Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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(che non è certo quello della lampada: sottospecie waldisneyana di antroporformizzazione ad uso del volgo di un concetto invece altamente spirituale, filosofico e metafisco come quello, appunto del "genio", l'afflato che permea di sé un popolo, attraverso la storia). Ma cos'è il "genio" nella sua specifica declinazione fiorentina? Io non ho mai trovato parole migliori di quelle che usò Vasari, per spiegarsi e spiegare come mai, in un certo volgere di anni, tutti gli artisti ambivano venire a Firenze per imparare e perfezionarsi. "....in Firenze più che altrove venivano gli uomini perfetti in tutte l'arti e specialmente nella pittura, attesoché in quella città sono spronati gl'uomini da tre cose: Insomma il genio fiorentino è questo vivere perennemente in sfida col mondo che ti circonda: una sfida beffarda, giocata sui motti di spirito, sull'alzata di spalle, ai confini tra understatement e un certo snobismo.
L'ironia si taglia a fette; il sarcasmo si vende a etti. Un genius loci con cui confrontarsi, stimolante ma anche molto difficile. Mai fidarsi di un fiorentino al potere.
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quanto alla partita di Jacki: dategliene sode! i pratesi stanno antipatici a tutti i toscani!!!!!!!!
Come sai, ho vissuto ben 12 anni a Firenze, in un momento di particolare importanza per la mia formazione (18-30 anni), ed ora parlo con un accento toscano perchè il fiorentino ha il pregio di forgiarti con la costanza di una goccia. Ritrovo nelle tue parole un ritratto perfetto della tua gente. Ed un po' ne risulto contagiato anch'io nella mia vena più sarcastica.
chiedo scusa, ma dei tuoi trascorsi fiorentini non sapevo (o forse non ricordavo....sai...l'età!). doppio amico, allora. ti sei sciroppato un po' di ateneo con annessi e connessi, credo di capire.
sulla pronuncia "fiorentina" mi riservo il giudizio: quello che suona fiorentino agli orecchi "foresti" non è detto che suoni fiorentino a me!:)
è il luogo in cui ho passato innumerevoli giorni, la biblioteca di cui parlavo nel post sull'amore del 1° maggio.
!!!!
povero: mi ha fatto una tenerezza.:)
o nini, bada bene che io, ai mi' be' tempi, ho recitato in vernacolo, sai? e so la lingua quella pura. mica si frigge con l'acqua, quie.
"Vittorio, fatti vedere. Ma da uno bravo!".
anzi: ci sono (per rimanere più nello specifico): fiorentini, sestesi, pratesi, scandiccesi, signesi,<lastrigiani, imprunetini, campigiani, ecc....(i piccoli comuni della cerchia)
oppure, ancora meglio: fiorentini di dentro e di fuori le mura.
se poi vogliamo essere puristi: fiorentini all'ombra della cupola, fiorentini di là d'Arno, ecc...
spero di avere reso l'idea!:)
quanto al ritardo, che vuoi: sempre un'Accademia è. il loro scopo principale è chiudere le stalle quando i buoi sono scappati. e comunque anche De Mauro, ai suoi bei tempi, si lamentava, ma con inevitabile rassegnazione, del fatto che la lingua è di per sé un istituto sempre in ritardo sui tempi.
devo dire che è un uomo impossibile anche oggi e che non sono ancora riuscita a prendermi la giusta vendetta su di lui.:)
io sarei curiosa di sentire come parlano gli esiliati (releardgl, fabiochepassa e evasopercaso), se si sono contaminati o no. e sentire la (pretesa) parlata toscana di upmarine...:)
per me, qui di fiorentine veraci (come le vongole:) non ci siamo che catiaviola e io.
c'è anche grattinik, ma questa volta non è passata di qui.
grazie per i complimenti. troppo buona.