Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Lecita o illecita la manipolazione dell'immagine di un'opera d'arte a fini commerciali? «L’immagine pubblicitaria del David armato offende e viola la legge. Agiremo contro l’azienda americana che deve ritirare subito la campagna». Così il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini-
Non è mancato chi è intervenuto a difendere quella pubblicità, apprezzando la creatività post futurista della manipolazione visiva, così come chi ha elencato casi precedenti di utilizzo dell’immagine del David come testimonial di questo o quel prodotto, spesso legato alla moda.
Ecco il David vestito da Missoni:
O il David testimonial della Levi's:
e quello della banchieria intima griffata:
Ma anche ispirazione per pubblicità di auto:
pubblicità di occhiali:
pubblicità del gioco del lotto (mascherato da inno allo sport):
o della italica pasta:
Il messaggio promozionale che si vuole trasmettere è che la perfezione del prodotto sia paragonabile a quella artistica dell’opera e, perché no, a quella del canone anatomico rappresentato. Sergio Givone, assessore alla cultura di Firenze, nonché filosofo, ha proposto di chiedere come risarcimento (del leso diritto all'immagine) una cifra astronomica alla Illinois Arma Lite, per poter investire la somma nella manutenzione dei beni culturali italiani: «Quella pubblicità rappresenta un oltraggio forte. E’ un atto di violenza nei confronti della scultura: come prenderla a martellate e forse, anzi, persino peggio […] Quello ritratto da Michelangelo è un giovane uomo inerme, pronto a sfidare Golia con una semplice fionda: qua gli viene dato un enorme fucile. Oltre all’abuso, c’è la falsificazione». Il direttore della Galleria dell'Accademia (il museo dove il David è esibito) dice esplicitamente che le armi e l'arte si escludono a vicenda: «L'immagine della violenza e delle armi non è accostabile a quella della bellezza». Alla fin fine questa mi sembra una posizione perbenista e anche un po' bigotta. Perché il Davide cui si ispira la meraviglia di Michelangelo era un giovane eroe biblico che agì violentemente, uccidendo, sia pure con un'arma più primitiva, la fionda, il cattivo di turno, Golia, e così facendo liberò il suo popolo. In altre rappresentazioni Davide esibisce, come un trofeo, la testa di Golia, che decapitò dopo averlo atterrato. Un soggetto, se vogliamo, un po' macabro. Per una volta mi trovo d'accordo con Vittorio Sgarbi che scrive: «L'arte è piena di ammazzamenti. E se i fucili arrivano tardi, non si contano le spade, le clave, i pugnali. [...] E' discutibile che un'immagine di dominio universale, come la Gioconda, non sia alterabile. Duchamp ha pagato i diritti al Louvre per mettere i baffi alla Gioconda?[...]
(e, aggiungo io: non si parli di mancanza di rispetto, perché l'acronimo che Duchamp usa a mo' di didascalia sotto la sua manipolazione della Gioconda, L.H.O.O.Q., significa Elle a chaud au cul (e per il significato, anche traslato, della frase, andatevi a leggere Wikipedia) E continua Sgarbi, sul problema dei presunti diritti d'autore:
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Poi, ha senz'altro fatto colpo questo caso per via dell'inserimento di un'arma. Ma, come dico nel testo del post, David non era in realtà un pacifista. E il Marat morto sembra un capolavoro, dato che si tratta di un tiranno ucciso.
Allora forse si dovrebbe avere il coraggio di parlare delle cose per quello che sono: non trincerarsi dietro lo sfruttamento dell'immagine
Legittimo dissentire: anche io sono molto molto avversa alla liberalizzazione dell'uso delle armi che trovo una delle criticità degli Stati Uniti.
Ma allora, diciamolo apertamente e non nascondiamoci dietro iol pretesto dell'uso dell'immagine
Non è quindi una tua provocazione, ma una realtà. :)
La domanda qui è un'altra: si tratta di una riproduzione di un'opera d'arte, in questi casi? O piuttosto dell'utilizzo di un'immagine svincolata dal concetto di riproduzione?
Non è piuttosto il David (come la Gioconda, la Venere di Botticelli e alcune altre grandi "icone") ormai una categoria a sé stante, svincolata direi dai suoi valori artistici intrinseci? Esiste e resiste come immagine collettiva che poco ormai ha a che vedere con Michelangelo stesso, con il museo che lo ospita, con la valenza storico-artistica?
Su questi valori (o disvalori, se vuoi) immateriali di cui ormai è caricato, pretendere di applicare un canone sui diritti di riproduzione è un puro nonsenso, secondo me
Hai mai visto un assaggio di cosa hanno combinato con l Gioconda?
Quanto a parlarne, e perché no? Ha senso comunque porsi domande ed esprimere idee. See dovessimo parlare solo di quello su cui abbiamo influenza, sarebbe presto silenzio
Sullo sfruttamento delle immagini dei patrimoni dell'umanità, credo che proprio perché all'umanità appartengono non ci debbano essere troppi vincoli. Altrimenti dovremmo pagare ogni volta che usiamo una sfinge, una piramide, una Nike greca.
Quanto alla richiesta di risarcimento, mi immagino la faccia degli americani.
(per me, by the way, è spesso uno scossone mentale ed emotivo rendermi conto di essere d'accordo con Sgarbi: eppure succede:)
stanno facendo confondere le immagini del David con il mitra, inserendola assieme a quelle con i jeins e altro del genere, proprio per stemperare il messaggio tremendo e farlo accettare come normale. MA IL MESSAGGIO E' IMMORALE!!! PER TUTTO IL MONDO!!!
Ma provate a sfrondare sta frivolezza dal David col mitra e la cosa vi apparirà in tutta la sua puzza, pari a quella della sirena nel XIX del Purg.:
" O Virgilio, o Virgilio, chi è questa?-
fieramente dicea; ed el venìa
con gli occhi fitti pur in quella onesta,
L'altra prendea, e dinanzi l'apria
fendendo i drappi, e mostravami il ventre:
quel mi svegliò col puzzo che n'uscia.."
(XIX, 28-33). Quindi ora provate voi che per caso leggete, a togliere il drappo frivolo a quel David col mitra e vi apparirà la puzza fetida del messaggio! tt
Il mio dire, il mio post, CORAGGIOSAMENTE incide sul profondo SIGNIFICATO concettuale e sociale, mostrando il vero ASPETTO terribile di quella SOLA immagine!
Ma all'epoca la statua aveva un significato politico, finanche aggressivo, che oggi abbiamo perso ed edulcorato dietro questa sterile esaltazione della bellezza