Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

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Chi c'è e chi appare

Post n°490 pubblicato il 13 Ottobre 2011 da odio_via_col_vento
 

 

 


Antonello da Messina, Ritratto di uomo (detto “Ritratto Trivulzio)

 

La consapevolezza di sé.
Un borghese benestante, di una delle grandi città mercantili dell’Italia del Quattrocento, si affaccia ad ua balaustra, emergendo dal fondo nero con la forza e la consapevolezza di sé che sembrano quasi arroganza, tanto sono connaturati nella sua persona.
Consapevolezza dell’essere e dell’avere, consapevolezza dell’aver raggiunto: quella posizione che si auto-celebra, quella ricchezza che vale a pagare il pittore, quel rango sociale che lo ha portato a pensare di farsi ritrarre 

 


E poi la consapevolezza di sé dell'artista, che si firma con understatement e con orgoglio.
Orgoglio di esserci ed esserci col nome e con l'indicazione della provenienza, del proprio luogo natale, distintivo del proprio essere, in un'epoca in cui, ancora, i cognomi sono solo per i nobili. Ma un artigiano, un borghese di successo, il cognome se lo inventa, in certo qual modo. E nell'Italia dell'orgoglio di campanile si fa tutt'uno col nome della città.
Orgoglio e consapevolezza del tramandare il proprio nome oltre il tempo, oltre l'identità del ritrattato, nel punto in cui, oggi ci aspetteremmo una didascalia, una dicitura che ci illuminasse sul nome del signore dalle folte sopracciglia, invece troviamo il nome dell'artista.
E l'uno, colui che commissionò e pagò, rimane un ignoto, nonostante la sagacia e l'orgoglio, la condiscendenza, quasi, con cui ci guarda dal tempo passato.
L'altro, il pittore, ignoto per immagine, resta però nei secoli, col nome e con la grandezza del prodotto del proprio ingeno  e della propria mano.

E understatement, sì. Firmarsi su un rettangolino di carta ripiegata in sei e poi ridistesa, quasi uno di quei bigliettini di suggerimenti dei compiti a scuola, fatto piccolo piccolo per nascondersi e poi spiegato per leggere e sapere.
Un pezzo di bravura infinita, di osservazione veristica lenticolare. E un suggerimento, ancora una volta, di duplice significato: provvisorio e fragile tanto come la carta, usata e riusata, che quasi svolazza tanto è precaria. Ma assicurato alla balaustra con due punti di ceralacca: il materiale dei sigilli e delle verifica di fronte al tempo che passa e ai tentativi di intrusione o di obnibilamento.


 

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Commenti al Post:
stradanelbosco
stradanelbosco il 13/10/11 alle 19:46 via WEB
posso scherzare? secondo me era un pizzino!! scusami! Efficacissimo il concetto di chi c'è e chi appare, veramente azzeccato! Non ricordo se Antonello ha mai fatto un autoritratto, però, almeno lo conosceremmo. Però quel " pizzino " è commovente anche se c'è un pò di narcisismo, ma talmente buono , spontaneo e sincero che ci si passa sopra. D'altronde Michelangelo ha inciso il suo nome sulla Pietà, anche se non era un ritratto. Comunque l'artistaè sempre un pò o del tutto narciso. Non sarebbe artista, secondo me. Bellissimo concetto in un bel post! tt
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 14/10/11 alle 09:08 via WEB
no, non gli si conoscono autoritratti.
quello della "firma" degli artisti è un argomento interessante e ampiamente dibattuto. in maniera alterna e in collegamento, di solito, alla necessità di essere riconosciuti, se si tratta di firma "laica" e non di dedicazione religiosa, si firmarono un po' tutti. anche nell'alto medioevo
 
   
stradanelbosco
stradanelbosco il 14/10/11 alle 11:23 via WEB
che bell’argomento che hai tirato fuori! Bello e succulento, direi!!
Innanzitutto mi vien da sorridere pensando che soprattutto oggi, quasi quasi nasce prima la firma sulla tela e poi l’opera). Si sta parlando anche di illustrissimi pittori, quali Guttuso, De Chirico, Picasso, Fiume, ecc… e tutti gli altri!!! Mi viene da pensare anche ai quadri falsi di De Chirico e soprattutto di Cascella.
La firma oggi è indispensabile per affrontare il mercato. E questo nonostante talvolta la firma non sia necessaria , essendo l’autore riconoscibilissimo dallo stile. Ricordo dal liceo ( avevo na prof. di Storia dell’Arte, che faceva lezione leggendo il libro, mai che illustrasse con le sue parole e ricordo la lezione sulle porte del Ghiberti. Mi vengono ancora i brividi!)che na volta ci disse che tra le arti dell’antica Grecia la pittura era quella più diffusa e più ammirata e i greci la chiamavano : skiagraphìa, che significa scrittura delle ombre. Giustamente, dico io ,poiché cos’altro è la pittura se non il segno (l’ombra) della realtà?
Comunque essendo quest’argomento assai interessante, ho potuto leggere che in Grecia nell’età arcaica cominciano i primi nomi di artisti che firmano le opere in terracotta. C’è un certo SOFILO che su un’anfora conservata ad Atene, che si firma in una scena epica con delle iscrizioni verbali per chiarire il dipinto ed evitare dubbi di interpretazione. C’era anche un certo CLIZIA.
Forse anticamente e fino all’ultimo Medioevo l’artista o il pittore non era tenuto in gran considerazione per cui la sua firma sull’opera non era necessaria, nel senso che era prevalente la funzione dell’opera sull’artista che l’aveva fatta. E poi tutti sapevano chi era FIDIA e non era necessario che lui si firmasse. A che pro, d’altronde? L’importante era il Partenone, Atena, e la statua di Venere o altro di Prassitele. Forse Michelangelo firmò la Pietà del Vaticano, perché era una delle sue prime opere. Dopo, con la conferma della sua genialità, non era più necessario. Grazie. tt
 
     
stradanelbosco
stradanelbosco il 14/10/11 alle 12:21 via WEB
e poi , se analizziamo sto comportamento di oggi, del voler firmare a tutti i costi l'opera o il manoscritto, ecc...vediamo che sentiamo quasi l'urgenza di far sapere chi siamo, a tutti i costi, come secercassimo di avere un posto fra questi miliardi di individui che popolano la terra. Vogliamo essere riconosciuti, vogliamo che tutti sappiano. Vogliamo ( parlo sempre per me) a tutti i costi esporci, metterci in evidenza, esere considerati, . E qui eco che subentrano TV, MEDIA, ecc...! Ci sono individui che compiono atti tragici terribili su se stessi o sugli altri, pur di avere un pò di notorietà!! Ci sono individui che perseguono la notorietà a tutti costi, anche svendendo il proprio corpo escortiano. Chiamerei questa epoca "epoca delle gomitate". Mettere la firma!! Secondo me è un dramma nel mondo d'oggi. Scusa tutte ste riflessioni. Scusa davvero.tt
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 14/10/11 alle 14:00 via WEB
come racconta il Vasari: "Poté l'amor di Michelagnolo e la fatica insieme in questa opera tanto, che quivi (quello che in altra opera più non fece) lasciò il suo nome scritto attraverso in una cintola che il petto della Nostra Donna soccigne: nascendo che un giorno Michelagnolo, entrando drento dove l'è posta, vi trovò gran numero di forestieri lombardi che la lodavano molto, un de' quali domandò a un di quegli chi l'aveva fatta; rispose: «Il Gobbo nostro da Milano». Michelagnolo stette cheto e quasi gli parve strano che le sue fatiche fussino attribuite a un altro; una notte vi si serrò drento e con un lumicino, avendo portato gli scarpegli, vi intagliò il suo nome",
 
     
stradanelbosco
stradanelbosco il 14/10/11 alle 14:25 via WEB
che risposta elegante!!! grazie! tt
 
stradanelbosco
stradanelbosco il 13/10/11 alle 20:09 via WEB
tendo pure a pensare, avvalorando quel che dici, che il committente nella sua consapevolezza di essere in posizione ragguardevole, volesse mettere in evidenza che ha commissionato un quadro al grande Antonello. Quasi volesse un imprimatur della conquistata posizione sociale, una specie di status simbol, come vestire uno dei grandi stilisti. Ecco che il foglietto acquista un altro significato. La firma sotto il quadro gli era indispensabile. Come se volessi farmi ritrarre da Newman e sotto la fotografia mettessi il suo nome!! Oggi non penso si farebbe na cosa del genere. O no?tt
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 13/10/11 alle 20:45 via WEB
Potrebbe essere una spiegazione(e comunque è certo che mai né Antonello né nessun altro avrebbe potuto firmare il ritratto senza il consenso del committente). Il fatto é, peró, che Antonello di ritratti così ne firmó molti. E sempre così, col pizzino;) . Non solo ritratti a dire il vero
 
   
stradanelbosco
stradanelbosco il 13/10/11 alle 21:25 via WEB
pensa che lo volevo scrivere sto concetto del consenso, ma mi son trattenuto pensando che fosse ( e credo giustamente) una naturale conseguenza del potersi gloriare del grande pittore! Ecco perchè, a maggior ragione, Antonello metteva il suo pizzino su tanti ritratti. Mi viene da domanda, stupida forse: chissà quanto costava farsi fare un ritratto da lui. C'è qualche traccia, qualche scritto, come per michelangelo o Leonardo ( mi sembra)?
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 14/10/11 alle 09:10 via WEB
si firma così anche su opere a carattere religioso
 
stradanelbosco
stradanelbosco il 15/10/11 alle 08:30 via WEB
il fatto dell'orgoglio nell'indicazione della provenienza ( ...da Messina),come tu scrivi, potrebbe essere valido, forse lo è sicuramente, ma penso che fosse gioco forza indicarla. Non se ne poteva fare a meno , visto che era l'unico mezzo per evidenziare e personalizzare il nome. Così come succede per Leonardo da Vinci ( dove la "d" è minuscola), e Gentile da Fabriano, Pietro da Cortona, Giovanni di San Giovanni, il moderno Serafino de Tivoli, e nella musica Guido d'Arezzo. Nè penso gli fosse saltato in testa di firmarsi con il solo ANTONELLO, nel senso che non poteva fare a meno di aggiungere un nome che lo personalizzasse completamente. Che poi fosse orgogliospo de sto fatto, lo può dire solo lui. Cito ad esempio un illustre musicista tedesco, Ludwig van Beethoven che tradotto in italiano si direbbe "Luigi dall'orto delle rape ": da beet (rapa) e oven (orto), il "van" vale "da". Ma penso che non ne fosse orgoglioso. Da noi invece il nome suona magniloquente alquanto e ispira grandiosità come la sua immensa musica. Scusa se sottigliezze,senza alcun senso, ma mi veniva da dirle. Ciao. tt
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 15/10/11 alle 13:25 via WEB
Quello che dici è solo parzialmente vero. Esistevano infatti i patronimici (da cui deriva una gran parte dei nostri cognomi) per distinguere ed individuare le persone. E di solito nessuno identificava se stesso tramite la provenienza. Gentile da Fabriano, per esempio, si presenta e si firma nei documenti come Gentile di Niccoló. Leonardo è "di ser Piero" (dove "ser" è la particella che indica la professione di notaio esercitata dal padre). L'indicazione di luogo è in effetti usata, in caso, da terzi e fuori patria. Ma era un filino volgare, quasi dispregiativa, come dire: " non hai un cognome, non sei figlio di un personaggio noto, non sei riconoscibile altro che per il tuo essere "diverso".
Per questo colpisce che Antonello la usi spontaneamente e come firma
 
   
stradanelbosco
stradanelbosco il 15/10/11 alle 15:05 via WEB
stando a quel che dici, e a cui credo, allora ANTONELLO era ben cosciente di essere un genio e non gliene importava nulla del "filino volgare". Forse più semplicemente doveva vivere e a ciò subordinava tutto, senza far tanto lo schizzinoso.Pensavo ( inevitabilmente!!!!) a Dante laddove:" ...antico vostro Batisteo, insieme fui cristiano e Cacciaguida". E anche te nello stesso luogo, mi par di ricordare. Il Sommo, altro che se ci teneva!!!Comunque ti ringrazio. tt
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 15/10/11 alle 15:14 via WEB
ma sai, Dante era fortunato: aveva un cognome.:)
comunque sì, concordo, Antonello aveva una grande coscienza di sé a mio parere. e amava distinguersi, anche nella diversità segnalata dalla provenienza
 
artemisia_gent
artemisia_gent il 15/10/11 alle 23:30 via WEB
Grazie per le tue perle, che prontamente riciclo in classe!
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 16/10/11 alle 00:02 via WEB
Ah ah ah! Troppo buona. Allora mettimi in bibliografia!:))
 
orologionuovo
orologionuovo il 17/10/11 alle 05:26 via WEB
ganzissima sta storia del pizzino....ciaooooo
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 17/10/11 alle 15:07 via WEB
vedi? nihil novi sub sole
 
ceithre
ceithre il 17/10/11 alle 10:54 via WEB
Non so aggiungere nulla al discorso, ma quella faccia... quell'espressione... mi è così famigliare che mi vien male a guardare. Assomiglia così tanto ad un'altro ritratto che il poveruomo qui sopra mi fa ribrezza nella sua presunzione.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 17/10/11 alle 15:07 via WEB
ma nemmeno per sogno, non gli somiglia proprio per niente! ma come ti viene in mente? non sarà che ti è presa una monomania?
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 23/10/11 alle 23:03 via WEB
Caspita Ody, quante cose ci sai tirare fuori. Per me invece era solo un pomposo e arrogante riccastro, del tipo ghe pensi mi, ma ora mi sforzerò di guardarlo con altri occhi, più benevoli e tolleranti. ciao bella
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 24/10/11 alle 17:04 via WEB
magari da giovine era anche un "bel toso"!
 
magdalene57
magdalene57 il 24/10/11 alle 09:13 via WEB
forse faceva "in" farsi dipingere da Antonello, chissà quanti se lo contendevano. Nei documenti del tempo è tutto un lusingare il tal pittore, piuttosto che l'architetto e contenderseli, anche rubarseli, promettendo loro denaro e protezione. Bella questa storia dell'arte fatta sui dettagli. Ma ne ebbi grande e piacevolissima dimostrazione su quell'impalcatura. a tu per tu col ritratto i giotto ...
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 24/10/11 alle 17:05 via WEB
il dettaglio è tutto, mia cara. ti è mai successo di sdegnare un corteggiatore "soltanto" perché aveva le unghie sporche?
 
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