Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Giovanni Fattori, Lo staffato
Cosa festeggeremo il 17 marzo? Se avessimo meno prosciutto sugli occhi e maggior consapevolezza storica, se avessimo imparato qualcosa dalla storia e non dalla narrazione fattane dai vincitori (dai Savoia, sì: e sappiamo tutti cosa diciamo quando parliamo dei Savoia di allora e di ora!) ci saremmo ormai liberati dalla retorica patriottarda, tanto incrementata dal fascismo. Sappiamo di cosa parliamo quando continuiamo ad usare la parola "brigantaggio" per definire la lotta di resistenza delle popolazioni del Sud contro il pesantissimo giogo dei Savoia? A chi mi parlerà di tricolore e di Garibaldi "santo subito", risponderò se sa chi era Pietro Fumel. Possiamo, per favore, smetterla di essere schiavi di una retorica e di una agiografia anti-storiche e anti-italiane? Come scrivevo ieri, tra i commenti nel blog di una cara amica: "io sento l'idea d'Italia che hanno sentito tutti, dal Medioevo in poi, un'idea culturale, letteraria, artistica, linguistica in senso lato, insomma. Ma non sento quella territoriale. Considero l'Alto Adige molto più un Sud Tirolo, se vuoi. Per esempio proprio l'idea di Tirolo è un esempio di area trans-nazionale: Svizzera, Austria, Italia, Germania....ma nessuna di queste da sola. Così come mi pare che Trieste e l'Istria e la Dalmazia facciano parte di un "luogo" unico. Mi voglio sentire libera di pensarla con la mia coscienza storica ed etica anche di fronte al ricatto leghista.
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ma vedi, è proprio questo alone di romanticismo giovanilista che non mi piace ammanti e nasconda una verità che oggi, a distanza di 150 anni, dovremmo essere in grado di riconoscere.
abbiamo il 2 giugno, abbiamo il 25 aprile. perché e che bisogno c'è del 17 marzo? non è un'idea di nazione, che ci hanno chiesto di festeggiare, ma la retorica risorgimentale (vedi come ce la presentano ovunque, tv, giornali, discorsi ecc.)
Io ce l'ho il tricolore ma non l'appendo, cosa per altro richiesta dalle nostre amministrazioni. Mi ci manca che sto "clima" me lo inzozzi!!!
ma voglio la storia quella vera e non la retorica
grazie per il contributo. almeno qualcuno ne potrà beneficiare, spero
Oggi, un po', cedo... non li posso sentir parlare di "tagliare via la parte che frena..."
La mia distanza dal patriottismo nazionalista è comunque in direzione contraria a chi vuole dividere ulteriormente
Grazie per questo prezioso post che mi permetto di citare con un rimando da me
Per festeggiare, comunque, anche per me vale il 25 Aprile
ma con questa scelta, di contrastare i leghisti tramite i Savoia (e oltretutto con la scelta del giorno in cui Vittorio Emanuele II scelse NON A CASO di continuare a chiamarsi "secondo", dando così un chiaro segno che l'Italia era per lui il prolungamento del Regno di Sardegna e non uno stato nuovo), affermiamo non un'unità nazionale, ma di nuovo una nazione divisa in cui alcuni prevaricarono sugli altri. proprio come oggi
volevo fare un post, non un piccolo compendio di storia.;)
ma come ho detto sopra ad un altro commento, ringrazio per tutti questi frammenti di integrazione che spero stimolino chi legge ad approfondire il periodo storico al di là della faciloneria retorica di oggi
Trieste, come tutte le città di confine o su più confini, è un caso particolare, ma ha sempre voluto fortemente essere italiana.
se vai a vedere bene la data di oggi cos'è (vedi filmatino istruttivo delle Iene, sigh), come ho scritto sopra in un commento, è la autoproclamazione della GUERRA DI CONQUISTA. qualsiasi re del passato che riteneva infatti di inaugurare un nuovo corso storico, un nuovo stato, azzerava, per così dire, la sua "numerazione" e ricominciava da 1 (vedi Giacomo IV Stuard che unendo Scozia e Inghilterra si fece chiamare James I).
invece qui il re "Galantuomo" (ma de che?!!!) continuò ad essere Vittorio Emanuele II: da bravo e coerente conquistatore
soprattutto non è "necessario" scegliere questa data per celebrare una unità che è anche un tantinello anacronistica (oltre che, appunto, anti-storica)
attraverso molti di coloro che hanno scritto qui, oggi, si evince che ci sono ancora in giro molte teste pensanti e che retorica e faciloneria televisiva non hanno poi conquistato tutti.
anzi: probabilmente hanno conquistato solo i già "conquistati" ( parlando di questo anniversario, il termine ci sta).
anche imparare a legger i poteri transnazionali (e, in casa nostra, i poteri trasversali a partiti politici o a appartenenze di facciata) è un esercizio interessante della mente e della capacità di leggere la storia (ma anche la cronaca, per quanto possibile) come una concatenazione e non una casualità assoluta.
certo, lo sappiamo (o dovremmo saperlo) tutti che luci ed ombre ci sono state ovunque, nei processi storici, nella creazione delle nazioni,nella costruzione della civiltà.
ma proprio per questo non amo le celebrazioni, dove queste ombre spariscono e dove trova posto solo agiografia e leggenda (per essere clementi e non chiamarla retorica patriottarda).
su ogni fronte sono morti uomini e donne, uomini e donne hanno dato forze sangue sudore e lacrime. quindi non è questo il peso da attribuire o da valutare nello scegliere se creare o non creare una liturgia celebratoria.
io, per mio modo di essere, preferirei di no. vedo questi trionfalismi nazionalistici come pericolosi, ma di pericolo di segno opposto a quello della lega (piccola cosa, in una piccola nazione).
temo le grandi nazioni, che hanno certo costruito su questi aspetti celebratorii della loro storia una compattezza che presto fa a diventare aggressione delle libertà altrui.
io quello che dici lo capisco, ma non approvo la scelta di cercare di parlare di unità nazionale con una scelta ed una sottolineatura verso un periodo ed un atteggiamento storico che ebbe tutto tranne che il senso dell'unità. (e odio le retoriche e il revival fascisteggiante del risorgimento)
ma se proprio vuoi sapere la mia visione delle cose, questo revival risorgimentale, confusissimo e generante confusione (con I Savoia, padre demente e figlio cantante, inclusi) è stata messa su ad arte, da un governo sull'orlo del baratro, per dare un segno alla Lega che non ha poi tutto questo potere ricattatorio, che la gente, alla fin fine, sul federalismo non li segue.
ora qui si danno due derivate:
1. a me di essere usata ancora e sempre, da questo governo non sta bene.
2. questo "amor patrio" indotto è un fuoco di paglia, non ha alcun significato politico e non indurrà la gente a votare o non votare per chi ha organizzato la festa
trovo un po' anacronistico cercare altro. ma ti dirò di più: lo trovo perfino pericoloso.
forse se capissimo di più cos'è la cultura e cosa rappresenta per noi, non avremmo bisogno di marcette e bandiere
Sono d'accordissimo con te Ody, questo paese aveva solo un'identità culturale. Non siamo mai stati un popolo ma siamo la somma aritmetica di più popoli. Dividi et impera. E cosa c'è di meglio, per dividere, del fare presa sull'orgoglio stupido dell'identità nazionale, del patriottismo e delle bandierine da sventolare.