        La vita e l'azione
    L'azione di Spinelli e il federalismo come nuovo comportamento politico
    Il Manifesto di Ventotene | La nascita del Movimento Federalista Europeo
    Spinelli, il Movimento Federalista Europeo e De Gasperi
    Il potere costituente del Parlamento europeo | Il lavoro da portare a termine

    La vita e l'azione

    Altiero Spinelli (1907-1986) aderisce molto giovane al Partito Comunista Italiano, partecipando alla lotta clandestina contro il fascismo. Arrestato nel 1927, sconta dieci anni di prigione e sei di confino. Durante il suo confino a Ventotene, studiando i testi dei federalisti anglosassoni, abbandona il comunismo e abbraccia il federalismo. In quel periodo elabora, assieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, il Manifesto di Ventotene (1941). Spinelli si rende presto conto del fatto che la battaglia per la federazione europea richiede la creazione di un'organizzazione politica nuova, immune dai feticci nazionali e dei limiti delle ideologie tradizionali. Sulla base di questa convinzione promuove la fondazione del Movimento Federalista Europeo (Milano 27-28 agosto 1943).

    Agli inizi degli anni cinquanta, l'azione di Spinelli e del Movimento Federalista Europeo sul governo italiano si rivela decisiva per fare della costituente europea la questione centrale nelle trattative intergovernative per la creazione della Comunità Europea di difesa (CED). È grazie a questa azione che l' Assemblea ad hoc (l'assemblea allargata della CECA) viene incaricata di elaborare lo statuto della Comunità politica europea, cioè dell'organismo politico incaricato di controllare l'esercito europeo. L'Assemblea assolve al suo mandato elaborando un testo di costituzione, ma la sua opera viene vanificata dalla mancata ratifica della CED da parte della Francia (1954).

    Nonostante questa sconfitta, fra il 1954 e il 1960 Spinelli e il MFE rilanciano la lotta federalista impegnandosi per mobilitare l'europeismo ormai diffuso in una protesta popolare crescente - azione del Congresso del Popolo europeo - diretta contro la legittimità stessa degli stati nazionali.

    Dopo aver abbandonato il Movimento Federalista Europeo negli anni sessanta, nel 1970 viene nominato membro della Commissione esecutiva della CEE. Dal 1976 al 1986 è membro del Parlamento europeo, divenendo nel 1984 presidente della Commissione istituzionale. È nel Parlamento europeo che Spinelli, per la seconda volta, ha l'opportunità di avviare un'azione di tipo costituzionale, promuovendo all'interno del Parlamento europeo, ormai eletto direttamente, l'elaborazione di un Progetto di Trattato di Unione europea (approvato a larghissima maggioranza il 14 febbraio 1984). Questa iniziativa viene frenata e insabbiata dai governi nazionali, che nel 1985 varano il meno ambizioso Atto Unico europeo. Essa segna tuttavia l'ingresso sulla scena europea del Parlamento europeo come nuovo soggetto politico nel processo di democratizzazione delle istituzioni comunitarie. Muore a Roma il 23 maggio 1986.

    L'azione di Spinelli e il federalismo come nuovo comportamento politico

    L'atteggiamento di Spinelli si distingue da quello dei federalisti che, prima di lui, si erano limitati a denunciare la crisi storica dello Stato nazionale, collocando la realizzazione della Federazione europea in un futuro indeterminato. Questi federalisti, al contrario di Spinelli, non si erano posti l'obiettivo di elaborare un programma d'azione preciso e non avevano rinunciato ad impegnarsi prima di tutto sul fronte delle lotte liberali, democratiche o socialiste. Spinelli invece, convinto che la Federazione europea, dopo la seconda guerra mondiale, sarebbe diventata un obiettivo concreto della lotta politica, si rende conto del fatto che si apre uno spiraglio per la lotta federalista. Spinelli denuncia pertanto senza esitazione i limiti dell'approccio funzionalista all'unificazione europea, e l'illusione degli europeisti di poter raggiungere la federazione senza la rinuncia alla sovranità nazionale da parte degli Stati. La sua azione mira si dall'inizio a sfruttare le contraddizioni che si manifestano nel mettere in comune le politiche nazionali.

    Al metodo comunitario seguito da Jean Monnet, Spinelli contrappone il metodo costituente, consapevole del fatto che, se da un lato bisogna far accettare agli Stati un trattato in base al quale essi si dichiarano disposti a cedere parte della loro sovranità a favore di un governo sovranazionale, dall'altro lato è necessario far partecipare il popolo europeo alla definizione di una costituzione che stabilisca la forma e i compiti della nuova unione fra Stati. Su questa posizione, difesa e sostenuta per tutta la vita, Spinelli riesce, nel 1984, a portare l'intero Parlamento europeo. Questo stesso Parlamento è chiamato a portare a termine la battaglia costituente iniziata da Spinelli.

    Il Manifesto di Ventotene

    La linea di divisione fra partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta quello antico, cioè la conquista del potere politico nazionale - e che faranno, sia pure involontariamente, il gioco delle forze reazionarie lasciando solidificare la lava incandescente delle passioni popolari nel vecchio stampo, e risorgere le vecchie assurdità - e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopreranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale.

    Per un'Europa libera e unita - Progetto di Manifesto, Ventotene, 1941

    La nascita del Movimento Federalista Europeo (1943)

    Respingemmo il progetto, ventilato da qualcuno, di costituire un semplice centro di studi e di diffusione di idee. Lasciammo definitivamente cadere l'idea di un partito federalista, comprendendo che metterlo su e conquistargli un posto significativo accanto ai partiti democratici che vedevamo rinascere dalle loro ceneri con una insospettata vigorosa continuità sarebbe stato un tentativo con ogni probabilità sterile e ci avrebbe comunque impedito di raccogliere in un solo fascio tutti i consensi certamente esistenti in ogni forza politica. La necessità di entrare in concorrenza con gli altri partiti ci avrebbe obbligato a darci un programma completo di gestione del potere nazionale, e ci avrebbe perciò inevitabilmente distratti dalla concentrazione che volevamo prioritaria sulla costruzione europea.

    Saremmo dunque stati un movimento che avrebbe chiamato a raccolta chiunque si volesse battere per la federazione, e perciò aperto a membri dei vari partiti antifascisti che si andavano formando, ma deciso a restare autonomo rispetto ad essi.

    Come ho tentato di diventare saggio - La goccia e la roccia, 1987

    Spinelli, il Movimento Federalista Europeo e De Gasperi

    Con De Gasperi abbiamo avuto un incontro non facile. Quando abbiamo cominciato a fare il nostro piccolo movimento, con questa durezza di formulazione e impegno di battaglia, poichè Sforza, ministro degli esteri, e De Gasperi avevano un atteggiamento antinazionalista, abbiamo cercato di prendere contatto con loro. Nel 1950 abbiamo fatto d'accordo con i federalisti anche degli altri paesi, una campagna, sotto forma di petizione, in cui chiedevamo ai governi, e in particolare noi al nostro governo italiano, di prendere una iniziativa per fare un patto federale con gli altri paesi. Abbiamo preparato il testo della petizione su cui raccogliere le firme, e abbiamo poi cercato alcuni sostegni autorevoli che avrebbero facilitato la raccolta. Uno dei primi passi a cui dovevamo pensare era De Gasperi. De Gasperi ci riceve, legge questo testo e dice che, sì, lui è disposto ad appoggiarlo a condizione che noi cambiamo un po' quella formula troppo astratta: avremmo dovuto dire che noi invitavamo il governo italiano a prendere iniziative per promuovere la pace in Europa.

    Allora noi abbiamo detto che il nostro movimento nasceva proprio contro questo modo di concepire, di fare la politica europea e che, perciò, non l'avremmo fatto. E ci siamo lasciati così, freddamente: lui dicendo che allora non si interessava della cosa e noi trovandoci in una situazione abbastanza difficile, perchè si partiva avendo il capo del governo in questa situazione ostile. Però abbiamo deciso: lo facciamo lo stesso. E nel giro di un anno abbiamo raccolto mezzo milione di firme e alla fine abbiamo fatto, nel '51, una grossa manifestazione all'Eliseo, nella quale era presente Einaudi, Presidente della Repubblica - Einaudi era quello che silenziosamente ci aveva sempre sostenuto - e, invitati a parlare, c'erano anche Sforza e De Gasperi. (...) Allora abbiamo avuto la prima dichiarazione di De Gasperi a nostro favore, perchè ha firmato anche lui la petizione e ha dichiarato che il governo italiano avrebbe accettato questo impegno e avrebbe agito in coerenza. Bene, debbo dire che a questo impegno De Gasperi ha tenuto fede ed è stata una grossa iniziativa del governo italiano.

    Quest'uomo, De Gasperi, che in fondo era un moderato, lo ha fatto con uno spirito rivoluzionario non indifferente, vincendo resistenze in Italia, nella amministrazione italiana e vincendo resistenze negli altri paesi.

    Da un'intervista radiofonica, 1985

    Il potere costituente del Parlamento europeo

    Questo esclusivo diritto politico del Parlamento europeo, non scritto ma valido perchè fondato su una solida consuetudine democratica, deve essere rivendicato con fermezza dal Parlamento contro ogni tentativo di trasferire l'elaborazione a saggi, a diplomatici, a ministri, o ad altri. Se il Parlamento europeo cede su questo punto, se ammette che il suo è stato solo un lavoro preparatorio destinato ad essere rimanipolato da altri, esso riduce se stesso al livello di poco più che un ufficio studi, e dichiara spontaneamente di non possedere la qualità di rappresentante dei cittadini della Comunità, cioè rinnega lo scopo stesso per cui le elezioni hanno avuto luogo. Molte voci si leveranno - siamone certi - contro questa pretesa del Parlamento europeo, ma esso sappia che questa trincea non potrà essere abbandonata senza che tutto intero il fronte della sua battaglia per l'Unione crolli.

    Discorso pronunciato all'Istituto universitario europeo di Firenze,
    13 giugno 1983

    Il lavoro da portare a termine

    Avete tutti letto il romanzo di Hemingway in cui si parla di un vecchio pescatore che, dopo aver pescato il pesce più grosso della sua vita, tenta di portarlo a riva. Ma i pescicani a poco a poco lo divorano, e quando egli arriva in porto gli rimane la lisca. Quando voterà fra qualche minuto, il Parlamento avrà catturato il pesce più grosso della sua vita, ma dovrà portarlo fino a riva, perchè ci saranno sempre degli squali che cercheranno di divorarlo. Tentiamo di non rientrare in porto con soltanto una lisca.

    Discorso al Parlamento europeo, 14 settembre 1983

    Giunto alla fine di un capitolo e all'inizio di un nuovo capitolo che probabilmente sarà portato a termine da altri, e riflettendo sul lavoro che ho cercato di fare qui, devo dire che, se le idee contenute in questo testo e nella risoluzione non fossero esistite nella mente della grande maggioranza di questo Parlamento, non sarei mai riuscito a mettervele. Mi sono limitato ad esercitare, come Socrate, l'arte della maieutica. Sono stato l'ostetrica che ha aiutato il Parlamento a dare alla luce questo bambino. Adesso bisogna farlo vivere.

    Discorso al Parlamento europeo, 14 febbraio 1984

    TRATTO DA: Gioventù Federalista Europea (GFE) è la sezione italiana degli Jeunes Européens Fédéralistes (JEF) e il gruppo giovanile del Movimento Federalista Europeo (MFE).

    http://www.mfe.it/gfe/chisiamo/index.htm

    Altiero Spinelli

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    Altiero Spinelli  (Roma, 31 agosto 1907 - Roma 23 maggio 1986) fu un politico ed uno dei padri fondatori dell'Europa insieme a Jean Monnet e Robert Schuman.

    Altiero Spinelli nacque a Roma. Fu iniziato alle questioni politiche dal padre, socialista convinto; aderì molto presto alla gioventù comunista e partecipò alla lotta clandestina contro il fascismo. Arrestato nel 1927, fu incarcerato per 10 anni e poi inviato al confino per altri 6 anni. Nell'isola di Ventotene scrisse, insieme ad Ernesto Rossi, il manifesto federalista, meglio noto come Manifesto di Ventotene, ispirato dalle sue letture sui federalisti inglesi del XVIII secolo. Dopo la caduta di Mussolini, creò nel 1943 il Movimento Federalista Europeo (MFE), di cui divenne segretario generale fino al 1962. Fu delegato generale dell'Unione Europea dei federalisti (UEF), a cui il MFE aderì nel 1946, fondò a Roma l'Istituto di Affari Internazionali e partecipò ai congressi di Montreux e di La Haye.

    Spinelli giocò un ruolo determinante nella genesi del progetto di Comunità europea di difesa (CED), proponendo che l'Assemblea comune della CED ricevesse un mandato costituente. Dopo il rifiuto della Francia di ratificare il progetto nel 1954, contribuì a rilanciare il processo di costruzione europea. Nel discorso che pronunciò nel 1957 al Congresso del popolo europeo a Torino, Spinelli mise in discussione la legittimità del concetto di Stato-Nazione. A differenza di molti suoi predecessori, difensori del federalismo, Spinelli fu un pragmatico. Secondo lui l'Europa non poteva realizzarsi che a due condizioni: da una parte che gli stati rinunciassero ad una parte della loro sovranità nazionale e dall'altra che il popolo europeo partecipasse alla definizione di una costituzione che fissasse le responsabilità e la forma di una nuova unione fra gli stati. Negli anni '60 Spinelli esce dal Partito Comunista Italiano (nelle cui file militava dal 1924) e diventa consigliere di Pietro Nenni. I rapporti col PCI si rinsaldarono alla metà degli anni '70, tanto che Spinelli viene eletto in più elezioni nelle liste del PCI, sedendo alla Camera dei Deputati dal 1976 al 1983 e al Parlamento Europeo dal 1976 al 1986. Sul piano della politica europea, Spinelli lascia il MFE alla fine degli anni 60. Per allora fu nominato membro della Commissione delle Comunità europee nel 1970; si occupò del settore della politica industriale e della ricerca a partire dal 1976. Tuttavia fu come rappresentante del Parlamento Europeo, che la battaglia di Altiero Spinelli si concretizzerà e segnerà definitivamente la storia della costruzione europea.

    Su iniziativa del Club del coccodrillo, fondato nel 1980 da 8 parlamentari di Strasburgo fra i quali anche lo Spinelli, il Parlamento Europeo decise la creazione della nuova commissione incaricata della riforma istituzionale della Comunità. La commissione, presieduta da Spinelli, partorì il progetto di trattato di Unione Europea, adottato il 14 febbraio 1984 dal Parlamento Europeo con 237 voti contro 31.

    Il progetto di Spinelli rinforzò il ruolo del Parlamento Europeo perché questo viene dotato di un potere di spesa e legislativo, in determinati campi, e deve approvare il programma politico della Commissione Europea. Inoltre il progetto di Spinelli introduce due nuovi concetti: la sussidiarietà e la conciliazione, in seno al processo decisionale, delle strategie concorrenti di cooperazione intergovernativa e d'integrazione comunitaria. Nonostante il fatto che il Consiglio delle Comunità non abbia successivamente dato seguito a questo progetto, quest'ultimo fornirà una solida base per il rilancio europeo della seconda metà degli anni 80, che sfocerà nella creazione dell'Unione Europea col Trattato di Maastricht del 1992.http://it.wikipedia.org/wiki/Altiero_Spinelli

      01/06/2006  ore 19.39  UE  A 21 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA L’ITALIA RICORDA L’EUROPEISTA ALTIERO SPINELLI CON UN CONVEGNO A MILANO   MILANO\ aise\ - L’Europa può ripartire soltanto dalla lezione di Altiero Spinelli e l’Italia ha un ruolo essenziale oggi più che mai nel processo di costruzione e nella creazione dell’identità europea.
    Messaggi chiari e ad alto contenuto politico ribaditi dalle più alte cariche istituzionali nelle ultime settimane, e approfonditi dal convegno dedicato a Spinelli e tenutosi ieri a Milano. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riconosciuto il ruolo ispiratore di Spinelli dedicandogli la prima visita ufficiale a Ventotene il 15 maggio scorso.
    Romano Prodi, dal canto suo, ha effettuato il primo viaggio all’estero da capo del governo a Bruxelles, per ribadire al Presidente della Commissione Barroso il ruolo incondizionato e tradizionale di motore dell’Italia nel rilancio del processo istituzionale europeo. Secondo Prodi, la costituzione europea dovrebbe addirittura essere migliorata, attraverso un ricorso più ampio del metodo comunitario a scapito del criterio dell’unanimità che blocca di fatto i progressi nella costruzione dell’Europa. Sta emergendo la convinzione che l’Italia e la Germania saranno i motori di questo processo.
    Roma e Berlino condividono l’idea che occorre rilanciare al più presto il processo costituzionale in Europa, partendo dalle ratifiche già ottenute in 15 paesi su 25, con altri pronti a seguire entro il 2006 (Svezia, Portogallo, Irlanda). Prodi ha deciso di recare visita al Cancelliere tedesco Angela Merkel il giorno prima del prossimo Consiglio Europeo di metà giugno, che dovrebbe rilanciare il dibattito sul futuro della costituzione. Merkel e Prodi andranno insieme da Berlino a Bruxelles, un viaggio dall’alto significato simbolico che dovrebbe trovare compimento ancora in Germania, durante il semestre di Presidenza tedesco nella prima parte del 2007.  Su questi temi di grande attualità hanno discusso i partecipanti al convegno dedicato a Spinelli, in occasione del ventesimo anniversario della sia scomparsa, tenutosi a Milano il 31 maggio e promosso dalla Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e dal centro Spinelli di cultura politica. La vicenda umana e politica di Spinelli, che elaborò il primo "Manifesto per un’Europa Libera e Unita" durante il confino a Ventotene imposto dal regime fascista, è stata ricordata dal professor Piero Graglia dell’Università Statale, biografo di Spinelli, e dal suo collega Antonio Padoa-Schioppa. Entrambi hanno sottolineato la capacità di mobilitazione e di azione che possedeva Spinelli, che ha perseguito senza sosta l’obiettivo di creare gli "Stati Uniti d’Europa". Dal canto suo, il direttore della Rappresentanza della Commissione a Milano Roberto Santaniello ha ribadito l’attualità dell’Europa di Spinelli come garante non solo della pace e della democrazia, ma anche delle regole di un’economia di mercato efficace e solidale. (aise)
    http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=30873
      Editrice SOGEDI s.r.l. - Reg. Trib. Roma n°15771/75 

    In un saggio le profetiche tesi di De Gasperi: «L’economia comune non garantisce unione»

     
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    Adriano Olivetti

    Post n°23 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     
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    Messaggio N°130 27-05-2006 - 11:01Tags: ECONOMIA
     
    Adriano Olivetti



    Adriano Olivetti nasce a Ivrea l'11 aprile del 1901.
    Il padre, Camillo, ingegnere eclettico e geniale, nel 1908 fonda a Ivrea "la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere". Adriano, negli anni della formazione, è molto attento al dibattito sociale e politico; frequenta ambienti liberali e riformisti, collabora alle riviste L'azione riformista e Tempi nuovi ed entra in contatto con Piero Gobetti e Carlo Rosselli.
    Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l'apprendistato nell'azienda paterna come operaio. L'anno seguente, accompagnato da Domenico Burzio, compie un viaggio di studi negli Stati Uniti, dove visita un centinaio di fabbriche. Al ritorno, propone un vasto programma di progetti e innovazioni per modernizzare l'attività della Olivetti: organizzazione decentrata del personale, direzione per funzioni, razionalizzazione dei tempi e metodi di montaggio, sviluppo della rete commerciale in Italia e all'estero, ecc. In seguito avvia anche il progetto della prima macchina per scrivere portatile che uscirà nel 1932 con il nome di MP1.
    La nuova organizzazione fa aumentare in maniera significativa la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti. Nel 1931 compie un viaggio in URSS con una delegazione di industriali italiani. Lo stesso anno introduce in Olivetti il Servizio Pubblicità, che fin dagli inizi si avvale del contributo di importanti artisti e designer; l'anno seguente istituisce l'Ufficio Organizzazione.
    Alla fine del 1932 è nominato Direttore Generale dell'azienda, di cui diventerà Presidente nel 1938 subentrando al padre Camillo. Porta avanti riflessioni e sperimentazioni nel campo dei metodi di lavoro e pubblica, nella rivista da lui fondata, Tecnica e Organizzazione, vari saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale.
    La sua poliedrica personalità lo porta a impegnarsi non solo nel campo strettamente industriale e imprenditoriale, ma ad occuparsi anche di problemi di urbanistica, di architettura, di cultura, oltre che di riforme sociali e politiche. A Ivrea avvia la progettazione e costruzione di nuovi edifici industriali, uffici, case per dipendenti, mense, asili, dando origine ad un articolato sistema di servizi sociali. In particolare, nel 1937 dà l'avvio alla costruzione di un quartiere residenziale per i dipendenti, su progetto degli architetti Figini e Pollini. Per Adriano Olivetti l'organizzazione del territorio e le caratteristiche architettoniche degli edifici hanno una grande importanza anche sotto il profilo sociale ed economico. Nel 1938 aderisce all'Istituto Nazionale di Urbanistica e nel 1948 ne diventa membro del Consiglio Direttivo. Nel 1949 fa "rinascere", finanziandola personalmente, la rivista Urbanistica. Salito al vertice dell'Istituto con l'appoggio di un gruppo di giovani architetti (tra cui Ludovico Quaroni), dal 1950 Adriano potrà portare avanti il suo discorso sul primato politico dell'Urbanistica e della Pianificazione. A testimonianza della grande attenzione verso il rapporto fra impresa e territorio, nel 1937 partecipa agli studi per un piano regolatore della Valle d'Aosta e nel 1951 collabora con il comune di Ivrea per avviare un nuovo piano regolatore. Nel 1956 diventerà membro onorario dell'American Institute of Planners e vicepresidente dell'International Federation for Housing and Town Planning; nel 1959 sarà nominato presidente dell'Istituto UNRRA-Casas, creato in Italia per la ricostruzione post-bellica.
    Tra i numerosi riconoscimenti che gli sono attribuiti vi sono, nel 1955, il Compasso d'Oro per meriti conseguiti nel campo dell'estetica industriale e, nel 1956, il Gran Premio di architettura per "i pregi architettonici, l'originalità del disegno industriale, le finalità sociali e umane, presenti in ogni realizzazione Olivetti".
    Alla fine della seconda guerra mondiale l'attività di Adriano Olivetti come editore, scrittore e uomo di cultura si intensifica. Già in precedenza, assieme a un gruppo di giovani intellettuali, aveva fondato una nuova casa editrice, la NEI (Nuove Edizioni Ivrea), di fatto trasformata nel 1946 nelle Edizioni di Comunità. Con un intenso programma editoriale, sono pubblicate importanti opere in vari campi della cultura, dal pensiero politico alla sociologia, dalla filosofia all'organizzazione del lavoro, facendo conoscere autori d'avanguardia o di grande prestigio all'estero, ma ancora sconosciuti in Italia.
    Durante l'esilio in Svizzera (1944-1945) completa la stesura del libro L'ordine politico delle comunità, pubblicato alla fine del 1945 dalle edizioni NEI. Vi sono espresse le idee alla base del Movimento Comunità, che fonda nel 1947, con una serie di proposte intese a istituire nuovi equilibri politici, sociali, economici tra i poteri centrali e le autonomie locali. La rivista "Comunità", che inizia le pubblicazioni nel 1946, diventa il punto di riferimento culturale del Movimento. Alla fine del '59 le Edizioni di Comunità pubblicheranno una raccolta di saggi di Adriano Olivetti sotto il titolo "Città dell'Uomo".
    Per tradurre le idee comunitarie in realizzazioni concrete, nel 1955 fonda l'IRUR - Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese - con l'obiettivo di combattere la disoccupazione nell'area canavesana promuovendo nuove attività industriali e agricole. L'anno seguente il Movimento Comunità si presenta alle elezioni amministrative e Adriano Olivetti viene eletto sindaco di Ivrea. Il successo induce Comunità a presentarsi anche alle elezioni politiche del 1958, ma risulta eletto il solo Adriano Olivetti.
    Urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura; ma Adriano Olivetti è soprattutto un industriale e un imprenditore che crede nell'impresa come vero motore dello sviluppo economico e sociale.
    Sul piano aziendale, guida la Olivetti verso gli obiettivi dell'eccellenza tecnologica, dell'innovazione e dell'apertura verso i mercati internazionali, dedicando particolare cura anche al design industriale e al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti. Nel 1948 negli stabilimenti di Ivrea viene costituito il Consiglio di Gestione, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con poteri consultivi di ordine generale sulla destinazione dei finanziamenti per i servizi sociali e l'assistenza. Nel 1956 l'Olivetti riduce l'orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario, in anticipo sui contratti nazionali di lavoro. Si costruiscono quartieri per i dipendenti, nuove sedi per i servizi sociali, la biblioteca, la mensa. A realizzare queste opere sono chiamati grandi architetti: Figini, Pollini, Zanuso, Vittoria, Gardella, Fiocchi, Cosenza, ecc. Anche nel design industriale Adriano Olivetti sceglie collaboratori di grandissimo valore, come Marcello Nizzoli e - più tardi - Ettore Sottsass. Tra la fine degli anni '40 e la fine degli '50 la Olivetti porta sul mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, ma anche per la qualità tecnologica e l'eccellenza funzionale: tra questi la macchina per scrivere Lexikon 80 (1948), la macchina per scrivere portatile Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). La Lettera 22 nel 1959 verrà indicata da una giuria di designer a livello internazionale come il primo tra i cento migliori prodotti degli ultimi cento anni.
    Grande cura viene dedicata anche alla grafica e alla pubblicità e la Olivetti diviene un punto di riferimento mondiale per il design industriale.
    La gamma dei prodotti viene continuamente ampliata e la capacità produttiva si espande per far fronte a sempre nuove esigenze del mercato nazionale e internazionale. In Italia entrano in funzione gli stabilimenti di Pozzuoli e di Agliè (1955), di S. Bernardo di Ivrea (1956), della nuova ICO a Ivrea e di Caluso (1957). In Brasile, nel 1959 si inaugura il nuovo stabilimento di San Paolo.
    Gli ottimi risultati conseguiti sui mercati internazionali con i prodotti per ufficio non distolgono l'attenzione di Adriano Olivetti dall'emergente tecnologia elettronica. Già nel 1952 la Olivetti apre a New Canaan, negli USA, un laboratorio di ricerche sui calcolatori elettronici. Nel 1955 viene costituito il Laboratorio di ricerche elettroniche a Pisa; nel 1957 Olivetti fonda con Telettra la Società Generale Semiconduttori (SGS) e nel 1959 introduce sul mercato l'Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano sviluppato e prodotto nel laboratorio di Borgolombardo. Il successo imprenditoriale di Adriano Olivetti ottiene il riconoscimento della National Management Association di New York che nel 1957 gli assegna un premio per "l'azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale".
    Nel 1959 Adriano Olivetti conclude un accordo per l'acquisizione della Underwood, l'azienda americana con quasi 11.000 dipendenti a cui il padre Camillo si era ispirato quando nel 1908 aveva avviato la sua iniziativa imprenditoriale.

    Adriano Olivetti muore improvvisamente il 27 febbraio 1960 durante un viaggio in treno da Milano a Losanna, lasciando un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero.


    La Fondazione nasce nel 1962 ad opera di alcuni familiari, amici e collaboratori del grande imprenditore prematuramente scomparso due anni prima, con l'intento di raccogliere e sviluppare l'impegno civile, sociale e politico che ha distinto l'operato di Adriano Olivetti nel corso della sua vita.

    La Fondazione, con sede dapprima a Ivrea e subito dopo a Roma, si propone "la promozione, l'incoraggiamento e l'organizzazione gli studi che sono diretti ad approfondire la conoscenza delle condizioni da cui dipende il progresso sociale".

    Inizialmente, negli anni Sessanta, la Fondazione si interessa prevalentemente di scienze sociali, promovendone lo sviluppo in un momento storico in cui esse sono poco studiate, praticate e divulgate nel nostro paese, né sono inserite a pieno titolo nel sistema universitario. Contemporaneamente l'attività si volge anche a studi di carattere politico: è in questo periodo infatti che, anticipando di circa un decennio l'istituzione delle Regioni in Italia, si svolgono studi e ricerche sul governo locale che rappresentano ancor oggi una testimonianza tra le più originali sul dibattito allora in corso relativo all'istituzione regionale. Il periodo successivo, degli anni Settanta, si caratterizza per una maggiore sistematicità nello studio delle istituzioni pubbliche.

    Tra i principali progetti di ricerca si devono annoverare il Progetto Bilancio e il Progetto Energia e Ambiente. Il primo è finalizzato allo studio del processo decisionale della finanza pubblica; il secondo all'analisi comparata delle scelte di politica energetica in campo nazionale e trans-nazionale.

    Contestualmente la Fondazione promuove studi di carattere storico sull'esperienza politica e culturale di Adriano Olivetti e su quel 'Movimento Comunità' che egli stesso aveva fondato nel secondo dopoguerra e diretto fino alla sua morte. Durante gli anni Ottanta la Fondazione arricchisce i propri interessi con l'introduzione di temi relativi all'innovazione tecnologica e in particolare suscitati dall'avvento dell'informatica, riprendendo ed ampliando gli spunti di ricerca offerti già anni prima da iniziative promosse dalla Fondazione stessa, prima fra tutte il seminario internazionale di Courmayeur, organizzato dalla Fondazione nel 1971, sul tema: Le implicazioni sociali e politiche dell'innovazione scientifico-tecnologica nel settore dell'informazione.

    L'attenzione nei confronti delle nuove tecnologie si traduce in ricerche volte ad indagare l'impatto dell'informatica sulla struttura e sulle relazioni sociali. In particolare viene promosso uno studio sulle 'immagini' dell'informatica e sui loro effetti ai vari livelli sociali e professionali.

    Alla fine degli anni Ottanta viene costituito a Ivrea l'Archivio Storico Olivetti.

    Tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta la Fondazione sviluppa i temi definiti nei periodi precedenti attraverso una intensa attività editoriale, di seminari e convegni, di promozione di studi e ricerche. L'attività editoriale vede l'avvio di diverse iniziative come la convenzione con la casa editrice Bollati Boringhieri per la pubblicazione di saggi che possano raggiungere un pubblico più vasto, alcune collaborazioni editoriali di respiro internazionale, come la pubblicazione degli atti del convegno "Patterns of European Industrialization. The Nineteenth Century" in collaborazione con la casa editrice Routledge e l'istituzione, nel 1994, della collana Archivio Storico Olivetti dedicata alla pubblicazione degli studi sui materiali inediti dell'Archivio stesso. In questo periodo la Fondazione partecipa attivamente anche alla costituzione dell'Istituto per la Cultura e la Storia d'Impresa 'Franco Momigliano', nel cui Consiglio di Amministrazione e nel cui Comitato Scientifico sono presenti esponenti della Fondazione.

    Dalla fine degli anni Novanta la Fondazione, nel completare un processo di riorganizzazione, ha trasferito a Roma, in una sede appositamente ristrutturata, le biblioteche personali di Camillo e Adriano Olivetti, la raccolta completa delle Edizioni di Comunità, la raccolta completa della rivista "Comunità" e il materiale di archivio attinente la Fondazione o facente parte dell'archivio privato di Adriano Olivetti.

    In termini di attività, rinnovata attenzione viene rivolta ai temi tradizionali (politiche pubbliche ed istituzionali, problemi sociali e culturali) mentre prosegue un'opera di continua valorizzazione del patrimonio archivistico attraverso la pubblicazione degli studi dei materiali inediti.

    La Fondazione Adriano Olivetti, costituita nel 1962, ha lo scopo di “provvedere alla prosecuzione dell'opera di studio e di sperimentazione, teorica e pratica, suscitata da Adriano Olivetti”.

    In tale prospettiva, di impegno sociale, la Fondazione svolge un'intensa attività di ricerca e promozione culturale e scientifica articolata in quattro ambiti d'intervento caratterizzati da un approccio interdisciplinare: Istituzioni e società; Economia e società; Comunità e società; Arte, architettura e urbanistica.

    In questi ambiti vengono promossi ricerche, studi e progetti che attraverso convegni, interventi, laboratori, esposizioni e pubblicazioni caratterizzano la Fondazione come istituzione di ricerca e operativa sul territorio, in una politica culturale che predilige la collaborazione con altre istituzioni di analoga natura e con enti pubblici e privati, nazionali ed internazionali.

    La Fondazione si avvale di un’attività editoriale che si realizza sia in collaborazione con importanti case editrici che autonomamente con la serie dei “Quaderni della Fondazione”. Dal 2003, in collaborazione con Luca Sossella Editore, è nata la Collana Comunità, ulteriore strumento di riflessione, teorica e pratica, suscitato dai programmi di ricerca e sperimentazione sulle tematiche del vivere comunitario realizzati dalla Fondazione.

    Nell’ottobre 2001, nella sede di Roma, e stata inaugurata la Sala Roberto Olivetti, spazio multifunzionale dedicato alla memoria di Roberto Olivetti, nella quale si svolge parte dell’articolato programma delle attività.

    A Ivrea, presso la sede dell'Associazione Archivio Storico Olivetti è ospitato l'archivio cartaceo della Fondazione che raccoglie tutta la corrispondenza aziendale e privata di Camillo, Adriano ed altri membri della famiglia Olivetti, l'Archivio del Movimento Comunità e delle Edizioni di Comunità, l'archivio e la biblioteca personale di Ludovico Quaroni e l'archivio di Georges Friedrich Friedmann che testimonia la sua collaborazione con Adriano Olivetti per le attività nel Mezzogiorno d'Italia.

    La sede della Fondazione a Roma ospita le biblioteche personali di Camillo e Adriano Olivetti, la raccolta completa delle Edizioni di Comunità e della rivista “Comunità”, la collezione completa di tutte le pubblicazioni della Fondazione dal 1962 ad oggi e dei Quaderni della Fondazione, le edizioni della Collana Comunità e l'archivio in progress di arte pubblica in Europa.

    La Fondazione è membro del European Foundation Center (EFC), associazione internazionale non-profit, con sede a Bruxelles, creata nel 1989 dalle principali fondazioni europee con lo scopo di promuovere, sostenere e valorizzare il ruolo e l'opera delle fondazioni in Europa e nel mondo.

    Dal 2004 il Presidente della Fondazione, Laura Olivetti è membro dell'International Committee del Council on Foundation di Washington DC.


    L'Archivio Storico Olivetti ha sede presso Villa Casana, prestigiosa residenza immersa nello splendido parco di Montefiorito a pochi passi dal centro di Ivrea.

    Nato nel 1986 su iniziativa di Paolo Mancinelli, allora Segretario Generale della Olivetti, l'Archivio Storico tra gli anni 1987-'94, vede la sua costituzione ed il suo sviluppo sotto la direzione di Giovanni Maggia. Nella primavera del '98 viene costituita l'Associazione per l'Archivio Storico Olivetti, una iniziativa a cui hanno aderito come soci fondatori o sostenitori la Società Olivetti, la Fondazione Adriano Olivetti, il Comune di Ivrea, la Provincia di Torino, il Politecnico di Torino, la Compagnia San Paolo, l'Associazione Spille d'Oro Olivetti. In seguito anche SMAU e Banca di Roma sono entrati nell'Associazione.

    L'Archivio Storico Olivetti è frutto di un pluriennale impegno per il recupero, la selezione, la conservazione e l'archiviazione di una grande quantità di documenti, testimonianza di una singolare esperienza industriale e culturale.

    La Biblioteca è ricca di migliaia di volumi: dalle Edizioni di Comunità, una delle case editrici più importanti del dopoguerra, alla raccolta di Cataloghi delle Mostre d'arte e dei Quaderni del Restauro; dalla collezione di libri su tematiche olivettiane all'originale editoria interna ricca di prestigiose realizzazioni quali Agende, Libri Strenna, Calendari, Monografie.

    Altrettanto interessante l'Emeroteca dell'Archivio che raccoglie riviste culturali di valore storico, quali Comunità, SeleArte, Urbanistica, Zodiac, Tecnica e Organizzazione, Notizie Olivetti.

    Originale e ricca, la Cinevideoteca copre un periodo di produzione che risale alla fine degli anni Quaranta. Molti filmati, dovuti all'impegno e agli interventi di un elevato numero di grandi personalità della cultura italiana e straniera, costituiscono per la loro qualità un importante patrimonio nella storia della cinematografia aziendale. Più ridotta ma di grande valore storico l'Audioteca nella quale sono conservate le registrazioni di dibattiti e di incontri con personalità della cultura italiana ed internazionale. L'Eidoteca e la Fototeca costituiscono poi due ricche ed importanti sezioni nelle quali sono raccolte significative collezioni di manifesti, di campagne pubblicitarie ed immagini sviluppate come corredo alle molteplici attività aziendali.

    Inoltre su deposito della Fondazione Adriano Olivetti è conservato ad Ivrea l'archivio cartaceo che raccoglie tutta la corrispondenza aziendale e privata di Camillo, Adriano ed altri membri della famiglia Olivetti, l'Archivio del Movimento Comunità e delle Edizioni di Comunità, l'archivio e la biblioteca personale di Ludovico Quaroni e l'archivio di Georges Friedrich Friedmann che testimonia la sua collaborazione con Adriano Olivetti per le attività nel Mezzogiorno d'Italia.

    Infine, l'Archivio della Società Olivetti, la sezione più consistente, che comprende tra l'altro: una ricca collezione di macchine prodotte dalla Olivetti (a partire dalla prima e famosa M1), le Raccolte degli Atti Societari, il Fondo della Direzione Studi Economici, una vasta documentazione sui Servizi Culturali e sui Servizi Sociali, interessanti studi del Centro di Psicologia e di quello di Sociologia, l'originale settore degli oggetti promozionali, raccolte significative nel campo della Formazione e dell'Attività Commerciale.

    L'Associazione Archivio Storico Olivetti si pone innanzi tutto l'obiettivo dell'ordinamento del grande patrimonio di documentazione ad esso affidato ma anche l'obiettivo della sua valorizzazione sia a livello nazionale che internazionale, promuovendo a tal fine mostre, studi, pubblicazioni, convegni e incontri, collezionando una serie di importanti iniziative.

    L'Archivio Storico Olivetti, nell'ottobre del 1998, è stato dichiarato di "notevole interesse storico" da parte della Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d'Aosta.

    Per ulteriori informazioni www.arcoliv.org

    http://www.fondazioneadrianolivetti.it/home.htm

     


     
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    Cattolici nella società

    Post n°22 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
     
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    Messaggio N°129 27-05-2006 - 06:13Tags: CULTURA CRONACA CINEMA TEATRO, ECONOMIA

     Cattolici nella società

    Cattolici nella società: ultimi due incontri a Guastalla e Casina

    Il ciclo di incontri mensili “profili paralleli” promossi grazie alla fattiva collaborazione di alcune associazioni reggiane (Csc, Ac, Acli, Aimc, Cisl, Uciim) e dedicate a figure significative del movimento cattolico, che richiamano però immediatamente temi di forte attualità (Alberto Marvelli: l'etica in politica; Ezio Vanoni: la giustizia fiscale; Giulio Pastore: l'autonomia del sindacato; Gesualdo Nosengo: democrazia ed educazione ) stanno volgendo al termine. L'attenzione viene portata ora a due personalità dell'Italia del secondo '900, Enrico Mattei e Adriano Olivetti, che rimandano da subito a problemi, l'energia e la partecipazione dei lavoratori, che rappresentano nodi scoperti ed in larga misura irrisolti sia nella società italiana sia nel contesto internazionale.  Nodi politici e nodi economici insieme.
    Prendiamo il caso dell'energia, con i prezzi del petrolio che non finiscono mai di crescere, con l'accaparramento di risorse da parte di paesi asiatici in forte sviluppo (India e Cina), con la difficoltà di avere fonti rinnovabili a prezzi competitivi, con le tensioni e la guerra intestina esistente in paesi, forti produttori, come l'Iraq e l'Iran. Appare dunque in tutta evidenza l'interesse che può avere la serata del 29 maggio a Guastalla, Sala Padre Paolino BV della Porta, dedicata a “Enrico Mattei : l'energia, fattore strategico per lo sviluppo del Paese : ieri, oggi e domani” che sarà animata da contributi di elevata competenza: da Marcello Colitti, già braccio destro di Mattei al Gruppo Eni, già presidente Enichem, oggi consulente internazionale in materia petrolifera, e da Cristina Corazza, giornalista specializzata, redattrice dei Notiziari Energia e Ambiente dell'Agenzia Adnkronos, autrice del recente volume di successo “Oro nero conti in rosso. Come sta cambiando il grande gioco del petrolio”. Come testimone del clima politico che si respirava allora, sarà Corrado Corghi , ex segretario regionale della DC Emilia-Romagna quando Mattei incominciò a perforare pozzi in Valle Padana per cercare metano e quando poi creò una potente industria di Stato come l'Eni, capace di tener testa alla “sette sorelle” che dominavano il gioco del petrolio nel mondo.
    Non meno attuale, anche se può dare meno ansia immediata al cittadino che si reca quotidianamente al distributore di benzina, è l' argomento che sta alla base dell'ultimo incontro del ciclo, che si terrà il 23 giugno al Castello di Sarzano ( Casina), dedicato a “Adriano Olivetti : l'impresa come comunità di persone” . Partendo da un indirizzo ricorrente nelle Encicliche sociali della Chiesa, soprattutto quelle più recenti di Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II , si metterà in rilievo l'esigenza di regolare e temperare un'economia non raramente orientata al liberismo selvaggio e al capitalismo senza scrupoli, introducendo nuovi modelli di contrattazione sindacale nonchè strumenti veri di partecipazione dei lavoratori alla vita dell'azienda e di piena valorizzazione delle loro capacità professionali. Esperienze lungimiranti che negli anni '60 aveva incominciato ad implementare quel grande uomo di cultura ed imprenditore innovativo come fu appunto l'ingegner Adriano Olivetti di Ivrea. Ne parleranno il Giorgio Campanini, docente all'Università di Parma e di Lovanio, autore di un saggio sulle idee olivettiane e Ettore Morezzi, già alto dirigente ad Ivrea, della Fondazione Olivetti, con una diretta testimonianza di un imprenditore reggiano di successo Ermanno Pivetti , che nei primi anni giovanili di carriera manageriale , si è fatto le ossa in quella stimolante realtà produttiva e sociale.
    “La nostra iniziativa di approfondire personalità emblematiche che hanno segnato la storia d'Italia come del cattolicesimo italiano, non nasce dalla nostalgia di un certo odore di sagrestia - sottolinea Luigi Bottazzi, presidente del Collegamento Sociale Cristiano, coordinatore di “profili paralleli” - ma dal dato reale, che emerge dalla varie storie, sulle capacità creative di chi ha operato nel concreto, con un'incisiva leadership, nella vita sociale e pubblica, seguendo una ispirazione sociale forte di fede cristiana vissuta, e che anche oggi può essere segno di speranza nel mondo e per un mondo migliore”.
    http://www.reporter.it/articoli/20060526090546.htm
     
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    Messaggio N°128 27-05-2006 - 06:07Tags: POLITICA
      LE RADICI CRISTIANE

    VENT’ANNI DOPO SPINELLI: TRE UOMINI DI GOVERNO INSIEME CON IL CAPO DELLO STATO HANNO RICORDATO IL PADRE DEL FEDERALISMOAmato: le radici cristiane non dividanoIl ministro dell’Interno: dobbiamo far ripartire in modo laico il processo di integrazione europea22/5/2006
    Paolo Baroni



    Il ministro dell'Interno
    Giuliano AmatoVENTOTENE. La nuova Europa? Deve essere laica, suggerisce Giuliano Amato. Che attacca chi usa (ed ha usato) la scusa delle «ragioni cristiane» per escludere chi non è gradito. «Occorre includere, non escludere», sostiene, e guardare non ai nostri confini ma a quello che avviene fuori, attorno a noi. Lo stop alla Costituzione europea e lo smarrimento che ne è seguito è certamente un colpo pesante: Emma Bonino lo descrive come un «sentiero smarrito» che oggi ci obbliga ad «uscire dagli stereotipi di un europeismo usurato e logoro». A Ventotene si ricordano i vent’anni della morte di Altiero Spinelli, il padre del federalismo europeo, e il tema-Europa è d’obbligo. Il neo-ministro dell’Interno è convinto che «con il governo Prodi si riprenda il cammino per il rafforzamento delle istituzioni europee». A suo parere «l'Unione europea uscirà dalla crisi non se rinuncerà alle sue missioni ma se le porterà avanti». A cominciare dal «bisogno enorme di pace».

    Il suo è un discorso molto appassionato, e la platea gli tributa applausi tra i più calorosi. «Occorre includere, non escludere - insiste -. Come del resto il messaggio cristiano nella sua universalità dovrebbe essere inteso da chiunque non ne faccia un uso personale e lo prenda per quello che dice da oltre duemila anni». Ed è anche per questo che dal nuovo governo italiano dice di aspettarsi «che cancelli al più presto il richiamo alla capacità di assorbimento come pre-requisito per l'ingresso di Paesi che stanno aspettando di entrare in Europa e che vorrebbero entrare e riprenda il cammino per il rafforzamento delle istituzioni europee».

    Si è perso tempo, ma non è il caso di «abbandonarsi a facili scetticismi o allarmismi». La lentezza della costruzione europea non lo spaventa. «Mi spaventa - dice - chi rivendica le radici cristiane dell'Europa, per escludere e non per includere chi chiede di farne parte; quando proprio l'inclusione è il messaggio universale del Cristianesimo», così come lo spaventano «quanti leggono il no franco-olandese alla Costituzione europea come giustificazione per la propria liberazione dalle responsabilità europee». Ma «molti di quei no - sottolinea l'ex vicepresidente della Convenzione europea - chiedono più Europa e non meno e la leadership dell'Ue deve consentire che i no si convertano in sì dando risposte efficaci».

    Quella sull’isola pontina non è la prima uscita pubblica del solo Presidente della Repubblica. Anche per Amato, Emma Bonino e per il nuovo responsabile dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, è un debutto, una prima. Ognuno porta la sua testimonianza, ognuno offre un contributo, uno spunto per rileggere a oltre 60 anni di distanza il «manifesto» scritto qui da Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni ai tempi del confino. Documento attualissimo, una «guida valida ancora oggi», ripetono in tanti alternandosi dal palco allestito in piazza Castello. Secondo Emma Bonino, da poco nominata ministro per il Commercio internazionale e gli Affari europei «il Governo Prodi è calibrato per persone e per programmi per affrontare l'agenda degli appuntamenti europei che non sono appuntamenti di politica estera ma di politica internazionale». A suo parere «è necessario che l'Unione cammini uscendo da vecchi schemi superati e logori e non penso certo dicendo questo al Manifesto di Spinelli e Rossi - ha spiegato Bonino - che mi sembra il testo più attuale perché parla più che di europeismo di federalismo europeo. Noi viviamo in tempi difficili ma non così drammatici come i loro, non vedo perché dovremmo fermarci, io cercherò di mettercela tutta». Poi ispirandosi a quel «grado di follia» che anche Spinelli consigliava sempre di portare con sé il ministro radicale lancia una proposta: «Vorrei che il Manifesto di Ventotene fosse tradotto in arabo e corredato di note critiche - azzarda - perché l'idea che la pace si fa tra gli Stati e non solo negli Stati è un grande insegnamento da portare».

    Padoa-Schioppa, a Ventotene non parla da ministro dell’Economia ma da presidente di «Notre Europe», la fondazione creata da Jacques Delors che ora lascerà. Per questo si tiene alla larga dalle questioni economiche di stretta attualità, cita solo l’ex presidente francese della commissione, il suo coraggio, la sua grande visione ed il suo grande realismo che al pari di Spinelli contraddistinguono chi è al tempo stesso «capo» (che sa decidere ed accettare anche ciò che si può ottenere in quel momento), e «consigliere», capace cioè di guardare lontano. Così è stato per l'Atto unico europeo dell'86 come per la liberalizzazione dei mercati finanziari di due anni dopo che gettò le basi per la creazione dell’euro e fece compiere un balzo impensabile alla costruzione della casa comune europea. Legge un passo dell’autobiografia di Spinelli e si commuove: troppo forte ancora oggi è l’intreccio di storie personali. «L'Europa - afferma convinto Padoa-Schioppa - può superare l'attuale momento di difficoltà». La via da seguire è già scritta: è la lezione di Spinelli.
     
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    Messaggio N°127 27-05-2006 - 06:02Tags: AMBIENTE
     AMBIENTE ED ECONOMIA

        Giovanelli: «L´Ambiente non può restare un ministero della comunicazione»Per l´ex senatore Ds occorre integrare economia ed ecologia. E rilancia il ruolo di Agenda 21 per creare una nuova governance basata anche sulla contabilità ambientaledi Diego Barsotti REGGIO EMILIA. Fausto Giovanelli, avvocato e insegnante di scuola superiore, membro del consiglio nazionale dei Ds, ha concluso nei giorni scorsi la sua avventura in Senato, dove era stato eletto nel 2001.
    Segretario della commissione territorio, ambiente e beni ambientali nella XI legislatura, capogruppo nella commissione permanente territorio, e beni ambientali in quella successiva, è stato primo firmatario di 17 disegni di legge soprattutto in materia di tutela dell’ambiente e salvaguardia del territorio e cofirmatario di 27 disegni di legge.
    Nella XIII legislatura Giovanelli (nella foto) ha ricoperto l’incarico di presidente della commissione permanente territorio, ambiente e beni ambientali, ed è stato membro della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. A lui chiediamo di fare il punto della situazione sulle tematiche ambientali al passaggio del nuovo governo.

    Il nuovo governo sta muovendo i primi passi, che posto avrà l´ambiente nella pratica quotidiana?
    «Il Centrosinistra ha presentato un programma ed elaborato idee che, seppur finora non abbiano ancora potuto dimostrare la loro concretezza, dicono comunque che la chiave sarà nell’integrazione e nel legame molto stretto tra economia, ecologia e società. Quindi il mio non può che essere un giudizio positivo ma problematico. Problematico perché mi pare che il centrosinistra nel rapporto con l’ambiente soffra di una idea piuttosto datata di separazione della tematica ambientale rispetto a quelle economiche dello sviluppo e della fiscalità. Questo anche per il fatto che esiste un partito Verde nella coalizione che tende a presentare una tematica senza volerlo in modo separato».

    Quali sono secondo lei le priorità che questo governo dovrebbe seguire?
    «Stando ai temi di maggiore attualità e urgenza metto sicuramente al primo posto la sfida energetica, che è un tutt´uno con l’innovazione tecnologica: è necessario accettare la sfida di Kyoto così come abbiamo accettato quella dell’euro. Kyoto non deve cioè essere considerato un vincolo, ma un incentivo per migliorare l’efficienza del sistema. Penso a quel 20-30% che può essere recuperato con un consumo più intelligente che privilegi l’efficienza di sistema, anche facendo un uso più intelligente delle leve fiscali: nel 2005 sono stati 29 milioni di euro gli introiti delle accise sugli oli combustibili: questa è un’enorme ‘carbon tax’ usata senza intelligenza solo per coprire costi, mentre un uso intelligente presupporrebbe di reinvestire parte di questi soldi nell’efficienza».

    Rimanendo in tema di energia, l’Italia ha bisogno di rigassificatori?
    «Io credo che sui rigassificatori e sua altre grandi infrastrutture ci sia prima di tutto un problema di governance del territorio: certamente ne abbiamo bisogno, ma certamente non si può concentrare tutto insieme e va preso atto che se non c’è sufficiente consenso è impossibile forzare la mano. Mi riferisco anche al vostro caso toscano, quello di Livorno, un caso che non conosco approfonditamente ma di cui si parla spesso a livello nazionale, perché l’opposizione è ben motivata e quindi per convincere l’opinione pubblica è necessario fare un’opera di sensibilizzazione e conoscenza della contabilità ambientale del progetto, non si può sfondare a spallate e farli a tutti i costi, anche perché comunque credo che in Italia i rigassificatori vadano fatti, ma vadano fatti bene. E allora ne basteranno 4 o 5 in tutta la penisola, uno di questi è sicuramente quello di Monfalcone, sul quale non ho alcun dubbio».

    Altri suggerimenti per l’esecutivo guidato da Romano Prodi?
    «Un´altra questione importante riguarda il territorio. In questi ultimi anni l’edilizia ha sostituito i bot come bene rifugio. Ritengo che sia necessario rivedere tutto il sistema degli oneri di urbanizzazione e dell’Ici in modo da non farli diventare incentivi all’edilizia sfrenata che poi quasi sempre sfocia nella speculazione. Non dico di aumentarli, ma di rimodularli, sganciandoli dal locale: una parte dovrebbe andare al comune e una parte a livello nazionale, che poi la ridistribuirerebbe attraverso altre forme. Questo perché se le cose continuano a funzionare in questo modo la finanza locale resterà impiccata all’Ici, inseguendo un’espansione edilizia massiva invece della qualità».

    Il precedente governo ha lasciato in eredità la legge delega sull’ambiente. Pensa che sia necessario intervenire in qualche modo per correggerla?
    «Bisogna riscrivere una buona parte dei decreti delegati della legge delega, fatti in modo comicamente teso a dare risposte particolari da una parte ed ideologiche da un’altra. In che modo? Usando la delega stessa: il nuovo governo infatti ha la delega a rivedere la delega e può quindi mettere mano alle parti più critiche.
    Tra le parti sicuramente da rivedere c’è tutta la tematica relativa alle autorità di bacino, che con un blitz degli ultimi giorni il centrodestra è riuscito a delegittimare tutto il lavoro fatto e che stava dando i propri risultati. Sui rifiuti credo vadano attentamente eliminati tutti quei piccoli favori a questo e a quello che non tengono minimamente in conto il portafoglio: non si può pensare infatti di sottrarre categorie di superfici o categorie produttive per poi far pagare la differenza a tutti gli altri cittadini. Anche sulle bonifiche, condividendo un impostazione dell’approccio di sicurezza serve una garanzia degli interessi pubblici, ovvero che gli accordi di programma non siano sotterfugi per derogare alle leggi. Un approccio di rischio serio quindi, perché finora forse c’è stato un eccesso di vincoli e di controlli che ha creato l’immobilismo del settore».

    Nei suoi lavori ha affrontato spesso il tema della contabilità ambientale. Quanto è importante?
    «Le faccio un esempio: ogni estate si dice che l’Italia soffre tremendamente del rischio-incendi e si spendono molte risorse per questo problema. In realtà la superificie boschiva italiana cresce ormai ininterrottamente dal 1999. La contabilità ambientale serve a dare cifre e valutazioni concrete, basate su dati reali, con un approccio di rischio molto più serio di quello attuale.
    Per sviluppare la contabilità ambientale i dati ci sono già, tutte le Arpa regionali e l’Istat sono in grado di fornire un database adeguato, ma deve essere il governo a voler utilizzare questi dati».

    Perché allora non lo facciamo?
    «Perché per una nuova politica ambientale c’è bisogno di nuova governance: lo sviluppo sostenibile ha bisogno anche di istituzioni calibrate che non siano stanze separate all’interno del governo: le tematiche dell’ambiente non si risolvono negli assessorati all’ambiente, bisogna trovare sedi diverse, come quelle del bilancio e della finanza: l’ambiente non può rimanere un ministero della comunicazione ambientale».

    Qual è lo strumento in grado di attivare questa nuova governance.
    «Bisogna mettere in campo strumenti di terza generazione: cioè quelli della concertazione sociale ed economica. Penso prima di tutto ad Agenda 21, che ora è diventata una sigla povera, ma che invece sarebbe la scommessa su cui impostare la nuova governance: fatta prima di tutto di una contabilità ambientale, cioè di sistemi di bilancio paralleli a quelli finanziari, cultura e responsabilità dei numeri.
    Serve uno scarto culturale e di volontà politica perché se non lo si fa e si considera l’ambiente solo come variabile o interferenza non risolveremo né i problemi dell’ambiente né quelli del Paese. Il centrosinistra ha i cromosomi per affrontare questo scarto culturale».
    http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=1932

     
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