Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

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Essere un quadro - 2

Post n°93 pubblicato il 10 Novembre 2006 da odio_via_col_vento
 

Ogni ritratto dipinto con sentimento è un ritratto dell'artista, non del modello. Il modello è solamente un accidente, l'occasione. Non è lui quello che viene rivelato dal pittore; è piuttosto il pittore che sulla tela dipinta rivela se stesso.
(Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray)

Questa è una grande verità artistica, ma non solo relativa ai ritratti. Relativa a qualsiasi opera d'arte, veritiera o meno sia la rappresentazione del soggetto.
Per cui Leonardo non si rappresentava di più o di meno che Paul Klee o Jackson Pollock.

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Ma certo, si ha la consapevolezza di essere davanti ad un'opera di vera arte nel momento in cui si scopre che quella rappresentazione (di se stesso), l'artista riesce a trascenderla e a farla diventare rappresentazione del suo tempo, di una caratteristica dell'animo ummano, o, addirittura, di qualcosa di immanente e al tempo stesso, sovrastante l'uomo e il suo tempo.

Munch aveva in mente se stesso o il dolore esistenziale dell'umanità, dipingendo L'Urlo? Rappresentava un fatto contingente (La morte della madre) o la disperazione dell'infanzia abbandonata?

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E la immota atarassia di Piero della Francesca, il perdersi a volo d'uccello sulla pianura spalancata sotto il nobile e bruttissimo Federico Duca di Montefeltro, non nasconde forse la dimensione crudele e ineludibile del potere assoluto, adombrata nella smorfia sprezzante e nella posa di profilo, da imperatore romano, di questo condottiero scaltro e subdolo, che aveva da poco ordito l'uccisione del fratello per conquistarsi un ducato, altrimenti negatogli perché illegittimo?

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E Caravaggio, ritrae se stesso più e più volte, in panni di vittima, di perseguitato, di smarrito, di agnello sacrificale, quasi a cercare assoluzione dai suoi molteplici crimini?
O non piuttosto rappresenta un'umanità, tutta, vittima dei tempi, della propria malvagità, della duplicità insita in ogni essere umano?

Così (in ordine sparso) nella testa mozzata di Golia che soccombe al giovane David

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Nel giovanile Bacchino malato

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Nell'astante, impotente, del Martirio di San Matteo

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Commenti al Post:
ventodamare
ventodamare il 10/11/06 alle 22:13 via WEB
Sai, per me c'e' sempre il dilemma di ammirare un quadro per la bravura tecnicamente artistica dell'autore, l'arte pittorica in se' ,il puro gesto del dipingere, ed invece ammirare e farmi conquistare dai concetti espressi nel quadro. Un sorriso.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 10/11/06 alle 22:20 via WEB
tu figurati che io per prima cosa guardo lo stato di conservazione!!!!!:) parlando di deformazioni professionali.
 
amoildeserto
amoildeserto il 10/11/06 alle 22:40 via WEB
Ho letto solo l'introduzione, con cui ovviamente concordo. Le lessons one and two le rinvio a domani, dopo il cinese ... vado a nanna, domani devo svegliarmi prestissimo. Buonanotte ;)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/11/06 alle 07:49 via WEB
ciao, a poi.
 
annisexanta
annisexanta il 10/11/06 alle 22:50 via WEB
Piuttosto che il quadro sia davvero l'interpretzione di un qualcosa dell'artista e nn del critico d'arte ;°)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/11/06 alle 07:51 via WEB
il pericolo è sempre quello, sì. specialmente quando ci si improvvisa critici. bisogna sempre stare attenti a basare interpretazioni e decodificazioni su parametri storici seri, legati ai documenti esistenti, ad una solida conoscenza del periodo. ma farsi prendere la mano è sempre una tentazione in agguato.:)
 
magdalene57
magdalene57 il 11/11/06 alle 03:06 via WEB
ma noi , lo sappiamo davvero che cosa vuleva dire l'artista? e se fosee semplicemente che quella mattina ha incontrato Lisa piuttosto che Giudecca e ha deciso di dipingerla? e se fosse che alla fine di una giornata pesante ha voluto mostrare il collo decapitato del suo usuraio? congetture. resta il bello di un quadro. resta la bravura del pittore, la sua capacità artistica. il resto, dopo il cinese, forse sarà più facile da identificare...
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/11/06 alle 07:55 via WEB
doversi confrontare, nell'interpretazione storica, con la casualità, la contingenza, le emergenze, le necessità materiali della vicenda, inconoscibili perché lontane (e, ovviamente, non documentate) è una sacrosanta verità. <br resta però da dire che i dipinti antichi non erano mai fatti sull'onda emozionale, d'istinto. i pittori lavoravano su commissione (o talvolta, per un mercato che comunque fosse sicuro). solo avere la sicurezza del guadagno, permetteva di baffrontare l'esborso economico connesso col dipingere, che non era cosa da poco. costavano moltissimo i materiali (pigmenti spesso fatti da materie prime preziose), le carpenterie lignee, la manodopera.
 
kayfakayfa
kayfakayfa il 11/11/06 alle 05:28 via WEB
Pensso sia vero quel che sostiene la frase da te riportata, qualunque artista nell'attimo in cui sceglie un soggetto da "raccontare", lo sceglie perché quel soggetto rispecchia l'attualità del suo stato d'animo...
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/11/06 alle 07:58 via WEB
in definitiva è vera: ma con adattamenti all'epoca storica. l'idea dell'arte come espressione del sentimento è un concetto veicolato nella nostra coscienza collettiva solo dal Romanticismo in poi.
per artisti antichi direi piuttosto che NOI sentiamo particolarmente " nostre" le opere in cui, comunque, nonostante il soggetto fosse scelto da altri (i committenti) l'artista riesce a trasmettere un contenuto per così dire universale.
 
lilith_0404
lilith_0404 il 11/11/06 alle 08:51 via WEB
al tempo stesso, però, da profana e da ignorante, mi capita di accorgermi come siano i quadri e i soggetti in cui mi riconosco, in cui ritrovo qualcosa di me, del mio modo di essere e di vederemi, specie se si tratta di ritratti, quelli su cui mi piace soffermarmi...
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/11/06 alle 08:53 via WEB
infatti: è quello il "dono" della trasmissione che pochi hanno e continuano ad avere, indipendemente da mode, secoli, differenti contesti culturali. (e non è l'atteggiamento solo del cosiddetto profano: anche io rivendico il diritto di dire: "mi piace" oppure "non mi piace". e di godere della comunicazione dell'arte al di là dei contenuti e delle contestualizzazioni). grazie.
 
releardgl
releardgl il 11/11/06 alle 10:07 via WEB
Il tempo, attraversano il tempo le opere e sulle interpretazioni psicologiche o no ci sono come ben sai fiumi di opinioni, mi piace ricordare i saggi di Freud e di Jung proprio come prodromi dell`argomento...pero`volevo solo riallacciarmi a Munch, al suo grido (lo vedi trasposto anche nella mia home page) credo che ognuno in cuor suo possa sentirlo, un urlo silenzioso, una disperazione a cui noi, spettatori, diamo, comunque sia, la corretta interpretazione...buon fine settimana...
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 08:57 via WEB
sì. molte sono divertenti.
altre colpiscono ciascuno di noi in modo diverso, ma proprio perché fanno appello a chi legge (e chi osserva il quadro), non alla verità storica che sta dietro di esso.
altre risultano datatissime, dopo solo pochi decenni (anche se sitte da autori per latri versi grandissimi. ad esempio non perdonerò mai a Freud l'interpretazione data di Leonardo: un gravame spaventoso (soprattutto nelle sue volgarizzazioni successive) per chiunque voglia avvicinarsi a studiare l'artista.
 
cornerback
cornerback il 11/11/06 alle 11:51 via WEB
"Questa è una grande verità artistica, ma non solo relativa ai ritratti. Relativa a qualsiasi opera d'arte"

Direi che è pienamente condivisibile. Perchè quando un artista, o un uomo qualsiasi, si esprime lo fa tramite sè stesso; finendo sempre con immortalare le proprie percezioni e la propria visione del mondo.
L'artista poi è colui che lo fa in maniera più forte e accattivante.

 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 08:58 via WEB
l'artista, FORSE, è colui che nel tempo continua a parlare, anche al cambiare della società e della cultura dell'osservatore.
 
   
cornerback
cornerback il 12/11/06 alle 13:28 via WEB
Forse l'artista è soltanto qualcuno che, per via della pubblicizzazione e della commercializzazione delle sue opere, viene ancora "ascoltato". Quanti colleghi di Caravaggio non hanno avuto modo di essere ascoltati solo perchè non "alla moda"?
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 16:11 via WEB
questo è vero fino ad un certo punto. Van Ghog non ebbe alcuna fama o fortuna in vita e adesso è tra gli artisti maggiormente quotati dal mercato.
io credo che con il passar del tempo le mode e le fortune abbiano poi giustizia fatta dalal storia. Caravaggio era caduto in una sorta di oblio fino alla rivalutazione che ne fece Longhi. e così vari altri artisti e periodi storici. mentre artisti che avevano grande fama in vita, oggi sono stati ridimensionati dalla critica.
 
     
cornerback
cornerback il 13/11/06 alle 21:35 via WEB
Quindi l'arte è solo un effetto delle mode e del contesto storico.
Non c'è assolutismo neppure lì, solo opportunismi e opportunità. :-(
Così è troppo triste.
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 14/11/06 alle 22:08 via WEB
non ci siamo capiti. ho detto esattamente il contrario!.:)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 11/11/06 alle 21:10 via WEB
uhao! Chissà com'è andare per musei con una come te...Ho sempre pensato che accanto ad una fruizione autarchica dell'arte (che ha anch'essa il suo motivo d'essere) non sarebbe male poter usufruire di adeguati stimoli che ti consentano un'approfondimento dell'esperienza....buone domenica
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 09:00 via WEB
parlo solo se interrogata, stai tranquilla.:) so per esperienza che molti cosiddetti "esperti" sono così noiosi! io cerco di stare buona e zitta, in un angolo.:)
 
   
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 13/11/06 alle 17:31 via WEB
Buona, zitta, colta, consapevole del rischio noia....come Mary Poppins, praticamente perfetta! :-)))))
 
amoildeserto
amoildeserto il 12/11/06 alle 09:43 via WEB
Buongiorno! :)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 11:40 via WEB
buongiorno a te! pioggerellina, oggi. mi sa che abbiamo beccato l'ultima giornata di bel tempo, ieri.:)
 
bluewillow
bluewillow il 12/11/06 alle 11:51 via WEB
i temi rappresentati sono universali, ma il punto di vista è soggettivo, credo intendesse questo Oscar Wilde, per cui alla fine emerge sempre qualcosa anche di chi crea l'opera, anche se non è detto che emerga solo quello. Forse il grande artista è proprio quello che riesce a ridurre al massimo la sua soggettività e a cogliere maggiormente l'universalità.Ciao buona domenica! :)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 16:17 via WEB
infatti. anche se è un po' illusorio credere di arrivare a conoscere un artista solo dalle sue opere: un po' (più o meno, dipende dalle situazioni) si "paludava", aveva coscienza dell'apparire di fronte a un pubblico, doveva rispettare le esigenze della committenza, dar conto dei quattrini spesi e così via.
 
calipso81
calipso81 il 12/11/06 alle 12:35 via WEB
Senza dubbio fino al 1700 gli artisti lavoravano su committenza per lo più e non per se stessi, il che ha vincolato i temi trattati...ma credo che siano menti eccelse capaci di trascendere i temi arrivando a rappresentazioni universali e valide al di là del tempo e del luogo. Sull'interpretazione che si da, trovo valida un'affermazione di un antiquario romano: "gli storici dell'arte sono come i portieri: se l'artista paga bene è bellissimo e interessante, altrimenti non è degno di considerazione" :) Baci!
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 16:15 via WEB
questa è una cattiveria cattivissima! ma vera - almeno per gente della risma della "nonnina", di Longhi, di Sgarbi eccetera. per fortuna esistono anche gli storici dell'arte che nessun antiquario si sognerebbe mai di chiamare (come me o te:). gente che non farà mai soldi ma che dice pane al pane. (vedi storia del penultimo Caravaggio, per cui mi continuano a chiamare giornalisti in vena di scoop, che poi rimangono malissimo quando dico loro che è una bufala).
 
   
calipso81
calipso81 il 12/11/06 alle 17:16 via WEB
Quale Caravaggio? Ce ne sono talmente tanti "finti" in giro che ho perso il conto! :D
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/11/06 alle 18:07 via WEB
ho dimenticato le virgolette, in effetti: "Caravaggio" tra virgolette (quello di Genova). quello della regina Elisabetta, invece non è male (dalla foto). che ne dici?
 
animedeserte
animedeserte il 12/11/06 alle 21:22 via WEB
hai scritto bene chiaro te lo dice una che tenta di far amare questa materia, storia dell'arte...ciao anna
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 13/11/06 alle 00:37 via WEB
ciao: un'altra della banda? benvenuta! benvenutissima!!
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 12/11/06 alle 22:15 via WEB
Gli autoritratti rivelano molto dell'artista. ne ricordo uno di VanGogh, tornavo e ritornavo su quel quadro. Ciao Ody
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 13/11/06 alle 00:38 via WEB
sì. molto intriganti anche: farò un post anche su quelli, caso mai.....mi hai fatto venire in mente il mio preferito: Durer (la umlaud non riesco a metterla qui:).b
 
brujita.09
brujita.09 il 13/11/06 alle 15:30 via WEB
MERAVIGLIOSI QUESTI POST SUI QUADRI, sono perfettamente d'accordo e sai che adoro l'arte figurativa soprattutto, a Roma c'e' la mostra di Paul Klee ora e non solo, cmq proprio per questo anche il dipinto più realista, non sara' mai come una fotografia, perche' l'artista mettera' sempre i suoi sentimenti e il suo modo di vedere la realta' coi suoi occhi e la sua sensibilita'nella sua opera
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 14/11/06 alle 22:09 via WEB
sì: ma anche molti grandi fotografi riescono a usare questo mezzo come espressione (se così la vogliamo chiamare).
 
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