Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Caravaggio, Giuditta ed Oloferne, particolare
La parola avrebbe la radice stessa di ospitalità. Poi la parola aveva nell'immaginario di qualche secolo fa (del secolo scorso, almeno) l'idea di fanciulle belle, gentili e sorridenti. Ma il mondo è cambiato, tanto. Mi trascino un trolley pesante, diventato sempre più pesante lungo il viaggio intercontinentale: appesantito da fatica, notte insonne, cibo orrendo, voglia, disperata voglia di una doccia, di casa, di sonno (nell'ordine). E la dolce e gentile signor* preposta all'accoglienza a bordo guarda con malcelata impazienza i miei sforzi per issarlo nella cappelliera: evidentemente le rallento le operazioni di imbarco. E invece di aiutarmi mi dice fredda e sferzante: "Non porti un bagaglio così pesante se non è in grado di gestirlo". Brutta strega! - lo porto pesante quanto mi è consentito, visto che la tua compagnia fa acqua ovunque. E tu mi aiuti, altrimenti te lo lascio nel corridoio e poi stiamo a vedere.
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Per prima cosa volevo dire che la considerazione rivolta alla perdita di valutare il proprio lavoro come servizio (nel suo significato più alto) sociale è una gran verità. La cosa si fa più evidente quando si tratta di quei lavori in cui il rapporto col pubblico è essenziale. Ma in generale la sí ritrova in tutte le categorie.
È la società come corpo e come valore (di mutua assistenza e solidarietà) che non ha più alcun significato oggi. Ognuno pensa solo a trarne il suo bene specifico (il suo "particulare" avrebbe detto un grande fiorentino del passato) e lo sfascio che ne consegue è sotto gli occhi di tutti.