Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
« Appunti....di viaggio - 2 | Andrea Zanzotto (1921-2011) » |
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La consapevolezza di sé.
E understatement, sì. Firmarsi su un rettangolino di carta ripiegata in sei e poi ridistesa, quasi uno di quei bigliettini di suggerimenti dei compiti a scuola, fatto piccolo piccolo per nascondersi e poi spiegato per leggere e sapere.
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quello della "firma" degli artisti è un argomento interessante e ampiamente dibattuto. in maniera alterna e in collegamento, di solito, alla necessità di essere riconosciuti, se si tratta di firma "laica" e non di dedicazione religiosa, si firmarono un po' tutti. anche nell'alto medioevo
Innanzitutto mi vien da sorridere pensando che soprattutto oggi, quasi quasi nasce prima la firma sulla tela e poi l’opera). Si sta parlando anche di illustrissimi pittori, quali Guttuso, De Chirico, Picasso, Fiume, ecc… e tutti gli altri!!! Mi viene da pensare anche ai quadri falsi di De Chirico e soprattutto di Cascella.
La firma oggi è indispensabile per affrontare il mercato. E questo nonostante talvolta la firma non sia necessaria , essendo l’autore riconoscibilissimo dallo stile. Ricordo dal liceo ( avevo na prof. di Storia dell’Arte, che faceva lezione leggendo il libro, mai che illustrasse con le sue parole e ricordo la lezione sulle porte del Ghiberti. Mi vengono ancora i brividi!)che na volta ci disse che tra le arti dell’antica Grecia la pittura era quella più diffusa e più ammirata e i greci la chiamavano : skiagraphìa, che significa scrittura delle ombre. Giustamente, dico io ,poiché cos’altro è la pittura se non il segno (l’ombra) della realtà?
Comunque essendo quest’argomento assai interessante, ho potuto leggere che in Grecia nell’età arcaica cominciano i primi nomi di artisti che firmano le opere in terracotta. C’è un certo SOFILO che su un’anfora conservata ad Atene, che si firma in una scena epica con delle iscrizioni verbali per chiarire il dipinto ed evitare dubbi di interpretazione. C’era anche un certo CLIZIA.
Forse anticamente e fino all’ultimo Medioevo l’artista o il pittore non era tenuto in gran considerazione per cui la sua firma sull’opera non era necessaria, nel senso che era prevalente la funzione dell’opera sull’artista che l’aveva fatta. E poi tutti sapevano chi era FIDIA e non era necessario che lui si firmasse. A che pro, d’altronde? L’importante era il Partenone, Atena, e la statua di Venere o altro di Prassitele. Forse Michelangelo firmò la Pietà del Vaticano, perché era una delle sue prime opere. Dopo, con la conferma della sua genialità, non era più necessario. Grazie. tt
Per questo colpisce che Antonello la usi spontaneamente e come firma
comunque sì, concordo, Antonello aveva una grande coscienza di sé a mio parere. e amava distinguersi, anche nella diversità segnalata dalla provenienza